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I giornata, 27 settembre. La partenza
L'anno scorso nel 1851, il 13° Battaglione Cacciatori si era unito a una colonna mobile stanziata nella provincia di Avellino e mi permise di illustrarne le gesta eroiche in alcuni fogli d'album.
L'opera, anche se di scarso valore, è stata accolta con molta benevolenza.
Quest'anno (1852) una spedizione simile è stata effettuata nelle Calabrie.
Orgoglioso dell'accoglienza riservata al mio primo lavoro, mi sono deciso a narrare le nostre nuove avventure e a offrirle allo stesso pubblico benevolo.
Ed è soprattutto a voi, amici miei, che mi rivolgo; a voi, con cui ho trascorso momenti felicissimi, sempre in allegria, sempre in forma, anche nelle circostanze più tristi; sopportando le disgrazie con buon umore e sapendo godere del piacere, quando questo si presentava.
Spero che vogliate ripercorrere con la fantasia i paesi che abbiamo visto insieme, evocare il sapore delle fatiche provate e le soddisfazioni piacevoli che vi abbiamo trovato.
Luoghi narranti narrati e citati: Napoli - Capri - Sorrento - Punta Campanella (tempio della Minerva)
II giornata, 28 settembre - Navigando verso la Calabria
Se a bordo si dorme bene e piacevolmente, non si dorme però a lungo e molto prima dell'alba si vedono alcune figure alzarsi dal bel mezzo del gruppo e dare uno sguardo intorno a sé per cercare di riallacciare i fili delle loro idee.
La toilette del mattino è fatta velocemente e ci si mette a esaminare l'orizzonte per scoprire in quale punto del globo siamo giunti.
Proseguiamo lungo le coste del Principato Ulteriore di cui vediamo davanti a noi innalzarsi di montagne aride e grigiastre, prive di vegetazione, eccetto alla base dove alcuni ulivi coprono le rocce e danno ombra ad alcune case bianche che, di tanto in tanto, appaiono sulla spiaggia, come pecore sperse.
Qualche volta la montagna scendendo a picco nel mare offre alla vista soltanto un lato roccioso e desolato.
Un masso che si presenta più avanti nel mare, incoronato sulla cima da resti moderni, forma un promontorio: è Capo Palinuro.
Luoghi narranti narrati e citati: Capo Palinuro - Velia - Sapri - Acquafredda - Golfo di Policastro - Maratea - Trecchina - Lauria
III giornata, 29 settembre - Lauria
Questa posizione originale di Lauria ha qualcosa di estremamente pittoresco, tuttavia, soprattutto per la gente che non è abituata, le comunicazioni sono molto difficili e pericolose.
Visto che la marcia della notte precedente basta per il momento come allenamento, ci limitiamo all'esplorazione della piazza che si estende davanti a una vecchia chiesa diroccata annessa a un vecchio convento, dove in attesa di una soluzione migliore hanno ospitato la truppa.
Sulla piazza ci si dà alle occupazioni più varie: alcuni si fanno radere, seduti con serietà su tronchi d'albero, altri mangiano.
Le arti e mestieri rappresentati da calzolai e dai sarti vi hanno trovato sistemazione.
Graziose mercanzie di frutta e vino vi attirano la folla e gli abitanti, stupiti e con gli occhi spalancati, si mettono in mezzo alla gente e per evitare gli uni si gettano completamente spaventati nelle gambe degli altri o nelle cucine che fumano lungo il muro.
Questi abitanti hanno un costume molto originale.
Vestono di nero con in testa e cappello a punta calabrese, o meglio sulla testa, perché questo copricapo ingegnoso è fatto in modo che nessuna testa umana possa entrarvi; il che del resto è una fortuna perché la durezza del feltro renderebbe l'uso molto doloroso.
Un gilet nero, una camicia bianca, pantaloni neri e calze bianche completano il costume.
Inoltre ogni indigeno ha sempre in mano un enorme bastone.
Le donne portano in testa un velo bianco e sopra di esso un pezzo di stoffa nera piegato a quadrato; i capelli sono a riccioli sulle tempie; intorno al collo mettono collane molto graziose, qualche volta di coralli o di perle d'oro; la misura del loro corsetto è molto corta e ricordano un po' i nostri costumi svizzeri.
Il corsetto è nero, così come la gonna che viene fissata in vita con moltissime pieghe e scende sotto il ginocchio, lasciando vedere le gambe avvolte in una specie di tessuto di lana grezza che le circonda molto strettamente sino alla caviglia.
Il costume, benché originale, non è bello.
Il colore scuro e l’eccessiva aderenza non mettono in rilievo la bellezza, e, quando si è vestiti così, per metterla in mostra bisogna essere doppiamente belli.
