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Campania: Costiera Amalfitana


La Costiera Amalfitana è il tratto di Costa Campana, situato a Sud della Penisola Sorrentina, che si affaccia sul Golfo di Salerno; è delimitato ad Ovest da Sorrento e ad Est da Vietri sul Mare
È un tratto di costa famoso in tutto il mondo per la sua bellezza naturalistica, sede di importanti insediamenti turistici. 
Considerato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO prende il nome dalla Città di Amalfi, nucleo centrale della Costiera non solo geograficamente, ma anche storicamente, essendo stata una delle Repubbliche Marinare assieme a Genova, Pisa e Venezia.
La costiera amalfitana è nota per la sua eterogeneità: ognuno dei paesi della Costiera ha il proprio carattere e le proprie tradizioni. 

Uscendo da Sorrento a Ponente, si abbandona subito la Strada di Costa - che prosegue, in 3,5 km, per Massa Lubrense - per arrampicarsi verso Sant'Agata sui Due Golfi. 
La Statale 145, costeggia la Riva Meridionale della Penisola Sorrentina, toccando Positano, Praiano e Conca dei Marini, poco oltre la quale si stacca la lunga deviazione (km 14) per Agerola. 
Dopo Amalfi, si abbandona la Costa - sulla quale si trova, a km 5,5, Minori - per salire a Ravello, addentrandosi poi sul versante Meridionale dei Monti Lattari e ritornando sul Mare in corrispondenza di Maiori. Lungo la statale 163, si doppia Capo d'Orso e, oltre Vietri sul Mare da dove si può deviare (km 3,5) in direzione di Cava dei Tirreni, si perviene a Salerno.






COSTIERA AMALFITANA DA SORRENTO A SALERNO
(67 KM)

Fanno parte della Costiera 15 Comuni della provincia di Salerno:

Corbara
Amalfi con il Duomo e il suo Chiostro (Chiostro Paradiso)
Atrani con le Chiese di San Salvatore del Birecto e di Santa Maria Maddalena Penitente
Cetara, il paese della Colatura di Alici
Conca dei Marini, il paese della Sfogliatella, con la sua Grotta dello Smeraldo di rara bellezza, la Chiesa Patronale di San Giovanni Battista
Furore con un piccolo Fiordo reso famoso dalla storia d'amore tra Anna Magnani e Renzo Rossellini
Maiori con la Collegiata di Santa Maria a Mare e il Castello di San Nicola de Thoro Plano
Minori con la Basilica di Santa Trofimena e la Villa Romana
Positano con la Chiesa dell'Assunta e il suggestivo Centro Storico
Praiano con le Chiese di San Luca e San Gennaro e i relativi Belvedere
Ravello la Città della Musica con il suo Duomo e le prestigiose Villa Cimbrone e Villa Rufolo e l'Auditorium dell’Architetto Oscar Niemeyer
Sant'Egidio del Monte Albino
Scala il Paese più Antico della Costiera Amalfitana
Tramonti con il suo Valico di Chiunzi e le varie Frazioni, denominato il "Polmone Verde" della Costa d'Amalfi
Vietri sul Mare, nota in tutto il Mondo per l'Antica Tradizione di Lavorazione della Ceramica e la sua Frazione Albori che fa parte del Club “I Borghi più Belli d'Italia”.




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GENIUS LOCI
(Spirito del Luogo - Identità materiale e immateriale)


La Costa è affacciata a Mezzogiorno, al Mare ed al Sole, i Monti Lattari scendono bruschi con una bastionata rocciosa interrotta da aspri Valloni tra Agrumi, Ulivi, Ortaglie che crescono sui Terrazzi, sostenuti dalle «Murecine» di Sasso, fatica di generazioni; altrove sono la Macchia Mediterranea è la Roccia. 
Gli Abitanti stanno tutti allo sbocco dei Valloni: l'Erto Pendio condiziona le Architetture che accatastano Volumi, Scale, Tetti, e sono divise da Vicoli intricati, riposantemente ombrosi, dopo la luce inesorabile, riflessa dal Mare e dalle pareti a calce. 
La Topografia rende evidente come, in passato, il navigare fornisse le comunicazioni preferenziali. 
Dal Mare venne tutto, il Campare la Vita, gli Agi, le Idee, per cui il Viaggiatore Arabo Ibn Hawqal, nel 977, diceva Amalfi «la più prospera città della longobardia, la più nobile, la più illustre per le sue condizioni, la più ricca e opulenta».
Sempre, però, il sole illumina la Costiera, il fiato del Mare addolcisce l'Aria, che la Macchia riempie di profumi, nel Chiostro angusto dalle scheggiature intrecciate le Palme ombreggiano il “Paradiso”.


La Costiera Amalfitana raccoglie un Patrimonio ricchissimo di Miti e Leggende che rappresentano il legame tra il patrimonio materiale e quello immateriale. Una roccia dalla forma particolare, un foro nella montagna, un nome o un piatto hanno visto l’intervento del Soprannaturale o dell’Eroico. 
A partire dagli Scogli Gemelli di Vietri sul Mare alle Janare di Praiano, le Leggende e i Miti nell'Aria sono infiniti. 
Sacro e Profano si mescolano con Antiche Leggende Marinare, con Credenze e Tradizioni legate al raccolto.
E lì dove il Mistero avvolge ogni cosa anzi ogni casa, quella è la Patria delle janare, donne con Poteri Straordinari capaci di Volare sul mare con le Barche sottratte ai Pescatori. 
A Praiano si diceva che si incontrassero "for' a carcara".

Il mare, poi, è il luogo dove questi miti trovano ambientazione: gli isolotti de Li Galli divengono la sede delle Mitiche Sirene, i fenomeni meteorologici delle trombe marine vengono opportunamente calmati dagli interventi di Pescatori che conoscono le formule per modificare il corso degli eventi, il mare come luogo di villeggiatura che diventa praticabile dai bagnanti solo dopo la discesa di un pezzo di fuoco nella notte di San Giovanni, il 24 giugno.
Tutto questo patrimonio offre ai visitatori una lettura profonda del territorio nelle sue componenti antropologiche e sociali.

Iscrizione alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO:

Napoli (Italia), 1-6 dicembre 1997



Criteri d’iscrizione

(ii): mostrare un importante interscambio di valori umani, in un lungo arco temporale o all’interno di un’area culturale del mondo, sugli sviluppi nell’architettura, nella tecnologia, nelle arti monumentali, nella pianificazione urbana e nel disegno del paesaggio;
(iv): costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico, o di un paesaggio, che illustri una o più importanti fasi nella storia umana;
(v): essere un esempio eccezionale di un insediamento umano tradizionale, dell’utilizzo di risorse territoriali o marine, rappresentativo di una cultura (o più culture), o dell’interazione dell’uomo con l’ambiente, soprattutto quando lo stesso è divenuto vulnerabile per effetto di trasformazioni irreversibili.



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TERRITORIO
(Topografia e Urbanistica)

Nomi, Forma, Immagine
La Costiera Amalfitana, grazie ai numerosi contatti con tutti i Paesi del Bacino del Mediterraneo, ha ereditato influenze che si concretizzano, sia attraverso i Nomi dei Luoghi, che attraverso le FormE dei Centri Urbani.
La Toponomastica e i modelli Urbanistici, infatti, veicolano al viaggiatore, l’immagine di un territorio che ha plasmato la sua forma concreta, seguendo 2 aspetti fondamentali: l’Orografia e la Storia.
I Nomi dei Luoghi, a metà strada tra storia e leggenda, rimandano ad un mondo che è quello delle origini; i Toponimi Prediali (per Prediale si intende un Toponimo derivante dal nome di un Possedimento Terriero, solitamente di Epoca Romana) di Tramonti, affondano le radici nell’occupazione del territorio in Epoca Romana; i Toponimi della Fede, numerosi i luoghi indicati dal nome dei Santi a cui sono dedicate una Cappella, una Chiesa o una semplice Edicola; o derivanti dalla Vocazione Agricola della zona o dal mito di fondazione. 
Ogni nome ha alle spalle una storia che vale la pena di scoprire.
La Forma Urbana, invece, è legata ai Contatti e all’Orografia; dai siti di pendio, a quelli di fondo valle, ognuno trasmette al viaggiatore attento, un aspetto particolare: i Vicoletti che si intersecano e non sembrano condurre in nessuno luogo, le Case disposte le une sulle altre, quasi a creare un labirinto che confonde, ed impediva ai nemici di fare razzia, la dislocazione sparsa dei Casali nei centri vocati all’Agricoltura.

Per poter leggere il Paesaggio secondo questo modello interpretativo, occorre osservarlo dal mare, servendosi dei collegamenti marittimi.
In assenza di questi collegamenti si devono visitare i luoghi attraversando i vicoli ed inerpicandosi sui punti più alti, che offrono i migliori punti di vista, utilizzando le Vie Gradonate.

Le Bellezze Naturali della Costiera Amalfitana ed i suoi Paesaggi Pittoreschi l'hanno resa, specialmente a partire dal Secondo Dopoguerra, una delle mete predilette del jet set mondiale, ragione che le ha valso il soprannome di «Divina Costiera». 
Con il Nome di Costiera Amalfitana si definisce il Versante Meridionale della Penisola Sorrentina che delimita a Nord il Golfo di Salerno ed è un Ambiente tra i più Famosi ed Incantevoli d'Italia per la spettacolarità del Paesaggio e le caratteristiche del Patrimonio Artistico, e l'Orografia che lo rende diverso dal versante Settentrionale, caratterizzato da Terrazze in lieve pendio.
Da ciò derivano differenze nel Paesaggio Agrario: mentre nel lato Sorrentino Agrumeti ed Uliveti avevano modo di distendersi a perdita d'occhio (cosa oggi permessa alla speculazione edilizia), nella Costiera le stesse Coltivazioni, gli Orti e i Giardini sono stati impiantati su Terrazzamenti, frutto di un Lavoro Secolare
La Natura Impervia ha reso, inoltre, qui, difficili le Comunicazioni Terrestri ed ha imposto la Costruzione di Aggregati Urbani che si adeguano all’Orografia, come i Terrazzamenti per le Colture.


La Particolare Tipologia Residenziale è, come ovvio, dovuta alla necessità di adattarsi ad una così Difficile ed Ostile Orografia, ed è tutt'ora evidente in quasi tutti i Centri. 
Il tipo di Abitazione più ricorrente nella Costiera, anche con episodi isolati, è la Casa Cubica coperta da Volta a Vela, detta «Lamia», e Bianca per il rivestimento di Calce.

