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Campania: Positano


Positano è un comune della provincia di Salerno in Campania, appartenente geograficamente alla Costiera Amalfitana. 
Grazie al clima mite ed alla bellezza del paesaggio, Positano è stato un luogo di villeggiatura sin dall'epoca dell'Impero Romano, come attestano il rinvenimento di una Villa ed ulteriori rinvenimenti risalenti al 2004. 
Tipiche le tantissime scalinate che dall'alto del paese giungono in basso, alla spiaggia. 

Ecco apparire questo Antico Borgo Marinaro, oggi, una delle più frequentate ed eleganti località di soggiorno e balneari della Costiera Amalfitana e d'Italia. 
In posizione eccezionalmente Pittoresca, sul pendio della Costiera Amalfitana (Penisola Sorrentina), al centro del Golfo delimitato da Punta Germano, ad Ovest, e da Capo Sottile, ad Est, si scagliona a terrazze sulle ripide pendici dei Monti Comune e Sant'Angelo a Tre Pizzi, che scendono a formare una Gola allargantesì sul Mare: giardini, agrumeti e palmizi, introducono una nota di verde tra il bianco delle Case, molte delle quali conservano la caratteristica forma cubica, con volta a calotta sferica e, spesso, antistante piccolo portichetto.

POSITANO

Regione: Campania
Provincia: Salerno SA
Altitudine: 30 m slm
Superficie: 8,65 km²
Abitanti: 3.983
Nome abitanti: Posinatesi
Patroni: San Vito (15 giugno) Madonna Assunta (15 agosto)
Gemellaggi: Thurnau (Germania ) - Teresina (Brasile)








GENIUS LOCI
(Spirito del Luogo - Identità materiale e immateriale)

In questo luogo della Costiera Amalfitana, di Bianche Case dalle geometrie mediterranee - il cubo con poche aperture, la calotta sferica della copertura, l'arco del portico - digradanti a terrazze fino a una piccola Cala, si rifugiarono i cittadini di Paestum, profughi dalla distruzione Saracena. 
Fu Borgo di Marinai, rivale di Amalfi, molto tempo prima che se ne scoprisse il clima, l'incanto, l'ambiente adatto a eleganti frequentazioni.


Guarda il video (qui sopra) con gli Acquarelli dedicati a Positano e se ti interessa acquistarne qualcuno (stampe e/o oggettistica), clicca sui loghi sottostanti

GALLERIE ONLINE

ORIGINE del NOME

(Toponomastica)
Sul nome di Positano vi è una leggenda che ricorda: «durante l'iconoclastia che si verificò in alcuni paesi orientali, vi fu un esodo di Cristiani che portavano con sé molte Immagini Sacre delle quali era stata decretata la distruzione.
Una nave, proveniente dalla Grecia, aveva a bordo una Tavoletta di Cedro, su cui era rappresentata la Madonna col Bambino. 
Giunto verso il lido di Positano, il Veliero fu spinto verso la località che allora si chiamava Ginestra, ed una voce di origine Divina fu udita dai marinai: “Posa”, invitante l'approdo.
Da allora, il centro prese il nome di Positano».
L'origine del toponimo è incerta, non essendo sicuro se sia derivato con il suffisso -nus (di pertinenza) o -itanos (di formazioni etniche); così pure la base è di difficile individuazione, anche in mancanza di forme storiche; tuttavia da qualcuno è stato proposto un Etimo dal Latino pausa "luogo di sosta".


TERRITORIO
(Topografia e Urbanistica)

Chi giunge a Positano, percorre una Strada sinuosa  che costeggia una parete rocciosa  ricca di vegetazione  mediterranea: ciuffi di Ginestre e Rosmarino, spuntano lungo la Costa scoscesa, che fa da cornice ad un mare verde cristallino.
All’improvviso, si apre uno scenario indimenticabile, visione tra il mito e il sogno: Positano. 
Percorrendo il tratto di Strada che si snoda al suo interno, ci si imbatte in Vicoletti stretti e articolati, Scalette che si affacciano su Scorci suggestivi e mozzafiato, fatti di Giardini terrazzati, pergolati di limoni e macchie multicolori di bouganville.
Dalle Case bianche, aggrappate alla roccia, sporgono Terrazzi infiorati con gerani e margherite che si svolgono fino al centro del Paese, fino ad arrivare alla spiaggia, dalla quale Positano sembra una Piramide di Case che si arrampicano verso il cielo: percorrendo la Costa poi, immerse nel verde, si aprono Insenature nascoste e dall’aspetto ancora inesplorato.
Dalla Spiaggia, un piccolo Sentiero nella roccia, conduce ad altre incantevoli Calette ed affianca le Torri di avvistamento, segno tangibile delle antiche incursioni Saracene.
Tra il mare e il cielo si stagliano in verticale i monti, sede privilegiata delle frazioni di Montepertuso e Nocelle, piccoli agglomerati di folklore e meraviglie naturalistiche, dove lo spirito d’accoglienza è di casa.

Positano è così: leggenda, storia e incantevole bellezza che rapisce chiunque passi da qui. Grazie al clima mite ed alla bellezza del Paesaggio, Positano è stato un luogo di villeggiatura sin dall'Epoca dell'Impero Romano, come attestano il rinvenimento di una Villa ed ulteriori rinvenimenti risalenti al 2004. 
Tipiche le tantissime Scalinate che dall'alto del Paese giungono in basso, alla Spiaggia. 
In posizione sul pendio della Costiera Amalfitana (Penisola Sorrentina), al centro del Golfo delimitato da Punta Germano, ad Ovest, e da Capo Sottile, ad Est, si scagliona a Terrazze sulle ripide pendici dei Monti Comune e Sant'Angelo a Tre Pizzi, che scendono a formare una Gola allargantesì sul Mare: giardini, agrumeti e palmizi, introducono una nota di verde tra il bianco delle Case, molte delle quali conservano la caratteristica forma cubica, con volta a calotta sferica e, spesso, antistante piccolo portichetto.


Il Mare di Positano
Dalla Piazza, si scende, in breve, a Marina Grande, con arenile limitato da scogliere, da dove si vede da Capo Sottile a Punta Campanella. 
Ad Ovest, si stende la spiaggia di Fornillo; ad Est le spiagge La Porta, Ciumicello (Fiumicello) ed Arienzo.


ITINERARI e LUOGHI
(Culturali, Turistici, Storici, Archeologici, Naturali)
Santa Maria Assunta, la Parrocchiale ha una grande Cupola Settecentesca maiolicata e, all'Altare Maggiore una tavola Bizantineggiante (Madonna Nera) del 1200; un Bassorilievo Medievale è murato nel Campanile.

MAR Positano (Museo Archeologico Romano) Santa Maria Assunta
Il Museo Archeologico Romano di Positano, inaugurato il 18 luglio 2018, è un Sito Archeologico Musealizzato
Il Complesso Ipogeo è suddiviso in 2 Cripte ed un ambiente della Villa Romana
Le pareti della Stanza Affrescata, di Epoca Imperiale, costituiscono l’unico esempio di pittura parietale delle Ville Romane in Costiera Amalfitana. 
I colori, particolarmente brillanti, sono una peculiarità del sito. 

