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Campania: Guardia Sanframondi


Salendo a svolte tra olivi e viti, con splendida vista, si arriva a Guardia Sanframondi cittadina dal caratteristico aspetto medievale con un castello sulla cima della collina lungo la quale scende una cascata di edifici; un comune italiano della provincia di Benevento in Campania.

Dal 1100 al 1806 ha fatto parte della contea di Cerreto Sannita che è stata retta prima dalla famiglia Sanframondo e poi, a partire dal 1400, dalla famiglia Carafa. 
Il suo nome deriva proprio dalla famiglia Sanframondo che la dotò di un possente castello a guardia della Valle Titernina, teatro di almeno due assedi nel corso del Quattrocento.

Il comune è conosciuto principalmente per i suoi vini pregiati e per i suggestivi riti settennali di penitenza in onore dell'Assunta. 

GUARDIA SANFRAMONDI

Regione: Campania
Provincia: Benevento BN
Altitudine: 428 m slm
Superficie: 21,1 km²
Abitanti: 4.897
Nome abitanti: Guardiesi - Guardioli (forma dialettale)
Patrono: San Filippo Neri (26 maggio)
Gemellaggio: Willoughby (Nuovo Galles del Sud - Australia)










Guardia Sanframondi dista dal suo capoluogo di provincia (Benevento) circa 28 km e fa parte della Comunità Montana del Titerno e Alto Tammaro
Si presenta come un caratteristico borgo medievale dominante l'intera Valle Telesina
Il suo territorio è quasi esclusivamente collinare per cui gode di un clima mite e di un ampio panorama; solo la parte meridionale, che protende verso il corso del fiume Calore, è pianeggiante. 


È capoluogo di mandamento nel circondario di Cerreto Sannita, diocesi di Telese e Cerreto
Il paese è situato sul pendio di una elevata collina, coperta tutta di lussureggiante vegetazione in olivi, vigneti e alberi da frutto di ogni specie. 
Indubbiamente Guardia Sanframondi possiede un territorio ubertoso, ben coltivato, che dà rendita proficua al proprietario e all’agricoltore; ed esporta in molti e lontani punti della provincia le sue uve, i fichi, gli oli, il vino
L’agro intero è ricco di molte abitazioni rurali e parecchie casine di campagna. 
È attraversato dalla Sannitica.
Alcuni fanno risalire la sua fondazione ad epoca romana o sannita, altri ad epoca longobarda, altri ancora al periodo normanno
È certo che questo territorio è stato abitato fin da tempi antichissimi
A testimonianza del fatto diversi ritrovamenti di manufatti litici del paleolitico inferiore in contrada Starze e in contrada Limata nel vicino comune di San Lorenzo Maggiore, (un’“amigdala” di tipo chelleano conservata nel Museo della Società Antropologica di Parigi). 
Altri manufatti in pietra di età neolitica sono stati ritrovati nella Grotta Sant'Angelo: gli scavi diretti dal locale antropologo Abele De Blasio nel 1896 portarono alla luce cocci di creta, una punta di lancia silicea, frammenti di ossa animali
La suddetta grotta fu dimora dell'uomo anche nella successiva età del bronzo, come dimostra il ritrovamento di asce di bronzo, monili vari, punte di lancia, fibule, un rasoio, uno scarnatoio o scarificatore, un ago da cucire, quattro ciondoli
A testimonianza dell'età del ferro ci sono in particolare un dolmen, cioè un monumento sepolcrale, una punta di lancia di ferro, due fusaiole, dei menhir (questi ultimi purtroppo abbattuti ed andati perduti). 
A favore della tesi romana o sannita, viene citata la favorevole posizione geografica, ideale per qualsiasi insediamento di carattere militare; difatti, alcuni studiosi pensano di ubicare l’antica città di Fulfulae proprio sulle pendici del Monte Ciesco. 
L'ipotesi longobarda è strettamente legata alla suddivisione della loro società in liberi, nobili proprietari terrieri, soldati di diritto detti arimanni, i cosiddetti aldii, ed infine i servi; a quest'ultima categoria appartenevano gli abitanti delle campagne obbligati a lavorare per i propri padroni. 
In ogni contado si ebbero corti, condome, masse, vichi e casali. 
Tra i vichi, in alcuni vecchi trattati, viene nominato Vico Fremondo o Vico San Fremondo che corrisponderebbe all’odierna Guardia Sanframondi.
La località assunse così il nome di Warda, ossia luogo di guardia e di vedetta possibile grazie alla strategica posizione collinare; dove i Sanframondo costruirono, in cima al paese, un enorme castello che permetteva il controllo dell'intera valle sottostante.  
I Longobardi iniziarono la fortificazione del centro abitato, per attaccare con maggior vigore il nemico e per difendersi altrettanto prontamente. 
Dopo la parentesi saracena, che comportò grave scompiglio anche nel Ducato di Benevento, l'antica Warda longobarda passò sotto il dominio Normanno.
Il paese fu teatro della sconfitta dei Normanni ad opera del prode Longobardo Landulfo della Greca (1113). 
Ai Normanni si avvicendarono prima gli Svevi e poi gli Angioini, che dopo oltre un secolo e mezzo furono scalzati dagli Aragonesi.
Parlando della famiglia Sanframondo, che resse tra alterne vicende il paese dal 1088 circa al 1460, alcuni sostengono che siano stati di origine angioina, e cioè che siano venuti in Italia con Carlo I d'Angiò (difatti il paese viene citato nel Catasto del 1268 voluto da Carlo I d'Angiò, in cui viene già chiamata Guardia Sancti Fraymundi); altri studiosi, invece, ritiengono che siano normanni e che proprio da quel Castello presero il nome Sanframondo.

