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Trevi nel Lazio



Trevi nel Lazio è un paese dell'Alta Valle dell'Aniene in Provincia di Frosinone nel Lazio, sorge sul colle San Clemente, identificabile per il caratteristico Castello Caetani (anno 1000) che svetta nel punto più alto della cittadina.   

Lungo il fiume Aniene, che in questo tratto è un torrente dalle acque veloci e limpide, ci sono, a monte di Trevi il lago del Pertuso (un laghetto artificiale generato da una diga Enel) e, a valle, le Cascate di Comunacque, vicino al confine con il comune di Jenne.

TREVI NEL LAZIO
Regione: Lazio
Provincia: Frosinone FR
Altitudine: 821 m slm
Superficie: 54,32 km²
Abitanti: 1.792
Nome abitanti: Trebani
Patrono: San Pietro Eremita (30 agosto)
Gemellaggio: Rocca di Botte (AQ Abruzzo)









Trevi,  il cui nome deriva dal termine treba (trivio) per la sua posizione su tre importanti vie di comunicazione, fu fondata dall’antico popolo degli Equi.  Sottomessa da Roma, al termine della seconda guerra sannitica, entrò a far parte della tribù Aniensis (dell'Aniene), istituita nel 299 a.C., ne divenne prima colonia e, quindi, in epoca tardo repubblicana fu un municipio, come attesta un'iscrizione, con il nome di Treba e poi Treba Augusta.
In epoca successiva sulle pendici rivolte alla valle dell'Aniene si impiantarono ville su terrazze in opera quadrata.
All'occupazione romana si collegò probabilmente lo sviluppo di un possibile precedente oppidum equo, con la costruzione di diversi edifici monumentali nel III e II secolo a.C.: un santuario extra-urbano di cui restano i depositi votivi, le mura in opera quadrata che racchiudevano un perimetro ristretto, relativo all'acropoli cittadina, con funzioni anche di terrazzamento monumentale e un tempio di cui restano alcuni capitelli ionico-italici, uno dei quali è reimpiegato nella chiesa di Santa Maria Assunta come fonte battesimale; il tempio era probabilmente eretto su un terrazzamento artificiale con muri di contenimento in opera poligonale che sorge subito fuori dalla "Porta maggiore".
Terra prediletta dagli imperatori, riscosse particolare favore sotto Traiano, che la onorò con il titolo di  Augusta, e sotto Commodo che conferì ai decurioni il titolo di Decuriones Commodiani
Appartenne alla prima delle regioni dell'Italia augustea, nel suo territorio aveva origine l'acquedotto dell'Acqua Marcia.

 

Nel V secolo, a conferma del grande prestigio di cui godeva all’epoca,  fu designata sede vescovile (diocesi di Trevi nel Lazio), che venne incorporata nel 1088 in quella di Anagni. 
Nel 1151 il castrum Trevi fu oggetto di scambio tra Papa Eugenio III che la cedette ai fratelli Oddone e Carsidonio de Columna che in cambio cedevano la metà loro spettante di Tuscolo insieme a Monte Porzio e Montefortino.

Il feudo venne concesso da Papa Alessandro IV al nipote Rinaldo de Rubeis, nel 1257 e passò quindi nel 1262, sotto Papa Urbano IV, all'Abbazia di Subiaco.
Tornò a Rinaldo de Rubeis nel 1264 sotto Papa Clemente IV
Nel 1302 fu acquistato da Pietro Caetani, fratello del Papa Bonifacio VIII e rimase in possesso della famiglia Caetani fino alla loro cacciata nel 1471 ad opera della popolazione locale.

Papa Sisto IV nel 1473 assegnò nuovamente Trevi al Monastero di Subiaco, sotto la cui giurisdizione temporale rimase fino al 1753, sotto Papa Benedetto XIV e fu in seguito sottoposta direttamente al governo pontificio



Durante l'occupazione napoleonica fece parte,
prima del dipartimento del Circeo della Repubblica Romana (1798-1799), con capoluogo Anagni, e poi del dipartimento del Tevere (1809-1810) e dipartimento di Roma (1810-1814) annesso all'Impero francese, dal 1812 nell'arrondissement di Frosinone.