I Quartieri Liparlati Quartiere poco noto al Turismo di massa Positanese, fuori dal circuito principale conosciuto da tutti, è il cosiddetto quartiere di Liparlati, la «Città Morta» di Stefan Andres, il famoso scrittore che, esule per l’opposizione al Nazismo, a Positano trascorse gli anni lunghi dell’emigrazione, nella sua casa arroccata che guardava direttamente il mare, dando vita a versi memorabili, nonché opere pittoriche e disegni, lasciando ai posteri i profili storici della piccola Città sul mare. «Città Morta», l’appellativo insolito nasce a seguito di un evento che lasciò vuote le Abitazioni del Quartiere: fu, infatti, svuotato dalla massiccia Emigrazione dell’inizio del 1900, quando più di 1.000 Positanesi, scelsero di partire in cerca di fortuna verso nuove terre, in seguito ai primi effetti dell’Unità d’Italia. Tale evento, ha così consentito a Liparlati, di conservare il suo Patrimonio Architettonico, particolarmente integro. La suggestiva passeggiata nel dedalo di Vecchie Stradine, conduce alla zona più alta del Quartiere, fino al Cimitero storico, dotato di una posizione straordinaria, che racchiude eccezionali testimonianze di presenze di personaggi illustri. Nel Quartiere, si trova la piccola Chiesa dedicata a San Giacomo, che conserva maioliche originali ed alcuni dipinti del Santo, che viene rievocato il giorno 25 luglio con una suggestiva Festa di Quartiere. Diversi Artisti Contemporanei abitano il Quartiere. Vi sono, inoltre, delle curiosità nella località, come, ad esempio, la Grotta che si trova sulla salita delle Camerelle, utilizzata dai Positanesi, come Rifugio durante la Seconda Guerra Mondiale; e tanti altri racconti si possono ancora ascoltare fermandosi a parlare con qualche anziano del posto, che è facile incontrare, seduto a godere la vista del mare, dalla piccola Piazzetta Bellina, l’unica del Quartiere. Chiesa Nuova La Chiesa Nuova, è il drappello di Case, che sorge più alto, ed è fra i più antichi del Paese, tagliato in 2 da una Strada Rotabile, ma unito in un groviglio di leggende, che raccontano di trascorsi Arabi e di Antiche Tradizioni. La Chiesa, da cui il Quartiere prende il nome (Chiesa Nuova), è l’unica del Paese a Pianta Ellittica; c’è chi racconta, che sia stata una Moschea dalla caratteristica copertura a cupola, costruita quando i Positanesi, nei loro commerci con l’Oriente, ebbero a stringere grandi rapporti d’amicizia con i loro clienti, al punto di consacrare un luogo alla loro Religione. Al suo interno sono conservati quadri antichi ed un’Urna Cineraria della Sacrestia Romana del I secolo dopo Cristo. Altre influenze Arabe, sono leggibili in una Strada di collegamento del Quartiere con Santa Maria del Castello, Frazione Montana di Vico Equense, che fu costruita da prigionieri Mori nel 1700. Passeggiando per i Vicoli e le Scale del Quartiere, si incontrano le Ville che hanno ospitato grandi personaggi. Fornillo È uno dei Quartieri più affascinanti, profondamente legato alla storia di Positano. Annunciato da una Grotta Naturale, nella quale vi sono un’Edicola Votiva ed un meraviglioso Presepe, che rappresenta Positano in miniatura, è da sempre rifugio e luogo di riposo di Artisti e Scrittori. Lungo le Rampe che conducono alla Spiaggia di Fornillo s’incontra la deliziosa Chiesetta di Santa Margherita, dal pregevole pavimento in cotto Campano, parzialmente maiolicato; uno degli angoli più suggestivi del Paese. Dalle Scalinatelle, alle Casette maiolicate e agli incantevoli Scorci Panoramici, Fornillo è l’elegante cuore di Positano. Laurito A circa 2 km da Positano, in direzione Amalfi, s’incontra il Borgo di Laurito, uno dei nuclei più antichi di Positano e forse, della Costa d’Amalfi. La posizione panoramica privilegiata, che abbraccia il primo tratto del versante Amalfitano della Penisola, rende questo scorcio di Positano, uno dei luoghi più belli del mondo. Incantevole, la Chiesetta di San Pietro, che si incontra proprio lungo la Strada Costiera, circondata da colorate Bougainville, sembra essere sospesa tra cielo e mare.

Cimitero
Il Cimitero di Positano è situato in una Zona Panoramica, nel Quartiere Liparlati, sul medesimo costone roccioso su cui sorgono gli Abitati di Montepertuso e Nocelle. 
Il luogo, racchiude un fascino particolare: la stradina che vi conduce è punteggiata da Ville Nobiliari Ottocentesche, caratterizzate dalle pregevoli Architetture e, dal Cimitero, si ha un'ampia vista sull'intera Costiera Amalfitana e della Penisola Sorrentina, fino a poter scorgere, nelle giornate più limpide, i Faraglioni di Capri. 
L'ultima parte della Via, è denominata "Via Stefan Andres", in quanto, lo scrittore, originario di Treviri, visse a Positano, nel quartiere adiacente al Cimitero, per un lungo periodo, assieme alla sua famiglia. Al centro dell'area, sorge una piccola Cappella con volta a botte, dalle forme semplici e quasi del tutto priva di decorazioni. 
Le Tombe, sembrano riprendere la conformazione dell'Insediamento Positanese: sono disposte su più Terrazze, e composte da piccole Casette Bianche, dal tetto a doppio spiovente, sormontato da una croce e, spesso, ospitano al loro interno, un intero nucleo familiare. 
Molte sono le Sepolture di Personaggi Stranieri che hanno vissuto a Positano scegliendo di rimanervi; tra i personaggi più illustri, si ricorda Essad Bey, Scrittore Azero, la cui deposizione è sormontata da una stele in marmo rivolta verso La Mecca, secondo il Rito Musulmano; Michail Semenov, Scrittore Russo, sepolto assieme alla moglie Valeria Teja; Teodor Massine, padre di Léonide Massine, celebre Ballerino Russo, che abitò le Isole Li Galli; Ivan Zagorujko sulla cui lapide è riportata la sua frase preferita: «Come è bello il mondo di Dio»; Mechthild Andres, figlia dello Scrittore Tedesco Stefan Andres, morta a 9 anni, nel novembre del 1942, per malnutrizione e tifo.

Torri di Guardia
Nel Basso Medioevo, tutta la Costa fu fortificata con Torri di avvistamento che sfruttavano la morfologia del territorio.
Positano vide la costruzione di alcuni apparati difensivi, ancora oggi visibili dal mare.
La Torre 
Sponda è quella più antica; è a forma cilindrica, tipica del periodo Angioino, ed una base con le pareti a scarpata.
Collocata a ridosso del centro abitato, svolgeva funzioni di avvistamento. 
È databile al 1200, quando Roberto d'Artois fortificò la Badia di Santa Maria. 

Tra la spiaggia di Fornillo e la Marina Grande, si erge la Torre Trasìta, le cui prime notizie risalgono all'Epoca Vicereale. 
Si tratta di una struttura circolare che aveva funzioni di Torre di sbarramento. 

Situata all'estremità della spiaggia omonima, la Torre di Fornillo che sorge su uno sperone roccioso a picco sul mare. 
È una Torre di sbarramento realizzata nel Periodo Vicereale con una pianta che si adatta alla conformazione del territorio. 

La Torre di Renzo, con funzione di sbarramento, è appena visibile lungo la costa. 
Anch'essa faceva parte della Rete di Fortificazione volute nel Periodo Vicereale. 

Sull'arcipelago de Li Galli, vi è la Torre del Gallo Lungo
la cui funzione era Strategica, a controllo, sia delle Comunicazioni Marittime, sia della Baia di Positano. 
La costruzione risale all'Epoca Angioina, quando, Pasquale Celentano chiese il permesso di costruirla a sue spese. 