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Le notizie cronistiche su questo paese non vanno oltre l’epoca normanna; e la tradizione vorrebbe fosse sorto da case costruite accosto e sotto la protezione di una Torre fabbricata dai Sanframondo (ancora visibile) a Guardia dei loro possedimenti abbastanza estesi nella valle Telesina. 
A convalidare l'ipotesi di un'origine longobarda vi è un documento nel quale si afferma che il nome di Guardia Sanframondi derivi dalla famiglia dei Sanframondo, che nel 1100 ebbe in feudo il comune di Cerreto Sannita e dintorni, tra cui Guardia.
Eppure, questa tradizione parrebbe risultare erronea, potendosi riferire, tutto al più, soltanto all’ingrandimento del paese, ma non all’origine, perché il paese esisteva prima del dominio dei Sanframondo
Ma, purtroppo, mancano del tutto i documenti d’archivio sui quali basare un sicuro giudizio. 
Notizie più antiche della terra abitata, si rinvengono nella narrazione delle gesta di Re Ruggiero scritte dall’Abate Telesino; ma i Sanframondo erano orgogliosi di chiamarsi "orti ex genere Normandorum", riferendosi ad un documento del 1151.
Volendo indagare sulla probabile origine del nome, si trova che, nell’anno 856 (epoca longobarda o principato di Benevento) esisteva un vico di Telese chiamato vico di San Fremondo
Questa circostanza, che si rileva chiaramente da un documento riportato dal Gattola nell’"Historia Cassinensis" e dalla menzione fattane dall’"Ostiense" (documento nel quale un nobile Maione, figlio di tal Teosperto, abitante del vico di San Fremendo presso Telese, vicino la chiesa di S. Maria Geofora, volle morire vestito da benedettino, e offrì al monastero Cassinese le sue corti in Puglianello), chiarisce abbastanza che un Fremendo abbia dato il nome al vico o borgo della Telese Longobarda, e che, da quel Fremendo, sia poi venuto probabilmente il cognome Sanframondo, che estese i propri possedimenti sulle rovine del Gastaldato di Telese, nell'avvicendarsi delle signorie diverse che queste contrade abitarono. 
Il Capecelatro nella sua opera sull’origine delle famiglie nobili (voi. II pag. 49) afferma che, un Raone di Sanframondo fu il primo signore della Guardia Sanframondi. 
Ai tempi di Re Ruggiero il paese si chiamava soltanto col nome di Guardia; il che fa dedurre che il nome dovette essere anteriore alla dominazione dei Sanframondi o Sanframondo.