Nel riordino amministrativo di Papa Pio VII nel 1816, entrò a far parte della delegazione di Frosinone e all'interno di questa fu sottoposto al governatore di Guarcino
Dopo la scomparsa dello Stato Pontificio nel 1870 entrò a far parte del Regno d'Italia, nel circondario di Frosinone della provincia di Roma. 
Nel 1872 il consiglio comunale decise per la denominazione di Trevi nel Lazio
Nel 1927 entrò a far parte della allora istituita provincia di Frosinone.

La città fu colpita nel 1915 dal terremoto della Marsica
Durante la seconda guerra mondiale subì un grande rastrellamento tedesco

Trevi nel Lazio fa parte del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini (il Parco più esteso del Lazio, con 29.990 ettari di superficie), insieme ad altri 6 paesi (Jenne, Vallepietra, Filettino, Subiaco, Cervara di Roma); è circondato a nord dai monti Simbruini, a sud dagli Ernici, a est dalle maestose cime dei monti Cantari, ed è attraversato dalle acque del fiume Aniene e da altri torrenti e ruscelli.





Il territorio trebano è depositario di uno straordinario patrimonio culturale, storico ed archeologico
Tra le maggiori testimonianze di epoca romana spicca l’arco di Trevi, spettacolare struttura che si erge, improvvisamente, nel mezzo dei boschi; si tratta di uno sbarramento in blocchi di opera quadrata con un'ampia apertura ad arco, attribuibile al III-II secolo a.C., al confine con il comune di Guarcino che costituiva probabilmente un passaggio controllato al confine tra il territorio degli Equi e degli Ernici


la cascata di Trevi (probabile sito di presa dell’acquedotto romano Anio Novus); tracce di strutture romane visibili in diversi punti della città,  7 capitelli con palmette verticali, a quattro facce, verosimilmente parte della decorazione di un gigantesco tempio ed un ricco deposito votivo  risalente al III secolo a.C.


L’abitato, di epoca medievale, è dominato dal Castello Caetani, ampliato nel corso del 1100.  
Il castello Caetani sorge nella parte più alta del paese, al centro della parte più antica, detta "Civita". 
Potrebbe essere stata un'installazione militare dall'anno 1000 come menzionano alcuni documenti, sull'esistenza di soldati (milites), ma forse è di origine più antica, data anche la collocazione strategica a dominio dell'alta valle dell'Aniene. 
Nel 1200 subì un incendio e venne probabilmente ricostruito poi nelle forme attuali, al di sopra delle mura in opera quadrata che delimitavano l'antica acropoli e fu collegato ad una cinta muraria più ampia che recingeva la parte più alta dell'abitato.

Da visitare la Collegiata di Santa Maria Assunta con la sua cripta, dove si trovano le ossa del Santo Patrono Pietro l'eremita.
Nella Collegiata si trova anche un organo, opera assai pregiata di Ennio Bonifazi, celebre organaro del 1600, che ricevette l’incarico per la sua realizzazione da parte di Giovanni Paolo Ciglia, tramite atto pubblico redatto il 12 luglio 1633 alla presenza del Sindaco Remolo Battista, detto Pollastro.
Costituito da 12 registri con i suoi flauti (11) ed in altrettanto numero di canne ed ottimi contrabbassi (12) che richiede il fiato di 3 mantici e distinto in tre castelli.
L’importo pattuito fu di 400 scudi, di cui 300 versati dal Ciglia mentre i rimanenti 100 da parte della Comunità.
L’organo fu realizzato a cavallo degli anni 1633-1634, ed ha facciata a 3 campate, ciascuna con la canna centrale a tortiglione, fregi lignei intagliati e dorati, registri potenti e dolci. 


Ancora da visitare l’Oratorio di San Pietro Eremita e, fuori dal centro abitato, le Cappelle della Madonna del Riposo e di San Sebastiano.



