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Lazio: Jenne


Partendo da Subiaco, salendo di curva in curva, lungo i circa 10 km della stretta strada Sublacense, che corre a mezza costa della gola scavata dal fiume Aniene, sottopassando alcuni trafori scavati nella roccia viva, si arriva in 21 minuti a Jenne paese arroccato su uno sperone di roccia. 
Un piccolo Tibet fatto di un grumo di case nel cuore del parco dei monti Simbruini, in cui, da sempre, si vive di pastorizia, praticando ancora la transumanza verso le pianure Pontine e d'agricoltura di montagna. 
E' un comune della città metropolitana di Roma Capitale, nel Lazio, e fa parte del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini e della Comunità montana Valle dell'Aniene


JENNE
Regione: Lazio
Provincia: Roma RM
Altitudine: 854 m slm
Superficie: 31,52 km²
Abitanti: 352
Nome abitanti: Jennesi
Patrono: San Rocco (16 agosto)








L'origine del nome "Jenne" è difficile da individuare e si perde, per dirla con Fogazzaro, "sepolta nella caligine de' secoli": secondo alcuni deriva dal latino "Janua", ossia "ingresso", "porta", ad indicare la posizione dominante dell'abitato sulla valle dell'Aniene. 
Altre fonti ne indicano l'origine nella parola "Genna" (traducibile come "luogo freddo"), o anche "Gehenna", "le porte dell'inferno".


Quest'ultima possibilità sembra la più accreditata, e sarebbe suffragata, secondo alcuni, dal nome delle profonde grotte carsiche ai piedi del monte Pratiglio, sulle cui pendici giace il paesino di Jenne: le "grotte dell'Inferniglio". 

Difatti, la prima citazione storica della località è riscontrabile in una pergamena fatta redigere da Papa Leone IX, la quale conferisce all'Abbazia di Subiaco ed alle sue pertinenze (i suoi monti, colli e luoghi agresti) il toponimo di "Fundus Gehenna"


Osservando i luoghi intorno a Jenne, si intuisce la sua natura contadina: storicamente, infatti, l'area montana del paese veniva intensamente coltivata anche fino a quote molto alte, come ad esempio a "Fondi di Jenne", ampio pianoro carsico sito a nord del centro urbano, a 1400 m slm


I contadini e i pastori sfruttavano l'esposizione a sud, garantendosi ottimi raccolti e generosi pascoli. 


La “… povera gregge di casupole che il campanile governa", ricordata da Fogazzaro (clicca per Enciclopedia Treccani) (clicca per Wikipedia) nel suo romanzo IL SANTO (clicca per la recensione), è Jenne, paese montano, posto su antiche strade di transumanza, sede del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini


La fondazione di Jenne è sepolta tra la caligine dei secoli.
Una lapide marmorea fatta apporre, nel 1052 o 1053 dall'abate Umberto all'ingresso di Santa Scolastica a Subiaco, cita il nome della località tra i possedimenti dell' Abbazia con la denominazione di "castrum Jennarorum".

Intorno al 1079, Ildemondo, della famiglia dei Conti
di Segni, a capo di una schiera di normanni e longobardi, occupò Jenne, assediò il castello costringendo l'usurpatore ad arrendersi. 
Ildemondo vi rientrò e riprese nuovamente Jenne, eresse un castello a Monte Porlaro, una Torre e la Chiesa di Santa Maria.

Nel 1113 l'Abate Giovanni concesse in feudo Jenne al suo congiunto Crescenzo, vescovo di Alatri, in seguito, un familiare di questi, lo diede ai "Nomines di Trevi".

Nel 1116 una sentenza condannò i "seniores trebenses" a restituire Jenne all'Abbazia.

Il feudo fu dato nuovamente all'Abate Simone, nel 1176 a Filippo di Marano, primo signore di Jenne, proavo di Rinaldo II, futuro Papa Alessandro IV.

Il grande Pontefice, nipote per via materna di Gregorio IX, aveva già diritti feudali sul castello di Jenne, e nella qualità di padre e figlio di Jenne, concesse nel settembre del 1260 grandi indulgenze a quanti visitavano la cappella di Santa Maria in Arce, dentro la Rocca.