ESCURSIONI

Alla Grotta La Porta
m 200 sotto la Statale, in direzione Amalfi, è quanto rimane di una Caverna, originariamente molto ampia, ma distrutta da frane.
Nel materiale di riempimento, esistente nella parte terminale della Grotta, sono state rinvenute tracce di Industria Paleolitica, la cui datazione tramite il Carbonio 14, ha stabilito che la Grotta era frequentata, circa, tra gli 8819 e gli 8419 anni fa.

Al Ponte dei Libri
Appena fuori Positano, la Statale arriva con una grande svolta al *Belvedere di Positano, detto «Schiaccone», piccolo spiazzo sulla Conca di Positano - a giardini di agrumi e palmizi - sul superbo sfondo del Monte Sant'Angelo a Tre Pizzi. 
Ha inizio, poco dopo, la discesa in un tratto, ove la Costa presenta nude rocce, pareti a picco ed erosioni impressionanti; qui si stacca, a destra, la salita per (km 2,5) Montepertuso, le cui Case conservano la caratteristica copertura a volta, da dove, in ulteriori 20 minuti, si guadagna Nocelle, mentre il percorso raggiunge poco oltre il *Ponte dei Libri, gettato su una profonda fenditura della roccia che è guardata, ai lati, da 2 alti pinnacoli (un sentiero che scende nella forra, permette di ammirare la grandiosità delle pareti rocciose, stratificate in modo regolarissimo come enormi volumi, e l'ardita linea del Ponte, che inquadra pittorescamente un settore di mare); ben visibili nel Tirreno, sono gli Isolotti li Galli (Gallo Lungo, Gallo dei Briganti o Castelluccio, e la Rotonda), dove andrebbe individuata la “sede” delle mitiche Sirene di Omero, e dove sono i resti di una Villa Romana, mentre, in basso, la Costa è incisa da profonde erosioni (spicca la Grotta Matera).

Montepertuso
Con il sentiero che porta all'Oasi del Vallone Porto, si arriva ad un luogo da fiaba ricco di cascate, animali e piante rare.
Un'infinita serie di gradini, oppure una strada carrabile che si arrampica lungo la collina, uniscono il Paese a Montepertuso, la località sui Monti Lattari che sorge tra Positano ed il cielo.
Un autentico buco nella montagna che tradizione vuole sia stato creato dall'impronta del dito della Vergine.

Il Borgo di Nocelle
Sotto la cima di Montepertuso, sorge anche il minuscolo Borgo di Nocelle, una Frazione che, fino a pochi anni fa, era raggiungibile solo attraverso un sentiero che si inerpicava sul fianco della montagna o una scalinata di 1500 gradini che parte dalla spiaggia di Arienzo.
Nocelle, è il punto d'arrivo del Sentiero degli Dei, l'antico tracciato dei pastori che partendo da Agerola valica i Monti Lattari.
Dalla Piazza del paese si può godere uno dei più spettacolari panorami della Costiera, con la vista che si allunga fino a Capri con i suoi Faraglioni.

«Racconti di Viaggio»

«In questo paesaggio incomprensibile, solo il mare è orizzontale, e tutto ciò che è terra ferma è quasi perpendicolare»
(Astolphe de Custine)

«Viaggio in Costiera Amalfitana» Giuseppe Cocco (2013)

Arrivo a Positano nel tardo pomeriggio, via mare, dopo aver percorso l'itinerario in barca, costa costa, da Amalfi. 
Purtroppo, il gruppo con il quale sto viaggiando, non si fermerà molto qui a Positano, solo una toccata e fuga tardo pomeridiana.
Al molo ci imbattiamo in 2 sposi che romanticamente si fanno fotografare su una piccola barca da pesca, con lo sfondo del paese, circondati dai parenti vocianti.
Così, approdato al porticciolo, scendo dalla barca e comincio l'assaggio di questo agglomerato di case abbarbicate alla roccia della Costiera, dall'unica grande spiaggia, con un grumo di cabine, alle cui spalle c'è una grande spianata di cemento, il molo del porticciolo, che si affaccia al mare pieno di barchette alla fonda.
Dal molo si diparte una piccola strada in salita su cui affacciano botteghe bar e ristoranti, un hotel. 
Le botteghe, che si susseguono alternate a bar e ristoranti, vendono ciò che ha reso famosa la località, i sandali e gli abiti femminili, che hanno fatto moda, la Moda Positano. 
La tradizione di produrre i Sandali su misura nacque a Positano subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e da allora hanno fatto il giro del mondo, divenendo conosciuti e famosissimi. 
Inizialmente erano solo modelli semplici, bassissimi e poco elaborati, poi, nel tempo nuove applicazioni e tendenze moda hanno ampliato la scelta, seducendo, primi fra tutti, attrici e personaggi famosi che, come a Capri, hanno iniziato a recarsi in questo angolo della Costiera Amalfitana, forse per il suo aspetto appartato.
Il periodo di fine estate ha rarefatto i turisti e le persone sono poche; ne incontriamo, nel piccolo piazzale pensile, antistante la Chiesa: una coppia di anziani, seduti sul sedile di pietra e, affacciata al muretto, una bionda con pantaloncini succinti con stampata la bandiera inglese, in cima a 2 bellissime gambe abbronzate, camicetta bianca e borsa rossa a tracolla.
Quando ripartiamo l'atmosfera si è fatta ancora più romantica, grazie alle luci che si sono accese nei locali e nelle case.

