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Viaggio in Magna Grecia: La Tomba di Alarico


Partiti alle 10, alle 16 dopo 6 ore siamo a Cosenza, fine primo del viaggio; quindi non le 4 ore previste da Gissing ma più vicine alle 7/8 previste dal vetturino in fase di contrattazione del prezzo. Ora ci aspettano altre 6 pagine dedicate alla Città, ma prima la solita tappa obbligata al Dazio che, a differenza di quello Paolano, è condotto da un Daziere piuttosto ostico che fa perdere la proverbiale pazienza inglese al nostro amico Viaggiatore. L’arrivo all’albergo, sordido ed apparentemente deserto, nel quale nessuno che si interessa all’arrivo del cliente, siamo nel 1879 ma ricorda l’analogo racconto fatto nel 1956 a Vallo di Lucania da Pier Paolo Pasolini [vedi] Dal Leone di Paola ai Due Lionetti, anche moltiplicando i leoni nel nome, il risultato alberghiero non cambia, si cade dalla padella nella brace, moltiplicando l’impressione peggiorativa; una vera epopea, un girone dantesco: anditi neri come la pece, suono di voci alterate, camera deprimente spoglia sudicia e tetra; si salva solo il letto e naturalmente, essendo in Calabria, la buona cucina. Ma il solo scopo per cui Gissing è venuto a Cosenza è poter vedere coi suoi occhi il luogo di sepoltura di Alarico Re dei Visigoti, quindi tutto il resto passa in second’ordine e diventa sopportabile. Ma, naturalmente, anche per Gissing come per tutti, oltre al luogo, rimase sconosciuta la visione della mitica sepoltura del Re Visigoto. Resta invece entusiasmante la bellezza e l’interesse per la Città e per il popolo Calabrese; continua la scoperta e inatteso seguirlo nelle sue fantasie che già lo portano oltre, nel viaggio lungo la Costa Jonica. [Clicca per ascoltare il Podcast Durata: 00:20:03 con la lettura del Capitolo]

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