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Lettura del libro Il Bel Paese di Antonio Stoppani

Viaggio in Magna Grecia: Crotone volti per la via


Siamo ancora a Cotrone e la mattina al risveglio la speranza per un nuovo giorno migliore del precedente è subito vanificata; è ventosissimo e il mare continua ad essere spumeggiante e rende impossibile la tanto sperata visita a Capo Colonna, né in barca né via terra. Quindi le 6 pagine del viaggio oggi si svolgeranno a spasso per la Città. Poca gente, visto il freddo, e prima tappa alla Cattedrale che all’amico Gissing non piace, trovandola un brutto edificio privo d’interesse artistico dentro e fuori. Mentre siamo dentro, il primo incontro con un uomo che prega con fervore per avere la grazia per la sua malaria. Come in tutti i luoghi che visitiamo, sia io che lui, amiamo andare al Cimitero, quindi Seconda tappa obbligata è a vedere come il popolo Crotonese ricorda i suoi morti, perché le tombe hanno un gran significato. L’occasione si dimostra propiziatoria per un bell’incontro con il custode che si dimostra una bella persona, simpatico e cortese. Tornando indietro, verso la Città, ci fermiamo a vedere più da vicino una chiesetta in rovina e nel mentre ci imbattiamo in 2 ragazzi che conducono un gregge di capre. Il più piccolo si avvicina a Gissing e ancora una meraviglia: non chiede soldi come al solito, ma una delle rose del mazzolino che gli era stato regalato dal giardiniere del Camposanto. Questo fatto fa ripetere a Gissing che i Calabresi sono diversi dai Napoletani, perché si distinguono per la loro dignità ed io non posso che confermarlo per la mia esperienza. Ma dopo il piccolo ci si avvicina anche il più grande e stavolta per una curiosità inattesa: vuole sapere con insistenza se e quando restaureranno la Chiesetta. Tornati in città ci fermiamo davanti alla vetrina del fotografo dove c’è una galleria di cittadini, contadini per lo più sfigurati dalla malaria, e individui di quella classe media cordiale, che incontrati per la strada anche per poche parole, saluta sempre con una stretta di mano. Come da sempre in Italia, lo sport preferito è lamentarsi del luogo natìo e qui, in particolare, tutti si lamentano della mancanza d’acqua che in effetti manca, noi stessi nelle camere abbiamo l’otre con l’acqua potabile e le donne, poverette, non potendo usare il Fiume sono costrette ad andare con qualsiasi tempo a lavare i panni a mare. Arrivati all’ora di pranzo si torna all’Albergo, unico ristorante nel quale quindi non c’è scelta si deve sottostare al misero menù cucinato in maniera infame [incredibile in una Calabria in cui oggi si mangia divinamente ma anche Dumas nel suo viaggio lungo la Calabria Tirrenica ebbe a lamentarsi del cibo, ricorrendo spesso ad uno stratagemma: l’uso di castagne per sfamarsi]. Infine, essendo l’unico ristorante presente in Città, come detto, si dimostra un palcoscenico sul quale si esibiscono svariate tipologie di persone e personaggi che Gissing osserva con attenzione e racconta con dovizia di particolari. [Clicca per ascoltare il Podcast di minuti 00:22:25 con la lettura del Capitolo]

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