STORIA

Secondo la tradizione, Positano sarebbe stata fondata dagli Abitanti di Paestum, profughi dalla loro città, distrutta dai Saraceni - e perciò chiamato Pestano o Pesitano - nel luogo ove era una Badia Benedettina, dedicata a San Vito, già esistente prima del 900.
Molto probabilmente, però, il nome deriva dai Posidii, Liberti di Claudio, che lì avevano un possedimento. 
I Positanesi rimasero, per qualche tempo, Vassalli della Badia, poi se ne affrancarono e si dettero alla navigazione, rivaleggiando con Amalfi. 
Il Borgo divenne Feudo, nel 1492, di Giovanni Miroballo, poi nel 1532, di Marino Mastrogiudice, di Giovanni Giacomo Cossa, nel 1558, e di altri.
Le prime testimonianze di un insediamento a Positano, risalgono alla Preistoria, più precisamente al Paleolitico Superiore, in cui, la Grotta "La Porta" era frequentata da una Civiltà di Raccoglitori e Cacciatori. 
Questa piccola caverna, situata a 120 m slm, a 10 m sulla Strada Statale, era un tempo molto ampia; è ancora possibile distinguerne la parte terminale e 2 nicchie. 
Nel 1955, organizzate diverse ricognizioni per individuare le frequentazioni preistoriche, durante gli scavi emersero diversi Fossili, di cui, alcuni di tipo malacologico come gusci di molluschi, e di fauna rappresentata da resti di mammiferi (cinghiali, stambecchi, cervi e caprioli), uccelli, anfibi e pesci. 
I rinvenimenti hanno fatto supporre che le genti che frequentavano le Grotte, avevano un'Economia basata prevalentemente sulla Raccolta di molluschi, mentre la Caccia agli uccelli come ai mammiferi era piuttosto marginale.
Nonostante la tradizione legata al mito delle Sirene (Ulisse), non vi sono notizie riguardanti una frequentazione Greca della Costa di Positano.
Le prime attestazioni Archeologiche risalgono al I secolo a.C., quando, sulla Costa della Penisola Sorrentina, furono costruite lussuose Ville Romane: una occupava la Baia, l'altra si estendeva sull'Isola del Gallo Lungo: un tipico esempio di come siano stati utilizzati in Età Claudia, anche spazi più reconditi, di una costa selvaggia, senza rispetto, addirittura, per gli scogli che, secondo la leggenda, sarebbero serviti da dimora delle Sirene. 
Queste Ville appartengono al «Tipo Disperso», cioè formate da diverse strutture non raggruppate tra loro e delimitate da giardini. 
La Villa di Positano viene descritta per la prima volta da Karl Weber nel 1758, che allora sovrintendeva gli scavi ad Ercolano e Pompei. 
Il Complesso è stato oggetto di scavi sistematici dal 2003, che hanno interessato la zona sottostante l'Oratorio della Chiesa Santa Maria Assunta e, il sito è stato trasformato, dal 18 luglio 2018, nel MAR (Museo Archeologico Romano) Santa Maria Assunta.
Le successive attestazione di insediamento risalgono al 900, è testimoniata la presenza di un Complesso Abbaziale Benedettino, dedicato a San Vito e Santa Maria, istituzione che avrà lunga vita, arrivando fino al 1700.
Con la dominazione Angioina prima ed Aragonese poi, la linea Costiera fu Fortificata con la costruzione di una serie di Torri di Guardia, sul mare e all'interno del paese, oggi inglobate nell'abitato per contrastare le offese dei nemici. 
Il 1700 fu un periodo di floridezza, come testimoniato dalle Ville tardo-Barocche, edificate lungo il versante Orientale. 
La Città, da sempre, strategico snodo Commerciale, fin da quando partecipava ai traffici della Repubblica Amalfitana, mise a frutto le proprie risorse, diventando in pochi decenni, una delle Piazze Commerciali più importanti del Regno. 
Buona parte dei Cittadini, divenne Armatore e Mercante, arricchendosi con il Commercio di tessuti pregiati, legnami, spezie ed altri prodotti raffinati. 
Furono diverse le famiglie che fecero fortuna in quel periodo, costituendo Società di "negozianti", finanziate dai 2 Banchieri del paese, che condividevano fortune e sfortune negli affari.
I Positanesi fondarono basi ed avamposti in varie Città d'Italia, e finanche all'estero, nei paesi di interesse commerciale: Medio Oriente, Nord Europa e America del Sud. 
Gli affari, cominciarono a diminuire e si interruppero quasi del tutto agli inizi del 1800, a causa delle Guerre Napoleoniche, della mutata situazione internazionale, dell'insicurezza delle Rotte Commerciali e della Concorrenza. 
I mercanti più attivi, decisero così di trasferirsi in altre Città Portuali (in cui spesso avevano già Basi Commerciali) per continuare i loro affari: Messina, Palermo, Napoli, Salerno, Gallipoli, Bari, Monopoli e Salerno.
Dal 1806 al 1860, Positano è stato capoluogo dell'omonimo territorio, appartenente al Distretto di Salerno del Regno delle Due Sicilie. 
L'Unità d'Italia, costrinse molti Positanesi, come tanti altri Meridionali, ad emigrare. 
Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia, è stato capoluogo dell'omonimo mandamento appartenente al Circondario di Salerno.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, nella quale Positano pagò un altissimo tributo di sangue, molti Artisti e Letterati Russi e Tedeschi, vi trovarono rifugio, eleggendola a propria dimora, facendo conoscere con le loro opere, questo angolo di paradiso al mondo intero.

MITI E LEGGENDE
Le Sirene
Nel mare di Positano, i 3 Scogli, detti Li Galli, furono per gli antichi le Sirenuse, le Isole delle Sirene, delle creature che, con il loro canto ammaliavano i marinai e li facevano perdere. 
Non lontano, al vertice della Penisola Sorrentina, sorgeva un loro veneratissimo Santuario. 
2 in Omero e in Esiodo, più tardi diventate 3 e poi anche 4 o più, per una tradizione antica, le Sirene erano figlie di 2 Divinità Marine, Forco e Cheto; mentre, per i Poeti di Età Alessandrina, il fiume Akeloo le aveva generate da una Musa.
Più tardi furono raffigurate come donne, il cui corpo terminava in coda di pesce, ma all'inizio furono metà donne metà uccelli: così le aveva mutate Demetra perché, compagni di giochi di Persefone, non l'avevano aiutata a salvarsi dal rapimento di Ade. 
Fra le loro vittime furono i Centauri, che, inseguiti da Ercole per il Tirreno, morirono di fame ammaliati dal loro canto. 
Si provarono anche con gli Argonauti, che però Orfeo sottrasse alla loro malia.
Solo uno, Bute, non seppe resistere alla tentazione, e si gettò in mare: lo salvò Afrodite, che se lo portò in Sicilia, e da lui generò Erice. 
Tutte le Sirene perirono tragicamente, dandosi volontariamente la morte: secondo una versione, sia annegarono per la vergogna di essere state battute in una gara di canto da Orfeo o dalle Muse; secondo un'altra, si gettarono in mare, non potendo reggere all’offesa che Ulisse aveva recato al loro orgoglio, rimanendo insensibile loro canto. 
Le onde gettarono il corpo di una di loro, Leucosia («colei che ha candide membra») e (sulla spiaggia di Posidonia, Paestum); Ligea («la melodiosa») approdò sulla riva presso Terina (Sant'Eufemia); Partenope (il cui nome significa «colei che sembra una vergine» o «che ha il corpo di vergine») toccò terra laddove poi forse sarebbe stata Napoli.

Etimologia delle Sirene
Molti studiosi moderni hanno cercato di illuminare l'etimologia del nome Sirene. 
Alcuni, lo hanno avvicinato alla radice semitica Shir (canto); altri, al Greco Seira (corda, fune), per cui, la Sirena sarebbe «colei che lega, che avvince»; altri ancora al Greco Seiros (ciò che brilla o arde), «riguardandole come la personificazione dell'incanto del mezzogiorno» (G. Giannelli, «Culti e miti della Magna Grecia»), G. Alessio suggerisce la possibilità da un rapporto fra Seirenes, Sirene e Zirene, «nome Mediterraneo dell'Afrodite di Macedonia», e su questo accostamento fonda una suggestiva proposta di interpretazione del mito.

Interpretazione del Mito delle Sirene
Con la fine dell'Evo Antico, scrive G. Giannelli, rimase viva solo la concezione Omerica, delle Sirene come «fanciulle dal dolce canto ed irresistibile attrazione, simbolo ... della donna che ammalia e seduce col dolce canto»: ma «nelle credenze popolari greche dei secoli VIII-V a. C. e nei monumenti raffiguranti corrispondenti, le Sirene ci si presentano nel loro aspetto ... di geni della morte, del pari che le Cheresse e le Erinni, di esseri appartenenti a quella lugubre schiera di Ecate, della quale fanno pure parte le Arpie, le Lamie e Thanatos stesso. 
Non sono tutte queste, altro che le anime dei Defunti che non furono pagate coi rituali onorifici delle tombe; e poiché non ricevettero le libagioni ad esse dovute, hanno il gusto ed il desiderio del sangue, e cercano di attirare a sé i mortali, ammaliandolì e seducendolì». 
A questa interpretazione, G. Alessio ne oppone una ben diversa.
Per lui, le Sirene del mito, sono la trasfigurazione fantastica di quelle che, in origine, furono fanciulle in carne ed ossa, Sacerdotesse di Afrodite, cioè quelle “Ierodule” che praticavano la prostituzione sacra, per arricchire i proventi dei Templi. 
Colte e raffinate, giacché allevate nei Santuari, vivevano a contatto con la Classe Sacerdotale, élite del tempo, "sapevano di canto, di musica, di danza ed erano avvolte da un alone di poesia e di mistero, anche per il fatto che avevano fatto sacrificio della propria verginità alla Dea dell'Amore".

