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Lazio: Cervara di Roma il Borgo degli Artisti


Cervara di Roma è un comune italiano della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio.
E' un borgo medievale che sembra nato dalla tela di un artista, a circa 70 km da Roma, arroccato a 1053 m slm sul Monte Pilone, ancora parzialmente protetto dai ruderi della Rocca Benedettina.
Il nucleo storico conserva pressoché intatti l’impianto urbanistico ed architettonico originari. 

CERVARA DI ROMA
Regione: Lazio
Provincia: Roma RM
Altitudine: 1.053 m slm
Superficie: 31,75 km²
Abitanti: 436
Nome abitanti: Cervaroli
Patrono: San Felice e Santa Elisabetta (2 luglio)
Gemellaggio: Struga (Macedonia del nord) - Isola di Marstrand (Gotemborg, Svezia), dove la Forteresse è connessa alla frazione Campaegli con il nome del movimento di difesa della identità storica partigiana e popolare " Castello Cervara"











Cervara è un paese arroccato intorno ad una fortezza medievale dell'anno 1000, posizionata sul punto più alto di un ripido sperone roccioso che si erge sulla Valle dell'Aniene. 
Lo
sperone roccioso è oggi piedistallo del caratteristico nucleo abitato dall'impianto urbano evolutosi gradualmente attraverso la costruzione di semplici case che si stagliano in un paesaggio naturale, contraddistinto da un saliscendi di piccole stradineè composto da una serie di case appoggiate l'una all'altra, vicoli, gradinate e portici, tanto che è impossibile accedere al paese con l'auto.  


Genius Loci (spirito del luogo) 

L’originalità urbanistica e le straordinarie caratteristiche del borgo antico di Cervara che fanno da cornice ad una vista mozzafiato della valle dell'Aniene che si gode dalla piazzetta principale.
All’interno del borgo si snoda un ricco e articolato sistema di stradine, piazzette, slarghi, collegati da percorsi dotati di rampe gradinate, per il superamento del forte dislivello, che attraversano in molteplici direzioni l’abitato.

E’ una cittadina ricca di fascino e di piccoli e grandi “tesori d’arte”, di tradizioni e di storia che ha ispirato dai primi del 1800, artisti italiani e stranieri che si recavano a Cervara per alimentare il proprio genio creativo pittorico e non solo.
Ovunque ci sono opere e testimonianze di artisti che si fermarono a Cervara di Roma durante il Grand Tour; sculture, dipinti e murales oggi abbelliscono le case, le piazze, la scalinata ed il fitto saliscendi di piccole stradine che caratterizzano questo splendido borgo

Cinquant’anni fa Raphael Alberti coniò per Cervara l’espressione poetica “scultura nel cielo”. 
Il grande poeta carpì il segreto del Mons Cervaria, che non è solo il luogo in cui sorge il Borgo medievale più alto del Lazio, ma ne è le sue fondamenta
La roccia infatti accoglie le strade ed i vicoli, modella i sottopassaggi e gli scalini, fino ad entrare nelle case, nelle cantine, a diventare pareti, tetti, pavimenti. 
Quella stessa roccia che ha offerto ispirazione ad artisti provenienti da ogni parte del mondo per realizzare la “scalinata degli artisti”, la roccia che divenne la Montagna d’Europa dedicata alla Pace uno dei più ricchi e straordinari Musei d'arte scultorea all’aperto.



Nome (Toponomastica)

Denominato Cervara fino al Regio Decreto del 9 giugno 1881 n. 264.
Il toponimo Cervara deriva da "cervo" (latino cervus) con il suffisso "ara" (latino -arius -ara) che indica propriamente un luogo in cui sono presenti cervi; nomi locali dipendenti da "cervo" sono numerosi nel Lazio appenninico e preappeninico, e dimostrano la diffusione, in passato, dell'animale.



Storia

Il primo documento medioevale in cui è menzionata Cervara, è la grande donazione alla data 21 agosto 883, con la quale Cesario “dux e consul”, dona all’Abbazia Sublacense molte terre, tra cui il “mons qui vocatur Cervaria”. Sebbene alcuni studiosi sostengano che già nell’867, la zona fosse proprietà dell’Abbazia di Subiaco, la quale vi avrebbe costruito un borgo fortificato; e altri attribuiscano la sua fondazione ad un gruppo di Saraceni sfuggiti alla sconfitta del 916 a Vicovaro.