L'Organizzazione del Territorio. Al Periodo Ducale risale anche l'introduzione del Sistema di Coltivazione a Terrazzamenti delle Pendici Montuose, precedentemente tutte ricoperte di Foreste, che ancora oggi caratterizza, mescolandosi con la Macchia Mediterranea, il Paesaggio ricco di Agrumeti Vigneti ed Uliveti. 
Ulteriore elemento specifico del Paesaggio sono le Torri Costiere, dette popolarmente Saracene anche se costruite dai Vicerè Spagnoli in funzione antiTurca, oggi variamente trasformate.

La COSTIERA in VERTICALE
Questa tipologia di percorsi, apre al Viaggiatore una visione della Costiera, che predilige la verticalità dei collegamenti viari, che non sono altro che le Antiche Scale che, un tempo, erano l’unica Strada tra i Centri Urbani.
Chi sceglie questo tipo di percorsi, sarà accompagnato in un Viaggio tra Terrazzi, Boschi, Giardini, Centri Urbani e Torrenti. 
Nessun elemento del Paesaggio Culturale, rimane fuori da questo viaggio; la Costiera, si presenta in tutte le sue sfaccettature, ed ogni stagione dell’anno sarà quella ottimale, per scegliere di percorrere uno dei sottopercorsi. 

Sicuramente, si potrà ottenere una visione complessiva del Territorio, attraverso piacevoli Vedute, dai punti più Panoramici, oppure, fare incontri interessanti, con i Contadini, che ancora si arrampicano lungo le scale, per Coltivare i Terrazzamenti, od assistere a qualche Attività Agricola, o di Pescatori, che si ritirano dalle Battute di Pesca.

La COSTIERA in ORIZZONTALE
Questa chiave di lettura della Costiera, permette di scoprire il Territorio seguendo le 3 quote altimetriche principali, che è possibile individuare in Costiera Amalfitana.
Il Mare, con i suoi Borghi, rappresenta la quota più bassa, dove il viaggiatore incontra la Cultura della Pesca, che influenza non solo l’Economia, oggi meno che un tempo, permeandone anche l’Urbanistica e il Modo di Vivere.
Questi Borghi, inseriti nelle Vallate scavate dai Torrenti, sono proiettati verso il Mare, e divisi da essi, solo dalla spiaggia o dalla strada, che costituisce la via principale di penetrazione sul Territorio.
Il Mondo Contadino, che trova la sua realizzazione a quota Collinare, invece, apre al visitatore, la visione su atmosfere diverse, fatte di lavoro nei Terrazzamenti, durante periodi ben definiti dell’anno, e di Attività di Trasformazione dei Prodotti Agricoli. 
Infine la Montagna, con il Bosco, costituisce la quota più alta, riservando, a chi si spinge fino a queste altezze, uno spettacolo mozzafiato su tutta la Costiera.


Il Mare e i Borghi Marinari
Chi vuole tuffarsi in un’atmosfera fuori dal tempo, può scegliere di percorrere questo Itinerario, che introduce nei singoli Borghi Marinari, con la loro struttura Urbanistica, raccolta intorno ad una Piazza e proiettata verso il mare, elemento vitale per l’Economia di questi Centri, soprattutto in Epoca Antica.
Le Case arroccate lungo le pareti delle vallate, con il loro bianco che risalta tra il blu del mare e il grigio della roccia, o il verde delle propaggini della Collina, costituiscono dei punti di riferimento, non solo per chi vi giunge percorrendo la strada costruita in Epoca Borbonica, e che collega Vietri sul Mare con Positano, ma soprattutto, per chi viene dal Mare.
Infatti, è questa la visione migliore delle evidenze raccolte in questa chiave di lettura: giungere dal Mare come i Pescatori che tornano alla propria Marina, riconoscendo, già da lontano, la casa dove rientrare.

La porta dell’Itinerario è Atrani, che permette al Viaggiatore, di iniziare da un luogo che, nella sua limitata estensione, conserva ancora immutata, l’atmosfera del Borgo Marinaro. 
Il percorso, è realizzabile mediante spostamenti con auto propria lungo la Strada Statale 163 che, da Vietri sul Mare raggiunge Positano, attraversando Cetara, Atrani e Conca dei Marini; in alternativa, utilizzando i servizi pubblici via terra o i servizi di collegamento marittimo, attivi nel periodo primaverile ed estivo che però non permettono di raggiungere tutti i comuni coinvolti (si consiglia questa modalità di spostamento soprattutto per apprezzare l’assetto topografico dei luoghi).

La Collina e il Mondo Contadino
L’Itinerario, offre la possibilità di avvicinarsi ad uno degli elementi più caratterizzanti del Paesaggio Culturale della Costiera Amalfitana: il Terrazzamento, che rappresenta il grafismo dominante dei pendii del Versante Meridionale dei Monti Lattari.
Il Terrazzamento, non risulta elemento a sé stante, ma rientra in un sistema, comprendendo il quale, si può arrivare al cuore del territorio.
Il Sistema di Canalizzazione delle Acque Sorgive, o di Distribuzione di quelle Torrentizie, trova nel Mondo Contadino, e la Collina il luogo di miglior conservazione perché, ancora funzionante nelle aree a maggior indice di Terrazzamento.
Il Viaggiatore, percorrendo questa chiave di lettura, può quindi, non solo comprendere i caratteri di quell’Economia che ha trasformato la Costiera Amalfitana, ma anche conoscere le sopravvivenze di quelle trasformazioni, di cui l’aspetto macroscopico è il Terrazzamento, ma anche i Sistemi di Canalizzazione, ed il Metodo di Coltivazione a Pergolato.

La porta dell’Itinerario è Furore, con le Coltivazioni di Viti, da cui deriva il Vino DOC della Costiera; introduce in questo mondo altrimenti difficilmente percepibile seguendo i classici Tour di Visita.
L’Itinerario è realizzabile mediante spostamenti con auto propria, o in alternativa, utilizzando i servizi pubblici per raggiungere i centri coinvolti; in un secondo tempo è consigliabile lo spostamento, all’interno di ogni singolo comune, lungo le direttrici pedonali costituite da Gradonate.

La Montagna e il Bosco
Questa chiave di lettura della Costiera Amalfitana, è quella preferita dagli stranieri, i quali sono stati i primi, fin dall’Epoca del Grand Tour, a riscoprire il fascino della Montagna e del Bosco.
I viaggiatori del Grand Tour attraversavano le Montagne, perché erano l’unica via di comunicazione con i centri dell’Entroterra, da cui essi provenivano; oggi invece, i moderni viaggiatori, che non disdegnano la fatica della passeggiata, possono godere di una vista sull’intera Costiera, dalle cime più alte del territorio.
Il Bosco, poi, rappresenta un vera scoperta, non solo dal punto di vista vegetazionale, con l’Ontano Napoletano ed il Castagno, che raggiunge anche quote molto alte, ma anche dal punto di vista dell’Architettura Vernacolare.
Non è difficile scoprire, lungo i sentieri, piccole Costruzioni, poco più di Capanne improvvisate, detti «Pagliari», che ben sintetizzano la cultura di questo mondo: i pali giovani di Castagni, sono le strutture portanti, pietre ricavate dalla roccia circostante, messe su per ottenere un po’ di riparo a secco, e per copertura le frasche del sottobosco.

La porta dell’Itinerario è Tramonti, che permette di vivere la montagna con tutta la sua ricchezza.
Il percorso è realizzabile mediante spostamenti con auto propria, o in alternativa, utilizzando i servizi pubblici per raggiungere i centri coinvolti; in un secondo tempo è consigliabile lo spostamento, all’interno di ogni singolo comune, lungo Direttrici Pedonali, che valorizzano i Luoghi, grazie a Vie Gradonate. 
Un modo più completo per apprezzare appieno questa chiave di lettura del Territorio, comporta l’utilizzo dell’Alta Via dei Monti Lattari, che presenta notevoli difficoltà di percorribilità, ed è quindi destinata solo ad un’utenza esperta di viabilità d’alta quota.

I Terrazzamenti
La Costiera Amalfitana, mostra un Paesaggio che è il frutto della trasformazione dell’uomo, nei secoli passati, per adattare le difficili condizioni Topografiche, alla necessità di sopravvivenza
Lo strumento più diffuso per questa trasformazione, è stato il Terrazzamento dei Pendii.
Coincidente con il periodo di massima fortuna del Ducato Amalfitano, l’opera di trasformazione, ha lasciato un Patrimonio Inestimabile di conoscenze tecniche, che hanno permesso di continuare l’Attività Agricola, fino ad oggi. 
Visitare le aree Terrazzate, nei singoli Comuni del Sito, permette al viaggiatore interessato, di entrare in contatto, non solo con un tipo di Agricoltura, che per le sue difficoltà è definita Eroica, ma anche con tutto un mondo di Saperi, che si tramanda immutato da secoli.
Le Pratiche Agricole di oggi, sono le stesse del 1000-1100, e le trasformazioni, che ancora oggi avvengono, sono la dimostrazione di un continuo interscambio tra l’uomo e l’ambiente
Le buone pratiche, che in alcuni punti del territorio, hanno portato all’abbandono delle Aree Terrazzate, o degli elementi di supporto alla Pratica Agricola (acquedotti, peschiere, pergolati), dimostrano come, la perdita di Superficie Agricola, coincida, il più delle volte, con la perdita di Saperi Tradizionali.


La porta dell’Itinerario è Ravello, che permette di entrare nel mondo dei Terrazzamenti, sia ben curati, che, in parte, abbandonati.
L’Itinerario, è realizzabile mediante spostamenti con auto propria lungo la Strada Statale 163, che da Vietri sul Mare raggiunge Positano, attraversando i centri di Maiori, Amalfi, Conca dei Marini, Furore e Praiano, e facendo una deviazione sulla via Nuova Chiunzi, da Maiori porta a Tramonti, Ravello, Scala; in alternativa, utilizzando i servizi pubblici, con interscambi nelle principali località della Costa e una volta giunti nel Comune, spostandosi a piedi, lungo le Antiche Pedonali, che permettono di giungere nel cuore delle Aree Terrazzate.

