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La preistoria del viaggio
La prima menzione del viaggio nell’epistolario bonohefferiano compare il 5 febbraio 1924, in una lettera alla gemella Sabine.
Dietrich è a Tubinga, bloccato da un incidente occorsogli mentre pattinava sul ghiaccio.
I genitori, preoccupati per le sue condizioni, lo visitano in occasione del diciottesimo compleanno e, in tale contesto, Dietrich esprime il desiderio di studiare a Roma per un semestre.
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Roma, aprile-maggio 1924
Il 6 aprile 1924 è un giorno speciale per Dietrich e Klaus: è il primo interamente trascorso a Roma, con la mattinata dedicata alla contemplazione del Colosseo e dei Fori.
Anche per l’Italia è un giorno speciale. Si svolgono le elezioni politiche.
Mussolini è al potere da due anni e si presenta alle elezioni con una lista che comprende anche esponenti di altri partiti: l’obiettivo è liberarsi definitivamente di ogni voce critica.
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In dialogo con la Roma antica
L’affermazione di Plutarco, «Il grande Pan è morto», è falsa: questa è la prima impressione di Dietrich, il giorno dopo il suo arrivo, di fronte al Colosseo.
Al di là della comprensibile fascinazione nei confronti di uno spettacolo unico al mondo, tante volte sognato e immaginato attraverso le riproduzioni, la solenne affermazione mantiene un certo sapore di ingenua sentenziosità.
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Il fascismo del cattolicesimo romano
Anzitutto, naturalmente, San Pietro: i due giovani visitano la basilica già poche ore dopo essere giunti a Roma.
Quello con la grande basilica è un vero e proprio dialogo, che costituisce in un certo senso il filo rosso del soggiorno romano di Dietrich, nel centro simbolico del cattolicesimo egli cerca le chiavi interpretative per entrare in un mondo spirituale che gli è estraneo, ma che, lo si vede sin dal primo momento, lo affascina e lo interroga a fondo.
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Un «protestantesimo romano»?
Il diario di Bonhoeffer ignora la presenza protestante a Roma, per quanto riguarda sia le chiese sia la Facoltà teologica valdese, vicino a piazza Cavour.
Questo silenzio sul «protestantesimo romano» conosce un’unica eccezione.
Nel pomeriggio del 29 maggio, un giovedì, festa dell’Ascensione, il giovane entra nella sede di «una piccola setta», dove assiste a un battesimo.
Si tratta della Chiesa evangelica battista di via della Lungaretta, a Trastevere.
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Considerazioni conclusive
Il fatto che la letteratura italiana su Bonhoeffer assegni di solito una notevole importanza al viaggio Romano dello studente diciottenne non può, evidentemente, stupire: esso viene frequentemente incluso nel dossier sul «Bonhoeffer catholicus», non sempre senza qualche forzatura.
La lettura attenta del diario e delle lettere mostra che, in effetti, diverse esperienze spirituali e osservazioni, qui presentate in termini sommari, avranno effetti di lungo periodo nella vicenda, breve e intensa, del pensiero bonhoefferiano.
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Diario di Dietrich Bonhoeffer
Viaggio in Italia nell'anno 1924
Partenza da Berlino la sera del 4 aprile.
Cari genitori!
Dopo un viaggio di 44 ore, ma bello come in una favola, siamo arrivati oggi alle 2.00 a Roma.
Da Innsbruck abbiamo avuto tempo splendido.
Durante una sosta a Bologna, abbiamo fatto una passeggiata di due ore in città in compagnia di un teologo cattolico.
Qui è primavera, prati verdi e mandorli.
Incontrato Axel.
Domani al Colosseo e al Foro. Presto di più.
Tanti saluti a tutti.
Il vostro riconoscente Klaus
Siamo stati a S. Pietro. È stato favoloso.
Il vostro Dietrich
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Sicilia
Cari genitori!
Oggi, dopo un bel viaggio in mare da Napoli, siamo arrivati qui.
Il mare, tuttavia, ha preteso il suo tributo, ma per fortuna solo verso la fine del viaggio in un batter d'occhio ci ritroviamo seduti tra le palme sotto un cielo azzurro con una bella vista sul mar Mediterraneo e sul Monte Pellegrino.
La tua lettera, cara mamma, l'abbiamo ricevuta e ti ringraziamo molto.
Solo non preoccuparti: va tutto liscio ed è meraviglioso, esattamente come lo si può desiderare.
Dopodomani Girgenti, Siracusa, Taormina, Napoli.
