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Campania: Panza


Panza
, talvolta anche Panza d'Ischia è l'unica frazione del Comune di Forìo, i cui abitanti sono detti Panzesi. Nel 1300 il Paese assume l'attuale denominazione tanto che l'Ariosto la citerà nell'Orlando Furioso: «… lo scoglio ch'a Tifeo si stende su le braccia, sul petto e su la pancia» Conserva, tra le bellezze naturali, in località Chiarito, un importante sito archeologico per la storia d'Italia, la Casa Greca.

La principale testimonianza storica è costituita dal Sito Archeologico di Punta Chiarito, dove, nell'800 a.C., alcuni navigatori dell'Eubea sbarcarono per fondarvi una piccola colonia. Da Punta Chiarito partì la colonizzazione Greca dell'Isola, terminata con la fondazione di Pithecusa, prima Colonia Greca d'Occidente. Successivamente, Panza fu conquistata dai Romani che le diedero il nome di Pansa Vicus, come dimostrano le monete dell'epoca di Antonino ed i muri a reticolato, nonché vasi ed altri reperti conservati presso il Museo Archeologico di Napoli.

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“Tutto vive” - dal Greco “πάν ζάω“ - oppure “distesa al sole” - dal latino “pandĕre“, questa è Panza, frazione del Comune di Forìo sul versante Sud-Occidentale dell’Isola d’Ischia. C’è chi sostiene che per comprendere il "Genius Loci" dell’Isola d’Ischia sia sufficiente conoscere Panza, e in effetti per molti aspetti è così. Quando si elogia il Vino, la Vendemmia, la Viticoltura dell'Isola d'Ischia è di Panza che si sta parlando; lo stesso quando si parla dei prodigi delle Fumarole, delle Baie rocciose, degli Itinerari Naturalistici, dei diversi Dialetti e soprattutto della Colonizzazione Greca dell’Isola più grande del Golfo di Napoli.

Abbiamo a che fare con una Natura “esagerata“, in grado, qui, di regalare scorci e panorami con pochi eguali nella Regione Campania, e non solo. Detto dell’immenso patrimonio naturalistico, la tradizione Vitivinicola è l’altro fiore all’occhiello del territorio, infatti, è a Panza che si produce il migliore vino di Ischia; ed è sempre a Panza che hanno sede alcune delle più importanti Case Vinicole dell’Isola, merito della fertilità del suolo, unitamente alla felice esposizione ad Ovest, tanto che si racconta che un tempo le maestranze non erano contente di guadagnarsi la giornata nelle terre panzesi proprio per via della luce prolungata, e quindi della maggior permanenza sui campi.

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