Altri Elementi di Pregio
Numerose, sono le testimonianze delle Conoscenze Edilizie degli Antichi Abitanti della Costiera Amalfitana, messe a disposizione della necessità di trasformare il Territorio, sì da poter sopravvivere. 
Le «Calcare», sono costruzioni tronco-coniche, in cui avveniva la prima fase di produzione della calce
La presenza di Pietra Calcarea, in modo così diffuso in tutta la zona, ha permesso di avere sempre a disposizione la materia prima per creare la calce da utilizzare nel confezionamento della Malta. 
Tali costruzioni, esse stesse in Pietra Calcarea, si sono mantenute per lo più intatte per tanto tempo, tanto che non è difficile imbattersi in esse, percorrendo i sentieri della Costiera, o semplicemente guardando con attenzione lungo i tornanti della Strada Costiera.
Al viaggiatore attento, non sfuggono nemmeno alcune particolari costruzioni, ricavate, per lo più, all’interno delle Macere, che sostengono i Terrazzamenti: il loro nome in dialetto, «e’ revote» allude alla forma che assumono sulla facciata: sono veri e propri cunicoli anche molto ampi, ricavati nel muro della Macera, e che servivano per riporre gli Attrezzi Agricoli e, nei casi di strutture più ampie, per accogliere le prime fasi della Vinificazione.
Altro elemento, che caratterizza il Paesaggio della Costiera, è il Pergolato; una struttura, creata grazie all’uso dei pali giovani di Castagno, che vengono legati tra loro, ha permesso per secoli la coltivazione intensiva, del poco Terreno Agricolo disponibile; infatti, la possibilità, soprattutto per le Viti, che durante l’inverno perdono le foglie, di coltivare al di sotto del pergolato, che accoglie la prima coltura, una seconda, spesso più di tipo Orticolo, ha fatto sì, che si avessero più prodotti a disposizione. 
La Coltivazione, invece, del Limone su pergolato, facilita l’operazione di copertura, durante le stagioni fredde, mediante teli di plastica, che sostituiscono le Antiche Frasche, utilizzate dai Contadini, per riparare gli Alberi, e i primi Frutti dalle Grandinate.



Grotte Abitate e Non
Le Grotte frequentate in Età Preistorica, sono attestate soprattutto nella zona di Positano, e la loro scoperta, avvenuta a metà del 1900, ha arricchito la storia locale, di notizie su un periodo storico poco conosciuto.
Diffuse su tutta l'Area, invece, quelle legate al fenomeno dell'Eremitismo in Costiera, generato dall'Iconoclastia Orientale di Leone III Isaurico. 
Il divieto di venerare le immagini di Santi e Patriarchi, spinse numerosi Monaci, a trasferirsi nell’Italia Meridionale, in cerca di un sicuro riparo per le Sacre Icone. 
In Costiera, tale fenomeno fu una delle cause della vita Eremitica nelle Grotte. 
Queste subirono, più o meno complessi interventi di adattamento dell'ambiente; dalla semplice regolarizzazione del Pavimento, fino alla costruzione di Vasche per la raccolta delle acque, o alla Decorazione Pittorica delle Pareti. 
In alcuni casi, la Vita Eremitica evolse fino a diventare un Cenobio, determinando la costruzione, intorno a queste cavità, di vere e proprie strutture architettoniche (vedi Abbazia di Santa Maria dell'Olearia a Maiori).
Anche quando le Grotte servivano ad accogliere Pastori ed Animali, venivano più o meno regolarizzate all'interno, oppure protette dall'ambiente esterno (numerose, sono le Grotte il cui vano naturale di accesso, è ristretto da un muro in opera incerta).
Ma, molte altre cavità, sono semplicemente testimonianza di fenomeni geologici che, durante milioni di anni, hanno agito determinando conformazioni particolarmente affascinanti. 
La famosa Grotta dello Smeraldo, ad Amalfi, è un esempio di cavità in parte subacquea, dove la luce del sole, filtrata attraverso un sifone sommerso, si unisce al colore del mare, e alle formazioni geologiche, creando uno spettacolo unico. 

La cosiddetta Grotta del Dragone, nel territorio di Scala, ancora poco conosciuta ai non esperti, invece, è un'interessante testimonianza di carsismo in Costiera, arricchita dall'ingrottamento, di parte delle acque del torrente Dragone.


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ITINERARI e LUOGHI
(Culturali, Turistici e Storici)

L’Architettura Religiosa
La chiave di lettura proposta dall’Itinerario, permette al viaggiatore di venire in contatto con tantissime testimonianze del Gusto Artistico ed Architettonico degli Antichi Abitanti della Costiera Amalfitana, così come si è realizzato nelle Costruzioni Sacre.
Le tante Chiese del territorio, così capillarmente diffuse, da rappresentare i capisaldi di una rete che non disdegna neppure il più isolato gruppo di case, mostrano da un lato la Fede del popolo che anche con una semplice Cappella costruita vicino ad un’area densamente Terrazzata o vicino al «Monazzero» (cappella) sulla spiaggia, lì dove i pescatori tiravano a secco le barche, ha voluto la presenza costante del divino, pronto ad intervenire per sollevare dalle fatiche o facilitare il percorso della vita; dall’altro testimoniano le influenze a cui i costruttori di queste Chiese, sono stati sottoposti nei loro spostamenti, non solo all’interno del Ducato ma anche nell’intero bacino del Mediterraneo.
Gli apparati decorativi di questi edifici mostrano una ricchezza economica del territorio, ma anche una grande apertura al mondo di allora.
Le Pale d’altare, le tele che decorano gli Altari e i pavimenti in maiolica impreziosiscono queste architetture. 

La porta dell’Itinerario è Atrani e permette al viaggiatore di iniziare la visita da un capolavoro architettonico, la Chiesa di San Salvatore de Birecto, dove la bellezza della struttura evidenziata dal restauro si unisce al valore storico: era il luogo dove il Doge assumeva il potere.
Il percorso è molto semplice, soprattutto perché può essere articolato in più giornate e perché i beni coinvolti sono quasi tutti nei centri urbani.

L’Architettura Civile
Il percorso avvicina il viaggiatore alla componente più famosa della Costiera Amalfitana, quella che appare in tutte le Guide Turistiche: le Ville ed i Palazzi Nobili.
Villa Rufolo, Villa Cimbrone a Ravello, ma anche Palazzo Murat a Positano e Villa Guariglia a Vietri sul Mare, sono esempi importanti di come la costruzione di Palazzi Nobiliari, non fu confinata solo all’Epoca Medievale, ma si estese in ogni epoca, assumendo caratteri particolari e, mentre in Epoca Medievale, il giardino assumeva connotazioni di parte interna della costruzione, invece in epoca più tarda, la parte verde si apriva ad accogliere il viaggiatore proiettandosi verso il mare.
L’Arsenale di Amalfi, poi, rappresenta uno dei pochi esempi di questo tipo di strutture in Italia; le sue corsie dove prendevano forma le Navi Amalfitane ed il sistema di Scolo, cronologicamente posteriore, permettono di avere l’immagine reale della potenza Amalfitana sul mare.

La porta dell’Itinerario è Ravello che introduce il viaggiatore in un percorso dove nulla è stato costruito per caso, ma anche il particolare architettonico più minuto ha un significato simbolico molto forte.
La visita delle Evidenze Monumentali, coinvolte in questa chiave di lettura, può essere svolta raggiungendo i singoli Comuni e spostandosi a piedi seguendo la viabilità minore. 
Alcuni dei beni, essendo adibiti ad alberghi, non possono essere visitati all’interno.

Edifici di Pregio
Questo percorso introduce il viaggiatore ad un aspetto della Costiera poco conosciuto, le Strutture Abitative che costituiscono l’Edificato Storico, diffuse in tutto il territorio, mostrano caratteri che hanno una loro ragione, solo in rapporto al clima o all’economia della zona.
L’utilizzo della “Volta Estradossata” (detto di arco a volta con l’estradosso in vista, cioè non ricoperto dalle murature), soprattutto nell’ambito delle Case Coloniche, costruite, cioè, quando i Terrazzamenti furono lontani dal centro urbano,  a tal punto, da diventare antieconomico recarsi ogni giorno all’appezzamento di terreno e ritornare la sera, nel Centro; rivela uno stretto rapporto con la necessità di facilitare la raccolta delle acque meteoriche, che venivano conservate nelle Cisterne scavate al di sotto delle Case, con la volontà di avere un clima salutare ricorrendo poco al riscaldamento mediante camino (solitamente era quello della cucina, posta al piano inferiore) e assicurando la ventilazione della parte esposta del solaio mediante la costruzione di un Pergolato al di sopra della volta, adibito alla Coltivazione della Vite (la vite avendo più foglie in estate, costituiva una copertura sotto cui si generava una corrente d’aria).
Un altro elemento importante dell’Architettura “Vernacola”, è la Struttura in Pianta di molte case: un cortile centrale a cui si accedeva da un portone a volte anche decorato; sul Cortile si aprivano numerosi vani che servivano allo stoccaggio delle merci e da esso si accedeva ai piani superiori che erano destinati al proprietario.

La porta dell’Itinerario è ad Amalfi che permette di giungere facilmente a queste testimonianze, per vedere le quali, occorre servirsi delle scale che congiungono i Terrazzamenti; infatti, per poter cogliere al meglio, questa chiave di lettura del territorio, occorre utilizzare le Vie Gradonate, che sono di servizio ai Terrazzamenti Agricoli, e che rientrano, quindi, in questo stesso sistema di costruzione del Paesaggio. 

Per Amalfi, interessante risulta la Via Maestra dei Villaggi, che conduce dalle località Lone e Pastena, fino al centro di Amalfi.
Per Ravello sia la via pedonale che conduce a Minori, sia quella che dalla zona adiacente Villa Cimbrone, arriva in località San Cosma, permettono di attraversare limoneti con scorci paesaggistici molto suggestivi; e a Scala, la strada che da località Minuta. porta alla frazione di Pontone, possiede le medesime caratteristiche. 
I Terrazzamenti di Tramonti, meno ripidi, sono meglio fruibili passeggiando tra le numerose frazioni che compongono il Comune.

Le Edicole Votive
Questa chiave di lettura del Territorio, introduce, in un percorso che è continua scoperta affidata alla curiosità del viaggiatore.
Le Edicole Votive, infatti, sono diffuse in tutti i Comuni, soprattutto quelli della Fascia Costiera, e se da un lato, rappresentano una testimonianza del Sentimento Religioso degli abitanti della Costiera Amalfitana, dall’altro sono, in alcuni casi, veri e propri Capolavori Artistici.
In queste piccole nicchie, i devoti facevano dipingere, direttamente sul muro, oppure su maioliche appositamente predisposte, l’immagine della Vergine o del Santo a cui volevano affidarsi, ponendo, nella parte inferiore, anche il proprio nome, e spesso, il motivo dell’offerta.
Queste Edicole, venivano curate dal devoto che le aveva fatte costruire, o dagli abitanti dell’intero quartiere o rione dove si trovavano, con ceri e fiori.
Questa particolare cura, offre anche un’altra spiegazione, oltre al sentimento religioso, per la costruzione di tante Edicole, soprattutto agli angoli delle strade: in un’epoca in cui l’illuminazione pubblica non esisteva, i ceri che illuminavano la nicchia, servivano anche ad illuminare la strada.
Tra le riproduzioni più diffuse c’è quella della Madonna e molti Santi, tra quelli più venerati in Costiera, raramente appare Cristo (interessanti sono 2 Calvari, uno ad Atrani ed uno a Ravello, realizzati in legno, dove, specialmente in quello Atranese, si riscoprono, nelle figure allungate dei personaggi, l’ispirazione artistica al Nord Europa).