Sono anche invitato dal mio prete cattolico a Montecassino, dove forse andrò per tre giorni.
Sorprendentemente non è molto caldo qui, così che non si è indotti in tentazione da niente.
Salutate tutti molto da parte di Klaus e del vostro riconoscente Dietrich.
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Tripoli
Solo brevi accenni, perché altrimenti sarebbe veramente troppo.
Subito, l'inizio, incontrato un fotografo di Stoccarda.
Ci siamo accampati nel primo albergo della città, il «Patria», un marco a notte.
Il nostro arrivo era annunciato sul “Corriere di Tripoli".
Passeggiata in città. Il giorno dopo oasi per il mercato del venerdì.
La sera abbiamo conosciuto due soldati austriaci, con i quali in seguito siamo stati spesso insieme.
Passeggiate al mare per fare un bagno, alla piccola moschea, nel deserto (tra l'altro nel pomeriggio tra le 11 e le 4).
Viaggio a Garian - Ghibli - viaggio in automobile.
Arrivo a Garian - beduini - [...] ammalato, trasferiti con un'automobile degli ufficiali come ospiti indesiderati.
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Roma: secondo giorno
Devo dire che il distacco da Napoli non mi è pesato molto avendo in vista Roma; era sufficiente solo pensare a Roma per ridurre al minimo la tristezza perciò che lasciavo.
Non potevo dire se era questo o quello che mi riportava indietro in maniera così irresistibile; e anche se avessi detto: «San Pietro», non sarebbe comunque stata la chiesa; no, era tutta Roma che si lascia riassumere nella maniera più chiara nelle parole «San Pietro».
Era la Roma dell'antichità, del medioevo e anche dei giorni nostri, semplicemente il cardine della cultura europea e della vita europea.
Il cuore batteva in effetti molto forte, quando per la seconda volta vidi l'antico acquedotto che ci accompagnava fino alle mura della città.
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L'AUTORE
Dietrich Bonhoeffer (Breslavia, 4 febbraio 1906 - Flossenbürg, 9 aprile 1945) è stato un teologo, partigiano e pastore protestante tedesco, protagonista della resistenza al Nazismo.
Figlio di Karl, un eminente psichiatra di origine berlinese, e di Paula, insegnante, una delle poche donne laureate in quel tempo, Bonhoeffer nacque a Breslavia (allora in Germania, attualmente parte della Polonia), da una famiglia molto in vista dell'alta borghesia, con relazioni anche col mondo politico e culturale.
Benché inizialmente avesse intenzione di seguire le orme paterne, manifestò fin da ragazzo la volontà di diventare come un pastore evangelico: per i suoi parenti, che pur frequentando la Chiesa evangelica erano profondamente laici, fu una scelta "strana".
Nonostante la sua dura opposizione alla politica antisemita nazista ma, a causa di una recrudescenza delle persecuzioni ai danni della Chiesa confessante, nel 1939 Bonhoeffer dovette accettare un incarico di insegnante negli Stati Uniti.
Allo scoppio della guerra, decise però di tornare in patria, per condividere il destino del suo popolo.
Bonhoeffer fu iniziato ai piani della congiura - per altro senza esito -, subì, per opera della Gestapo, una razzia durante un raduno giovanile in cui teneva un corso biblico per studenti, e gli fu vietato di parlare a causa della sua "attività di disturbo per il popolo".
Col fratello Klaus e il cognato Hans von Dohnanyi entrò in contatto con l'ammiraglio Wilhelm Canaris, capo del servizio segreto militare (Abwehr), che con altri ufficiali stava organizzando una congiura per assassinare Hitler (il putsch del 20 luglio 1944), ma il 5 aprile 1943 il capo del tribunale militare Manfred Roeder e l'agente della Gestapo Franz Xavier Sonderegger lo arrestarono.
La vita nella cella del carcere di Tegel, nei sobborghi di Berlino, fu all'inizio per Bonhoeffer un tormento.
Hitler era fuori di sé, ma revocò l'ordine di eliminazione immediata dei cospiratori al fine di accertare ulteriori ramificazioni.
Questo spiega perché le esecuzioni furono rimandate per lungo tempo.
Insieme con altri congiurati, venne impiccato nel campo di concentramento di Flossenbürg all'alba del 9 aprile 1945, pochi giorni prima della fine della guerra, insieme all'ammiraglio Canaris, per espresso ordine di Hitler.
Al patibolo salì con la compostezza di colui che veramente crede: la totale accettazione della volontà di Dio.
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