Cervara
nell'anno 1000 era una fortezza nelle mani dei Benedettini e ad essi rimase, tra le alterne vicende, fino alla seconda metà del 1700.
Con il passaggio della località al dominio dell’Abbazia di Subiaco, possesso confermato nel 996 da una bolla di Papa Gregorio V, gli Abati stabilirono di costruire una rocca nel punto più impervio del monte, quale luogo di difesa contro i Saraceni.

Dal 1273 la Rocca, inespugnabile fortezza militare, fu assediata da Pelagio, un monaco scismatico, che si proclamò Abate, impadronendosi di Cervara, del Castello e della Rocca, per 3 anni. 
Nel 1276 il feudo fu sopraffatto dall’esercito pontificio che, sotto la guida di Guglielmo di Borgogna, inviato da Innocenzo V con un’armata contro il ribelle, riuscì a recuperarla dopo 2 lunghi mesi di assedio.

La fortezza raggiunse il suo massimo splendore all’epoca di Pompeo Colonna (1508), quando, divenuto un importante centro di transumanza, l’abitato intorno al castello assunse l’aspetto che ancora conserva, e la comunità si dette un primo Statuto (1536). 
Posto al confine tra Stato Pontificio e Regno di Napoli, dal 1500, il paese fu nuovamente teatro di violenze e gravemente minacciato anche dai briganti.
Nei secoli successivi, durante i quali la fortezza antica, perdendo il ruolo difensivo, andava decadendo non si registrano avvenimenti particolari.



DA VEDERE


Il Centro storico ha il suo fulcro nella Rocca Medievale, chiamata “Corte” o “Castello” o “Borgo”, costruita nella prima metà nell'anno 1000; la fortezza era circondata da mura, il cui andamento è ancora riconoscibile nel profilo esterno delle case più alte del paese. 
Dalla fortezza si ha uno splendido panorama* sulla Valle dell'Aniene e sugli opposti Monti Ruffi e, nei giorni limpidi, si possono vedere in lontananza le dorsali dei Monti Prenestini (sud ovest) e dei monti Lucretili (nord ovest)
Tra le abitazioni arroccate sul colle, sotto il Castello, resta una torre di vedetta di cui rimangono sono solo dei monconi. 
In cima, nel 1954, è stata collocata la statua dell’Immacolata a dominare il paese.

Subito al di sotto della Rocca è situata la Chiesa Collegiata dedicata alla Maria SS. Della Visitazione, intitolata anche a Sant'Elisabetta e a San Felice, costruita interamente in pietra locale, possiede un antico campanile e un portale d'ingresso del 1400 anno a cui risale la costruzione dell'edificio;
notevolmente trasformata tra la metà del ‘600 e la metà ‘700 e poi ancora sul finire del 1800. 
Altre emergenze sono rappresentate da alcuni palazzi storici che mantengono ancora intatti i caratteri originari e spesso anche gli arredi. 
Molto interessante è lo stesso palazzo del Municipio, con l’articolata facciata che caratterizza piazza Umberto I e la sala consiliare.

Da visitare sono anche 2 chiesette rurali: S. Rocco, santo protettore dalle epidemie e in particolare della peste, posta sulla via di Camerata Nuova e "della porta in montagna"; è decorata con pitture, ma degradata a causa dell’umidità; e S. Maria della Portella che prende il nome dalla posizione presso le porte del paese, situata in posizione dominante la valle dell'Aniene; fu costruita nel 1702 dai Padri Gesuiti, in occasione delle sante missioni che qui fecero e dove sì venera un’antica statua in terracotta della Madonna col Bambino. 
L’impianto è ad aula (troppo piccola per il culto), molto semplice ed essenziale, sia nelle forme che nell’ornato.


Siti archeologici

Sito archeologico presso la località Le Morre (tarda età della pietra/prima età del bronzo).
Parco di Campaegli, definito di grande interesse archeologico prof. Cannata, Piano d'assetto - Comunità Montana dell'Aniene 1968 - Dolina Carsica chiamata Grotta Stoccolma


Cervara di Roma fa parte del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini (il Parco più esteso del Lazio, con 29.990 ettari di superficie), insieme ad altri 6 paesi (Jenne, Vallepietra, Filettino, Trevi nel Lazio, Subiaco); è circondato a nord dai monti Simbruini, a sud dagli Ernici, a est dalle maestose cime dei monti Cantari, ed è attraversato dalle acque del fiume Aniene e da altri torrenti e ruscelli.