La porta dell’Itinerario è Praiano che permette di riconoscere in ogni Edicola Votiva, non solo il Gusto Artistico che ha influenzato il pittore, ma anche la ricchezza di soggetti che possono ritrovarsi in molte delle strade del Comune.
Le edicole si trovano, solitamente, sui muri del dedalo di viuzze dei Comuni che occorre quindi raggiungere per poi spostarsi a piedi.

I Luoghi dei Santi e della Preghiera
Questo Itinerario, introduce il viaggiatore alla conoscenza di importanti figure di Santi che hanno operato in Costiera Amalfitana, oppure qui sono molto venerati; e al contempo di avvicinarsi ad uno degli aspetti più ricchi ed interessanti della Costiera, quello della Federiconducendo ad un’unica origine, di diverse testimonianze, che rientrano nel Patrimonio Culturale Materiale e Immateriale
3 sono i Comuni interessati: Cetara, Ravello e Scala
La figura di Suor Orsola Benincasa, originaria di Cetara, è molto venerata nel piccolo centro costiero, mentre a Ravello la Santità del Beato Bonaventura da Potenza, che qui svolse solo 2 anni del proprio servizio religioso e vi morì nel Convento di San Francesco, producono ancora i loro frutti, non solo attraverso una devozione che richiama pellegrini dalla Campania e dalla Basilicata, ma anche attraverso l’opera dei loro successori che, per anni, hanno curato l’educazione dei ragazzi, ed ora rappresentano un faro di Fede per il paese. 
A Scala, poi, la presenza di ben 2 importanti figure religiose, Sant’Alfonso Maria dei Liguori, che fondò proprio qui l’Ordine Religioso dei Redentoristi, e la Venerabile Suor Maria Crostarosa, fondatrice del corrispondente Ordine Femminile di Clausura, ha generato un sentimento religioso che continua a richiamare nei due conventi numerose vocazioni.

La porta dell’Itinerario è Scala che permette di vivere questa spiritualità molto forte a cui corrispondono testimonianze architettoniche interessanti.
Nei Comuni della Costiera Amalfitana, è tutt’ora ben viva e radicata la memoria dei personaggi di particolare rilevanza e devozione che qui vissero ed operarono. 
Per visitare i luoghi dei Santi, occorre recarsi nei Comuni, e di qui, spostarsi a piedi per raggiungere Chiese e Conventi.
Questo Itinerario permette al viaggiatore di avvicinarsi all’aspetto della Fede, uno dei più ricchi e interessanti della Costiera Amalfitana.
Questa chiave di lettura del Territorio, permette di chiarire e ricondurre ad un’unica origine, diverse testimonianze che rientrano nel Patrimonio Culturale Materiale ed Immateriale. 
Basti pensare che le tante figure di Santi che hanno vissuto ed attraversato queste terre, rappresentano la continuazione di una frequentazione Religiosa, che ebbe in Costiera Amalfitana l’origine negli Insediamenti Rupestri, sorti a seguito della diffusione dell’Eremitismo in Epoca Medievale.
Questo Sentimento Religioso, così forte, lo si respira in ogni Festa Patronale che, solitamente, si ripete almeno 2 volte nel corso dell’anno, tanto è ritenuta importante la protezione Divina; ma anche nelle numerose Processioni che vengono svolte in Costiera. soprattutto nei Tempi Liturgici forti, da quelle che introducono il Natale, già in tempo d’Avvento, al Triduo della Settimana Santa, che precede la Pasqua.

Siti Rupestri
Questo tipo di Itinerario è una scoperta affascinante. 
Gli Insediamenti Rupestri, infatti, sorgono fuori dai Centri Abitati, normalmente lungo Sentieri, la cui memoria si sta perdendo; talvolta semplici Cavità Naturali, in cui si può riconoscere l’attività operata dall’Eremita per viverci, talvolta conservanti anche preziose pitture che riproducono soggetti Sacri, con l’immancabile Cristo Benedicente di chiara iconografia Bizantina; altre volte, sono veri e propri Complessi Religiosi, di cui, una parte ha conservato la natura rupestre, in cui, solitamente, il primo luogo di frequentazione, mentre il resto ha i caratteri architettonici di una Cappella o di una Chiesa. 
In qualche caso, le Cappelle sono state realizzate direttamente nella cavità, quasi a voler rendere ancora più intimo il rapporto tra Roccia e Fede.

La porta dell’Itinerario è Maiori, ed introduce in questo viaggio nel tempo tra Fede ed Arte, per comprendere un aspetto meno conosciuto delle Costiera Amalfitana.
Occorre arrivare nei singoli Comuni, effettuando poi, la visita spostandosi a piedi.
Per la Grotta di Santa Barbara a Furore e la Chiesa di Santa Maria dell’Avvocata a Maiori, gli spostamenti sono difficoltosi e bisogna essere esperti di sentieri ed allenati ad escursioni in quota.

La Costiera Amalfitana rivela i propri contatti avuti nell’antichità con Popoli di altra Cultura proprio negli aspetti Culturali che la caratterizzano e che risultano una sapiente ed equilibrata commistione di elementi di varia provenienza. 
Il Gusto Artistico per le Decorazioni a Tarsia, le forme delle Grandi Architetture ma anche delle Piccole Case,  le Musiche Tradizionali, la Cucina costituiscono la più tangibile testimonianza di questa cultura. 
Sono numerose le tradizioni che si tramandano ancora di generazione in generazione: antiche Ricette, Rimedi, Leggende e usanze costituiscono un Patrimonio Intangibile di valore incalcolabile.
Il Visitatore può, attraverso tutti questi aspetti, cogliere le Atmosfere e l’evoluzione che li hanno generati entrando in contatto con la parte più vera e più autentica del territorio. 
Una cultura millenaria, infatti, aprirà le porte su un mondo che va esplorato in ogni aspetto e la cui conoscenza permette di vivere esperienze indimenticabili.


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Da Vietri sul Mare a Positano

La Costiera Amalfitana, è percorsa da un'unica Strada, la Statale 163 Amalfitana, che da Vietri sul Mare, raggiunge la Statale 145 Sorrentina: una prima volta a Colli di San Pietro è una seconda, internandosi, a metà, in prossimità di Sorrento. 
Il Tracciato e tra i più Spettacolari: Scavato quasi tutto nella Viva Roccia, si snoda ad un'altezza variante tra i 25 e i 200 metri, seguendo l'Andamento della Costa, a Picco sul Mare, è molto Dirupata; ora Doppiando un Capo con una delle numerose Torri Cinquecentesche, ora Internandosi in una piccola Valle, ora Scavalcando una Forra, entro cui si insinua il Tirreno, formando Piccole Deliziose Baie, ora scendendo a sfiorare Minuscole Spiagge. 
Lo Sguardo è Attratto dalla Distesa Liquida, che si Domina come da una Balconata. 
Gli Abitati si Aggrappano alle Rocce, si spingono tra le Terrazze a vigneti ed agrumeti, Creando Fantastiche Prospettive, o si Adagiano allo sbocco di Valloni. 
Il Riflesso del Mare e delle Rocce e la Purezza dell'Aria, favoriscono la Luce Violenta che pervade ogni cosa punto nelle località di soggiorno di più recente valorizzazione, come Positano e Maiori, l'Incanto del Paesaggio è accresciuto dalle dalla suggestione dei Ricordi Storici e da Pregevoli Monumenti ed Opere d'Arte. 
Inoltre, lungo tutto il Tormentato Contorno Costiero, si aprono brevi, frequentatissime Spiagge, eccezionalmente Pittoresche.
Per questo, l'Itinerario (km 36) non è da percorrersi durante i mesi estivi, quando si creano Biblici Incolonnamenti di Autovetture; per porvi rimedio, entra in vigore, allora, la Regolamentazione del Traffico Automobilistico, secondo il sistema delle Targhe Alterne.

Ravello e Scala
L'Itinerario Pedonale, riguarda 2 insediamenti che guardano alla Costiera, ma da essa sono quasi staccati, quanto a Intensità di Vita e Rumore. 
È proprio questo aspetto, il loro punto di forza.
Soprattutto di Ravello, che sa regalare dai suoi Belvedere, Viste Incomparabili su questo Angolo d'Italia.

Amalfi ed Atrani
L'Itinerario Pedonale, interessa le altre 2 “Perle” della Costiera: la Repubblica Marinara Campana, della quale il Duomo e certo l'emergenza più nota, ed Atrani, tutt'oggi uno dei Borghi più suggestivi della zona.


Le Tappe

Sorrento*: il Mare delle Sirene (da queste si vuol far derivare il nome del luogo), il Tufo precipita, gli Aranceti e gli Ulivi sono quelli su cui dischiuse gli occhi Torquato Tasso.
Nel Nucleo Storico, Terrazze a Belvedere, regalano indimenticabili viste sul Golfo di Napoli e le sottostanti Marine.
Massa Lubrense, sito climatico su un Verde Ondulato Pianoro, con appendice Balneare nel Villaggio di Marina di Lobra, Antico Borgo di Pescatori. 
Sant'Agata sui Due Golfi: sono quelli di Napoli e Salerno, ovviamente, dei quali si colgono superbe vedute. 
Positano*: i Contrafforti Montani su cui si scaglionano le Case Bianche e Colorate, divallano (scendono a valle) alla Caletta del Vecchio Borgo Marinaro, da tempo, di elegante frequentazione.
Furore, con il suo Fiordo, reso famoso dalla storia d'amore tra Anna Magnani e Renzo Rossellini. 
Conca dei Marini, altro Borgo Marinaro famoso per la Grotta di Smeraldo* dalle Luci Verdi e dalle Irreali Atmosfere. 
Agerola, Altopiano dei Monti Lattari con luoghi di Villeggiatura tra Prato e Castagni; il Panorama della Costiera Amalfitana, Capri e il Golfo Salernitano dispiega in pieno, gli incanti dal Belvedere della Frazione San Lazzaro. 
Amalfi*, Bianca, a Terrazze sul Pendio: i tocchi esotici dell'Architettura del Duomo, la Porta Bronzea Costantinopolitana, gli Archi intrecciati nel Chiostro del Paradiso, fanno ricordare le Navigazioni Antiche, i Rapporti col Levante, i Commerci e la Gloria Repubblicana del 900 e 1000.
Atrani è in un'Insenatura tra alte Pareti di Roccia, con la Chiesa di San Salvatore de Bireto, dove si Eleggevano i Dogi Amalfitani: la Porta in Bronzo Costantinopolitana e del 1087.
Ravello*: Rupestre il Luogo, Rustiche le Strade, Coloratissimo il Paesaggio, tutte da scoprire le seduzioni; ecco le maggiori: la Porta in Bronzo di Barisano da Trani in Duomo, le Arabeggianti Antiche Architetture, e le Piante Esotiche del Giardino di Villa Rufolo, la Vista di Mare, Montagna e Costa dal vertice dell'Alto Terrazzo tra le Valli del Dragone e del Regina del Belvedere Cimbrone. 
Minori, affacciato alla Spiaggia e con resti di una Villa Romana, fu Arsenale della Repubblica di Amalfi.
Maiori: ad anfiteatro sull’Insenatura di Sabbia Fine, sotto la Cupola in Maiolica di Santa Maria a Mare.
Vietri sul Mare, affacciata al Golfo di Salerno e alla celebrata Costiera, è famosa per la produzione di Maioliche. 
Cava de’ Tirreni con Bel Borgo Antico dalle Strade Tortuose, tracciate così per fermare il soffio forte della Tramontana, e nei dintorni, l'Abbazia della Santissima Trinità, fondata nel 1011: la Chiesa Settecentesca, il Monastero Benedettino comprendente un Chiostrino del 1200 ed un Museo. 
Salerno*: 2 rarissime opere sono custodite nel Museo del Duomo: un Paliotto d'Avorio del 1100 è un «Exultet» Miniato del 1200; il Duomo stesso è, per Architettura, Memoria ed Opere, uno dei monumenti significativi dell'Italia Meridionale; un Lungomare tutto Palme, si offre alla luce del Golfo.

