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Viaggio in Magna Grecia: Taranto


Dopo essersi tolto la curiosità infantile di vedere il luogo in cui fu sepolto Alarico Re dei Goti, il mio amico Gissing, approfittando dell’itinerario di attraversamento della Calabria da Ovest ad Est, trovandoci a Cosenza, al centro della regione, prende la decisione di dirigerci a Taranto per la tappa iniziale del viaggio di scoperta lungo la Costa Jonica della Magna Grecia. Volendo raggiungere Taranto col Treno, per poi continuare fino a Reggio Calabria, risaliamo quindi la Valle del Fiume Crati con la Ferrovia che l’attraversa da Sud a Nord in 205 km. Passiamo dalla Stazione di Sibari, antica Città distrutta dai Crotonesi 500 anni prima di Cristo, facendola sommergere dalle acque del Fiume Crati, che sotto il suo fango nasconde, presumibilmente, rovine più interessanti della stessa Pompei. Ed eccoci alle prime 5 pagine di diario dedicate al racconto del soggiorno di una o 2 settimane previste a Taranto. Gissing prende una stanza d’Albergo con vista sulla Città antica, poi ci perdiamo nel labirinto di strade e vicoli, visitiamo la Cattedrale: tutto pare troppo pigiato in troppo poco spazio per essere molto bello o suggestivo visto dall’interno e quindi spesso Gissing preferisce abbracciarne la vista da fuori; in generale non apprezza molto l’architettura moderna, né quella civile né quella militare: l’Arsenale gli è ostico anche perché la sua costruzione ha inghiottito tutta l’antichità che lui ama tanto, compresi i grandi mucchi antichi di conchiglie di murice, famoso per la porpora di Taranto. Ama guardare il lavoro dei pescatori ricordando, ancora una volta, le figure storiche che conosce, da Platone ad Annibale che visitarono la Città e perfino i distruttori Saraceni, che videro probabilmente gli stessi pescatori ripetere gli stessi gesti lenti e pazienti. Ci spingiamo fino alle campagne dove troviamo un contadino che ara pazientemente col suo asinello e si ferma volentieri a scambiare quattro chiacchiere in una lingua antica dai rimandi greci, la stessa parlata anche dai pescatori. Gissing, infastidito, non manca di scagliarsi ancora una volta contro il Dazio che taglieggia i poveri lavoratori, e che qui presidia con fatica il territorio dati i vaghi confini cittadini. [Clicca per ascoltare il Podcast di min 00:18:40 con la lettura del Capitolo]

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