Infatti l’Abate Telesino, nel cap. XXVIII, dopo aver parlato delle arti che il conquistatore usava per ingraziarsi i Beneventani, e degli accampamenti siti presso il fiume Calore, seguita così: ”Post haec motus inde regreditur, visurus quodam municipium quod nuncupatur Guardia” - Dopo questo movimento per poi tornare a vedere il municipio chiamato Guardia. 
Dunque fin del 1138 la terra, abitata e già municipio, si chiamava Guardia. 
Se ciò non bastasse, abbiamo il documento del cartario della Badia di S. Maria in gruttis del 1160, posteriore di soli 22 anni all’epoca cui accenna l’Abate Telesino, nel quale vien detto che Guglielmo di S. Fremondo, figlio di Guglielmo, signore di Limata, Guardia ed altro, dona a Pietro di Limata una casalina, che già fu posseduta da Rainone Brettone, nel luogo detto castello. Poco posteriore al 1140 è il catalogo dei baroni in cui Guardia era in demanio feudale di Guglielmo de Sancto Fraymundo, e dipendeva dalla Contea di Caserta (Comitatus Casertae).
Nei frammenti del catasto di Carlo I d’Angiò (anno 1268), viene già chiamata Guardia Sancti Fraymundi, e la si dice abitata da 23 famiglie, che vennero tassate in ragione di "augustale uno pro quoltbet foculare". 
La stessa denominazione conserva nel Cedolario di Re Roberto dei 9 ottobre 1320, dove trovasi tassato di once 5 e tari 29, di tari 3 per disgravio di Alvignano, e di altri 10 per esonero di Caiazzo, e messa fra Limata e Civitella.

I Conti Sanframondo dotarono Guardia di un possente castello il quale fu teatro di due memorabili assedi
L'11 giugno 1440, sotto minaccia di distruzione, il conte Guglielmo IV Sanframondo si dové sottomettere al nuovo sovrano Alfonso V d'Aragona. Nel 1461 i Sanframondo pagarono definitivamente la loro fedeltà alla Francia quando, dopo un assedio e un saccheggio da parte delle truppe di Ferdinando I di Napoli, persero i loro feudi e furono costretti all'esilio. 
Alla famiglia Sanframondo succedettero i Carafa, Duchi di Maddaloni e Conti di Cerreto Sannita, e la loro dominazione durerà fino al 1806, anno in cui fu proclamata dai francesi l'abolizione del feudalesimo
Guardia entrò così a far parte della Contea Superiore dei Carafa, avente come capoluogo Cerreto. 
Nel corso dei secoli il paese fu colpito anche da alcune catastrofi naturali, tra cui il terremoto del 1456, che comportò notevoli danni e numerose vittime, e quello ancor più disastroso del 5 giugno 1688 che lo distrusse quasi completamente, mietendo circa 1.200 vittime
Guardia venne ricostruita nello stesso posto, grazie alla tenacia e alla volontà dei suoi abitanti. 
Nel 1700 divenne un fiorente centro della concia delle pelli, che lo rese celebre tanto da essere appellato Guardia "delle sole"
Nel 1810, la commissione feudale riconobbe all'Universitas Guardiese, la proprietà della "montagna di Guardia" e abolì i diritti baronali. 
Nel 1811, in età murattiana, il paese fece parte del distretto di Piedimonte d’Alife, e nel 1861 passò dalla Terra di Lavoro alla neonata Provincia di Benevento.

Il 10 e 11 ottobre 1943 fu cannoneggiata dalle truppe statunitensi con conseguenti danni agli edifici e morti di civili. 
Negli ultimi anni Guardia sta cercando di affrontare il grave problema dell'abbandono e dello spopolamento del centro storico sviluppatosi attorno al Castello, a seguito del terremoto del 1980


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IL COSTUME DI GUARDIA SANFRAMONDI

Il costume di Guardia Sanframondi è scomparso da anni, oggi i giovani di ambo i sessi si uniformano ai dettami dell'ultima moda. 
Tuttavia, in alcune famiglie si conservano ancora gli antichi abiti, ricordo di tempi che furono.



L'abito maschile

Gli artigiani ed i contadini solevano indossare il panciotto e la giacca di tinta scura. 
Pantaloni corti che arrivavano un pò al di sotto dei ginocchi e avevano in basso ed all'esterno un piccolo spacco ornato di finte asole e di bottoni. 
Le calze erano in filo bianco e ben lavorate a mano; basse e nere le scarpe
Portavano il berretto o il cappello tondo. 
Qualcuno aveva gli orecchini d'oro a forma di piccolo anello. 
In inverno, per proteggersi dal freddo, si ricorreva al tabarro, un ampio mantello di colore turchino o marrone. 
Gli appartenenti alla corporazione dei conciatori indossavano un mantello di color rosso scuro.

