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L’Italia in Topolino un Grand Tour degli anni '50

Un’originale coppia di americani, l’indimenticabile cult-car Topolino e le strade d’Italia: un Grand Tour anni ‘50, utilizzando una Topolino 500 acquistata usata per l'occasione e rivenduta tre mesi dopo, prima di tornare negli USA. 
Tanti paesi e cittá, da Roma alla Sicilia e poi a Firenze e Venezia, visti e visitati con la semplicitá dei mezzi di allora, attraverso le strade del dopoguerra, precarie ma anche veloci da percorrere (con gli occhi di oggi) dato il poco traffico. 
Tante annotazioni sugli usi e costumi degli italiani di allora, burocrati fino all'incomprensione ma anche simpatici, visti da un professore americano che amava l'Italia e la sua cultura. 
Ma il grande amore che aleggia per tutto il libro è per la loro mitica Topolino C, che, malgrado il suo piccolo motore che "non sembrava in grado di muovere neppure una bicicletta", fu in grado di portarli in giro per 6.000 chilometri attraverso l'Italia, senza mai un problema. 

L’invincibile senso dello humor dei protagonisti ha la meglio su contraddizioni e contrattempi, dal Monte Bianco all’Aspromonte.

Davanti ai loro occhi affascinati scorre un’Italia tutta da amare.

Un sentimento che giova riscoprire.

ASCOLTA i PODCAST dell’intero libro capitolo per capitolo

Introduzione - Lui, lei e la Topolino

La struttura narrativa è una delle più collaudate e flessibili che si possano immaginare, e così il genere letterario: chi non conosce almeno un esemplare di diario di viaggio in Italia di qualche milordino britannico, dama francese o poeta tedesco?

I protagonisti del nostro viaggio sono dunque una coppia di americani - Stanley T. Williams e Mary Lee - che si regalano, a conclusione di un periodo di lavoro in Italia, un’escursione ricalcata sui percorsi canonici del Grand Tour, Sicilia compresa.

Come in tutti i viaggi che si rispettino, il mezzo di trasporto è elemento integrante della storia e, visti i tempi, esso non può che essere un mezzo meccanico.

Anzi, il veicolo sembra sin dall’inizio sottostare a una sorta di metamorfosi creaturale che trova riscontro nel nome: la mitica Topolino.

Un primo divertente spetto del volume è appunto il rapporto di amorosi sensi che si instaura fra i viaggiatori e la loro piccola vettura.

Ascolta "Introduzione di Attilio Brilli - Lui, lei e la Topolino da «L’Italia in Topolino» di Stanley Williams" su Spreaker.

Capitolo 1 - Incontro con la Topolino

Vi racconto quello che è capitato a me.

Ci eravamo appena sistemati a Roma, quando Mary Lee mi disse: “Dobbiamo comperare una piccola automobile. A primavera prendiamo la via Appia e, attraversando l’Umbria, arriviamo a Siena, Firenze e infine a Venezia”.

Preoccupante.

Odio comperare e vendere, inoltre, considero i viaggi in automobile superiori ai trenta chilometri dei veri supplizi.

Fu un momento assai difficile ma, temprato da una lunga disciplina, tacqui.

Accettando il mio destino come un kamikaze giapponese, fui trascinato a ispezionare una distesa infinita di autoveicoli di seconda mano.

Quale scegliere?

Erano tutte identiche fra loro.

Parlavamo con un simpatico giovane proprietario del garage Parioli che si affrettò a dirci che aveva proprio l’auto che faceva al caso nostro: era una giardinetta di dimensioni assai ridotte, una Topolino appunto.

L’auto era stata di proprietà di una vecchia signora che la usava solo di tanto in tanto per portare a spasso il cagnolino.

Ascolta "Capitolo 1 - Incontro con la Topolino da «L’Italia in Topolino» di Stanley Williams" su Spreaker.

Capitolo 2 - La Topolino a Roma e in Umbria

Non dimenticherò mai quelle escursioni verso le cittadine umbre arroccate sulle colline: i verdi campi di orzo, i colli rivestiti di vigneti e oliveti, il delicato profilo dei boschi distanti.

Nelle piazze la gente sedeva ai tavolini dei caffè oppure passeggiava chiacchierando come solo gli italiani sanno fare.

Lungo le strade incontravamo donne forti, erette, piene di salute che portavano in capo panieri di biancheria appena lavata o piccole damigiane di vino.

Appartenevano alla terra ed erano belle da guardare.

Se erano in compagnia di un uomo questi camminava dietro (o conduceva un asino), senza portare nulla.

Ci piaceva abbandonare la strada principale e prendere le strade secondarie lungo le quali l’auto ci conduceva in località meno note, villaggi in angoli sperduti dell’Umbria.

Gli abitanti ci guardavano con curiosità e simpatia.

Ascolta "Capitolo 2 - La Topolino a Roma e in Umbria da «L’Italia in Topolino» di Stanley Williams" su Spreaker.

Capitolo 3 - La Topolino fa rotta verso Sud

Nelle settimane successive la Topolino si fece impaziente. 

Dopo la gita a Bagnoregio mi capitò uno di quei periodi di totale immersione nello studio che mi hanno afflitto per tutta la vita e sui quali ora ho un maggior controllo. Non usiamo la Topolino se non per raggiungere punti della città come il Pincio e Trinità dei Monti. 

Sì, forse era meglio lasciare Roma per qualche settimana. 

Alle otto del mattino il 15 aprile mi dibattevo nel traffico di Corso Italia per portare la Topolino dal distributore di benzina, dove passava la notte, all'hotel. 

C'era una nuova e ampia strada che andava a Sud, ma questo era un dettaglio che l'agenzia turistica “Universe” si dimenticò di comunicarci, unitamente ad altre informazioni sulle autostrade del sud d'Italia.

Ricordo che il giovane impiegato disse che la strada avrebbe potuto essere occasionalmente "un po' montagnosa". Questa nota fu, lo scopriremo più avanti, un trionfo di sottovalutazione.

Ascolta "Capitolo 3 - La Topolino fa rotta verso Sud da «L’Italia in Topolino» di Stanley Williams" su Spreaker.

Capitolo 4 - La Topolino in fuga dalla Calabria verso Messina

Capitolo 5 - Da Messina a Siracusa e ritorno

Capitolo 6 - Palermo e la strada per Roma

Capitolo 7 - La Topolino si riposa a Roma

Capitolo 8 - La Topolino si dirige a Nord

Capitolo 9 - Firenze, Bologna e l'Emilia

Capitolo 10 - La Topolino alle porte di Venezia

Capitolo 11 - Arrivederci, Topolino

L’AUTORE

Stanley Thomas Williams, americano del New England, ha insegnato letteratura angloamericana come docente universitario in molte città d’Europa.

Viaggiatore entusiasta, con la moglie Mary Lee ha attraversato, sempre a metà degli anni ‘50, l’America del sud e l’Europa.

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