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Giuseppe Cocco
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E proprio agli americani, ma non solo, possiamo dire: vi piacciono i nostri prodotti, sono legati all’immaginario territoriale, quindi la loro bontà è ancora migliore se mangiati nei luoghi di produzione.
Noi non abbiamo esportato solo la mafia, ma soprattutto tanti cuochi che hanno aperto ristoranti apprezzatissimi in tutti gli angoli del mondo, ambasciatori dei nostri ristoranti e delle nostre identità territoriali.
Perché attaccarci caparbiamente all'industria in declino, all’alluminio e all’acciaio, che tra l’altro ci costringono a spendere per le materie prime che ci mancano e in energia per lavorarli; in più, per una svolta ecologica, rinunciarvi significherebbe eliminare fonti d’inquinamento.
Le nostre abilità culinarie e i prodotti tipici regionali, sono unici e diffusi su tutto il territorio, e ci rendono appetibili e inattaccabili da manovre economiche speculative.
In più abbiamo natura, ambiente, arte, cultura e beni culturali a bizzeffe, che creano atmosfere indimenticabili, a giudicare anche dal crescente numero di coppie straniere che vogliono venire a sposarsi da noi.
Riqualificazione di aree depresse, nuovi posti di lavoro per tanti lavoratori rimasti senza aziende, imprese non delocalizzabili, anche di proprietà degli stessi lavoratori, e tanti posti di lavoro per giovani che già ne hanno acquisito il sogno nel loro immaginario costruito dalle trasmissioni televisive.
Infine, un volano per lo sviluppo delle filiere agroalimentari con i 4.500 prodotti tipici, e le imprese turistiche.
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