L'abito femminile

Le donne, appartenenti ai ceti degli artigiani e dei contadini, indossavano una camicetta (cammisola) di lino o di seta generalmente bianca, dalle maniche lunghe che si allungavano alle estremità. 
Su di esse portavano un corpetto di stoffa senza maniche (veste) ed un ampio fazzoletto, piegato a triangolo (scolle) che copriva in parte le spalle, incrociandosi sul davanti. La gonna era della stessa stoffa del corpetto, di colore turchino o marrone. In basso era ornata da un alto strato di trine, disposte parallelamente l'una sull'altra. Tali trine (trene) erano di seta multicolore; talvolta erano sostituite da galloni d'oro oppure, negli abiti di gala, da una striscia di raso, generalmente rossa, tagliata ad ampi smerli nella parte superiore. 
Tali smerli erano, a loro volta, limitati da un galloncino di seta, dello stesso colore, alto un mezzo centimetro. 
Nella parte posteriore la gonna offriva due aperture ovali, della grandezza ognuna di un palmo circa, site appaiate sui reni ed erano circondate da trine e galloni increspati, ed al centro lasciavano vedere la stoffa delle sottostante cammisola.
Le nubili portavano la gonna senza trine. 
Un grembiule (vandera), di lana o di seta, ornava dinanzi il costume, di colore vario, viola, lilla, verde smeraldo, turchino, presentava in alto ed in basso un largo ricamo policromo, raffigurante fiori, geroglifici ed animali stilizzati. 
Il grembiule, mediante fettucce colorate si allacciava alla vita, però gli angoli superiori esterni di esso restavano pendenti.
Portavano calze di cotone bianco (cauzette) lavorate a mano e calzavano scarpe basse. 
I capelli, raccolti in larghe trecce si annodavano sulla sommità del capo. 
Le donne maritate, infilavano fra i capelli un pezzo di osso o di legno una mitra (volgarmente detto truocchio), sul quale si adattava una cuffia (scuffia) di seta colorata, accuratamente ricamata con seta delle tinte varie con fili di oro o di argento. 
La cuffia, anteriormente, copriva la testa fino ala fronte su cui comparivano pochi capelli; calava lateralmente lasciando però scoperte le orecchie ed indietro si estendeva sull'occipite. 
Sulla cuffia si adattava una tovagliola (tuaglia) di tessuto trasparente che, increspandosi in corrispondenza del vertice della mitra, pendeva invece libera sulle spalle.
In inverno usavano un ampio scialle di lana nera o uno scialle turco ai variopinti arabeschi. 
Come gioielli era di prammatica l'uso di orecchini (auricchini) d'oro, generalmente a forma di un complicato nodo; la collana (susta) era talvolta sostituita da un vellutino nero da cui pendeva un grosso ciondolo ovalare (brillocco). 
L'anello con corniola completava l'abbigliamento. 
In caso di lutto gli orecchini ed il brillocco non venivano aboliti, ma ricoperti accuratamente di stoffa nera.

ITINERARI e LUOGHI


Il centro storico, sviluppatosi attorno al Castello, è stato in parte abbandonato a seguito del terremoto del 1980, conservando ancora intatti alcuni scorci medievali
Vi sono diverse e pregevoli chiese barocche anche se l'abbandono degli anni passati ha recato qualche danno all'enorme patrimonio artistico del paese, che per il suo aspetto tipicamente medievale rimane uno dei più suggestivi centri della cultura sannitica
Infatti, ad eccezione del Santuario dell'Assunta e della Chiesa di San Sebastiano, le altre architetture religiose sono in gran parte in degrado (Convento e Chiesa di San Francesco, Chiesa di San Rocco, Chiesa di San Leonardo); mentre la Chiesa dell'Ave Gratia Plena, seppur restaurata, è stata oggetto di diversi vandalismi. 
Lo stesso Museo degli argenti è stato chiuso a seguito dei numerosi furti susseguitisi negli anni. (clicca qui se sei interessato ad approfondire i monumenti)

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LUOGHI DELLA CULTURA
(Musei - Biblioteche - Musica)

Musei

Museo Civico
Ha sede al piano terra di Palazzo del Municipio. 
Conserva tele del 1500 e 1600, opera del pittore Paolo de Matteis.