 

Aree naturali



Nella frazione di Campaegli, situata su un piccolo altipiano a 1.430 m s.l.m. è presente un punto informativo del Parco naturale regionale dei Monti Simbruini.




CULTURA

Merita una visita il "Museo della montagna: transumanti e pitturi”, è il Museo di Cervara che rappresenta un importante polo di documentazione demo antropologica e storico culturale
In Esso è esposta una ricca collezione di ex voto, oggetti devozionali, arredi e Paramenti sacri, libri liturgici, oggetti processionali
Vi sono conservati pure i tradizionali costumi cervaroli che furono oggetto di interesse di numerosi artisti internazionali, per la loro composita varietà e cromia. 
Sono anche esposti gli oggetti dell’economia tradizionale, dei mestieri itineranti, della transumanza
Viene dato ampio risalto al ruolo degli artisti che da secoli raggiungono Cervara raffigurandone la unicità e la bellezza.
La denominazione del museo è scaturita proprio dalla necessità di collegare i nuclei della prima originaria collezione di ex-voto e oggetti confraternali, con i 2 grandi assi culturali portanti del paese: la transumanza, dai monti al mare, e gli artisti, dalla città ai paesi dell’interno.
Dunque, il museo “gioca” sul doppio aspetto di “chi va e di chi viene” e, naturalmente, di “chi resta” inevitabile “trait d'union” tra realtà mobili. 
In una società dove gli uomini, spesso pastori, mancavano per 9 mesi l'anno, da settembre a giugno, la posizione della donna non poteva che essere centrale, come del resto dimostra sia la sua capacità di ereditare beni immobili che di ricevere beni mobili dallo sposo attraverso l'oro nuziale. 
Emblematico in tal senso è il Santuario della Madonna della Portella a Munistrigliu dove le donne hanno lasciato per voto i loro gioielli che oggi costituiscono un nucleo importante del museo e attestano la storia della devozione e dell’oreficeria in un contesto circoscritto.
Il museo è alloggiato in locali posti sotto la Collegiata e s’articola attorno a 2 principali stanze: “la stalletta del somaro dell'arciprete” con la mangiatoia e il “granaio della curia” con gli originali graffiti dove sono state allestite le sezioni della pastorizia e dell’agricoltura. 
Inoltre, per la sua posizione, è sede privilegiata per esporre il ricco materiale ecclesiastico proveniente dalla soprastante chiesa. (clicca qui per visitare il museo)

Accanto a queste tematiche esplorate nelle loro valenze antropologiche è testimoniato il ruolo dei numerosi artisti che nel corso del 1800 e del 1900 si stabiliranno nel paese così come in altri luoghi della valle dell’Aniene, attirati dal fascino di una natura ancora incontaminata e dalla leggendaria bellezza delle donne del posto.

A questo proposito, la sezione distaccata della struttura museale "Il nuovo Icaro" è dedicata all'arte moderna e contemporanea

Inoltre, il museo della montagna si espanderà nei locali dell'Oratorio delle Confraternite, per accogliere le grandi macchine processionali, le statue e gli "attrezzi" confraternali, gli oggetti rituali e un deposito visitabile dei paramenti e delle reliquie non attualmente esponibili e dei piviali, temporaneamente depositati nel museo.

Orari di apertura:
estivo (luglio-metà settembre): lun-dom 9-13 e 16-19; invernale: sab-dom 9-13 e 16-19

Arte


La suggestiva bellezza dei paesaggi naturalistici di Cervara di Roma si fonde perfettamente con il suo patrimonio artistico, ereditato dalla presenza di numerosi artisti di fama internazionale che nel 1800 scelsero questo paese come tappa del loro Grand Tour e come fonte d’ispirazione.
Cervara è disseminata da testimonianze del passaggio e della permanenza di questi artisti, il primo dei quali, che
vi giunse nel 1810, lasciando traccia de suo passaggio, fu il pittore tirolese Giuseppe Joseph Anton Koch che lasciò la testimonianza di un'incisione, a cui seguì Bartolomeo Pinelli, il più prolifico illustratore di Roma e della sua provincia con i suoi circa 10.000 disegni e incisioni; da menzionare, nella produzione ottocentesca, il dipinto "Les Cervaroles" di Ernest Hébert (1817-1908) e Adrian Ludwig Richter che realizzò un paesaggio cervarolo nel 1826: un disegno a penna oggi nel museo di Dresda (Kupferstichkabinett Dresden).