Il Sentiero dei Limoni: da Maiori a Minori attraverso il Villaggio di Torre

Il Villaggio di Torre lungo il Sentiero dei Limoni è incastonato in uno dei luoghi più affascinanti della Costiera Amalfitana, baciato dal sole in posizione panoramica sul promontorio che divide le belle città di Maiori e Minori; un luogo dove il tempo scorre lento e gli odori e le pietre regalano suggestioni dal passato. Questa Antica Strada che congiunge Maiori e Minori, è stata, nel passato, una delle vie più trafficate della Costiera Amalfitana, in quanto funzionale alla Coltivazioni dei Limoni. Infatti, proprio nel Borgo di Torre, si trova una delle aree di massima diffusione e qualità del Limone Amalfitano, già da molti secoli: alcuni documenti del 1600, ricordano che “i frutti più frequenti del suo territorio sono limoni e limoncelli”. Il “Sentiero dei Limoni” quindi, fa toccare con mano la tradizione e la storia che il profumo degli agrumi ancora oggi racconta, testimoniando il duro lavoro che ruota attorno allo «Sfusato Amalfitano»; durante tutto l’anno, ed in particolare nei periodi di raccolta tra Primavera ed Estate, è possibile assistere alle Fasi della Limonicoltura; soprattutto da Giugno ad Agosto, non è raro incontrare Uomini che trasportano a schiena o a Dorso di Mulo, pesanti Casse di Limoni, le cosiddette “Sporte” di quasi 60 kg, e notare le Cure che i Limonicoltori della Costiera Amalfitana dedicano ai loro Preziosi Frutti.


Percorso
Il Percorso può essere fatto in Entrambe le Direzioni con una durata media di 1 ora, ed è in gran parte pavimentato; la Difficoltà è Medio-Bassa anche se lungo il percorso, ci sono diverse Scale da Salire e da Scendere (circa 400 per direzione). Si Parte dalla Collegiata di Santa Maria a Mare a Maiori con la sua caratteristica Cupola Maiolicata che ci lasciamo alle spalle, salendo le Scale di via Vena, scavate nel ripido Costone Roccioso. Usciti dall’Abitato, si incontra una Ricca e Variegata Vegetazione, Sintesi della Macchia e della Civiltà Mediterranea, tra cui i caratteristici Alberi di “Sciuscelle”, nome locale dei Carrubi, gli Ulivi e le Viti. Alcuni minuti e si giunge in una Splendida Vallata circondata da Terrazzamenti, la strada si fa lieve ed ovunque si iniziano a scorgere Alberi di Limoni e Casette sparse. Ancora pochi passi e si è nel Pittoresco Villaggio di Torre (Comune di Minori), il cui nome deriva, probabilmente, da un’Antica Fortificazione oggi scomparsa, forse la Torre Fronsuti, menzionata da alcuni storici locali; il suo cuore è l’Antichissima Chiesa di San Michele Arcangelo, una delle 3 Parrocchie di Minori, già nota in alcuni documenti AltoMedievali del 900. Chiesa e Villaggio di Torre sono raggiungibili anche in Auto e/o con il Bus Navetta Comunale da Minori, ma, naturalmente, il consiglio è di godere per intero della rilassante passeggiata, percorrendo l’Antica Strada che, dopo la Piazzetta di San Michele, inizia a scendere verso l’abitato di Minori, tra fiori e profumi. Si attraversa, quindi, il Borgo, fino a giungere ad una Terrazza Panoramica che si affaccia su Minori (a 284 gradini da Minori), il Belvedere della “Mortella”, il Nome Dialettale del Mirto, diffusissimo nella zona. Poco distante un Bivio propone una scelta: a sinistra si scende a Minori, mentre a destra si torna a salire per raggiungere lo Splendido Campanile dell’Annunziata, del 1100, da cui si può proseguire per altre Strade e Sentieri, godendo di altri Magnifici Punti di Vista.

Il Sentiero degli Dei: da Agerola a Positano
Il punto di partenza del Sentiero degli Dei è Agerola, antico Borgo della Costiera Amalfitana e l’arrivo è Nocelle, una Frazione di Positano sul Monte Pertuso. Durante il cammino davanti agli occhi si aprono spettacoli meravigliosi, i bellissimi panorami della Costiera Amalfitana, Capri e i suoi Faraglioni.



Come raggiungerlo: Il sentiero degli Dei inizia da una Frazione di Agerola, Bomerano che si trova a 650 metri al livello del mare, che si raggiunge con Bus che partono dal centro di Amalfi, dal Capolinea SITA, che si trova nei pressi di Piazza Flavio Gioia: arrivati a Bomerano ci saranno le indicazioni che vi guideranno all’inizio del sentiero. Le corse dei pullman SITA per Bomerano partono anche da Napoli e Castellammare di Stabia. Il Sentiero degli Dei può essere anche raggiunto da Praiano o da Vettica Maggiore, ma si devono fare lunghe scalinate e salite per raggiungerlo. Lungo il sentiero ci sono dei segnali bianchi e rossi che vi indicano la direzione, quindi è impossibile perdersi se non nella bellezza della natura che ci circonda.

Informazioni utili sul Sentiero degli Dei: Alcune informazioni utili sul Sentiero degli Dei (Partenza, arrivo, lunghezza). Dal tranquillo e solitario Borgo di Nocelle, con i suoi soli 150 abitanti, si può continuare e raggiungere il centro di Positano, attraverso una lunga scalinata con 1500 gradini proseguendo 500 metri a piedi. Oppure si può prendere un Autobus. Grado di difficoltà: lieve e agevole per tutti, ma è sconsigliato il sentiero a chi soffre di vertigini.

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«Racconti di Viaggiatori»

« (…) Credesi che la marina da Reggio a Gaeta sia quasi la più dilettevole parte d'Italia; nella quale assai presso a Salerno e una costa sopra 'l mare riguardante, la quale gli abitanti chiamano la costa d'Amalfi, piena di picciole città, di giardini e di fontane, e d'uomini ricchi e procaccianti in atto di mercatantia sì come alcuni altri. (…) »
(Giovanni Boccaccio, Decameron (1351) - II Giornata, IV Novella)

Le Sirene, si sa, ogni uomo «incontrano con limpido canto, / adagiate sul prato...» (Omero, «Odissea»).
Ulisse l'astuto passò dalle loro acque saldamente legato all'albero della nave mentre i compagni «battevano l'acqua canuta coi remi», le orecchie tappate di cera.
Per tradizione locale, sarebbero gli scogli Li Galli, meno di 2 miglia al largo della Costiera Amalfitana, il luogo dove l'Eroe ascoltò senza danni il Canto delle Sirene: «vieni, celebre Ulisse, Grande Gloria degli Achei / e ferma la nave perché di noi due possa udire la voce. / Nessuno mai è passato di qui con la nera nave senza ascoltare dalla nostra bocca il succo di miele, / ma egli va dopo averne goduto e sapendo più cose di niente». 
Molto tempo dopo Omero, Filostrato Lemnio, maestro in Atene nel 200, compose l'«Eroico» o «Dialogo sugli Eroi». 
Vi immagina un Vignaiolo che nella sua vigna in riva all'Ellesponto viene cianciando con un Mercante Fenicio di tutti gli Eroi della Guerra di Troia, così come aveva appreso dall'ombra di Protesilao, colui che primo era saltato dalle navi Achee sulla spiaggia della Troade e che amava lasciare la tomba nei pressi per qualche chiacchiera. 
A Ulisse e alle Sirene, ne risulta che sarebbero state queste ultime a non volerne sapere di quel marinaio «appassito per le cose erotiche». Anche l'antichità “dissacra”.