Museo Delle Farfalle
La collezione, donata dagli eredi dell'avvocato Pascasio Parente, appassionato entomologo guardiese, raccoglie ed espone oltre 1.000 esemplari provenienti da ogni parte del mondo. 
Gli insetti sono collocati in 56 teche di vetro costruite in modo tale da poter osservare nitidamente l'aspetto e le particolarità mimetiche degli esemplari.

Museo dei "Senza Storia"
Si tratta di una raccolta di manufatti legati all'arte della tessitura e del ricamo, nonché di eleganti vestiti della fine del 1800, cuciti e ricamati a mano. Si possono ammirare un imponente telaio a mano del 1700 ed altri pregevoli spazi dove sono stati minuziosamente ricostruiti un'antica cucina di campagna collegata ad una camera da letto, l'angolo del ciabattino ed altri ambienti d'epoca.

Museo degli Argenti
Inaugurato nel 1979 presso l'Oratorio dei Filippini, a seguito di diversi furti è stato chiuso. 
Il fondo originario conservava diverse sculture argentee barocche, argenterie napoletane dal 1600 al 1800, piatti per elemosina del 1400 e 1500.

Domus Mata
Spazio espositivo in cui vengono allestite mostre tematiche. 
Il museo è ospitato in un palazzo reso particolare dalla presenza di un giardino sorretto da mura in pietra

MuBac-Museo del Vino Casa di Bacco
Trova spazio nei locali del Palazzo di Bacco, ubicato tra piazza Castello e Corso Umberto I.

CIAK SI E' GIRATO A Guardia Sanframondi

Il paese sannita è stato negli anni cinquanta set di due importanti film del cinema italiano: nel 1953 Augusto Genina sceglie la Basilica Santuario dell'Assunta come set per il film "Maddalena" (vedi notizie), le cui scene esterne, invece, sono state girate nel vicino borgo di Cerreto Sannita.
Nel 1955 Mario Camerini ambienta nei borghi di Guardia Sanframondi, Cerreto Sannita e San Lorenzello "La bella mugnaia" (vedi notizie), film interpretato da Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Sophia Loren e Yvonne Sanson.


Nel 2014 Guardia Sanframondi viene scelta come set per l'horror movie "Janara" (clicca per saperne di più)
Film esordio alla regia di Roberto Bontà Polito con Alessandro D'Ambrosi, Laura Sinceri, Gianni Capaldi, Noemi Giangrande e Rosaria De Cicco. 
La janara nelle credenze popolari dell'Italia meridionale e in particolare dell'area di Benevento e in modo minore il Casertano, è una delle tante specie di streghe che popolavano i racconti appartenenti soprattutto alla tradizione del mondo agreste e contadino 


Alla fine degli anni '80 Guardia Sanframondi è stata sede di un importante Festival cinematografico: Incontri Cinematografici Internazionali con le tradizioni popolari
Registi provenienti da tutto il mondo presentavano i loro lavori aventi come tema le tradizioni e i costumi dei popoli con lo scopo di aggiudicarsi l'ambito premio D'uva D'oro
Le proiezioni e i dibattiti avvenivano presso il Castello dei Sanframondo, all'ingresso del quale venne eretta una struttura metallica che stilizzava una macchina da presa, in parte ancora visibile.

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MEMORIE DI UOMINI E DONNE

Padre Marzio Piccirilli (Guardia Sanframondi 1598-1656) Fondatore della Confederazione dell'Oratorio di San Filippo Neri di Guardia Sanframondi.

Fabio Golino De Vespasiano (Guardia Sanframondi ? - Napoli 1639) Avvocato del Foro di Napoli nel 1600. Autore di un importante opera in latino intitolata 'De procuratoribus tam ad iudicia quam ad negotia'.

Michele Foschini (Guardia Sanframondi 1711 - Napoli 1770) Pittore, Allievo di Francesco Solimena.
Tra le sue opere più importanti ricordiamo: La Vergine del Carmine, San Filippo Neri e San Pasquale Baylonne, tela custodita a Nusco; Santa Maria del soccorso, tela conservata nella Chiesa di Santa Maria del Campanile di Frasso Telesino; la Trinità con l'Immacolata sovrastante l'altare maggiore della Cattedrale di Cerreto Sannita; altri dipinti e affreschi sono custoditi nelle chiese napoletane di Suor Orsola Benincasa, di San Paolo Maggiore e nel Duomo. Lavoro anche presso la Reggia di Portici e Caserta.

