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Audiolibro «I viaggi di Freud in Italia»

Nella primavera del 2009, tra gli scaffali della Library of Congress di Washington D.C. fanno una scoperta sorprendente: si imbattono in un contenitore mai esaminato prima con dieci scomparti, ciascuno con un piccolo taccuino. 
Realizzano così di aver ritrovato i taccuini tascabili che Sigmund Freud portava con sé durante i suoi viaggi e che fino ad allora erano stati considerati perduti. 
Si tratta di materiali sfuggiti - forse per un caso fortuito - all’opera di distruzione di documenti autobiografici operata da Freud stesso.
È a partire da questi preziosi ritrovamenti che si sviluppa la ricerca di Marina D’Angelo, storica della psicoanalisi che ha affiancato Fichtner e Hirschmüller nell’interpretazione delle parti legate ai viaggi italiani nei taccuini, e che qui ci fa da guida nell’«agognata Italia» freudiana. 
I viaggi in Italia di Freud, furono numerosi e si svolsero dal 1895 al 1900, a cui seguirono quelli dal 1907 al 1913.
Ma che cosa cercava Freud in Italia anno dopo anno? 
E che ruolo hanno avuto le esperienze italiane nella sua opera? 
L’Italia è paesaggio esteriore in cui lo studioso ritorna per venticinque volte e dove cerca quella «linfa vitale» in grado di spingerlo a concepire nuove teorie, ma è anche paesaggio interiore che concede spazio alle sue fragilità.
La D’Angelo segue così i complessi percorsi tracciati da Freud nella penisola, usando come bussola i frammenti contenuti nei taccuini inediti, le numerose lettere e l’immenso corpus di opere, fino a scorgere tra le pagine i pensieri ancora in nuce, spesso anticipatori di teorie sviluppate in seguito, e giungendo a ricostruire la nascita della psicoanalisi.
I viaggi di Freud in Italia si configura dunque come un’analisi comparativa dell’intera opera freudiana, un lavoro di ricostruzione storico-documentale tra materiali finora inediti, che ci offre uno sguardo esclusivo e privilegiato sulla vita dello studioso, oltre che dell’uomo.

ASCOLTA i PODCAST dell’intero libro capitolo per capitolo

«Punch con Lete» I primi viaggi in Italia, 1893-1900

Nella lettera del 6 settembre 1897 da Siena, Sigmund Freud scrive al suo caro amico Wilhelm Fliess: «In Italia cerco, come tu sai, un «Punch con Lete» e ne sorbisco un sorso qua e là. Ci si ristora alla bellezza straniera e all'immane slancio creativo; ma in ciò trova il suo tornaconto anche la mia inclinazione per il grottesco, per le perversioni psichiche. Avrei molto da raccontarti». 

Freud condensa in poche righe un momento difficile della sua vita, la sua «crisi di mezza età»

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«Strana fiaba, molto turbato» - Venezia 1895

Freud arriva per la prima volta a Venezia il 25 agosto 1895, in compagnia del fratello minore Alexander. 

Freud aveva 39 anni - esattamente «nel mezzo del cammin di nostra vita» - cinque figli, e un altro era in arrivo. 

All'arrivo a Venezia, Freud si sentì come «stordito dalle nuove impressioni».

Cinque cartoline e due biglietti da visita a Martha e la lettera Fliess del 28 agosto testimoniano lo stato d'animo e la routine quotidiana. 

Nella prima cartolina, appena arrivato, scrive: «Strana fiaba, molto turbato, te la mostrerò l'anno prossimo, se resiste fino ad allora. Non c'è immagine o descrizione che possa sostituire una visita». 

E il giorno dopo «Ieri ancora le cose più incredibili, fra cui un viaggio in gondola a tarda sera lungo canali secondari e il Canal Grande. Insomma tutto estremamente stravagante e divertente».

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«Una straordinaria fonte di linfa vitale» Il Rinascimento e la scoperta della psicoanalisi - Venezia, Bologna, Firenze 1896

Questa volta la meta prevista era la Toscana. 

La prima tappa fu di nuovo Venezia, seguita da Padova, Bologna, Ravenna, Faenza e Firenze. 

Dopo un viaggio stancante, a Venezia Freud ritrovò «l'antico incanto» e «tutti i piaceri», come scrisse a Martha la sera dell'arrivo direttamente dal suo caffè preferito, il Quadri di Piazza San Marco. 

Il giorno successivo, i due fratelli partirono per Bologna, facendo una breve sosta a Padova. 

Lì visitarono alcuni monumenti, «chiese e la palma di Goethe, la tomba di un troiano, una piazza con 82 statue di famosi allievi dell'università». 

Dopo quattro ore di lavoro della città universitaria, si rifocillarono al ristorante Storione in via San Canziano, secondo il Baedeker «buono e non costoso». 

Erano «straordinariamente divertiti», ma tuttavia delusi per la mancata visita agli affreschi di Giotto nella chiesa della Madonna dell'Arena (oggi cappella degli Scrovegni), trovata chiusa. 