Resti Preistorici
Presso l'abitato, circa 200 metri sotto la strada che conduce ad Amalfi, una Grotta, chiamata «la Porta», ha conservato resti, i più antichi dei quali, risalgono ad una quindicina di millenni fa: armi e strumenti di selce scheggiata ed un ciottolo con inciso un profilo di animale del paleolitico superiore; utensili che furono usati da cacciatori Mesolitici, i gusci dei molluschi che costituirono l'elemento principale della loro dieta. 
Parte del materiale è stato lasciato nella Grotta e vi si può tutt'ora vedere.

CIAK SI È GIRATO A Positano

Gli incantati scenari di Positano hanno attratto invece diverse produzioni, tra le quali: “Leoni al Sole” (1961), “Goodbye Mr Chips” (1969), “Amore a prima vista” (1994), “Il talento di Mr Ripley” (1999), “Sotto il sole della Toscana” (2003) e il recentissimo (2010) film musical “Nine” con Sofia Loren, Penelope Cruz.
Quel Fantasma di Mio Marito di Camillo Mastrocinque (1950) con Walter Chiari (link al trailer)

Leoni al sole nel il film d’esordio di Vittorio Caprioli (1961)



Come l'amore diretto da Enzo Muzii (1968)

Anna Maria, attrice, e Alfred, fotografo, si ritrovano a 2 anni dal loro primo incontro e decidono di rivivere, fin nei particolari, i bei giorni passati insieme. 
A Positano affittano un appartamentino con un'ampia terrazza con vista sul mare e trascorrono felici i loro giorni fino all'arrivo di Giulio. 
Amico di Anna Maria, proprietario di uno yacht, propone ai 2 giovani una crociera in Africa; un po' geloso, un po' urtato dalla presenza di un uomo venuto a turbare la loro intimità, 
Alfred rifiuta, è un primo screzio nei suoi rapporti con Anna Maria, che si turbano ancora di più in seguito allo sgradevole contegno da lui tenuto durante un cocktail-party. 
Mentre Anna Maria si imbarca sullo yacht di Giulio, Alfred si dedica al suo lavoro. 
Ritrovandosi, dopo la breve separazione, essi si accorgeranno però di volersi ancora bene. (link al trailer)

Le seduttrici diretto da Mike Barker (2004) (link al trailer)

War del regista Siddharth Anand è un film di Bollywood uscito il 2 ottobre 2019 nelle sale cinematografiche indiane. 

Ad annunciarlo una canzone interpretata da Hrithik Roshan e Vaani Kapoor, il cui videoclip è stato girato in Costiera Amalfitana.
Si chiama "Ghungroo" e ha visto 150 ballerini provenienti da Milano ballare insieme ai protagonisti sulla Spiaggia Grande, che per l'occasione fu riservata al cast, a Positano.


ITINERARI DEL GUSTO - PRODOTTI DEL BORGO
(In questa sezione sono riportate le notizie riguardanti prodotti agroalimentari e prodotti tipici)

Il Giallo dei Limoni, il verde intenso delle campagne, il blu del mare. 
In Costiera Amalfitana la cucina ed il territorio sono legati in modo indissolubile.
La bellezza favolosa delle sue località, i suoi tesori d'arte, hanno un sottofondo di sapori, aromi e profumi che diventano parte integrante di questo incanto.

I Limoni Igp, segnano in maniera unica il paesaggio della Costiera Amalfitana attraversato dalle coltivazioni a terrazzamento, che qui sono chiamate «Giardini», e sono anche protagonisti di tante ricette tipiche: non solo il celebre liquore Limoncello o i dolci come il Babà, le delizie, i gelati, ma anche i Ravioli di Ricotta insaporiti con la scorza grattugiata fino alle fette di mozzarella affumicate tra le foglie di limone.
E dai piatti questo frutto con il colore del sole balza sulle ceramiche, le cartoline tipiche, i profumi e i saponi. 
«Ovale di Sorrento» e «Sfusato Costa di Amalfi» sono i 2 Limoni Igp della Costiera Amalfitana, autentiche glorie locali coltivate nei terrazzamenti dove le piante sono sostenute da pali di castagno e ombreggiate dalle tradizionali «Pagliarelle» che riparano i frutti e ne ritardano la maturazione.
Pare che qui il Limone fosse conosciuto dai tempi dell'Antica Roma, ma sicuramente sotto la dominazione Araba, si intensificò la coltivazione molto importante per i Marinai, visto che l'alta concentrazione di vitamina C teneva lontano lo scorbuto.

La Cucina della Costiera Amalfitana ha il blu del mare nell'anima.
Gamberi, scorfani, pezzogne, occhiate, ricciole, polpi, pesce azzurro, molluschi sono i protagonisti di ricette indimenticabili come gli «Scialatielli ai frutti di mare», uno dei formati di pasta fresca più tipici della Costiera.

I Formaggi dei Monti del Latte
I verdi Monti Lattari sono la spina dorsale della Penisola Sorrentina tra la provincia di Napoli e quella di Salerno. 
I Romani li chiamarono così per via delle numerose capre e mucche allevate in questa zona.
La Ricotta freschissima è anche l'ingrediente fondamentale dei «'ndundereri» un tipo di Gnocchi (originari di Minori) che l'Unesco ha considerato una delle paste più antiche del mondo, che prevede latte cagliato nell'impasto.
Tra i formaggi da provare c'è anche il «Provolone del Monaco», così chiamato dal mantello, simile al Saio Monacale, con cui un tempo i Casari si proteggevano dal freddo mentre portavano i loro prodotti fino a Napoli, principale mercato per i loro prodotti.
È un formaggio ottenuto dalla lavorazione del latte della vacca Agerolese. 
Si ottiene riscaldando il latte per ottenere una cagliata maggiormente cotta rispetto alla produzione del Caciocavallo tradizionale. 
La maturazione deve avvenire con lentezza, senza conservanti, né fermenti. 
Successivamente si passa alla modellatura, dando una forma particolare rispetto a quella solita, di melone leggermente allungato e senza testina. 
La stagionatura, dopo averlo salato e asciugato, può anche avvenire in grotta secondo il disciplinare di produzione, partendo da un minimo di 6 mesi.

Dolce, anzi dolcissima a giudicare dal livello eccellente delle pasticcerie e dall'offerta di dolci tradizionali, ma anche rivisitati secondo l'inventiva dei maestri pasticcieri.
Positano ha un indirizzo doc, La Zagara, in via dei Mulini (www.lazagara.com), un luogo non solo goloso ma anche estremamente romantico, con le sue terrazze circondate da aranci e limoni.
Una delle specialità è l'omonima «Torta Zagara», una ricetta speciale che mescola la scioglievolezza del cioccolato alla dolcezza dei mandarini sciroppati; oppure la «Positanese Cioco», il mix perfetto tra Pan di Spagna e cioccolato che, su richiesta, può essere sostituito da una deliziosa cioccolata bianca.
Per i più golosi, invece, è possibile gustare una miscela di mandorle, amarena, meringa e cioccolato, prelibatezze che danno vita al «Brutto ma Buono». 
O ancora le marmellate casarecce, le crostate di frutta fresca, i gelati artigianali, le granite rigeneranti e i dolci della scuola campana.

SANTI PATRONI

San Vito, venerato anche come San Vito di Lucania o San Vito Martire (Mazara, III secolo - Lucania, 15 giugno 303), fu un giovane Cristiano che subì il Martirio nel 303 durante la grande persecuzione voluta dall’Imperatore Diocleziano. 

È venerato come Santo da tutte le Chiese che ammettono il Culto dei Santi, annoverato tra i Santi Ausiliatori ed il suo Culto si estende in tutta l'Europa, sin dai primi secoli dopo il suo Martirio. 

La sua memoria liturgica è ricordata nei giorni 15 giugno e 20 marzo.