Trevi nel Lazio rappresenta un ottimo punto di partenza per escursioni nel Parco regionale dei monti Simbruini e nella zona degli Altipiani di Arcinazzo;  facilmente raggiungibili  sono le stazioni sciistiche Campo Staffi, Campo Catino e Monte Livata; emozionante la visita delle spettacolari cascate del fiume Aniene.



La risorgenza della Foce
 
Sotto il Parco Regionale dei Monti Simbruini la scoperta di un gruppo di speleologia: la grotta più estesa del centro Italia e un fiume sotterraneo di acqua purissima


Un’immersione nelle viscere della più estesa grotta del centro Italia; esplorazione speleosubacquea, della risorgenza denominata La Foce, sita nel Parco Regionale dei Monti Simbruini.
Le operazioni si sono svolte dal 23 al 26 Giugno
2006 ed hanno impegnato una decina di esperti speleosubacquei e geologi dell’Università La Sapienza, che hanno impiegato tecnologie all’avanguardia per l’esplorazione subacquea. 

La grotta è caratterizzata da due parti distinte: un ramo quasi orizzontale, molto scenografico, dalle ampie volte e ricco di stalattiti e stalagmiti ed un ramo profondo, costantemente allagato, esplorato dai sub per circa 750 metri dall’ingresso della grotta e fino ad una profondità record di 105 metri, e che sembra proseguire ancora per molto nelle viscere della terra.

Un vero e proprio fiume sotterraneo, che scorre e riempie totalmente la cavità rocciosa e che ha lasciato stupefatti gli speleosubacquei, sia per l’estensione e la spettacolarità della conformazione, con sabbia vulcanica nera ai margini del fondo di calcare chiaro - tipo spiagge di Stromboli o Vulcano - sia perché, contrariamente a quanto si pensa, laghi e fiumi sotterranei sono un evento piuttosto raro in natura.  

Questo fiume potrebbe costituire una riserva d’acqua di dimensioni uniche in Italia.


Negli ultimi anni diversi gruppi speleologici del Lazio hanno contribuito in modo determinante alla conoscenza dell’area del Parco dei Monti Simbruini, costituito da grotte, doline e inghiottitoi che rivelano la natura carsica del territorio: una vera e propria spugna calcarea che assorbe le precipitazioni e le acque di scioglimento delle nevi.

Questo è il parco del più maestoso Appennino laziale, ma anche il parco dell’acqua

Il nome stesso del massiccio deriva dal latino sub imbribus, “sotto le piogge” e sottolinea la ricchezza d’acqua del territorio, che da sempre ha costituito una riserva preziosa per gli abitanti dei luoghi limitrofi: ancora oggi gli acquedotti del Simbrivio e dell’Acqua Marcia servono milioni di persone in ben 56 comuni, tra cui la stessa Roma.

CULTURA

Potrebbe essere questa la presentazione di Trevi nel Lazio: un centro abitato, posto poco a valle delle sorgenti dell'Aniene, un fiume tra i più belli d'Europa e carico di storia.
A descriverlo così è stato Marziale, che, con i suoi epigrammi, è stato un grande fustigatore di costumi nell'antica Roma, e che ha dedicato, anche se in modo indiretto, a Trevi, un tempo Treba, il seguente epigramma:
"Lì dove l'Aniene, che trabocca di acque,
domina gelide valli e la campagna è fredda anche
nei mesi del cancro, i campi mai violati dal leone
Argolide e la casa sempre battuta dall'Eolio Noto
chiamano te, o Faustino: su quei colli consuma
lunghe estati.
Tivoli, ormai, sarà per te l'inverno."


Dal sito dell'Associazione D'Ottavi Paolo, pubblico l'interessante intervento della Dott.ssa Luchina Branciani su "La Diocesi di Trevi nel Lazio dalle origini al XIII secolo" che potete leggere cliccando QUI.