Quando Papa Alessandro IV morì, i beni della famiglia furono divisi fra Rinaldo III e Giovanni Gavignano: Jenne toccò a Rinaldo III
Nel 1300 i figli di Rinaldo cedettero Jenne al Cardinale Francesco Caetani, questo segnò la decadenza della famiglia dei Conti di Segni e l'inizio della Signoria di Pietro Conte di Caserta, nipote di Papa Caetani. 
Nel 1639 Papa Umberto VIII Barberini concesse "in perpetuo" la proprietà del paese all'Abbazia di Santa Scolastica.

Sotto il pontificato di Benedetto IX Lambertini, il governo del luogo fu assunto direttamente dalla Sacra Congregazione del Buon Governo con sede a Roma. 


Monumenti e Luoghi d'interesse

Architetture religiose

Del castello rimane la cappella di Santa Maria in Arce con gli affreschi del 1200 ed una terracotta della Madonna del 1500.

Della Parrocchiale di Sant'Andrea Apostolo è aperto al pubblico l'affresco con la Madonna, San Rocco e San Sebastiano.

La Chiesa della Madonna delle Grazie ha invece all'interno a 2 navate del 1300 e del 1700.

La Chiesa di San Michele Arcangelo, restaurata nel 2002 fu costruita nel 1100, in località particolarmente suggestiva (frassetta) vicino al centro abitato. Al suo interno nell'abside centrale si può ammirare una pittura muraria raffigurante san Michele Arcangelo, recente opera realizzata dell'artista Ivana Pignalosa nel 2007.

Architetture civili
 

Il territorio comunale è attraversato dal fiume Aniene sul quale si trova la Mola vecchia che fu edificata dai monaci benedettini nel 1000 nei pressi in cui l'Aniene forma una conca paludosa, in località Inferniglio, di cui rimangono la stanza della molitura e l'inferno del carcerario.


Altra costruzione lungo le rive del fiume, il Mulino comunale risalente all'inizio del 1900 che è ancora aperto il primo lunedì del mese.  

Aree naturali


Jenne ospita la sede del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini (il Parco più esteso del Lazio, con 29.990 ettari di superficie), di cui fa parte insieme ad altri 6 paesi (Vallepietra, Trevi nel Lazio, Filettino, Subiaco, Cervara di Roma, Camerata Nuova).



Una peculiarità naturalistica di Jenne è senz'altro la varietà di ambienti tipici dell'Appennino centrale: 
- ambiente ripariale, lungo il fiume Aniene, che si snoda in una valle tortuosa e profonda dominata dal paese e dalla sua piccola Rocca Abbaziale, fluendo verso Subiaco. 


Oltre alla Trota "Fario" (Salmo trutta fario), tipica di questi luoghi, e al Gambero di acqua dolce (Austropotamobius pallipes), noto indicatore biologico della purezza delle acque, ritroviamo qui le caratteristiche specie arboree degli ambienti umidi, come il salice bianco, il pioppo, il tiglio, il sambuco etc.; 
- boschi misti di carpino, quercia, leccio, Cerro ed altri, tra i 500 e i 1000 metri s.l.m.;
- ampie faggete oltre i 1000 metri s.l.m., molto omogenee, con presenza di tasso (taxus baccata), sorbo degli uccellatori (sorbus aucuparia) e acero montano (acer pseudoplatanus).

Lungo la sottostante valle dell'Alto Aniene sono da segnalare le sorgenti delle Tartare e le grotte dell'Inferniglio, al cui interno vi sono laghetti sotterranei con stalattiti e stalagmiti.
Le grotte sono visitabili mediante le escursioni guidate con partenza da Jenne, saltuariamente organizzate dal Parco.


Molte sono le specie animali che popolano il territorio Jennese: dalla comunissima volpe rossa (vulpes vulpes) al lupo appenninico (canis lupus italicus), passando per gli ungulati come cervi, caprioli, cinghiali, fino ai piccoli mammiferi come le arvicole. 
L'habitat è favorevole anche per l'orso bruno marsicano (ursus arctos marsicanus), che, con buona probabilità, attraversa spesso il territorio di Jenne in cerca di cibo. 
Del resto, Jenne dista circa 60 km dal Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, che ospita una popolazione di una trentina di esemplari di orsi bruni marsicani.
Infine, il territorio di Jenne ospita svariate specie di uccelli rapaci diurni e notturni, quali la poiana (buteo buteo), il falco pellegrino (falco peregrinus), il grifone (gyps fulvus) che è il più grande uccello europeo con i suoi 3 metri di apertura alare. Di notte si odono l'allocco (strix aluco), il gufo comune (bubo bubo), il barbagianni (tyto alba) e molti altri.