Filippo Maria Guidi (Guardia Sanframondi 1752 - Napoli 1837) Matematico degli inizi del 1800.
Professore di matematica presso la Reale Università degli Studi di Napoli, successivamente esule a Parigi. Allo scienzieto è attribuita la traduzione del testo "Elementi di Geometria" scritto da Adrien Marie Legendre.

Sebastiano Guidi (Guardia Sanframondi 1767 - Lione 1863) Uno dei padri dell'omeopatia in Italia e Francia. Fratello di Filippo Maria, fu ispettore presso l'Università di Francia a Parigi.

Filippo De Blasio (Guardia Sanframondi 1820 - Napoli 1878) Giurista, all'epoca fra i legali più noti di Napoli, durante la Lungotenenza di Garibaldi delle Province Meridionali, il generale Cialdini lo nominò prima Direttore del Dipartimento di Grazia e Giustizia a Napoli (settembre 1860) quindi Prefetto di Polizia di Napoli (novembre 1860) e in seguito (luglio 1861), in sostituione si Silvio Spaventa, Segretario Generale del Ministero dell'Interno e Polizia a Napoli. Fu anche Segretario Generale nel Dicastero di Grazia e Giustizia di Torino e quindi deputato nel collegio di Montesarchio.

Alfonso Selleroli (Guardia Sanframondi 1855 - Napoli 1940) Artigiano ed abile costruttore di orologi da torre
Verso la fine del 1800 i sofisticati ed originali meccanismi ideati dal Cav. Selleroli, animavano i quadranti e le lancette degli orologi di numerose torri civiche italiane ed estere.

Abele De Blasio (Guardia Sanframondi 1858 - Napoli 1945) Antropologo, compì accurati studi nei quali mise in relazione le caratteristiche psicologiche e sociali di varie popolazioni e categorie di persone con la forma del loro cranio.

Luigi Maria Foschini (Guardia Sanframondi 1867 - 1943) Noto forenze, ricoprì la carica di senatore del Regno d'Italia.
Fu, inoltre, Consigliere provinciale di Benevento (1892-1914) nonchè Presidente del Consiglio Provinciale di Benevento (1914-1923).
Ricoprì ancora la carica di membro del Consiglio di Amministrazione del Banco di Napoli (1912-1914) e di quello della Società del Risanamento (1915-1924)

Carlo Tessitore (Guardia Sanframondi 1896 - Congo 1939) Laureatosi in igiene tropicale presso l'Università di Anversa partì per il Congo ove esercitò per vari anni la sua professione di tropicalista.

Pascasio Parente (Guardia Sanframondi 1897 - 1979) Avvocato penalista, podestà di Guardia Sanframondi dal 16.11.1934 al 18.12.1940.
Durante la Prima Guerra Mondiale prestò servizio come Ufficiale dei Bersaglieri, mentre durante il secondo conflitto fu aggregato al Servizio Informazione Segreto Militare e fu anche giudice Istruttore presso il Tribunale Militare di Lecce.
Per oltre 30 anni è stato il corrispondente da Guardia Sanframondi per il quotidiano il Mattino ed è stato tra i fondatori del quindicinnale sannita Messaggio d'Oggi.

Goffredo Coppola (Guardia Sanframondi 1898 - Dongo 1945) Filologo, Saggista, Politico, Professore Universitario, Rettore dell'Università di Bologna, fucilato a Dongo con Mussolini ed altri gerarchi.

Alfredo Parente (Guardia Sanframondi 1905 - Napoli 1985) Fratello minore di Pascasio, fu bibliotecario, filosofo, scrittore, critico musicale e letterario.
Intimo amico di Benedetto Croce, fondatore della Rivista di Studi Crociani.
Negli anni della Seconda Guerra Mondiale partecipò come partigiano alle Quattro giornate di Napoli.
Dopo la guerra fu giornalista per le principali testate del capoluogo campano e corripondente per altri giornali nazionali: 'Il Mattino', 'Roma', 'Il Giornale', 'Il Messaggero', 'Il Risorgimento liberale' e 'Il Gazzettino'.

Francesco Labagnara (Guardia Sanframondi 1905 - 1994) Apprezzato artista e decoratore, frequentò l'Accademia delle Belle Arti di Parigi, dove espose i suoi quadri in diverse gallerie.
Intensa è stata la sua attività artistica che lo ha visto protagonista in Svizzera, Belgio, Portogallo, Sud America.
A Madrid fu chiamato per il ritratto del piccolo Juan Carlos, l'attuale Re di Spagna. 