La Scuola Appenninica della filosofia Vivente è il progetto di scuola filosofica, messo lì da qualche parte tra Epicuro e il Buddha.
Trae ispirazione dalle 3 grandi scuole del Pensiero Ellenistico in Occidente: Stoica, Epicurea e Scettica; e 2 Orientali, Buddista e Taoista, nonchè dalle ultime scoperte nelle scienze ambientali e nella moderna neuro-psicologia, come, dalle tradizioni locali di ricerca filosofica ben espressa da San Benedetto, che ha meditato per 3 anni in una grotta nei pressi di Subiaco.

La Scuola Appenninica della Filosofia Vivente si trova qui a Trevi nel Lazio, e più precisamente, all'interno del Centro Studi Internazionale di Colle Mordani e ha nel suo DNA micro spedizioni nella natura selvaggia del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini.
Questo è, infatti, il luogo ideale per una scuola filosofica, la natura, qui, invita alla ricerca e alla contemplazione; i luoghi e le grotte dove santi hanno meditato per millenni; la vicinanza con Roma, la capitale spirituale e intellettuale dell'antichità.



Uomini Illustri

Domenico Antonio Pierantoni (1646-1727) storico, nasce a Trevi il 17 gennaio del 1646 da Bernardino e Maddalena Germani nella sua casa nei pressi del Castello Caetani.

Nel 1661 entra nel Seminario Romano e nel 1668 consegue il dottorato in filosofia sotto la guida di padre Giovanni battista Menocchio.

Nel 1677, a 31 anni, decide di lasciare Trevi per entrare nella Compagnia di Gesù (Gesuiti), dove rimarrà per i successivi 50 anni, così suddivisi:

dal 1679 al 1694, insegna in Collegi tenuti dai Gesuiti

dal 1695 al 1707, è archivista della Casa Professa del Gesù a Roma

dal 1708 al 1727, è direttore spirituale del Seminario Romano

L’opera più voluminosa del Pierantoni porta il titolo di “MEMORIE DEL LAZIO” e consta di 25 volumi.
Tale opera è conservata sotto teca di vetro nell’ufficio del Sindaco.

Da un esame superficiale, l’Opera appare come uno zibaldone di notizie e di documenti messi assieme con pochissimo ordine, in quanto l’autore si proponeva di utilizzare tale materiale per una storia del Lazio.

Nel dettaglio, vengono di seguito riportati i singoli volumi

Vol. I - Senza titolo specifico. Contiene documenti riguardanti Trevi
Vol. II - Senza titolo specifico. Contiene memorie su chiese, monasteri e conventi
Vol. III - Senza titolo specifico.
Continua la materia del Vol II
Vol. IV - Illustri Latini (papi, vescovi, scrittori e medici)
Vol. V - Santi e Beati del Lazio: brevi biografie di santi e beati del Lazio
Vol. VI - Continua la materia del Vol V
Vol. VII - Descrizione dei luoghi sacri del Lazio: notizie su monasteri, conventi e chiese del Lazio
Vol. VIII - Descrizione delle Diocesi del Lazio
Vol. IX - Della Beata Vergine, Gesù, Santuari Santi, Purgatorio et altre memorie meravigliose, descrive il culto e la venerazione verso Gesù e la Madonna nel Lazio
Vol. X - Diari sagro del Lazio per li dodici mesi in tutti li 365 giorni dell’anno; un calendario Ecclesiastico delle feste dei santi nel Lazio
Vol. XI - Aniene Illustrato
Vol. XII - Sacri secoli Sublacensi: storia dei monasteri di Subiaco
Vol. XIII - Senza titolo specifico
Vol. XIV - Senza titolo specifico: fornisce notizie di vario genere su luoghi del Lazio
Vol. XV - Di S.Pietro Eremita vita latina ed altre notizie
Vol. XVI - Senza titolo specifico: vite di santi
Vol. XVII - Chronicon Sublacense
Vol. XVIII - Vita di San Cleridoniae virginia et vita beati Laurenti monaci sublacensi
Vol. XIX e XX - Irreperibili
Vol. XXI - Per la Vita Historica di San Pietro protettore di Trevi
Vol. XXII - XXIII - Senza titolo specifico: riassunto dei volumi precedenti
Vol. XXIV - Senza titolo specifico: contengono notizie varie
Vol. XXV - Senza titolo specifico: contiene l’indice generale di tutti gli indici dei singoli volumi