Da Napoli a Vallo Lucano, luglio
«[...] Che ebbrezza partire da Napoli, la mattina presto, in un colore celeste che riempie il cuore. 
[...] In fondo all'autostrada, a Castellammare, il Vesuvio ti casca addosso: orrendo, informo e spettro controluce. 
Percorro la costa che il Boccaccio, settecento anni fa, in una sua novella ha chiamato la più bella costa del mondo. 
Lo è.
Fulminata dal sole, è rimasta identica nei secoli, emanando fisicamente bellezza, come se la bellezza fosse una bava, un alone, un raggio.
Cosa unica al mondo, qui la bellezza produce direttamente ricchezza. La gente vive in una specie di agio tranquillo, lasciando che la bellezza lavori per lei.
A Sorrento c'è soprattutto una gran pace, una pace monumentale.
Non riconosco la "Surriento" delle canzoni: Napoli è lontanissima da questo schieramento solenne di pensioni e grandi alberghi, storditi dal sole, dalla grande pace. 
Ecco Amalfi, in fondo alla tortuosa strada boccaccesca, sul mare velato dal solito temporale meridiano; mi fermo un attimo basta uno sguardo per afferrare l'intera cittadina a semicerchio sul porto, bianca, svuotata da secoli di silenzio, resa umile paese, la grande città che fu, e, tuttavia, felice.
Devo correre via, raggiungere prima di notte Ravello: per una ragione molto semplice, perché Ravello è il paese di Greta Garbo. 
Lascio la strada sul mare, e mi arrampico su, tre colline fitte di pergole di vigneti, di fichi d'India, più verdi del verde. 
Ecco a sinistra Scala, e, dopo l'ultima curva da vertigini, la piazzetta con una fontana moresca: sono a Ravello. 
Sbaglio tutto: contrariamente al solito, che indovino subito dove devo andare, prendo a sinistra anziché a destra, lasciata alla fontana moresca la macchina. 
E vado per un paese anonimo, in fondo, che si allunga come una serpe sulla cima stretta di un monte: eppure c'è qualcosa di nobile, di misterioso, intorno.
Sento puzza di novità. 
Arrivo in capo alla striscia di paese. 
"Gli alberghi dove sono?"
Chiedo a delle donne sedute sui gradini rosicchiati delle povere case.
"Non stanno qui! - fanno, smarrite, dolenti, dolci. – Stanno dall'altra parte!"
Ridiscendo di corsa la lunga strada, sorpasso la fontana, e entro, dall'altra parte, nel vero paese. 
Lì ho passato le due ore più belle di tutto il mio viaggio, e, sicuramente, tra le più belle della mia vita. 
È venuta quasi l'ora del tramonto, intanto, e il sole, ancora limpido carico, rade le cime delle colline dense di pianure pure, secche, nette come cristalli e insieme piene di umile tenerezza.
Per le strade del paese non c'è quasi nessuno solo la gente si vede nei paesi veri, di tutto il nostro mondo, nell'ora del tardo pomeriggio estivo: ragazzi, soli, che rincasano dal catechismo, donne che tornano dal lavoro. 
E le strade sono pulite, ben selciate, nobili, come nel più eletto paese di Lombardia o delle Venezie. 
Le costeggiano palazzetti barocchi, settecenteschi, d’una discrezione e d’una eleganza mai vista: ogni tanto, le case si interrompono, c'è un muretto, da cui si intravedono, sotto, abissi caldi di verde. 
È tutto pieno di chiese, di monasteri: il monastero di Santa Chiara, la chiesa di San Francesco, il santuario dei SS. Cosma e Damiano: è una città sacra, una piccola Assisi, dimenticata. 
Vedo un frate giovane, rosso, che cammina in fretta giù per gli scalini della strada, tra due muretti sospesi nel vuoto: lo chiamo, gli chiedo quasi allarmato come mai tante chiese in un così piccolo paese. 
Mi risponde in un greve, gretto napoletano: "anticamente qui ci stava ‘nu popolo molto numeroso!" 
Scompare dietro un portone di quel barocco umile che si vede nei paesi. 
Ravello è come in uno sperone, sospeso nel vuoto, in fondo a cui si stendono colline che strapiombano sul mare. 
Ma te ne accorgi solo alla fine, quando giungi alla Villa Cimbrone, che il punto supremo di Ravello. 
In capo alla strada ti si para davanti un portoncino, entri, e non puoi non gridare dalla meraviglia: subito, a sinistra uno stupendo chiostro, poi un delizioso palazzetto, e davanti un viale per un giardino favolosamente neoclassico, che finisce di colpo, laggiù, contro il cielo. Entro nella cripta, esulto davanti a un Della Robbia, a dei bassorilievi anonimi, del primo Quattrocento, i Sette Peccati Capitali, e i nove, meravigliosi, Guerrieri Normanni. 
Scendo ancora giù, per una scaletta che mi porta un’abside, una selva di colonne, come dalle mie parti, gotiche; ma, davanti, è aperto, c'è il precipizio, il vuoto, il mare. 
Sperduta tra le colonne, un'antica sedia di legno, ecclesiastica, mi siedo; c'è tanta pace, che qui vorrei morire, finirla così dolcemente. 
Ma mi rialzo, corro su nel giardino, filo lungo tutto il viale, profumato da ubriacare, arrivo in fondo alla terrazza, sospesa nel cielo, con una fila di nobili teste di marmo, e una dolce ringhiera. 
Ci sono dei turisti, estasiati. 
In realtà, la situazione di quelle che non si possono facilmente esprimere: tutto il golfo da Amalfi a Salerno è ai tuoi piedi, e tu voli. Riannodo le fila che mi parevano perse, con la grande Italia cristiana e comunale: non c'è Borbone che riesca a cancellarne lo spirito. 
Come Lawrence - che, anche lui, avrebbe voluto morire qui, di troppa pace - non riesco a staccarmi da questo angolo di cielo: un luogo deputato all'estasi. 
Ma scendo: eccomi a Minori. 
Due ragazzette mi fanno autostop. 
Le faccio salire: sono tutte carine, vestite a festa.
Una, una brunetta, già col viso della mamma, mi dice: "mamma e zia hanno preso l'auto, noi andavamo a piedi" 
"E dove?" 
Le chiedo. 
"A Maggiori. C'è la festa." 
"Ballano?" 
Chiedo malignamente. 
"Noooo!" 
"E allora?" 
"C'è solo la festa, così..." 
"Come vi chiamate?" 
"Io Lina, lei Drusiana". 
Drusiana alta la faccia non bella ma quasi di impube e perciò di santa e sorride. 
"Vengono molti villeggianti, qui?" chiedo. 
"Oh, sì - fa Lina - tanti. Ma quest'anno un po' meno..."
"E perché?"
"Perché dicono che i prezzi sono alti!"
"E di tutti i villeggianti - chiedo - quali sono quelli che preferisc?"
"I romani! - risponde subito Lina - mi piace come parlano. Anche se sono brutti, mi piacciono!". 
Ecco Maggiori: nell'ultima luce del sole, il lungomare è pieno di una folla bella e felice: scoppi orrendi dilaniano l'aria tranquilla. 
Cominciano i fuochi. 
Poveri Borboni, anche voi... 
Salerno (dove tornerò, eccome!), e poi la notte. [...]
(pagine 71 a 74 de «La lunga strada di sabbia» di Pier Paolo Pasolini - 1959)

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ARTI & MESTIERI

La Porta dell'Itinerario è a Positano ed apre al visitatore un mondo che, toccando comuni ricchi di testimonianze diverse, permette uno scambio veloce tra letture tematiche diverse del territorio.
L'Itinerario conduce il visitatore lungo le Strade dei Saperi locali arrivati a noi attraverso Tradizioni tra Generazioni diverse ma che hanno saputo conservare l’essenza e la sacralità di ogni gesto; tutto traduce nella bellezza degli oggetti la conoscenza appresa e sviluppata nei secoli:
La Carta a Mano di Amalfi, che deriva dalla sapiente lavorazione dei panni di cotone e dall’intelligente uso delle acque ruscellanti del torrente Chiarito; diventò il prodotto d’elite delle Corti italiane e straniere.
Gli oggetti in Ferro Battuto, la cui produzione era molto diffusa in Costiera Amalfitana, accomunando paesi costieri e centri collinari e montani; le Ringhiere delle balconate delle dimore più importanti ma anche i grandi Bracieri che servivano un tempo a riscaldare le case con campane di copertura che sono vere e proprie opere d’arte attestano un gusto artistico che contagiava anche i semplici artigiani.
La manualità che ha creato, per secoli, dalla grezza argilla, le Ceramiche di uso quotidiano ma anche pavimenti che hanno decorato chiese e palazzi; Ceramiche dai colori vivaci che hanno portato nel mondo il nome di Vietri sul mare attingono per il loro repertorio decorativo al mondo del mare (belli i polipi che occupano i fondi dei piatti) o quello agricolo (l’asinello, compagno di vita del mondo della Costiera Amalfitana).
alla Lavorazione delle Foglie della Palma che genera capolavori meno conosciuti ma di sicuro impatto sull’osservatore, le cosiddette “Palmette” intrecciate in preziosi ricami dalle donne di Conca de' Marini rappresentano uno dei doni fondamentali da scambiarsi nella Domenica delle Palme dopo al rituale benedizione.
i Vestiti prodotti nelle Sartorie di Positanocon i loro colori sgargianti ripropongono l’uso di fibre naturali e stoffe povere assemblate insieme in interessanti mix modaioli.
le Ceste confezionate con i giovani Castagni cresciuti sui Monti di Tramontiche un tempo servivano a trasportare i prodotti agricoli dai campi fino alla casa o al mercato e che un po’ più grandi accoglievano l’ultimo nato, che così conosceva fin dalla culla l’essenza anche odorosa del proprio territorio, sono oggi oggetti per visitatori attenti al Genius Loci della Costiera.

L'Itinerario è realizzabile mediante spostamenti con auto propria lungo la Strada statale 163 che da Vietri sul Mare raggiunge Positano attraversando i centri di Amalfi e Conca dei Marini e facendo una deviazione sulla via Nuova Chiunzi che da Maiori porta a Tramonti e Scala, ovvero utilizzando i servizi pubblici, con interscambi nelle principali località della Costa. 
Il percorso è fruibile anche in modo alternativo utilizzando i servizi di collegamento marittimi, realizzati nel periodo primaverile ed estivo, che però non permettono di raggiungere tutti i Comuni coinvolti.

ITINERARI DEI PRODOTTI DEL BORGO
(In questa sezione sono riportate le notizie riguardanti prodotti Agroalimentari e le Eccellenze)

Luoghi da Assaporare
Questo itinerario introduce il visitatore in un viaggio nel gusto e nei sapori della Costiera Amalfitana, che permette di percorrere le Strade del Gusto, giungendo in ogni parte del territorio, scoprendo sempre un nuovo piatto, o riconoscendo nello stesso, provato altrove, un gusto diverso. 
La Partenza dell'itinerario sono Scala e Cetara che introducono ad un viaggio in cui, i 5 sensi saranno tutti coinvolti in piacevoli sorprese.
Nessun Comune della Costiera è escluso da questo Itinerario, perché in ogni luogo è possibile assaporare un piatto o sentire un odore che è unico pur essendo presente negli altri Comuni.

Attraverso la Gastronomia si possono riconoscere i contatti che gli antichi abitanti di questa terra hanno avuto con tutto il Mediterraneo e si può esplorare il patrimonio culturale immateriale fatto di conoscenze e storie.
Muovendosi tra i Comuni della Costa e quelli della Collina e della Montagna, ci si può avvicinare ai prodotti che, da secoli, costituiscono, e costituivano ancor più in passato, il perno dell’economia locale; le Alici che vengono riproposte in molti piatti della gastronomia della costa, fino alla famosa «Colatura d’Alici», che discende dal più nobile «Garum» Romano, sono l’espressione più genuina del territorio, quella, forse, meglio conservata, perché sfuggita, per molto tempo, all’adattamento del Gusto dei viaggiatori


I Limoni della fascia Collinare, insieme ai Vini che prodotti con le uve raccolte dai pergolati costruiti nei terrazzamenti costituiscono una vera ricchezza di conoscenze che si tramanda nei cultivar dei vitigni da generazioni, le Castagne che, nei secoli scorsi, rappresentavano la vera fonte di ricchezza dei Comuni Montani sostituendo in molte famiglie la Farina per la Pasta e il Pane, i Formaggi che la Pastorizia più florida, un tempo, ha spinto a produrre per conservare durante tutto l’anno una forte fonte di proteine; ed infine, i famosi «Pomodorini del Piennolo», che non vengono trasformati, ma conservati per mesi, legati insieme in una specie di grappolo, nelle cantine di Comuni della Costiera Amalfitana, permettono di conoscere quella parte della Costiera che, a volte, può sfuggire, non essendo immediatamente percepibile.
Il Gusto particolare del «Sanguinaccio», incontro della Cioccolata e della Frutta Candita con il Sangue del Maiale; il «Migliaccio» di Praiano, piatto della Festa di Carnevale; i tanti Dolci Natalizi, quali i «Mostaccioli», fatti con il Mosto dell’Uva, o i «Susamielli», con il Miele e la Frutta Candita.
I Prodotti del Mondo Contadino, inoltre, diventano preziosi ingredienti per Minestre, che si “maritano” con le parti migliori del Maiale, conservate in cantina per le ricorrenze più importanti.