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Itinerari Religiosi Internazionali - La Via Francigena del Sud


Il paese è attraversato da uno dei principali Itinerari Culturali Europei, la Via Francigena del Sud, quella variante della Via Francigena oggi chiamata "Via Sacra Langobardorum", rientrando nel percorso individuato in terra sannita. La Via Francigena del Sud ripercorre la Via Sacra dei Longobardi, che da Roma passando per Benevento, la capitale della Longobardia del Sud, nota come Langobardia Minor, attraverso i comuni di Faicchio, San Lorenzello, San Salvatore Telesino, Guardia Sanframondi, San Lorenzo Maggiore, Ponte, Benevento, Paduli, Buonalbergo e Pietrelcina, prosegue verso la Puglia lungo l'antica Via Traiana fino a Troia per poi deviare verso il Gargano, in particolare verso Monte Sant'Angelo, cittadina che custodisce il Santuario di San Michele Arcangelo. 

Feste Religiose

Riti settennali di penitenza in onore dell'Assunta

Periodicamente si svolge un'inusuale manifestazione religiosa nota come i Riti Settennali. 



I riti vengono celebrati nella settimana successiva al 15 agosto, dal lunedì alla domenica. 
I 4 rioni del paese, ogni 7 anni (L'ultimo rito si è svolto dal 21 al 27 agosto 2017), danno vita a processioni ricche di rappresentazioni sacre: 2.000 partecipanti animano quadri plastici, detti misteri, raffiguranti episodi biblici.


Alla processione della domenica prendono parte un numeroso gruppo di penitenti che, in saio bianco e cappuccio, rinnova un antico rito medioevale di flagellazione


I penitenti, con in una mano una croce di legno e nell'altra un cilicio di sughero irto di aculei, oppure con una spugna piena di aghi bagnata di vino, si percuotono il petto fino a sanguinare. 
Il rito parte dalla Basilica dell'Assunta, procedendo inizialmente all'indietro per non volgere le spalle alla Madonna. 
La processione con i Battenti è preceduta dal Mistero di San Girolamo Penitente.
Le celebrazioni sono state inserite fra gli 8 grandi eventi della regione Campania. 

Il rito, che in molti altri paesi è scomparso, resiste qui come a Nocera Terinese (vedi servizio), in provincia di Catanzaro, a Verbicaro (vedi servizio) in provincia di Cosenza.
Ma quando nascono i  Vattienti? 
Eventi dove è il sangue di alcuni uomini, che si flagellano durante lo svolgimento di un rito che ha origini proprio nel medioevo, con il rito dei disciplinati.  
I Vattienti, presumibilmente appartengono ad un movimento religioso sorto nel 1200, che predicava l'imminenza del giudizio e dell'ira di Dio contro l'umanità corrotta e praticava pubblicamente l'autoflagellazione come modalità di espiazione dei peccati dell’umanità e ottenere da Dio la cessazione di guerre, catastrofi o epidemie.
La setta, fondata a Perugia dal mistico Raniero Fasani fra il 1259 e il 1260, anno in cui, secondo l'interpretazione di alcuni passi di Gioacchino da Fiore, avrebbe dovuto iniziare l'età dello Spirito, comprendeva circa 10.000 membri, che percorrevano le città flagellandosi sulle spalle invitando i presenti a pentirsi.  

Rassegne Culturali ed Enogastronomiche

"Il Grifone" Rassegna Nazionale di Teatro Amatoriale organizzata dall'omonima associazione tra giugno e luglio. (Non realizzata da diversi anni)
"Six Day Sonic Madness" Festival del indie-rock italiano ed internazionale.
"Benvenuta Estate", sul caratteristico laghetto si tiene una gara di pesca amatoriale.
"Vinalia" rassegna enogastronomica, dal 4 al 10 agosto tra le vie del caratteristico centro storico si snoda il "Percorso del Gusto", decine di cantine e aziende agricole fanno degustare i loro prodotti. 
L'appuntamento si conclude con "Calici di Stelle", manifestazione nazionale promossa dall'Associazione Città del Vino.
"Pane e olio in frantoio" nel mese di novembre.
"Rassegna dei Presepi" ambientata nelle botteghe antiche del centro storico, si svolge durante il periodo natalizio.
Guardia Sanframondi International Art Exhibition, la cui prima edizione si è svolta a luglio 2013, con mostre di dipinti, fotografie e film di autori italiani e stranieri