Passò di qui perfino Samuel Morse, pittore e storico - soprattutto conosciuto per essere l'inventore del famoso codice Morse - che caricati i bagagli su 2 muli giunse da Subiaco il 24 maggio 1830 e così scrisse: "Il paesaggio è grandioso, passato un querceto, appare Cervara dove si arriva per un sentiero di capre. Nessuna carrozza ci passerebbe mai... 
C'è qualcosa di stranamente maestoso nella calma di un posto come questo. Vi regna, per lo più, un silenzio perfetto"

E ancora il pittore tedesco Ernst Willers, che nel 1836 realizzò un quadro conservato oggi nella Kunsthalle (pinacoteca) di Brema, Edward Lear, che eseguì nel 1838 alcune litografie; il critico letterario francese Théophile Gautier, il pittore realista Jean-Baptiste Camille Corot, Karl von Blaas, che fu influenzato dai Nazareni, gruppo di pittori romantici tedeschi attivi a Roma e Provincia nel 1800.

Ma tra tutti gi artisti che hanno soggiornato e lasciato una loro testimonianza del paese, il pittore che ha immortalato il piccolo comune rendendolo famoso in Italia e in Europa fu Ernest Hébert (Grenoble, 1817 – La Tronche, 1908). Innamorato delle "cervaroles", fu il cantore di ogni loro espressione, e loro gesto
Si installò nel paese ed iniziò a vivere la vita semplice, rude ed austera dei paesani. 
L'ambiente circostante ed il paesaggio crearono in lui una serenità d'animo ed una forza ispiratrice tanto che realizzò opere altamente significative, quasi tutte, in seguito, esposte con largo consenso della critica: Rosanera alla fontana, Le pic de Cervara (Il picco di Cervara), Une rue a' Cervara (Una strada di Cervara), Porteuse d'eau de Cervara (Portatrice d'acqua), Les Cèrvaroles (Donne di Cervara).
Il quadro che più di tutti eccelle è Les Cèrvaroles ora esposto a Parigi al Museo d'Orsay

L'austriaco Robert Wellmann, fu il primo artista a giungere a Cervara nel 1900, acquistando in contrada "la Maddalena" una villa in cui visse ed operò per alcuni anni. 

Nel 1900 la tradizione continua con Oskar Kokoshka, pittore e drammaturgo austriaco che vi giunse nel 1930.

Dopo la seconda guerra mondiale, fu solo negli anni sessanta che il legame tra gli artisti e Cervara tornò a saldarsi. 
Sante Monachesi il fondatore del "Movimento Futurista Marche", il neorealista Domenico Purificato e Aldo Riso, furono tra i primi ad avventurarsi per le stradine del centro storico.
 

Negli anni settanta numerosi artisti (tra cui Eric Hebborn, Giuseppe Ciotti e Julianos Kattinis) vollero lasciare sui muri traccia del loro paesaggio con affreschi e murales

Ultimo in ordine di tempo il bassorilievo in ceramica realizzato da Fabio Piscopo nel 1995 e collocato in cima alla “scalinata degli artisti” anch’essa opera di artisti provenienti da ogni parte del mondo.

Poi arrivò il maestro Vincenzo Bianchì, titolare della cattedra di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, che d
al 1980 inizia un lungo sodalizio con Cervara, traducendo in pratica, il pensiero poetico sociale e civile di Raphael Alberti "Cervara vive sola, scolpita in una montagna di pietra.
E’ una scultura nel cielo che al cielo volerebbe se l’aria la sostenesse”
.
Cosi la roccia calcarea a strapiombo sulla piazzetta (definita nel 1991 “La Montagna d’Europa” e dedicata alla pace nel mondo) è stata interamente modellata con un ciclo scultoreo di grande fascino: colombe, serpenti, gufi, quattro “prigioni”, il Nuovo Icaro, simboli di fratellanza, pace e solidarietà.

