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Viaggio in Molise con lentezza: I Vecchi e i Giovani


12 pagine per scoprire che Vecchi e Giovani, sono le 2 generazioni che apparentemente popolano oggi il Molise. Un circolo vizioso: i vecchi contadini abbandonati dagli emigranti, si rifugiano nei bar a socializzare e bere, i giovani che hanno abbandonato le terre dei propri vecchi, vivacchiano bevendo solitari nelle piazze e per i vicoli, con le pensioni dei nonni e con le rimesse degli emigranti. I giovani non sognano più ma hanno solo un pensiero fisso: vogliono andarsene, fuggire. Ma quando esprimono questo pensiero lo fanno dando le spalle al paesaggio e con lo sguardo rivolto alla piazza vuota, «Non hanno davvero la forza per lasciarsi trainare dal panorama, la piazza li blocca. La tensione li fa bere». Ma ci sono anche altri Molisani impegnati a rivalutare il loro Molise, il proprio Paese, con la riscoperta di Cittadini famosi emigrati, come l’avvocatessa di Ferrazzano che lavora con impegno ed orgoglio Molisano, per riportare al Paese Robert De Niro e nel frattempo lo arricchisce culturalmente organizzando un Festival dedicato al Cinema, con film di De Niro; 5 edizioni autofinanziate, nell’attesa vana di soldi pubblici che si preferisce dirottare sulle sagre estive mangerecce ad uso degli emigranti nostalgici, ma con grande afflusso di pubblico. La cultura, un’altra emigrata da una Regione che oggi possiede solo 2 librerie; a volte le case molisane ospitano bellissime e antiche biblioteche, un patrimonio inestimabile di libri, ma siccome le librerie spesso ingombrano, allora si svendono i libri. Una Regione dove oggi si vendono meno libri e giornali in assoluto, che nel 1800 aveva paesi che possedevano anche 2 Giornali e che oggi sente come corpo estraneo chiunque proponga attività culturali. Poi c’è l’ingegnere imprenditore, che con fierezza si è fatto stampare delle cartoline double face, in cui ci sono caratteristiche Molisane su un lato e sull’altro la scoperta che non si tratta di bellezze estere e/o esotiche. Ma lo spirito imprenditoriale travolgente, che porta a pensare e progettare grandi opere, stride con l’aspetto romantico del Molise: il sogno di infrastrutture utili a facilitare l’accesso e la fruizione di territori e luoghi, grazie alle quali migliaia di persone in auto possano invadere e andare su e giù per i Paesi Molisani, quei Paesi tranquilli e ben curati, intonatissimi con il cielo e il panorama, collegati da strade vuote e tranquille, adagiate morbidamente lungo le colline ricoperte di pascoli dove vacche, pecore e capre brucano con lentezza. Vedere tutta questa calma trasformata in frenesia è una cosa insopportabile. Eppure quando, fermandosi al Forno di Guardiaregia sempre chiuso, trovandolo miracolosamente aperto, per comprare il tanto agognato pane ci si sente rispondere «Non è per cattiveria, ma l’abbiamo finito stamattina», allora un dubbio viene. Tornando ai Giovani e Vecchi, se è vero che in Molise i primi bevono e non hanno sogni, i secondi invecchiano bene perché vivono in luoghi nei quali c’è ancora il senso di Comunità e sono accuditi e rispettati, soprattutto dai giovani nipoti che hanno bisogno di loro, delle loro pensioni e dei risparmi accumulati,, così il circolo virtuoso si chiude. [Clicca per ascoltare il Podcast di minuti 47:00 con la lettura del Capitolo]


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