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AREE NATURALI

Oasi faunistica di Monte Ciesco
L'Oasi faunistica si estende per oltre 30 ettari in un crocevia di antichi sentieri sulla sommità del Monte Ciesco. 
È stata istituita nel 1997 per la salvaguardia di un territorio estremamente caratteristico. 
Il rimboschimento, essenzialmente conifere, latifoglie, tra cui castagno, acero d'Ungheria, cerro e roverella è in perfetta armonia con la vegetazione spontanea costituita prevalentemente da specie erbacee e arbustive come la ginestra e la rosa canina. 
La vera attrazione dell'oasi sono i cervi: per poterli ammirare è stato costruito, attraverso opere di ingegneria naturalistica, un percorso adatto a non disturbare la quiete degli animali. 
La fauna è arricchita dalla presenza di cavalli selvatici e uccelli sia stanziali che migratori. 
Con il passare del tempo l'oasi è diventata un vero e proprio laboratorio a cielo aperto, meta di scolaresche e amanti della natura. 
L'area fa parte della rete nazionale CEA (Ecotur - Centri di Educazione Ambientale) gestito dalla locale sezione di Legambiente.
 
Percorsi naturalistici
Diversi sono i sentieri che si snodano tra i boschi per gli amanti delle passeggiate nel verde e del trekking; i più suggestivi sono quello che porta all'Omo Morto (823 m s.l.m.), enorme massa rocciosa che rende riconoscibile la collina di Guardia da grandi distanze e quello che giunge nel vicino comune di Cerreto Sannita, presso la Morgia Sant'Angelo, massa calcarea dalle sembianze di una leonessa.
 
Laghetto
In località Pineta è presente un piccolo e affascinante bacino idrografico (con una superficie di circa 500 m²) sviluppatosi a seguito dello sbarramento del Rio Capuano. È consigliabile visitare il Laghetto nei mesi primaverili.

Corso del Torrente Ratello
In pieno centro storico, tra via Costarella e Via Dietro gli Orti, la messa in sicurezza del torrente ad opera di briglie di contenimento ha reso estremamente caratteristico il corso del Ratello, dove il dislivello viene disegnato da piccole e affascinanti cascate

PRODUZIONI TIPICHE


L'agricoltura è il principale settore su cui si basa l'economia del paese, in particolare la viticultura e l'olivicoltura: diverse sono le aziende agricole legate alla vinificazione e all'estrazione dell'olio di oliva. 
Da sottolineare la presenza di una Cooperativa Agricola Sociale (una delle più grandi in Italia, con una quantità di vino prodotto di circa 240.000 ettolitri per anno di cui 4.000.000 di bottiglie prodotte, circa il 13% della produzione).

Il comune di Guardia Sanframondi è parte dell'associazione nazionale città del vino.

Guardia Sanframondi è uno dei 5 comuni della "Sannio Falanghina City Wine - Città europea del Vino 2019, un riconoscimento assegnato da Recevin, la rete delle 800 città del vino presenti in 11 Paesi europei.

 

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COME RAGGIUNGERE Guardia Sanframondi
 
In TRENO

La Stazione più vicina e meglio servita è Telese-Cerreto, posta sulla Ferrovia Napoli-Foggia.
Poi in automobile o autobus in 18 minuti per 10,4 km


In AUTOBUS

AIR Bus

Linea Pietraroja-Benevento

Linea Piana di San Lorenzo-Telese, coincidenze per Napoli e Roma (quest'ultima raggiungibile da Telese con le linee private Marozzi, Caputo e Di Maio)

Linea Privata Autoservizi CLP

Collegamenti diretti con Napoli, Caserta e Campobasso


In AUTOMOBILE

Da Roma:

Uscita Caianello dell'Autostrada A1, proseguire lungo la Strada Statale 372 Telesina e uscire a Castelvenere e proseguire lungo la ex Strada Statale 87 Sannitica, attualmente Strada Provinciale 182.


Da Napoli:

Uscita Caserta Sud dell'autostrada A1, proseguire in direzione Maddaloni-Telese Terme, fino ad imboccare la Strada Fondovalle Isclero ed uscire a Telese, proseguire per Guardia Sanframondi.


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