La Montagna della Pace è questo luogo unico dominante la Valle dell’Aniene, che, dopo aver attirato e ispirato negli ultimi 3 secoli, artisti di fama internazionale, a partire dagli anni ‘80 è stato laboratorio di ricerca per Bianchi; l’artista di Fontana Liri qui ha potuto esprimere al meglio la sua poetica: “La Nuova Primitività non è aggressività barbarica, dai confini limitati, ma comunione, simbiosi tra Essere e Cosmo, tesa verso nuovi, più ampi confini, dove l’uomo possa trovare maggior saldatura tra uno spazio interno ed uno spazio esterno”.
Bianchi, insieme ai suoi allievi dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, invitato dal Sindaco e dall’Amministrazione comunale nel 1984 ha iniziato a dare vita ai monoliti di travertino della “Scalinata degli Artisti”, plasmando la roccia con forme antropomorfe e ispirate al mito “…che attraversano il tempo ed anzi lo superano dalla preistoria alla conquista del cosmo”
La scalinata degli artisti con le sue sculture conduce a Cervara attraverso un percorso ascendente e discendente come il procedere incerto e faticoso della conoscenza

Il progetto Arte per la Pace ha continuato a modificare Cervara a più riprese. Nel 1986 l’alta parete che fa da sfondo scenografico alla piazza centrale del Borgo venne avvolta dalle nuvole di polvere di scalpellini e frullini che modellarono per giorni la roccia fino a quando non ne trassero una grande opera scultorea: 2 pagine, l’ex libro pacis, descrivono da un lato figure di una umanità costretta a convivere con la guerra e la violenza e dall’altro i miti del riscatto su cui svetta tra i molti l’Icaro del volo umano che tenta di svincolarsi dalla materia proteso con un urlo verso l’abisso della Valle che la montagna domina.
Nel 1991 fu portata a termine un’altra impresa di enorme difficoltà per la posizione della parete, per la qualità della pietra e per l’organizzazione logistica che richiedeva la messa in opera di ponteggi sospesi nel vuoto. 
Grandi maschere di pietra, fantastiche rappresentazioni di corpi celesti affiorarono dalla roccia che fa da fondamenta alla rocca medievale, la stessa che 1000 anni prima fu costruita dai monaci benedettini ispirati dal progetto del giovane Santo, oggi Patrono d’Europa, che a pochi chilometri da qui, nel monastero di S. Clemente a Subiaco, costruiva il suo progetto: il monachesimo, l’Europa e la Sua Pax.
Da allora e definitivamente la roccia della Pace divenne la Montagna d’Europa dedicata alla Pace.
Nel 1996 e nel 1997 numerose altre sculture si aggiungono al corredo di uno dei più ricchi e straordinari Musei all’aperto, un'esperienza di visita avvolgente e labirintica che il visitatore vive tra il silenzio della Valle e il fruscio dei lecci, le cui radici percorrono le fenditure delle rocce e fanno da cornice ai rilievi scultorei. 

Era anche in nuce l’idea di un Museo che avesse tra i suoi obiettivi quello di esporre opere d’arte dei più grandi artisti contemporanei, con l’intento di sviluppare un concetto che facesse dell’arte uno strumento per fini sociali: l’Arte per la Pace.
Tra i numerosi firmatari del manifesto costitutivo del Museo, sotto lo slogan “Favorire la pace e la fratellanza tra i popoli” c’è anche il premio nobel Carlo Rubbia a testimonianza della diversità e prestigiosità dei contributi.

Letteratura

Di Cervara ha scritto il poeta Raphael Alberti (mentre l’osservava da Anticoli, trascorrendo gli anni di esilio dalla Spagna di Franco): “Cervara vive sola, scolpita in una montagna di pietra.
E’ una scultura nel cielo che al cielo volerebbe se l’aria la sostenesse”
.

A 1120 m, in località Prataglia, l'Osservatorio astronomico "Claudio del Sole", struttura aperta su prenotazione e l'area faunistica del Cervo, anche questa visitabile su prenotazione.

In località Campaegli piste per lo sci di fondo e sentieri naturalistici segnalati invitano i visitatori a fruire del Parco a piedi, ciaspole, a cavallo e in mountain bike, immergendosi nel suo splendido paesaggio.