Non si hanno dati storicamente accertati sulla sua origine, tuttavia la tradizione lo vuole nato in Sicilia da Padre Pagano. 

Secondo una Passio del 700 il fanciullo siciliano Vito, rimasto orfano di madre, fu affidato alle cure della Nutrice Crescenzia e del Pedagogo Modesto, che lo fecero convertire alla Fede Cristiana. 
Dopo aver operato già molti miracoli, Vito sarebbe stato fatto arrestare su istigazione del proprio Padre, assieme alla Nutrice e al Pedagogo. 
Avrebbero subito torture e sarebbero stati gettati in carcere senza che però avessero rinnegato la propria Fede. 
Sarebbero stati liberati miracolosamente da un Angelo, e si sarebbero recati in barca in Lucania per continuare il loro Apostolato. 

La leggenda vuole che, durante il viaggio, fossero nutriti da un'Aquila che gli portava cibo ed acqua, finché sbarcarono alla Foce del Sele sulle Coste del Cilento.
Acquistata sempre maggior fama di guaritore presso il popolo dei Fedeli, furono condotti a Roma dove sarebbe stato perfino supplicato dall'imperatore Diocleziano, di liberare il Figlio dal Demonio, ma, pur ottenuto il Miracolo, l'Imperatore li fece arrestare e li sottopose a Torture; vennero immersi in calderoni pieni di pece bollente, ma rimasero illesi; furono quindi gettati in pasto ai leoni, ma le bestie divennero mansuete. 
Furono, infine, torturati, ma vennero liberati da Angeli che li riportarono presso il Fiume Sele, dove morirono per le sofferenze il 15 giugno dell'anno 303.
Le Salme dei 3 Martiri, Vito, Modesto e Crescenzia, sarebbero state in seguito sepolte dalla Pia Matrona Fiorenza, in un luogo chiamato Marianus. 

San Vito, è protagonista, anche nella storia di Polignano a Mare, in Provincia di Bari; si dice che, dopo il Martirio, una Pia Matrona, di nome Fiorenza, in balia di una tempesta nel Sele, chiese aiuto a Dio, che le inviò in soccorso San Vito. 
La Principessa, per ringraziare il Santo, decise di dare degna sepoltura a lui e ai suoi compagni, in un «Locus Marianus», come richiesto da San Vito stesso. 
Così, Fiorenza diede ordine ai suoi uomini di fare ricerche su questo misterioso luogo, senza alcun risultato; la Principessa, ormai rassegnata, decise di seppellire i 3 corpi, lì dove li aveva trovati. 
Dopo qualche tempo, suo fratello si ammalò e, addolorata, chiese di nuovo aiuto a Dio; apparsole in sogno San Vito, le disse che avrebbe guarito il fratello, se lei avesse seppellito lui, Modesto e Crescienzia nel «Locus Marianus». 
Svegliatasi, Fiorenza ritrovò davanti a sé, un Giovane Medico che le chiese, in cambio della guarigione di suo fratello, di poter andare con loro nel «Locus Marianus», che le rivelò trovarsi in Puglia, presso il Castrum Polymnianense, l’attuale Polignano a Mare. 
Partita via mare, dopo 24 giorni di navigazione giunsero nel bellissimo porto dove la Principessa ebbe cura di far costruire una Chiesa in onore dei 3 martiri, ed acquistati alcuni poderi in loco, li donò ai Monaci Benedettini, perché potessero adorare per sempre i Santi Martiri. 

La Basilica nata nel 900 d.C., fu distrutta, nel 1300, dagli Ottomani e ricostruita, quasi un secolo dopo, dai Veneziani, che furono scacciati dal Feudatario del luogo. 
Nel 1700, la Basilica fu donata all'Ordine Benedettino, e destinata ad Abbazia; successivamente divenne del Regio Demanio. 
Nel 1866, fu venduta ai Marchesi La Greca, che ancora oggi sono proprietari dell’intero edificio, fatta esclusione per la Chiesa, di proprietà del Fondo di Edifici di Culto del Ministero degli Interni, e data in concessione alla Chiesa Matrice, Santa Maria Assunta, dove la Domenica si celebra la Messa.

Un'altra Leggenda Devozionale, lo vede protagonista sempre in Sicilia, a Regalbuto, dove, fermatosi per riposare, nel luogo dove ora sorge la Chiesa dei Cappuccini, avrebbe incontrato dei Pastori disperati perché alcuni cani avevano sbranato un bambino; allora, il Santo, richiamati i cani, si sarebbe fatto restituire da essi, i resti del corpo del bambino a cui avrebbe ridonato la vita.

Il Culto per San Vito e i Santi Modesto e Crescenzia, è già documentato nell'Antico Martirologio Geronimiano, e da alcuni accenni che si ritrovano in Gelasio I (che parla di un Reliquiario di San Vito a Roma), in Gregorio Magno (che cita un Monastero dedicato a San Vito in Sicilia) e nel «Liber Pontificalis», dove si parla di una Diaconia di San Vito. 

Già nel 700, le sue Reliquie erano sparse per l'Europa (a Parigi in St. Denis, in Westfalia nell'Abbazia di Corvey ed a Pavia, dove furono portate da Re Astolfo nel 755, nella Chiesa di San Marino), per poi essere portate da Pavia a Praga dall'Imperatore Carlo IV.

Al racconto originario della Passio del Martire, si aggiunsero, con il passare degli anni, varie leggende relative alle translazioni delle sue Reliquie, in varie Città e Monasteri, e vari Miracoli, che avrebbero avuto come protagonista Vito, leggende che contribuirono ad accrescere ulteriormente la sua fama.

È venerato come Santo Martire dalla Chiesa Cattolica, ed è un Santo molto importante anche per la Chiese Ortodosse Serba e Bulgara. 
La sua ricorrenza è osservata nei giorni del 20 marzo e del 28 giugno del Calendario Gregoriano, che corrisponde al 15 giugno del Calendario Giuliano.

San Vito è il Patrono ed il Protettore dei Danzatori, ed era assai venerato nel Medioevo, e fu inserito nel gruppo dei Santi Ausiliatori, Santi verso i quali, veniva invocata una intercessione in particolari e gravi circostanze, e per ottenere guarigione da malattie e patologie particolarila Corea di Sydenham, una forma di Encefalite, nota come Ballo di San Vito (in quanto può presentare postumi come tic, tremori, etc.), dall'Idrofobia, da Malattie degli Occhi (in Slavo la parola Vid = vista, fu associata al suo nome, e in quelle terre, il culto di San Vito, pare avesse sostituito l'antico culto di Svetovit), dalla letargia. 

I Simboli che lo rappresentano, è la Palma del Martirio ed il Calderone dentro il quale avrebbe subito il Martirio. 
È tradizionalmente rappresentato, anche in compagnia di 2 Cani.

A Marigliano (NA), identificata dagli studiosi con l'antico Marianus, presso la Chiesa di San Vito, costruita su una Basilica Martiriale AltoMedievale ed annessa, a partire dalla seconda metà del 1400, ad un Convento Francescano, sarebbe custodita la Tomba del Martire sigillata da un marmo, ricoperto, un tempo, da pietre preziose, sul quale è incisa la frase latina: «HIC VITO MARTIRI SEPVLTVRA TRADITVR».