Questo episodio Padovano fu poi aggiunto, nel 1909, nel primo capitolo dell'interpretazione dei sogni.

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«In Italia cerco, come tu sai, un "punch con Lete"» - Venezia, Toscana, Umbria e il viaggio negli inferi, 1897

L’itinerario per il viaggio estivo del 1897 prevedeva una prima tappa a Napoli per visitare Pompei.

Per ragioni non chiare, l’itinerario cambiò e Freud si diresse verso l’Umbria.

Le analogie tra Enea e Freud sono significative: entrambi sono in «viaggio» senza una meta precisa, in balia del destino, per realizzare la propria vocazione; tutti e due hanno perso il padre e sono alla ricerca di una svolta, di un passaggio che permetta loro di fondare un nuovo «regno» e diventare così famosi.

Per quanto riguarda la ricerca della soddisfazione professionale, forse il suo desiderio era tanto forte da renderlo disposto agli dèi dell’oltretomba per far sì che i professori-divinità si mostrassero inclini nei suoi confronti.

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«Così voglio sfuggire a me stesso» Tre viaggi nell'Italia settentrionale sulle tracce della dimenticanza, 1898

Qualche giorno dopo il 3 aprile, Freud decise di fare un breve viaggio e, insieme ad Alexander, si recò ad Aquileia e a Grado, e visitò la grotta di Rodolfo e le grotte di San Canziano.

Freud visitò i resti della città romana, la cattedrale romanica e il museo archeologico.

Ne riferì all’amico Fliess in una lunga e a tratti umoristica lettera, che contiene una delle descrizioni più lunghe dei viaggi di Freud, che mostra come le esperienze di viaggio creino nella memoria di Freud, una sorta di fusione tra mondo interno ed esterno.

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«L'Italia è troppo lontana» La stesura dell'Interpretazione dei sogni, 1899

Sotto l’influenza delle letture preferite da Freud, la psicoanalisi assume sempre più la forma di un’archeologia dell’anima.

Il desiderio di un viaggio a Roma con Fliess rimase anche in questo periodo un progetto immaginario e una fonte di attività creativa.

In un’altra lettera, alla fine del soggiorno estivo a Berchtesgaden, si ripresenta lo stesso insistente desiderio:

«Sono profondamente depresso, e avrai molto piacere di ristorarmi, ma non so cos’altro potrebbe attrarmi all’infuori di Berlino. L’Italia è troppo distante e il tempo a disposizione è troppo breve».

Queste citazioni mostrano palesemente il ruolo dell’Italia nella psiche di Freud.

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«Solo ora, nel pieno Sud, mi sentii nuovamente a mio agio» - Sud Tirolo, Trentino, lago di Garda, 1900

Solo ora, nel pieno Sud, mi sentii nuovamente a mio agio [...].

Qui rividi anche il mio amato ulivo.

Poiché Minna volle gustare le gioie di una tappa alpina, per una via di montagna di una bellezza che lasciava senza fiato, raggiungemmo Lavarone, un altopiano di lato alla Valsugana, dove trovammo il più bel bosco di conifere e un’insospettata solitudine.

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«La bellezza dei colori del sogno» Paesaggio interiore ed esteriore: l'autoanalisi e i viaggi in Italia

Che cosa cercava Freud in Italia dunque?

Ovvero, perché viaggiò nella «terra del sole» per ben sette volte, nelle estati dal 1895 al 1900?

All’inizio dell’autoanalisi - mostra il collegamento tra l’interesse letterario per un viaggio metaforico nell’aldilà e un viaggio in sé stessi, cioè l’autoanalisi.

Freud, quindi, sperava vivamente di trovare il Lete e l’oblio in Italia.

Lì avrebbe goduto della «bellezza» e di un «immane slancio creativo» e ne avrebbe bevuto «un sorso qua e là», e anche la sua inclinazione per «il grottesco e per le perversioni psichiche» sarebbe stata soddisfatta.

Per chiarire ulteriormente questo quesito ho preso in considerazione le metafore utilizzate da Freud stesso: la metafora del viaggio come esplorazione dell’inconscio che allo stesso tempo tocca anche la metafora dello scavo archeologico, dell’«archeologia dell’anima», e la metafora dell’autoanalisi come viaggio nella propria vita interiore.

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«Eppure è un momento culminante della mia vita» - Roma, 1901

Il 19 settembre del 1901 Freud condivise con l’amico Wilhelm Fliess alcune impressioni sul suo primo viaggio a Roma, appena concluso:

« Dovrei scriverti di Roma, ma è difficile. È stata anche per me un’esperienza sconvolgente e, come sai, l’appagamento di un desiderio a lungo accarezzato. Sono rimasto un po’ deluso, come accade per tutte le cose attese per lungo tempo, eppure è un momento culminante della mia vita».

