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Sicilia: Pachino


Pachino, Bachinu o Pachinu in Siciliano, è un Comune i cui abitanti son detti Pachinesi e fa parte del Libero Consorzio Comunale di Siracusa (SR) in Sicilia.
Pachino è la città famosa per la coltivazione del pomodoro ciliegino IGP detto, appunto, Pachino.

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«... Meglio è con lungo indugio e lunga volta girar Pachino e la Trinacria tutta, che, non ch'altro, veder quell'antro orrendo, sentir quegli urli spaventosi e fieri di quei cerulei suoi rabbiosi cani ... ... Rademmo di Pachino i sassi alpestri, scoprimmo Camarina, e 'l fato udimmo, che mal per lei fôra il suo stagno asciutto ...» (Virgilio, Eneide, III-1095)


Il nome deriverebbe dal fenicio pachum, che significa "guardia". Secondo il Fazello, l'origine deriverebbe invece dal Greco antico pachys, che significa "abbondante", "fertile".
Esistono altre teorie che ne fanno risalire il significato a Pachys Oinos, che significa «terra abbondante di vino», oppure, riferendosi all'isola di Capo Passero, a Pacheia Nesos, ovvero «isola dalla larga circonferenza».


Nel 750 a.C., il territorio di Pachino fu abitato da fenici, punici e greci.
Dopo i Romani, arrivarono i Bizantini (dal 500 all'800), quindi gli Arabi (dall'800 al 1090) e, infine, i Normanni.
Gli Arabi diedero il nome alla frazione di Marzamemi «porto delle tortore», nella quale costruirono la tonnara, rimasta funzionante fino agli anni cinquanta, introdussero la coltivazione degli agrumi, bonificarono le campagne, completarono l'acquedotto della Torre Xibini, costruirono le saline e i pozzi Senia per l'irrigazione dei campi (tuttora funzionanti), di cui uno alle porte di Marzamemi, detto «u puzzu de quattru uocchi», utilizzato nei secoli, anche a livello industriale, da popoli diversi, pirati compresi.
Il declino della città inizia con i Normanni, gli Aragonesi e gli Angioini.
In questo periodo furono erette le fortificazioni di Torre Xibini e Torre Fano contro le invasioni piratesche dei Turchi.

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