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Nota storica sulla Calabria di Auguste de Rivarol

Il primo reportage pubblicato in Francia sulla Calabria del decennio, opera di un ufficiale al seguito delle truppe napoleoniche del generale Manhès. 

Di stanza in Calabria dal 1809 al 1812, Auguste de Rivarol ripercorre, con intento ricognitivo-resocontistico, l’esperienza militare di quegli anni, offrendoci un’istantanea geografica, naturalistica e storica della regione Calabria alle prese in quel momento col virulento fenomeno del brigantaggio.

Lo sguardo di de Rivarol si rivolge alla complessa dimensione politica e sociale del contesto calabrese precorrendo, per certi versi, la letteratura sui moderni problemi della regione e rivelando una realtà fino ad allora ammantata del mito fascinoso della Magna Graecia, che pure emerge dalle pagine di questo libro.

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Prefazione

La Calabria, prima che gli ultimi rivolgimenti napoletani vi conducessero le armate francesi, era in un certo senso ignorata.

La storia aveva cessato di parlarne dopo le rapide invasioni di Carlo VIII e Luigi XII: silenzio interrotto solo per farci conoscere i disastrosi effetti dei suoi terremoti.

Non si conosce d’altronde alcuna descrizione specifica di questa provincia: la difficoltà dei luoghi, il carattere degli abitanti, un paese noto per tanti fatti tragici e che non si poteva percorrere senza precauzioni, non potevano incoraggiare chi voleva conoscerlo, per cui tutto ciò che è stato pubblicato su di esso prima della recente conquista francese è esagerato o inesatto.

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Storia, topografia, itinerario

I geografi riducono a quattro le molteplici suddivisioni del Regno di Napoli: la Terra di Lavoro, gli Abruzzi, la Puglia e le Calabrie.

La Calabria propriamente detta è la parte più meridionale del Regno di Napoli e si divide in Citeriore e Ulteriore, a seconda della distanza dalla punta estrema che guarda la Sicilia.

Questa provincia è divisa, nel suo prolungamento, dagli Appennini, che vi prendono il nome di Sila, le ci montagne, spesso molto alte, ricoperte di boschi e neve, gli antichi avevano spesso circonfuso di un fascino misterioso, consacrando agli dei le loro foreste.

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Carattere, costumi, insurrezione

I costumi, il carattere delle nazioni, hanno, come la natura, le loro epoche, le loro rivoluzioni.

Il tempo porta di volta in volta la celebrità e la dimenticanza degli imperi.

La Calabria, un tempo patria delle arti, dove i sapienti della Grecia avevano le loro scuole e che era abitata dal popolo più colto d’Europa, è oggi l’asilo dell’ignoranza e della superstizione.

Poco gelosi della loro origine, gli abitanti di questa provincia vegetano nell’indifferenza e nell’apatia più completa, benché non manchino in Calabria le classi colte, seppure poco numerose.

I calabresi hanno lo sguardo vivo e acuto; sono vigorosi, più spesso di statura media e le donne sono meno belle che nel resto d’Italia.

È difficile incontrare  esemplari belli, anche se i tratti delle donne sono generalmente regolari e la loro figura ricca di movimento e grazia.

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Prodotti, commercio, agricoltura

Se le Calabrie avessero occupato di più l’attenzione del governo napoletano, se gli obiettivi fossero stati perseguiti, l’industria vi avrebbe preso uno slancio più vivo e queste province farebbero oggi la prosperità del Regno.

Se la Sicilia era il granaio dei romani, la Calabria analogamente, ha lo stesso suolo, lo stesso clima, gli stessi prodotti.

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Temperatura, epidemie

Abbondano in Calabria le paludi e i terreni incolti.

Le piane sono infestate nella stagione calda da vapori pestilenziali, e lavoratori poco previdenti vi contraggono molto spesso le febbri malariche e la morte.

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Conclusione

La Calabria è un paese aperto da tutte le parti; i re di Napoli si erano preoccupati poco di difenderla.

Non vi sono porti degni di tal nome in questa provincia.

Eppure Carlo V aveva circondato Crotone di inattaccabili baluardi.

Scilla e Amantea erano difesi dalla loro stessa posizione e dai loro castelli.

Gli antichi abitanti si erano molto meglio difesi in Calabria; ciò era in linea col sistema militare del tempo, quando questi paesi erano popolati da piccoli stati poco legati tra di loro e con un interesse particolare a difendere la propria indipendenza.

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L'AUTORE

Auguste de Rivarol, figlio di un maresciallo di campo e nipote di Antoine, noto pamphlettista regalista (tutti discendenti da una famiglia emigrata in Francia da Genova), nacque a Parigi nel 1784.

Militare di carriera, fu di stanza in Calabria tra il 1809 e il 1812 come aiutante maggiore nel reggimento napoleonico di Isembourgh, partecipando alla repressione del brigantaggio agli ordini del generale Manhès.

Pubblicò la “Nota storica sulla Calabria a Parigi nel 1817.

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