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«Pretesto e simbolo» I quattro sogni romani

Se il sogno è la realizzazione di un desiderio, come Freud chiarisce nella sua Interpretazione dei sogni, il desiderio di Freud di visitare Roma era straordinariamente forte sia a livello conscio che inconscio.

I quattro sogni romani furono i primi indizi della nevrosi che si manifestò subito dopo la morte di Jacob Freud, il 23 ottobre 1896.

Dopo questa perdita che lo aveva molto colpito, Freud si occupò nell’autoanalisi della componente nevrotica del suo desiderio di Roma e della sua origine.

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«Il mio desiderio di Roma è profondamente nevrotico» - Roma e Wilhelm Fliess

La prima menzione di Roma risale alla lettera del 5 novembre 1897, in cui Freud racconta della visita dell’amico Emanuel Lowy, professore di archeologia a Roma con cui trascorre una serata vivace.

Nello scambio con Fliess inizia a emergere un desiderio particolarmente forte di Roma.

«Ero a Roma, camminavo lungo le strade ed ero sorpreso perché le vie e i negozi portavano nomi tedeschi.

Mi svegliai e mi resi immediatamente conto che la Roma dei miei sogni era, in realtà, Praga (dove, com’è noto, si vuole che le targhe delle vie siano scritte anche in tedesco).

Così il sogno ha realizzato il mio desiderio di vederti a Roma piuttosto che a Praga.

Tra parentesi: il mio desiderio di andare a Roma è profondamente nevrotico».

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«Diventati romani» - Il primo viaggio a Roma, 1901

Il viaggio a Roma a lungo desiderato ebbe finalmente luogo, senza molti preparativi e in compagnia di Alexander.

Purtroppo si sa ben poco di questo periodo, se non che Freud pubblicò la “Psicopatologia della vita quotidiana” e il rapporto sul caso della paziente Dora, “Frammento di un’analisi d’isteria”.

«Oggi pomeriggio alcune impressioni delle quali ci si nutrirà per anni.

Stati nel Pantheon, [...] poi all’improvviso nella chiesa di San Pietro in Vincoli ho visto il Mosè di Michelangelo».

Fu la prima di molte visite che Freud fece al Mosè, il cui fascino non lo abbandonò mai.

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13 - «Saxa loquuntur!» Pompei e la «Gradiva». Viaggi in Italia, 1902-1906

14 - «Via (le strade di Pompei che sto studiando)»

15 - «Il Vesuvio fuma molto / gradualmente aumentato» - Napoli e Campania, 1902

16 - «Il sole celestiale e il mare divino» - Laghi dell'Alta Italia e Liguria, 1905

17 - «Lavarone è una specie di paradiso» - Trentino, 1906

18 - «Nata in giornate soleggiate» La stesura della Gradiva, 1906

19 - «Nella bella Viareggio» Un viaggio ancora sconosciuto, 1906

20 - «Ricordare è rivivere» - Lavarone, Firenze, Roma, 1907

21 - «Viaggio come un re non incoronato» Annotazioni romane di Freud dal taccuino tascabile del 1907

22 - «In tarda età si evidenzia in me moltissimo talento a godere la vita» Viaggi in Italia, 1908-1913

23 - «Ancora un po' di aria del sud» - Salò e il lago di Garda, 1908

24 - «L'enigma di Leonardo da Vinci!» Ispirazioni italiane degli anni 1909-1910

25 - «Una goduria inaudita» - Firenze, Roma, Napoli, Sicilia, 1910

26 - «Qui sul Renon stiamo divinamente bene» - Collalbo / Klobenstein, 1911

27 - «Vivere a Roma da gran signore» - Roma, 1912

28 - «... e faccio una visita quotidiana al Mosè» Osservando il Mosè di Michelangelo, 1912

29 - «Con un meraviglioso tempo estivo, alloggiati in maniera principesca» - Roma, 1913

30 - «La libido liberata dalla perdita dell'Italia» Ricordi d'Italia tra il 1913 e il 1923

31 - «Tutte le cose belle sono rimaste belle» L'ultimo viaggio a Roma, 1923

32 - «Per me [...] la bellezza dimora in Italia e nel Mediterraneo» Conclusioni

L’AUTORE

Sigismund Schlomo Freud, noto come Sigmund Freud (Freiberg, 6 maggio 1856 - Londra, 23 settembre 1939), è stato un neurologo, psicoanalista e filosofo austriaco, fondatore della psicoanalisi, la più antica tra le correnti della psicologia dinamica.

Fra gli intellettuali più influenti del 1900, è noto per aver elaborato una teoria scientifico-filosofica, secondo la quale i processi psichici inconsci esercitano influssi determinanti sul pensiero, sul comportamento umano e sulle interazioni tra individui: di formazione medica, tentò di stabilire correlazioni tra la visione dell'inconscio (rappresentazione simbolica di processi reali) e delle sue componenti con le strutture fisiche della mente e del corpo umano, teorie che hanno trovato parziale conferma anche nella moderna neurologia e psichiatria.

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