Pietro Trebano (costruì il Monastero di San Benedetto)
Giuseppe Camilloni (musicista) - ogni anno il Comune di Trevi nel Lazio organizza una serata musicale dedicata al maestro Giuseppe Camilloni.
L’evento è in programma il 25 agosto, nella Piazza Comunale.
Durante la serata viene consegnato l’omonimo premio, intitolato al maestro Camilloni, consistente in una borsa di studio.
Le iniziative in ricordo del grande musicista non vedente per tenere viva la memoria di questo musicista e compositore scomparso nel 1971
Celestino Amati (Storiografo)


Letteratura

Le leggende e le suggestioni che a Roma si raccontavano del basso Lazio, prima dell'Unità d'Italia, furono recepite anche dallo storico Ferdinand Gregorovius (clicca per Enciclopedia Treccani) (clicca per Wikipedia).
Nelle sue Peregrinazioni in Italia parla ampiamente del Lazio, in modo abbastanza letterario, e cerca di stabilirvi dei confini territoriali senza però fonti attendibili, finendo per creare nuovi toponimi che risultano quasi un artificio letterario.
Attorno al 1858, descrivendo l'appennino laziale, egli designa un vasto territorio dell'attuale provincia di Frosinone come Montagna Ciociara (Bergciociaren), la zona pedemontana della catena oggi conosciuta come monti Ernico-Simbruini


Filmografia

CIOCIARIA OGGI di Luigi Benassi 1991 TREVI NEL LAZIO



PIATTI e PRODOTTI TIPICI

Pizza sotto al coppo 
La pizza scima o scema è una pizza senza lievito che proviene dall’antica tradizione abruzzese, e nasce come sostituto del pane senza lievito
L’origine della ricetta si potrebbe ricondurre alle comunità israelitiche che nel tardo medioevo erano presenti in Abruzzo. 
Veniva cotta tradizionalmente sul piano del focolare, con un grosso coperchio (coppo) ricoperto di braci
Gli ingredienti che servono sono solo quattro, farina, vino, olio e sale, si presenta come una sorta di pane schiacciato, ma con i caratteristici tagli a forma di rombo che ne facilitano la partizione. 
La pizza scima non si taglia e non si farcisce a differenza di altre pizze, ma viene mangiata come sostituto del pane e abbinata a carni grigliate, tipo gli arrosticini di pecora anch'essi di origine abruzzese, oppure insalate, verdure, formaggi e salumi. 
Fragrante e gustosa, è ottima anche da sola.

TRADIZIONI e FOLKLORE

Festa di Sant’Antonio Abate che si celebra il 17 gennaio
 
La Festa del Santo Patrono, San Pietro l'eremita (ricordato il 30 agosto), si svolge tra il 28 e il 31 agosto



Il 29 agosto si tiene una grandiosa processione, in cui si porta per il paese il busto in argento, fatto realizzare nel 1627, in cui è contenuto il cranio del Santo; si parte dalla Chiesa Collegiata di Santa Maria Assunta, prosenguendo lungo le vie cittadine occupate dal mercato
Le celebrazioni si svolgono con la partecipazione dei cittadini di Rocca di Botte (i Compari), luogo natale del santo, che vengono in pellegrinaggio a venerarne i resti.



E’ un evento che viene ritenuto, da tutta la popolazione, come il momento più importante della vita non solo religiosa ma sociale e civile, per l’intensità e la partecipazione emotiva con cui viene vissuta da ormai quasi 1000 anni.



San Pietro nasce a Rocca di Botte presso Carsoli in Abruzzo, vivendo in quel paese per tutta la gioventù; poi, per sfuggire ad un matrimonio combinato dai suoi genitori, nel 1048 si allontanò andando a Tivoli, rimanendovi due anni alla scuola apostolica di Cleto, diacono della chiesa tiburtina.