CULTURA

Letteratura

A Jenne viene ambientato il romanzo IL SANTO (clicca per la recensione) scritto nel 1905 da Antonio Fogazzaro (clicca per Enciclopedia Treccani) (clicca per Wikipedia)

Le leggende e le suggestioni che a Roma si raccontavano del basso Lazio, prima dell'Unità d'Italia, furono recepite anche dallo storico Ferdinand Gregorovius (clicca per Enciclopedia Treccani) (clicca per Wikipedia).
Nelle sue Peregrinazioni in Italia parla ampiamente del Lazio, in modo abbastanza letterario, e cerca di stabilirvi dei confini territoriali senza però fonti attendibili, finendo per creare nuovi toponimi che risultano quasi un artificio letterario.
Attorno al 1858, descrivendo l'appennino laziale, egli designa un vasto territorio dell'attuale provincia di Frosinone come Montagna Ciociara (Bergciociaren), la zona pedemontana della catena oggi conosciuta come monti Ernico-Simbruini.

Cinema

Alcuni set de "L'armata Brancaleone" di Mario Monicelli (vedi scheda film)


La Banda


Tradizioni e Folclore

Festa patronale di San Rocco il 16 agosto
Fiera di merci e bestiame il 17 agosto
Ballo della Pantasma a settembre 


Vale la pena visitare Jenne anche di inverno, perché nell'ambito delle manifestazioni che si svolgono in occasione del Natale, viene realizzato per le vie del paese un caratteristico presepio a grandezza naturale; consiste nella realizzazione, nelle vie e negli angoli del paese, di quadri ed ambienti con personaggi caratteristici del presepe.  
I  personaggi e gli ambienti sono ricreati in scala reale con l’aiuto di manichini e oggetti reali e ricostruiti.
Particolare attenzione va data alla ricerca e conservazione di oggetti della antica tradizione contadina recuperati, restaurati, esposti e conservati.



DOVE TROVARE OSPITALITA' A JENNE


Come Raggiungere Jenne

 

In Automobile


Come arrivare a Jenne da Roma in Autobus

Jenne è servita dalla linea bus Cotral in partenza da Subiaco e diretta a Vallepietra.

Occorre innanzitutto arrivare per tempo a Subiaco. 
Verificate gli orari ufficiali aggiornati, ad oggi la prima corsa utile per Jenne parte alle 10:00 da Subiaco, quindi per arrivarci va bene la corsa delle 8:45 da Roma Ponte Mammolo (arriva in tempo per le 10) ma non quella delle 9:30 (arriva troppo tardi per quella delle 10 e troppo presto per quella successiva).

Il numero di corse a disposizione nei giorni feriali è ristretto al minimo ma comprende tutto il necessario per una visita proveniendo da fuori: un’andata, un primo ritorno ben spaziato, un ultimo ritorno successivo per sicurezza.
La quarta corsa in realtà è la prima del giorno, di mattino presto, utilizzabile solo dai locali.
Prima di lamentarvi tenete presente che purtroppo in molte altre località laziali non c’è neanche questo minimo numero di corse a disposizione.

Per quanto riguarda invece il servizio festivo le corse da 4 scendono a 2, comunque in orari accessibili al visitatore esterno, ma rischiosi perché di ritorni a disposizione ce n’è solo uno.
E’ un motivo sufficiente, a mio avviso, per consigliare la visita nei giorni feriali.

Come tornare a Roma da Jenne

La corsa che vi ha portato a Jenne e che è proseguita fino a Vallepietra, teoricamente dagli orari ripasserà per Jenne diretta stavolta a Subiaco dopo un’ora.

In pratica però ripassa dopo meno tempo, diciamo 45 minuti, anche se parte in orario da Vallepietra.

Quindi chi vuole fare una visita lampo sfruttando il ritorno della corsa d’andata non conti di avere un’ora a disposizione ma di meno, sui 40 minuti.

Chi invece non vuole fare una visita lampo tenga presente che la corsa successiva è comunque dopo 4 - 5 ore.

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