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Viaggio in Magna Grecia: Squillace: miseria


All’inizio di queste 4 pagine, dopo aver tanto titubato, alla fine Gissing ed io abbiamo deciso, prima di ripartire, o forse sarebbe meglio dire fuggire, da Squillace, di fare un giro di perlustrazione per raccontare una Squillace che oggi non è più quella di allora, un’altra cittadina del Sud povera dalle squallide condizioni di vita, quello che oggi è un bel paese dall’urbanistica medievale, nel 1879 risulta agli occhi di Gissing un brutto e repulsivo agglomerato di case come mai incontrato. Certo avevamo cominciato col piede sbagliato: la pioggia deprimente, la fame insoddisfatta, hanno messo del loro sulla percezione del reale. Dopo gli entusiasmi vissuti a Catanzaro, si torna alla depressione crotonese. Mentre ci aggiriamo nel paese, arriviamo al Castello diroccato sulla cima, Gissing, con la sua visionarietà, cerca di immaginare il grappolo di case nella luce e nel calore che Cassiodoro chiamava patria del sole; ma è confuso tra le informazioni di Cassiodoro che parla di una collina non tanto alta a cui si accede senza fatica e quelle di Lenormant che sostiene sia quella nonostante i cambiamenti del tempo; cerca di capire se quella che stiamo visitando, sia la Scylaceum del sesto secolo o il rifugio medievale che prese nome dall’antica città più vicina alla costa. In definitiva, tutto considerato, dato il tempo e il cattivo alloggio, la voglia di scappare è tanta, accompagnata da quella di voler visitare ciò che rimane del Convento fondato da Cassiodoro che avevamo notato nella valle salendo. Ci accingiamo quindi al commiato, torniamo a pagare il conto come promesso ma, a differenza di quanto avvenne a Crotone dove fummo meravigliati della loro onestà, qui ci viene estorto il triplo della somma che sarebbe stata ragionevole per la quantità di cibo mangiato; a questo, a brutto muso, si aggiunse anche un “consiglio” peggiorativo del trattore per un’altra truffa per rifarmi della cifra pagata: fare la tara sulla paga del cocchiere. Non sono i tempi di Booking o Trip Advisor con la possibilità di postare le opinioni in rete, così Gissing decide di mandare conto e ricevuta all’amico Console a Catanzaro, perché possa avvertire altri eventuali viaggiatori. Arrivati velocemente alla Stazione Marittima, in anticipo di 2 ore buone sul treno, rimaniamo a guardare dal suo interno, lì in alto, il paese che da qui, di lontano appare pittoresco. [Clicca per ascoltare il Podcast di minuti 00:12:06 con la lettura del Capitolo]

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