Il percorso è realizzabile mediante spostamenti con auto propria, lungo la Strada Statale 163, che da Vietri sul Mare raggiunge Positano, attraversando i Centri di Cetara, Maiori, Minori, Atrani, Amalfi, Conca dei Marini, Furore e Praiano e, facendo una deviazione sulla via Nuova Chiunzi, che da Maiori porta a Tramonti, Ravello, Scala.
In alternativa, si possono utilizzare i Servizi Pubblici via terra, con interscambi nelle principali località della Costa e con i servizi di collegamento marittimi, realizzati nel periodo primaverile ed estivo, che però non permettono di raggiungere tutti i Comuni.

Altro notevole indotto economico è costituito dall'Esportazione del celebre Limone Costa d'Amalfi IGP, lo «Sfusato Amalfitano» Prodotto Tipico, col quale viene realizzato il Limoncello, ed altri prodotti dolciari e cosmetici, ottenuti con i Limoni della zona.


Il Limone è un Agrume che, notoriamente, viene coltivato in maniera molto proficua lungo la Costiera Amalfitana. 
Già nell’Epoca della Repubblica Marinara di Amalfi, la Costa vantava un elevato numero di Agrumeti.
Lo Stato aveva rapporti Commerciali con i più importanti Porti del Mediterraneo e con gli Arabi, ai quali proponeva proprio il Limone: il prezioso Agrume veniva venduto sia per le sue proprietà utili in ambito Medico, sia per la sua versatilità in ambito Gastronomico.
Il Limone di Amalfi, inizialmente, veniva chiamato «Citro»; soltanto a partire dal 1200, inizia ad essere denominato con una parola di origine Araba, ossia «Limunzello».
L’influenza Araba, ha fatto sì che la Scuola Medica Salernitana iniziasse a praticare esperienze scientifiche importate dal Mondo Arabo, per le quali era richiesta l’introduzione dei Limoni Amalfitani.
L’utilizzo dell’Agrume in Ambito Medico, e non solo, comincia a diffondersi maggiormente proprio in seguito a queste esperienze, dalla seconda metà del 1800, quando gli abitanti della Costa, cominciarono a smerciare il Limone in zone più distanti.
Da questo momento il Limone in questa zona d’Italia ha cominciato ad essere coltivato e venduto massicciamente.
Oggi è conosciuto con il nome di «Sfusato Amalfitano» ed è intimamente legato alla splendida terra in cui viene coltivato. 
La sua esportazione nei Mercati Esteri, in particolare quelli di Stati Uniti, Russia e Francia, risale al 1860.
La coltivazione di grandi quantità di Limoni, impegnava l’intera popolazione della Costa: le persone erano addette a lavori di coltivazione, produzione e commercializzazione, senza contare i lavori impegnativi per la costruzione dei Terrazzamenti.

Caratteristiche del Limone di Amalfi
Il frutto è caratterizzato da una forma ellittica allungata, la buccia è liscia e color giallo citrino; il peso dei frutti si stima sempre dai 100 gr in su.
L’aroma e il profumo sono intensi e molto forti, il Succo abbondante e molto Acido, si presenta  Giallo Paglierino e con pochi semi.


La Tecnica di Coltivazione del Limone in Costa d’Amalfi
Il Limone in Costa d’Amalfi, viene tutt’oggi coltivato nel pieno rispetto delle Tecniche Agrarie Tradizionali, facendo crescere le piante di Limone nei Terrazzamenti tipici, chiamati «Macerine».
La Coltivazione avviene sotto impalcature di Pali di Castagno, di altezza variabile, i quali vengono protetti nei periodi freddi per evitare che le piante siano sottoposte al freddo.
Le piante sono posizionate a debita distanza l’una dall’altra: in ogni ettaro coltivato, sono presenti più di 800 piante, a cui corrisponde una capacità produttiva massima di 35 tonnellate di limoni.

Zona di Coltivazione dello Sfusato Amalfitano
La Costiera Amalfitana e la sua Macchia Mediterranea, costituiscono uno scenario unico per la coltivazione del Limone: chi vi si reca non può non restare affascinato dalla presenza di Insediamenti, Giardini e Terrazzamenti, caratterizzati da muri costruiti a secco con l’utilizzo di pietre calcaree.
Le Condizioni Climatiche miti, hanno reso possibile la tanto fruttuosa coltivazione del Limone nella Terra Amalfitana; ma non soltanto i favorevoli fattori climatici hanno reso possibile la grandezza delle coltivazioni,  anche l’assiduo lavoro dell’uomo: grazie al lavoro durato secoli perpetrato dalla Classe Agraria, oggi la Costa Amalfitana si presenta in tutta la sua bellezza e ricchezza, tanto da aver portato, nel 1997, al riconoscimento della Costiera come patrimonio dell’Umanità tutelato dall’UNESCO.

Inoltre, la Tutela del Prodotto Amalfitano, sia in Italia che sul territorio comunitario, è garantita dal Consorzio di Tutela Limone IGP (Indicazione Geografica Protetta) Costa d’Amalfi, costituitosi nel 2002, marchio che assicura l’origine e la qualità del prodotto storicamente e tradizionalmente riconosciuti dal mercato.


Il Limone a Tavola e non solo
La Buccia del Limone Amalfi è la parte in cui si può sentire maggiormente l’Aroma del Frutto: la Buccia, o Flavedo, infatti, contiene i composti ossigenati.
Il Limone IGP Costa di Amalfi, presenta il più alto contenuto di Acido Ascorbico e un elevato numero di ghiandole oleifere nel Flavedo ed è ricco di oli essenziali.
Le sue caratteristiche permettono di consumarlo al naturale, aggiungendo un pizzico di sale o zucchero.
Tuttavia questo frutto tipicamente mediterraneo si presta a molte varianti aromatizzanti di svariate ricette: carne, pesce, verdure di ogni genere, unitamente a frutti esotici, sono i suoi compagni ideali.

Il Limone e la Vitamina C, sono ottimi alleati per il contrasto dell’Anemia, in quanto suddetta Vitamina favorisce l’assorbimento del Ferro.

Altro Liquore Tipico è il "Concerto" (prodotto a Tramonti), ottenuto da un mix di 15 Spezie tra cui: liquirizia, finocchietto, chiodi di garofano, noce moscata, stella alpina e mentuccia.

Naturalmente la lunga storia di vita vissuta in simbiosi con il mare, non poteva non sviluppare tipicità legate al Pesce; e tra questi, quel Pesce Azzurro povero per eccellenza, che tanto ricco si è rivelato per la salute, e facente parte della Dieta Mediterranea: le Alici con le quali si produce la «Colatura di Alici» e le Conserve di Pesce prodotte a Cetara.


Pochi trasformati vantano una così Nobile Ascendenza quale la «Colatura di Alici»: bisogna risalire infatti ai Banchetti Imperiali narrati da Plinio, dove il «Garum» era protagonista indiscusso delle Portate Pantagrueliche di Apicio. 
Questo Liquido Ambrato, discendente del «Garum» Romano, si ottiene dal Processo di Maturazione delle Alici Sotto Sale, seguendo un Antico Procedimento tramandato di padre in figlio, dai Pescatori di Cetara, e tutt'ora praticato in molte famiglie del Borgo Costiero. 
Le Acciughe, appena Pescate nel Mare antistante la Provincia di Salerno, sono Decapitate ed Eviscerate (“Scapezzate”) a mano, e poi sistemate, con la classica tecnica “Testa-Coda” a Strati alterni di Sale ed Alici, in un apposito Contenitore in Legno di Rovere, il "Terzigno" (un terzo di una botte). 
Completati gli strati, il contenitore viene coperto con un Disco in Legno (detto Tompagno), sul quale si collocano dei pesi (di solito Pietre Marine). 
Al termine del processo di Maturazione delle Alici (circa 6-9 mesi), in genere agli inizi di Dicembre, tutto è pronto per l’ultima fase: le Acciughe rimaste in Maturazione hanno prodotto un Liquido fra i vari strati che raccoglie il meglio delle Caratteristiche Organolettiche. 
Attraverso un apposito Foro praticato sul fondo della Botticella con un attrezzo detto "Vriale", il liquido viene recuperato e trasferito nei recipienti in vetro per il successivo utilizzo. 
Il risultato finale è un Distillato Limpido dal Forte Colore Ambrato (quasi Bruno-Mogano) e dal Sapore Deciso e Corposo: un’eccezionale riserva di sapidità che conserva intatto l’Aroma della materia prima. 


La Colatura di Alici è un condimento peculiare che può essere anche usato al posto del sale per Insaporire le Verdure Fresche o Lessate (patate, scarole, broccoli ecc.) e alcuni Piatti di Pesce. (clicca qui per andare al sito della «Colatura di Alici»)
La Colatura tradizionale di Alici di Cetara, è Protetta da un Presidio Slow Food.

Tra i Dolci, la Sfogliatella Santa Rosa di Conca dei Marini.
La Sfogliatella è uno dei Dolci Tipici della Tradizione Partenopea, un peccato di gola che chiunque dovrebbe concedersi una volta giunto in Campania. 
Dalla classica forma a Conchiglia, fragrante in bocca e con un morbido e delizioso ripieno, guarnito con Crema Pasticcera ed Amarene Candite.