Luoghi narranti narrati e citati: Lauria
IV giornata, 30 settembre - Sfilata a Lauria superiore
Grazie a queste istituzioni filantropiche, grazie al vino del paese che i soldati apprezzano molto e che secondo loro è come lo snaps, avremmo finito per abituarci al soggiorno di Lauria, se il 30 settembre non fosse arrivato l'ordine di partenza. Quel giorno, a mezzogiorno, ci rimettemmo in marcia per luoghi più fortunati. Raggiungemmo la strada consolare che passa dieci minuti più su a Lauria superiore.
Il nome di strada consolare (che portano quasi tutte le strade principali del regno) risale forse al tempo dei Consoli romani.
Sotto il consolato di Popilius, 170 anni avanti Cristo, fu costruita, tra Capua e Reggio, una strada, che fu chiamata Popilia e la cui importanza era grande, anche in quell'epoca; si dice che fosse un ramo della via Appia, la Regina Viarum che univa Roma a Brindisi.
Il viaggio di Orazio l'ha resa celebre.
Non bisogna credere che la strada attuale delle Calabrie abbia mantenuto qualche rapporto con la via Popilia.
Poiché le comunicazioni sono state molto limitate in queste province, di essa sono sparite anche le ultime tracce.
Cicerone parla del Calabria come di un paese perso, al di fuori di ogni commercio con il resto del mondo.
Così, giudicando questo paese al riparo di ogni ricerca, non esitò a rifugiarmi a Hippone (attualmente Monteleone ovvero l’odierna Vibo Valentia) per sfuggire ai furori di Silla.
Luoghi narranti narrati e citati: Lauria - Castelluccio superiore
V giornata, 1 ottobre - Piazza di Castelluccio
Castelluccio, come ho detto prima, è attaccato, come voi appendereste un quadro un muro, alle rocce del Monte Sabino.
Un furbacchione del 2° delle truppe scelte, sosteneva che una volta entrato nel suo alloggio non sarebbe potuto uscirne se non con l'aiuto di una puleggia e in realtà non esagerava troppo perché le vie di Castelluccio sembrano fatte più per facilitare il passaggio dei torrenti che per la circolazione della gente.
Pertanto potete immaginare la disinvoltura e la facilità con cui si spostavano senza urtarsi 1.500 uomini con armi e bagagli che si muovevano in tutte le direzioni in queste vie strette.
Il villaggio manca quasi di tutto, vi si trova appena il necessario; questo necessario si limita per gli abitanti a peperoni e cipolle con cui l'ex sergente Rindfleisch si ingegna a prepararci la cena che ha la proprietà di infuocarci la bocca e di procurarci per il resto del giorno una sete inestinguibile.
Luoghi narranti narrati e citati: Castelluccio superiore - Fiume Lao - Rotonda
VI giornata, 2 ottobre. Campo Tenese
VII giornata, 3 ottobre. Piazza di Morano
VIII e IX giornata, 4 e 5 ottobre. Castrovillari
X giornata, 6 ottobre. Sosta nel percorso
XI giornata, 7 ottobre. Tarsia
XII giornata, 8 ottobre. Montalto visto dalla chiesa
XIII giornata, 9 ottobre. Cosenza
XIV giornata, 10 ottobre. La diana al campo
XV giornata, 11 ottobre. Strada di Rogliano
XVI giornata, 12 ottobre.
XVII giornata, 13 ottobre. Golfo di Squillace da Tiriolo
XVIII giornata, 14 ottobre. L'Amato e il Golfo di Sant'Eufemia
XIX giornata, 15 ottobre. La battaglia di Maida
XX giornata, 16 ottobre. Sosta a Chiaravalle
XXI giornata, 17 ottobre. Piazza di Serra
XXII giornata, 18 ottobre. Certosa di San Bruno
XXIII giornata, 19 ottobre. Monteleone da mezzogiorno
Dalla XXIV alla XXIX giornata, Dal 20 al 25 ottobre.
Dalla XXX alla XXXII giornata, Dal 26 al 28 ottobre. Pizzo
XXXIII e XXXIV giornata, 29-30 ottobre.
L’AUTORE
Horace de Rilliet (Unterseen, 17 novembre 1824 - Napoli, 5 agosto 1854) è stato un viaggiatore, scrittore e chirurgo svizzero.
Horace De Rilliet è uno dei tanti viaggiatori che giungono in Calabria nell'Ottocento; per la verità De Rilliet arriva in Calabria al seguito del 13° Battaglione Cacciatori con l'incarico di chirurgo.
La passione per la scrittura di De Rilliet consente a noi tutti di godere di un reportage sulla Calabria; infatti, a mano a mano che dai confini tra la Basilicata e la Calabria scende con il suo Battaglione all'interno del territorio regionale calabrese, egli appunta le sue osservazioni, i suoi incontri, le sue sensazioni in una specie di diario.
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