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Questo è il viaggio di un romantico svizzero-francese, Charles Didier, nella Calabria del 1830, di cui sono protagonisti assoluti il viaggiatore e la straordinaria natura della regione: altera e terrifica, suggestiva e ammaliante.
Una natura che si popola di personaggi e vicende del mondo classico, ma anche dell’umanità calabrese contemporanea, con la quale Didier non disdegna mai il dialogo e di cui coglie e comprende sia l’emarginazione sociale ed economica, sia i fermenti politici che la vedono protagonista non secondaria delle vicende risorgimentali italiane, seguite con attenzione dallo scrittore per la parte relativa al Mezzogiorno.
Una descrizione di paesaggi e atmosfere nel più autentico spirito del romanticismo, ma anche una relazione che registra sottotraccia, come un sensibile sismografo, alcuni aspetti politico-sociali della Calabria pre-unitaria.
ASCOLTA i PODCAST dell’intero libro capitolo per capitolo
Parte Prima
Non si parte da Napoli per la Calabria, come da Parigi per la Bassa Normandia, benché in fondo la distanza sia quasi uguale.
Calabria è una parola nefasta che terrorizza anche Napoli più che altrove.
Per parecchi, calabrese è sinonimo di brigante.
Quando sono andato a ritirare il passaporto dall’ambasciatore del mio paese, egli mi ha preso da parte e mi ha scongiurato di rinunciare a questo viaggio pericoloso.
Ha messo una solennità particolare nell’esortazione, dandomi ventiquattro ore per riflettere; ma le riflessioni le avevo già fatte da lungo tempo.
Ascolta "Prima parte del «Viaggio in Calabria» di Charles Didier" su Spreaker.
Parte Seconda
Il faro di Messina è il Bosforo d’Italia; l’Italia non ha nient’altro che la superi in bellezza: il golfo di Genova è poca cosa in confronto; e se Napoli ha il suo Vesuvio, Capri e Sorrento, il Faro ha Reggio e la Sicilia l’Etna.
Reggio è il paradiso della Calabria.
Più vasta e più ricca, ma non illustre e soprattutto ridente, Messina, la consorella, sembra tenderle la sponda opposta una mano fraterna e farle dei segni amichevoli.
Non è che Reggio non sia una bella città: tormentata dai terremoti, quasi distrutta da quello del 1783, non possiede un edificio degno del nome; la metà delle sue case è ancora in rovina e quasi tutte hanno delle crepe.
Quanto alle vie, esse sono appena pavimentate; il corso stesso non lo è ancora e l’unica via cittadina davvero definibile come tale è la Marina, perché posteriore al sisma.
Reggio è una città molto antica, già menzionata nelle prime cronache della Magna Grecia.
Ascolta "Parte Seconda del «Viaggio in Calabria» di Charles Didier" su Spreaker.
Parte Terza
La strada da Catanzaro a Crotone non è né bella, né varia.
Segue una spiaggia insalubre e si incunea tra una serie di vallate strette, parallele, tutte aperte sul mare e tutte attraversate da qualche torrente che scende dalla Sila.
Le grandi montagne svettano in lontananza.
Affiancata a nord dal monte Corsaro e a sud dal monte della Sibilla, si distende nel mare Jonio a coda di delfino: è chiama Marchesato, senza dubbio dal titolo di un antico signore.
Una volta sulla Sila, dando un addio cordiale e riconoscente a alle ultime capanne calabresi e ai suoi bravi montanari, gli ultimi di cui sperimentai l’ospitalità, partii e, qualche ora più tardi avevo finito di calpestare il suolo della Calabria e oltrepassato il torrente che la separa dalla Basilicata.
Ascolta "Parte Terza del «Viaggio in Calabria» di Charles Didier" su Spreaker.
L'AUTORE
Charles-Emmanuel Nicolas Didier (Ginevra, 15 settembre 1805 - Parigi, 7 marzo 1864) è stato uno scrittore, poeta e viaggiatore francese, di origini svizzere.
Durante la sua vita viaggiò a lungo e riscosse una discreta fortuna come romanziere e scrittore di reportage di viaggio.
La prima delle sue mete fu l'Italia, paese in cui visse e girovagò per tre anni, dal 1827 al 1830.
Nel 1831 fu il primo a presentare al pubblico francese il valore della poesia di Giacomo Leopardi, tredici anni prima che fosse definitivamente consacrata la fama del poeta italiano in Francia.
A Parigi, nel pieno della stagione romantica, Charles Didier, giovane di bella presenza, riuscì a introdursi nei più elevati circoli artistici della capitale francese, frequentando intellettuali di vaglia e intrattenendo una relazione sentimentale con George Sand.
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Fotografo documentarista geografico dal 1977; 40 anni da viaggiatore resiliente in Italia, oggi Divulgatore Geografico - Storyteller - Travel Blogger - Podcaster; Meridionalista innamorato dell'Italia, narro e faccio conoscere il Bel Paese, il più grande giardino emozionale diffuso.
Nel 2005 apro il blog Penisolabella seguito da Agricoltour e Va dove (ti) Porta il Treno e mi ritrovo ad essere l'unico blogger a raccontare l'Italia minore con la M maiuscola
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