Cinema

Cervara è uno dei luoghi dove è stato girato il film Quo Vado? di Checco Zalone del 2016 col finto nome di Castrovizzo (clicca qui per andare alla scheda del film)


Antonio Banderas sui Simbruini ha girato un film, precisamente a Campaegli, la località turistica di Cervara di Roma.
Avveniva nella primavera del 2016, quando l'attore calcava i sentieri della montagna per girare "Black Butterfly", un thriller diretto da Brian Goodman e scritto da Marc Frydman e Justin Stanley, adattato dal celebre thriller francese "Papillon noir" di Christian Faure. (clicca qui per vedere la scheda del film)


Musica

Ennio Morricone ha composto musiche inedite dal titolo "Notturno per Cervara" e "Passacaglia per Cervara" nel 1998, dirette da Andrea Morricone con Roma Sinfonietta a Cervara il 2 luglio 1998.
L'amministrazione ha voluto tributare il Maestro conferendogli la cittadinanza onoraria: qualche anno dopo in riferimento all'omaggio, Morricone ha scritto: "Abbiamo trovato un posto dove c'è grande pace, ricerca dell'amicizia, e dove gli animali vivono con noi fra le baite e lungo le strade. 
In questo bellissimo ambiente ho trovato spesso fonte d'ispirazione per le musiche che ho scritto e che vivono di questa trovata serenità."  


IL PRODOTTO DEL BORGO

Il tartufo di Cervara ha ottenuto il riconoscimento di Prodotto agroalimentario tradizionale laziale

IL PIATTO DEL BORGO

Le specialità culinarie di Cervara si tramandano da moltissimo tempo. 
La tradizione vuole che i piatti forti siano rappresentati dalle fettuccine al tartufo, dai prelibati funghi porcini e dal castrato
Tra i primi anche i gustosi gnocchi fatti in casa, la polenta, pasto caldo nelle fredde giornate invernali e i famosi strozzapreti
Tra i secondi, regna sovrana la carne alla brace e poi il pecorino, che viene cotto anche al forno, e le ricotte di produzione locale.

EVENTI

17 gennaio: Sant'Antonio Abate, con processioni, fuochi pirotecnici e cene in piazza per tutti i partecipanti

Marzo/Aprile: Settimana Santa, processione del venerdì col Cristo morto

1, 2, 3 Luglio: Festa dei Santi Elisabetta e Felice, patroni del Paese. Esibizioni di bande musicali, che creano significativi ed importanti momenti di unione nella comune fede religiosa, seguiti da meravigliose ed indimenticabili giornate di festa che richiamano una massiccia partecipazione di turisti e di paesani giovani ed anziani

14 Agosto: Processione dell'inchinata, con il caratteristico incontro tra due processioni


16 Agosto: Festa di San Rocco i festeggiamenti del ferragosto, con "Ballo della ammoccia", "pupazza" di carta intorno alla quale avvengono i festeggiamenti: è l'avvenimento più atteso e più caratteristico. 
È vestita in costume tipico cervarolo che, con l'accompagnamento della locale banda della Diana, alla mezzanotte del 16 agosto chiude con un grande falò.


Sempre in questa giornata "La soffitta della nonna", tipico mercatino di cambio e di scambio.

Settembre: il terzo fine settimana,  Festa degli Artisti e "Sagra del tartufo".

Dicembre: nell'ultima settimana, "Sagra dello Relalicu" piatto contadino di particolare prelibatezza i cui ingredienti, oltre alla farina di granoturco mista a fagioli, sono l’olio a crudo, il pepe ed il pecorino. 


COME RAGGIUNGERE Cervara di Roma

Con i Trasporti Pubblici
Cervara di Roma può essere raggiunta con le autolinee CO.TRA.L. utilizzando l'autobus che percorre la tratta Roma-Subiaco coincidenza per Cervara con partenza dalla stazione della Metro B di Ponte Mammolo


In treno fino al 1933 era in funzione la Ferrovia Mandela-Subiaco, con una fermata Rocca Canterano-Cervara-Canterano. 

Oggi, dalla Stazione Termini, linea Roma - Pescara, fermata Arsoli (www.trenitalia.com)



In Automobile

da Roma:
Autostrada A24 Roma - L'Aquila, uscita Vicovaro - Mandela
proseguire sulla
SS 5 Via Tiburtina-Valeria fino ad Arsoli,
poi Strada Panoramica provinciale per Cervara



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