A Polignano a Mare, nell’Abbazia a lui dedicata, sono conservati Reliquiari contenenti un Braccio e la Rotula di un ginocchio, più una Pisside.
Presso il Fiume Sele, sorge un'Antica Chiesa dedicata al Santo, nel luogo dove fu sepolto, presso Eboli. 
Ancora oggi, presso il luogo del Martirio, indicato dalla tradizione, sorge la Chiesa di San Vito al Sele e, molti Comuni della Valle del Sele (Caposele, Calabritto, Quaglietta, Senerchia, Oliveto Citra, Colliano, ecc.) hanno, in memoria del Martire, o conservano Toponimi e Luoghi di Culto, dedicati a San Vito, testimonianza del primitivo Culto, che Vito ebbe in queste zone, e che poi si diffuse in tutta la Cristianità.


La Madonna Assunta è il corrispettivo dell'Assunzione di Maria al Cielo, un Dogma di Fede della Chiesa Cattolica, secondo il quale Maria, madre di Gesù, al termine della sua vita terrena, andò in Paradiso in anima e corpo.

Il Culto si è sviluppato a partire dal 400, diffondendosi e radicandosi nella Devozione Popolare. 
Il 1° novembre 1950, Anno Santo, Papa Pio XII, avvalendosi dell'Infallibilità Papale, proclamò il Dogma, con la Costituzione Apostolica «Munificentissimus Deus» con la seguente formula: «La Vergine Maria, completato il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo». 
Queste parole, volutamente, non chiariscono se l'Assunzione di Maria sia stata preceduta o meno da sonno profondo o da morte naturale (Dormitio Virginis, espressione che in effetti può riferirsi sia ad un sonno che alla morte naturale): pertanto la Dormizione di Maria non è oggetto di Dogma nella Chiesa Cattolica.

Queste le parole di Pio XII, nella Solenne Proclamazione:
«Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo».

Il dogma Cattolico proclamato da Papa Pio XII, attraverso la Costituzione Apostolica «Munificentissimus Deus» è l'unico Dogma proclamato da un Papa nel 1900, di cui questo è il passaggio finale del documento, con la solenne definizione dogmatica:
«Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo.
Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica.»

È parte integrante della Fede della Chiesa Cattolica, delle Chiese Ortodosse, delle Chiese Ortodosse Orientali; solo una piccola parte degli Anglicani la accetta come uno degli «adiaphora» [il termine adiaphora - dal greco ἀδιάφορα, “cose indifferenti” - era un concetto usato dalla filosofia stoica per indicare cose che sono al di fuori dalla legge morale, cioè azioni che non sono né moralmente prescritte né moralmente proibite], mentre il resto degli Anglicani, come pure tutte le Chiese Protestanti ed Evangeliche, la rifiuta. 
Alcune Chiese Cristiane, accettano il Dogma in Anima e Corpo, con Dormizione, oppure senza pronunciarsi in merito.

Secondo tradizione, quindi, l'Assunzione di Maria non implica necessariamente la morte (tesi della Dormizione), ma neppure la esclude. 
L'Assunzione, nel pensiero Cattolico, è un'anticipazione della Risurrezione della carne, che per tutti gli altri uomini avverrà soltanto alla fine dei tempi, con il Giudizio Universale. 
È quindi differente dall'approdo in Paradiso riconosciuto ai vari Santi, i quali hanno raggiunto la beatitudine celeste solo con l'anima. Questo, tra l'altro, giustifica le numerose apparizioni di Maria nel corso del tempo in tutto il mondo, che la Chiesa Cattolica, nei casi in cui le riconosce credibili, lo fa anche riguardo al fatto che la Madonna appare realmente in carne e ossa.
Al riguardo, non è contraddittorio il fatto che Maria sia apparsa nei vari secoli e continenti con aspetto fisico differente: la Chiesa Cattolica crede e professa che, il corpo con cui i Redenti vivono la Beatitudine Eterna, sia un corpo «Glorificato», e non lo stesso corpo con cui le persone conducono la loro esistenza sulla terra; il Corpo Glorificato non è soggetto alla relativizzazione spazio-temporale, né alla caducità, così come a nessuna legge fisica.

La Chiesa professa che Maria è, con Gesù, l'unica persona in tutta la storia dell'umanità, ad essere ufficialmente riconosciuta Assunta in Cielo (quindi in corpo e anima) già ora, prima della seconda venuta del Cristo, e ciò è possibile perché Maria, secondo la Chiesa, è stata l'unica persona ad essere preservata dal Peccato Originale, che ha coinvolto tutta l'umanità; per questo, la Tradizione, e poi il Dogma che ne è scaturito, dell'Assunzione di Maria, sono in stretta connessione logica con i loro corrispettivi, inerenti all'Immacolata Concezione, secondo cui, appunto, Maria fu preservata dal Peccato Originale alla sua nascita, anche qui, unica con Gesù tra l'umanità post Peccato Originale, anche se, la Tradizione dell'Immacolata Concezione è successiva nel tempo rispetto a quella dell'Assunzione, ed anche più elaborata e discussa Teologicamente. 
Tuttavia, paradossalmente, il Dogma dell'Assunzione di Maria è successivo a quello dell'Immacolata, anzi, è in ordine di tempo, l'ultimo Dogma della Chiesa Cattolica, essendo stato proclamato da Pio XII solamente nel 1950, quasi un secolo dopo quello dell'Immacolata Concezione, proclamato da Pio IX nel 1854.
Questo fatto non deve sorprendere: contrariamente al pensare comune, i Dogmi, più che essere imposizioni dall'alto ai Credenti, infatti, sono riconoscimenti ed ufficializzazioni di credenze e tradizioni già diffuse nel seno della Comunità, da parte della Chiesa; tra l'altro, spesso, sono stati proclamati, non per affermare un nuovo fatto di Fede, ma per difendere una Tradizione già esistente, da attacchi Teologici ritenuti Eretici. 
Così successe, ad esempio, riguardo alla Divinità di Cristo a seguito della diffusione dell'Arianesimo, contro cui si espresse il Concilio di Nicea nel 325, convocato appositamente da Costantino. 
Riguardo all'Assunzione, l'Antica Tradizione, unanimemente accettata da parte della Chiesa Cattolica, non necessitava di nessuna difesa, e quindi, la relativa proclamazione del Dogma, è stata fatta solo nel 1900, sollecitata dalla pressione che la Critica Scientista Moderna, ha operato su tutti gli aspetti della Fede Cattolica.

I Cristiani Ortodossi ed Armeni, celebrano la Dormizione di Maria; l'uso del termine «Dormizione» (in latino dormitio) deriva dalla Dottrina, sostenuta da gran parte dei Teologi, che Maria non sarebbe veramente morta, ma sarebbe soltanto caduta in un sonno profondo, dopodiché sarebbe stata Assunta in Cielo. 
Tuttavia nella "Chiesa alta" si propende per la seconda, più che per la prima. 
Né la Dormizione, né l'Assunzione, sono un Dogma presso gli Ortodossi o gli Armeni; né fanno parte della dottrina Anglicana; le Chiese Protestanti non credono nell'Assunzione di Maria, di cui non c'è nessuna traccia nella Bibbia.