Il suo maestro quando vide che aveva raggiunto un’adeguata preparazione, lo presentò al vescovo di Tivoli, Gregorio, il quale gli diede il compito di andare a predicare la religione fra gli abitanti dei vari paesi della diocesi conferendogli la tonsura e consegnandogli una croce di ferro, che si conserva ancora tra le reliquie della Collegiata di Trevi.

Il 9 agosto del 1052, lascia Subiaco e raggiunge Trevi il giorno successivo risalendo la valle dell’Aniene.

Rimase a Trevi per un periodo 20 giorni, durante il quale svolse la sua attività di profonda evangelizzazione, compiendo anche vari miracoli di cui beneficiarono 2 bambini: Gualtiero a cui ridiede la vista e Liuto che, paralizzato, riacquistò la libertà nei movimenti.

Il 29 Agosto il Santo fu preso da una fortissima febbre e si ritirò nel buio di un sottoscala dove il giorno successivo, 30 Agosto, morì.

Le sue ossa sono conservate nella cripta che si trova nella Chiesa di Santa Maria Assunta.


Il 1° ottobre del 1215, il Vescovo di Anagni Giovanni, per autorità di Papa Innocenzo III, canonizza Pietro.

Il 31 agosto si svolge una fiera di merci e bestiame e la festa si chiude con intrattenimenti musicali e con l'arrivo della "Signora", un pupazzo di carta che viene bruciato.

COME RAGGIUNGERE TREVI NEL LAZIO

In Autobus da Roma

La scelta è praticamente obbligata: occorre prendere una delle corse in partenza da Roma Anagnina con destinazione Filettino e scendere a Trevi nel Lazio senza cambi
Il problema sono gli orari: partenze alle 7:25 e alle 10:20; con la seconda arrivate dopo mezzogiorno e bisogna considerare anche i ritorni che sono scarsi come le andate.

In alternativa si può partire in orario intermedio da Roma Ponte Mammolo per andare a Subiaco, poi da Subiaco prendere altra linea diretta a Fiuggi via Altipiani di Arcinazzo, fare una passeggiata ad Altipiani e poi prendere il bus che era partito da Roma alle 10:20

Come tornare a Roma da Trevi nel Lazio

L’ultimo ritorno da Trevi parte da Filettino alle 15:20, dopodiché non ci sono più corse Cotral.
Mettiamoci anche per principio di non puntare tutto sull’ultima corsa utile disponibile (quella delle 15:20 da Filettino) perché se salta quella siamo spacciati. 
Il ritorno sicuro rimane quello delle 12:10 da Filettino
Ora se si è partiti alle 7:25 da Anagnina ok, ci sono ore sufficienti per la visita, ma con quello partito alle 10:20 no. 

In buona sostanza sembrano esserci due combinazioni in due fasce orarie e stagioni diverse:

(non scolastica, estiva, etc.) andata 7:25 da Roma Anagnina, ritorno 12:10 da Filettino
(scolastica, non estiva etc.) andata 10:20 da Roma Anagnina, presa lì o da Altipiani, ritorno 14:50 da Filettino per Fiuggi
 
In TrenoTreno Roma-Napoli - fermata Frosinone - Autobus CO.TRA.L. per Strangolagalli - fermata Torrice

In Automobile da Roma

1) prendere l’autostrada A1 per Napoli. 

Dopo circa 47 km uscire al casello Anagni-Fiuggi
Proseguire a destra in direzione Fiuggi
Dopo aver attraversato la città, proseguire per la località Altipiani di Arcinazzo e da lì seguire le indicazioni per Trevi nel Lazio

2) Prendere l’autostrada A24 Roma-Aquila, uscire al casello di Vicovaro-Mandela, seguire le indicazioni per Subiaco

Proseguire per la località Altipiani di Arcinazzo e da lì seguire le indicazioni per Trevi nel Lazio.

3) Prendere la Prenestina fino al Piglio dopodiché proseguire per la località Altipiani di Arcinazzo e da  lì seguire le indicazioni per Trevi nel Lazio.




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