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Raggiungibile attraverso la Statale Aurelia, che lungo il percorso apre scorci panoramici di incomparabile bellezza, è una Città “a misura d’uomo”, con il suo antico e vivace centro storico dominato dai Portici.
Nel territorio Chiavarese si possono trovare una grande varietà di paesaggi, una rigogliosa natura e una forte persistenza delle tradizioni, soprattutto nell’artigianato locale.
Vivace centro di scambi mercantili fin dal Medioevo, in età moderna ha sviluppato soprattutto la sua vocazione turistica, potenziata dopo la creazione, negli anni 1970, del Porto Turistico.
Ha dato i natali ai padri di Nino Bixio, Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi, il quale, dopo la cessione di Nizza alla Francia, divenne cittadino chiavarese in forza delle sue origini familiari, il che gli permise di rimanere cittadino italiano.
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Tra i possedimenti donati dall’Imperatore Ottone I al Monastero di Bobbio con il diploma del 25 luglio 972, sono annoverate le Ville di Caperana - Capellana - e Rì - Ripus -, sulle quali convergevano sia la Via Litoranea, sia quella diretta al piacentino attraverso la Valle Sturla e il Passo del Bocco, disseminata di postazioni longobarde e di possessi bobbiesi. In un documento del 980 compare per la prima volta il toponimo Chiavari, che ritorna in un atto del 1031, con il quale Tedisio Conte di Lavagna riceveva in locazione diversi beni dal Vescovo di Genova Landolfo, tra cui alcuni in Valle Clavari, beni che sarebbero rimasti per secoli ai suoi discendenti. Il Comune di Genova, nella sua espansione verso la Riviera, aveva trovato forti resistenze nel territorio dei Conti di Lavagna, sottomessi soltanto alla metà del 1100; ma ciò non fu sufficiente a sconfiggere il loro potere nel Tigullio, dove erano fortemente radicati e godevano di largo seguito. Nel 1167 i Consoli Genovesi decretavano l’erezione del Castello di Chiavari, che avrebbe costituito un Presidio Genovese in loco. Ma, dato il persistere della resistenza dei Conti di Lavagna, nel 1178 veniva decisa la creazione del Borgo, secondo un preciso Piano Urbanistico che prevedeva la creazione di 4 fasce edificabili delimitate da vie di percorrenza, individuabili ancora oggi nel Centro Storico. I Conti di Lavagna, però, trovarono il modo di insinuarsi a Chiavari attraverso gli insediamenti civili e le fondazioni ecclesiastiche. I Fieschi e i Ravaschieri, le maggiori famiglie discendenti dal Comitato Lavagnese, mantennero un ruolo di riferimento a Chiavari per tutto il Medio Evo e nell’Età moderna, contrastati dai Rivarola, da sempre schierati sull’opposto fronte politico. Nel corso del 1700 Chiavari, come tutti i Borghi del Levante Ligure, andò assumendo un crescente grado di benessere economico e di crescita sociale e culturale, con la formazione di una nuova e potente classe borghese. Come detto, la rifondazione di Chiavari nel medioevo fu voluta dal Comune di Genova per contrastare in qualche modo la nascente potenza dei Conti di Lavagna. Il primo atto è la fondazione - fra 1181 e 1182 - del primo edificio religioso all’interno di Chiavari: la Chiesa San Giovanni Battista, voluta da Bardo Fieschi, restò per secoli nell’orbita dei Fieschi o delle famiglie affini, quali i Ravaschieri: lo attesta per esempio l’altare della Madonna degli Angeli, dove tra i Santi rappresentati nella tela eseguita all’inizio del 1600, si trova Santa Caterina Fieschi Adorno. Passano poche decine d’anni e Ugo Fieschi, con un’operazione di grosso impegno, ricostruisce in pietra il Ponte sull’Entella, agli apici del quale pone 2 edifici assistenziali: l’Ospedale di San Lazzaro e la Chiesa di Santa Maria Maddalena con Ospizio che conserva ancora l’impianto originario, caratterizzato dall’uso di una muratura a conci squadrati che rispetto alla prassi coeva hanno dimensioni notevoli, soprattutto in rapporto alla volumetria dell’edificio. E sempre i Fieschi sono presenti nella fondazione delle Chiese di San Francesco, di Sant’Eustachio, di San Cristoforo, e di Santa Maria dell’Olivo in Bacezza. Dal 1200, infine, compaiono anche i palazzi civili - Rivarola, Ravaschieri, Fieschi -, i cui caratteri architettonici denunciano un cambiamento nella tipologia in uso a quest’epoca a Chiavari, tra i quali, l’edificio più rappresentativo resta, il Palazzo detto dei Portici neri o Portici alti, caratterizzato da peculiarità costruttive tipicamente urbane, rintracciabili nel Palazzo di Alberto Fieschi a Genova della prima metà del 1200. Soggiornarono a Chiavari lo Scrittore Francese Stendhal, grande amante dell’Italia, ed il Compositore Franz Listz.
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