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Viaggio in Magna Grecia: Paola


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, fine del viaggio per mare da Napoli con approdo in Calabria sulla spiaggia ghiaiosa di Paola piccola e primitiva. La discesa a terra ricorda quella raccontata da Emily Lowe nel suo Diario Calabrese [vedi], tra il mare mosso, gli spruzzi e le grida: «Balzai in terra in mezzo a un vociante tumulto, una mezza dozzina di uomini si contendevano il mio possesso». La solita tappa obbligata alla Dogana per ispezionare il bagaglio e fornire informazioni su questo “strano” viaggiatore inatteso ed improbabile che veniva accolto come un trafficante. Poi l’Albergo con la solita prima impressione di tutti i viaggiatori stranieri nel Sud Italia: stalla mal tenuta fuori che si dimostra abbastanza decoroso appena passata la soglia d’ingresso. Il contatto umano è difficile per Gissing che guarda e viene ricambiato con sguardi interrogativi e curiosi; ama la solitudine e aggirandosi per il corso di Paola si lamenta, come Lawrence nel suo viaggio in Sardegna, del fatto che non esistano più i bei costumi tipici, sostituiti da una maniera di vestire comune e scolorita dell’età distruttrice. Insomma come a Napoli solo ricordi nostalgici. Arrivata la partenza per Cosenza, il viaggio in carrozza lungo strade sterrate piene di curve e in forte salita 3 ore per raggiungere la cima della catena dei monti, in un paesaggio autunnale, con poche frequentazioni umane e poco dialogo con il vetturino che, come d’abitudine calabrese, a domanda risponde e non più; poi, come successe anche a Dumas [vedi Viaggio in Calabria], imbattendosi in Croci di legno probabile ricordo di delitti, ricevette una risposta ancora più secca ed allarmata. Dopo aver scavallato le cime della Grande Sila la vista spazia senza fiato sulla vallata percorsa dal fiume Crati e punteggiata di piccoli paesi bianchi. [Clicca per ascoltare il Podcast di 00:18:08 con la lettura del Capitolo]

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