Un Dolce Ricco di Tradizione, dall'aspetto invitante, che racchiude al suo interno i segreti di una Storia Lontana.
Tutto ha inizio nel 1600, nel Monastero di Santa Rosa da Lima, a Conca dei Marini, in Costiera Amalfitana. 
Con della Semola Cotta nel Latte, avanzata dal pranzo, la Monaca Cuoca (ispirata dall'Alto o, con molta più probabilità, dalla necessità di non sprecare nulla), decise di preparare un impasto, aggiungendovi del Liquore di Limone, Frutta Secca e Zucchero; a parte, arricchì l'impasto del Pane con del Vino Bianco e dello Strutto, lo lavorò a lungo e creò una sacca a mo' di Cappuccio di Monaca, in cui inserì il primo composto. 
Sigillò il tutto o lo mise a Cuocere nel Forno a Legna. 
Appena assunse la classica colorazione dorata, guarnì il nuovo Dolce con un cordone di Crema Pasticciera e delle Amarene Candite. 
Questa prelibatezza assunse il nome di Santa Rosa, in onore della Santa a cui è intitolato il Monastero dove fu preparata per la prima volta.
Per quasi un secolo e mezzo, tuttavia, la ricetta della sfogliatella Santa Rosa rimase gelosamente custodita entro le mura del Monastero di Conca dei Marini. 
Fu solo nei primi anni del 1800, che un Pasticciere Napoletano, Pasquale Pintauro, riuscì ad ottenere (forse da una Zia Monaca) la ricetta originale che, prontamente, modificò, eliminando le amarene e la crema pasticciera: era nata la variante "Riccia" della Sfogliatella, dalla forma triangolare, croccantissima, composta da strati sottilissimi di Pasta Sfoglia sovrapposti gli uni agli altri, ripiena di Semola, Uova, Ricotta, Canditi, Latte e Zucchero. 
Esiste, infine, anche una terza variante della Sfogliatella, quella "Frolla", di forma tondeggiante, realizzata con morbida pasta frolla e con il medesimo ripieno della Sfogliatella Riccia.

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La Produzione Artigianale della Ceramica a Vietri sul Mare, ha Origini Antiche, e non solo del Centro Costiero, ma anche delle aree limitrofe.
Già nei primi anni dell’anno 1000, erano sicuramente presenti nel Territorio Vietrese, personaggi riconducibili all’Attività Ceramistica: per tutti basta ricordare Sergio Caccabellu, che porta nel cognome una diretta allusione ai «Caccabos», i Vasi in Creta (“Caccavella” sembra decisamente derivare dal termine Greco “Càccabos” e/o “Càccabe” con significato di pentola, marmitta, paiolo, con la sola mutazione della b in v). 
Un ruolo importante nello sviluppo della produzione, fu certamente svolto dall’Abbazia della Santissima Trinità di Cava dei Tirreni, che aveva ricevuto in Donazione il Porto di Vietri dal Duca Ruggiero e che, fondata nel 1020, influenzerà la Produzione sia in termini quantitativi che per quanto riguarda gli Stili della Decorazione.


Il Territorio di Vietri era considerato, rispetto alla Città di Cava dei Tirreni, la Zona Industriale dove costruire gli Impianti per la Produzione di quegli Oggetti che potevano servire all’Abbazia e che dalle Industrie Napoletane erano giunti sino a Cava (in questo caso soprattutto Piastrelle).
La Produzione Campana, cominciò a riscuotere grande successo presso molti Mercati e, attraverso le Fiere istituite già nel 1240 in molte Città dell’Italia Centrale, giunsero da Napoli e dall’Italia Meridionale, in genere, i Motivi Ornamentali che ritroviamo nella Ceramica Orvietana (il pavone, la palma stilizzata, ecc.).
Questi stessi motivi, saranno ampiamente presenti nella Produzione Vietrese del 1500, come dimostra il Documento di Fornitura di Vasi per Spezie, Prodotti da Mario de Stasio di Vietri, nel 1558, con il Decoro a “Penna di Pavone”.
A partire dal 1600, si produrranno a Vietri le Maioliche dette di “Stile Compendiario”, cioè quelle con lo Sfondo Bianco e poche Rappresentazioni Stilizzate in Turchino, Giallo ed Arancio (raramente il Verde). 
Naturalmente l’arrivo nel Salernitano, e quindi a Vietri, di Maestranze Abruzzesi, produsse l’Incremento della Produzione soprattutto di Piatti, Boccali, SottoTazze e Saliere ed il Territorio Vietrese fu scelto, rispetto a Cava, perché la presenza del Torrente Bonea, permetteva di azionare facilmente i Mulini che servivano a lavorare la Creta e a Macinare i Colori. 
Qualche Vietrese, inoltre, esporta in questo Periodo la propria Arte a Napoli, dove apre Bottega, in “Piazza dei Cantari” (Cantaro = Vaso).
Il 1600, rappresenta il secolo della Definitiva Espansione Vietrese a Napoli (attestati numerosi Cognomi Vietresi, tra i Faenzari Napoletani) e nei dintorni (a Minori c’era una Faenzera Vietrese). 
Nel 1700, la Produzione raggiunge una Qualità Eccellente anche nella Tavolozza, grazie alla produzione di Vasi Farmaceutici, dove il Tocco Cromatico del Marrone di Manganese (Marchio sicuro dei Ceramisti Vietresi) e l’Introduzione del Decoro Paesistico in Turchino aprono nuovi campi di Sperimentazione Artistica.
In questo periodo ha inizio l’Esportazione in Sicilia e, alla fine del secolo, appare la forma del Boccale con Lobo Centrale. Contemporaneamente, la produzione si espande in modo eccezionale con Ceramisti che non sono proprietari di Faenzere, ma semplici lavoranti di Strutture Appartenenti ad Enti Religiosi.
Nel 1800, si raggiunge la Massima Espressione Artistica per le “Riggiole” (le Maioliche Vietresi, popolarmente chiamate “Riggiole”, con cui si compongono Pavimentazioni e Rivestimenti - sia per interni che per esterni -, a differenza delle comuni mattonelle, sono Interamente Realizzate ed Ornate a Mano; ogni pezzo è unico ed originale).
I primi decenni del 1900, rilanciano Vietri nella sfera del Gusto Artistico Europeo, grazie alla presenza di alcuni Artisti Stranieri (soprattutto Tedeschi); così avviene il Passaggio dalla Ceramica da Prodotto Artigianale, all’idea di dar vita ad un’Industria che, pur Conservando il Carattere Artigianale, disponesse di una Produzione più Continuativa e in Continuo Aggiornamento.
Appare con Dölker, un Repertorio Iconografico nuovo, che diverrà Caratteristico della Ceramica Vietrese, e che farà dell’Asino, il suo Simbolo Internazionale (non un Asino Campano ma che ha le caratteristiche di quello Sardo, perché Dölker arrivò a Vietri di ritorno dalla Barbagia). 
In questo periodo Nasce l’ICS (Industria Ceramica Salernitana), che raccoglie il meglio che Vietri ed il contesto internazionale potevano offrire. (clicca qui per andare al Sito dell'Ente Ceramica Vietrese)

VEDERE, VISITARE, TROVARE: è possibile ammirare le “Riggiole”, già lungo le strade del Comune di Vietri sul Mare, perché sono Incastonate nei Muri. 

A Villa Guariglia (a Raito, Frazione di Vietri) si trova il Museo della Ceramica Vietrese (clicca qui per andare al sito).

STORIA

L'antica presenza umana in Costiera è testimoniata da ritrovamenti dell'Età Paleolitica (Grotta La Porta presso Positano), e successivamente da Nuclei Insediativi in Età Classica, e dalle Ville Romane (tra cui la più importante si trova a Minori, Positano, isolotti Li Galli), erette quando Capri era soggiorno preferito di Augusto e Tiberio; iniziò a popolarsi nell'Alto Medioevo, per l'abbondanza di luoghi sicuri e facilmente difendibili. 
Il più Antico è il Principale di questi insediamenti fu Amalfi, che dà nome a tutta la Costiera, essendo stato anche il Principale Centro Politico ed Economico.

Durante la Guerra Greco-Gotica, gli Abitanti della Costa si allearono con i Bizantini, i quali, alla fine della Guerra, diedero loro maggiore Autonomia dall'Impero. 
Nell'839 Amalfi fu conquistata dal Principato Longobardo di Salerno, ma, dopo pochi mesi, si riunì di nuovo all'Impero, nonostante che di fatto rimase Autonoma: così si formò la Repubblica di Amalfi, che nel 900 divenne un Ducato. 
Ebbe la massima espansione tra la fine del 900 e l'inizio del 1000, all'epoca del Duca Mansone I. 
Per l'intero 900 in effetti, ed ancora più nel 1000, gli Amalfitani conobbero un'intensa Espansione Commerciale, occupando, nei traffici del Mediterraneo, il posto che poi ebbe Pisa e più tardi Genova.
Colonie Commerciali di Amalfitani erano a Napoli, Messina e Palermo, nei Porti Pugliesi e, fuori d'Italia, a Durazzo, Tunisi, Tripoli, Alessandria d'Egitto, Acri, Antiochia e, infine, nella Grande Metropoli del tempo, Costantinopoli. 
Insieme alla ricchezza, da questi ambiti, Bizantini e Islamici, vennero gli Stimoli Culturali che si riconoscono nell'Arte. 
Il piccolo Stato Amalfitano, la prima delle Repubbliche Marinare, includeva il tratto Costiero da Positano a Cetara con le Isole Li Galli e Capri; l'Entroterra raggiungeva Tramonti e, via di là dal Crinale dei Lattari, Gragnano e Lèttere. 
La fine venne sullo scorcio del 1000, col premere dei Normanni che, per meglio sbarazzarsi di quegli Intraprendenti Marinai Mercanti, chiamarono in appoggio le Squadre Navali dei Pisani. 
Fu così conquistata dai Normanni nel 1136, e, in seguito, la Costiera cadde in miseria, anche per le scorrerie di Pisa. 
Sempre, però, il sole illumina la Costiera, il fiato del Mare addolcisce l'Aria, che la Macchia riempie di profumi, nel Chiostro angusto, dalle scheggiature intrecciate, le Palme ombreggiano il “Paradiso”.
La bellezza della Costiera fu "scoperta" nel 1800, durante il Grand Tour. 



COME ARRIVARE IN Costiera Amalfitana


Con i Trasporti Pubblici

In TRENO


In BUS

I trasporti interurbani sono gestiti dalla società Sita Sud (clicca sul logo qui sotto)

https://www.sitasudtrasporti.it/


MUOVERSI IN COSTIERA AMALFITANA

Per raggiungere le località della Costiera Amalfitana:

Da Amalfi ci sono collegamenti terrestri e marittimi per le principali località turistiche della Campania.

Collegamenti terrestri:

Autobus SITA

capolinea di Amalfi | +39 089 871016 | www.sitasudtrasporti.it

Collegamenti marittimi:
da Amalfi per i paesi della Costiera Amalfitana e Capri

TravelMar | +39 089 872950 | www.travelmar.it
Alicost | +39 089 871483 | www.alicost.it


In AUTOMOBILE

Strada statale 163 Amalfitana, principale asse viario di accesso al territorio comunale.
Strada Regionale 366 (di Agerola); innesto SS 163 fino al confine della provincia.
Strada Provinciale 252 SS Agerolina-Bivio Acquarola-Tovere di Amalfi, principale accesso alle frazioni di Vettica, Pogerola, Pastena e Lone.

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Contattatemi per maggiori informazioni

Whatsapp: +39 348.2249595


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