L'Assunzione di Maria è il 4° Mistero della Gloria nella Devozione del Santo Rosario:
«Era conveniente che Colei che nel parto aveva conservato integra la sua verginità conservasse integro da corruzione il suo corpo dopo la morte. 
Era conveniente che colei che aveva portato nel seno il Creatore fatto bambino abitasse nella dimora divina. 
Era conveniente che la Sposa di Dio entrasse nella casa celeste. 
Era conveniente che Colei che aveva visto il proprio Figlio sulla Croce, ricevendo nel corpo il dolore che le era stato risparmiato nel parto, lo contemplasse seduto alla destra del Padre. 
Era conveniente che la Madre di Dio possedesse ciò che le era dovuto a motivo di suo figlio e che fosse onorata da tutte le creature quale Madre e schiava di Dio.» (San Giovanni Damasceno)

Lo Scritto più Antico riferibile alla dottrina dell'Assunzione di Maria in Cielo, è il «Liber Requiei Mariae», pervenutoci intatto, in una traduzione in lingua Etiopica, probabilmente del 300, o al più presto, nel secolo precedente. 
Altre più antiche versioni del testo sono pervenute in alcuni manoscritti in lingua Siriaca del 400 e 500.
Altri testi antichi, sono i «Six Books Dormition Narratives», e, le prime traduzioni a noi note di diversi Manoscritti in lingua Sirica del 500-600, sebbene risalenti al 300
Sulla base di questi Apocrifi Cristiani [il termine Apocrifo, dal Greco ἀπόκρυϕος, derivato di ἀποκρύπτω «nascondere», indica «ciò che è tenuto nascosto», «ciò che è tenuto lontano»], fu composto, a cavallo del 500, il «De Obitu S. Dominae», attribuito a San Giovanni il Teologo, identificato con l'autore dell'Apocalisse, composta nell'Isola Greca di Patmo, e citato all'inizio dell'opera. 
Al contrario, una Tradizione Secolare della Chiesa Cattolica ed Ortodossa, ritiene San Giovanni il Teologo, un Titolo di San Giovanni Apostolo ed Evangelista, datando il libro dell'Apocalisse in modo coerente: a San Giovanni Apostolo ed Evangelista, detto il Teologo, a Patmo, è consacrato un Monastero dell'anno 1000 e il Calendario Romano, contempla un unico Santo.

Secondo alcuni Teologi, la proclamazione di questo Dogma, sarebbe l'unica occasione in cui, un Pontefice ha fatto uso dell'Infallibilità Papale Ex Cathedra, definita formalmente nel 1870 da Papa Pio IX. 
La Chiesa riconosce che, in questa specifica occasione, il Papa ha proclamato un Dogma, esercitando l'Ufficio di Pastore e Dottore di tutti i Cristiani, e quindi, con il Carisma dell'Infallibilità.

Il Dogma Mariano, pone la Vergine prima fra gli esseri umani al Cospetto Divino, così come la Tradizione Secolare, nota come iperdulia [nella Teologia Cattolica, il Culto di "alta venerazione" dovuto alla Vergine, a differenza di quello dovuto agli altri Santi (dulia) e dell'adorazione diretta a Dio (latria)], ha riservato uno speciale ruolo e devozione alla Santissima Madre di Dio, che tuttavia resta un essere umano, che quindi non è nessuna delle 3 Divine Persone.

È una solennità celebrata il 15 agosto dalle Chiese Cristiane che accettano questo articolo di Fede; nel Calendario Liturgico della Chiesa Cattolica è una Festa di Precetto, riconosciuta in numerosi Paesi come giorno non lavorativo, e come Festività (sotto differenti denominazioni) da alcune Chiese che partecipano alla Comunione Anglicana.

Commento alla Proclamazione del Dogma dello psicanalista Carl Gustav Jung che rimase impressionato dalla proclamazione del dogma. 
Ritenendola «l'evento più rilevante della storia del Cristianesimo dai tempi della riforma», definì tale proclamazione «petra scandali per una mente priva di sensibilità psicologica», affermando che tuttavia «il metodo che il Papa adopera per dimostrare la verità del dogma ha senso per la mente psicologica». 
Nel nuovo dogma Jung interpretava ed apprezzava in particolare l'estensione simbolica della Trinità a "Quaternità" che si apriva finalmente alla dimensione femminile e, quindi, alla totalità.


TRADIZIONI - EVENTI - FOLKLORE
(Con il termine «Folklore» si intende l’insieme degli usi, abitudini, tradizioni, comportamenti, linguaggi di un popolo; insomma gli aspetti più caratteristici e suggestivi della vita di una Comunità)

Leggenda della Madonna Assunta e del nome di Positano
La leggenda narra che, una nave che trasportava una tavola lignea raffigurante la Madonna, mentre solcava le acque della baia di Positano, a causa di una bonaccia, non riusciva in nessun modo a riprendere il mare. 
Ad un certo punto, i marinai udirono una voce che diceva «Posa posa», ovvero "Fermatevi lì, in quel posto".
La voce pareva provenire dal quadro della Vergine Maria.
Così si avvicinarono alla riva.
Gli abitanti presero il quadro della Vergine e lo portarono nella chiesa di San Vito, Santo Protettore di Positano.
Il mattino seguente, però, miracolosamente la tavola lignea era sparita e fu ritrovata su un cespuglio di mortella.
Fu così, allora, che i Positanesi iniziarono in quel punto la costruzione della nuova Chiesa dedicata a Santa Protettrice la Madonna dell'Assunta, festeggiata con ogni onore il 15 agosto di ogni anno.


Leggenda della Madonna di Montepertuso
Si dice che a bucare il monte sia stato il dito indice della Vergine Maria, in seguito allo scontro con il diavolo.
Il demonio tentò di bucare la montagna con le sue mani per dimostrare la propria forza, senza successo. 
Fu allora che la Madonna, sfiorò col dito il monte che si sgretolò.
Sconfitto, il diavolo precipitò sulle rocce dove, ancora oggi, sono visibile le orme e la coda impressi in una roccia sottostante il monte. 


Nei giorni 1 e 2 luglio si festeggia il miracoloso evento e, nelle processioni viene narrata la storia: "Nel VI secolo Montepertuso era una selva abitata da popoli che si sfamavano grazie alla caccia della selvaggina locale.
Una notte vennero tutti svegliati di soprassalto da un continuo tuonare.
Scrutando il cielo verso il monte videro una grande luce bianca con al centro un’immagine.
Una giovane ragazza venne avvolta nel candore di questa luce ove sentì una voce materna che le disse: «Non aver più paura, il demonio è stato maledetto e i suoi sforzi contro questo monte sono finiti, perché distrutto lo spirito maligno. 
Resti del suo corpo a forma di serpente si trovano all’altro versante della roccia viva. 
Vieni, dunque, con me ed accompagnami sulla collina della selva Santa, ove ci fermeremo per sempre».
Era la voce della Madonna che, dopo aver sconfitto il maligno, volle rassicurare gli abitanti del posto.
Tutti furono illuminati nello spirito da questo evento prodigioso.

Premio Positano «Leonida Massine» per l'Arte della Danza (1° sabato di settembre)

COME ARRIVARE A Positano

In TRENO


Roma > Salerno

Clicca sul logo per Orari e Biglietti


In AUTOBUS

Dalla Stazione Ferroviaria di Salerno è possibile utilizzare il Servizio Autobus della SITA per gli orari e collegamenti consultare orari SITA cliccando sul logo 
qui sotto

https://www.sitasudtrasporti.it/

Autolinee di servizio pubblico interno

Il Servizio Pubblico interno è gestito dalla Società Flavio Gioia sas gli orari sono consultabili sul sito web: www.flaviogioia.com

In AUTOMOBILE

Prendere l’autostrada A3 Napoli / Salerno
– uscire a Castellammare di Stabia
– seguire le indicazioni per Penisola Sorrentina
– giunti a Meta di Sorrento, seguire le indicazioni per Positano
– Costiera Amalfitana.

Strada Statale 163 Amalfitana, principale asse viario di accesso al territorio comunale.
Strada Provinciale 425 Positano-Montepertuso-Vallone Porto verso Nocelle.


Mobilità Urbana

La mobilità è affidata, per i trasporti urbani, alla società Mobility Amalfi Coast Srl, aderente alla Società Consortile Salernitana Trasporti.

Molo Léonide Massine

Il porto consente i collegamenti con: Amalfi, Capri, Salerno.  

Contattami

Whatsapp: +39 348.2249595


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