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Lettura del libro Il Bel Paese di Antonio Stoppani

Donne Indifese in Calabria: Cosenza


È la vigilia dell’Epifania, Emily si risveglia a Cosenza - dove rimarrà per poco più di 9 pagine -, con la vista sulla Tomba del famoso Re Alarico I, o Alarico dei Balti, Re dei Visigoti che fu l'autore del celebre saccheggio di Roma del 410, dopo il quale morì improvvisamente a Cosenza mentre si dirigeva forse verso l'Africa, e subito dopo con una ricca colazione con formaggi tipici e il primo contatto con la servitù: «chiedeteci tutto ciò che vi serve, “siamo all’erta”». Poi, analogamente a quanto successe a Dumas, viene coinvolta in una cerimonia religiosa e poi rapita dai Presepi davanti alle chiese che trasformavano la città in un grande teatro della Natività. Ma dopo tanta spiritualità il secondo risveglio la catapulta nella realtà contadina attraverso il mercato dei maiali sotto le finestre della camera dell’albergo. Ma lo spirito romantico e artistico prevale in lei, trovando modo e maniera per trovare scorci di bellezza. Visita una fabbrica della seta ma poi si imbatte nelle contraddizioni sociali, per cui molti Cosentini sono in carcere per la loro passione per la libertà repressa da un Governo che produce anche una diffusa corruzione tra i suoi funzionari sottopagati; e scopre una situazione di soprusi nei quali sono, purtroppo, coinvolti anche i Gesuiti che, dimentichi della loro missione religiosa si sono fatti prendere dal potere temporale. Alla mala giustizia si aggiunge una pessima conduzione delle carceri. Anche lei come fu per Dumas nel 1836, si trova in una città che è nuovamente ed ancora sotto shock per un altro grande terremoto che nel 1857 aveva devastato la città e tutte le province limitrofe. Tanto interessati e corrotti i poteri, tanto ricchi di bontà i cittadini se la Lowe alla fine del suo soggiorno cosentino afferma «Ci dispiacque molto dover lasciare questa città semplice e genuina, dove persino i locandieri sono disinteressati». E non passa molto, poche righe oltre, quando, raccontando il nuovo viaggio verso Paola, scortata da uomini della guardia urbana, vestita come i contadini che sembravano banditi perché armati con pistola, ma assolutamente affidabili, nonostante il secondo lavoro di sequestratori quando non in servizio, ha parole di stima e di apprezzamento per l’uomo calabrese «C’è tanta espressività nella faccia dei calabresi che vi si può leggere tutto quello che hanno nella mente, per cui non c’è motivo di considerarli con sospetto. Erano di gran lunga gli uomini più belli che avessimo visto» Tuttavia, nonostante quanto fin qui detto, però la Lowe, concludendo il capitolo, si lascia andare ad una considerazione contraria ma coraggiosamente sfrontata: «La regione è l’ideale per i viaggiatori intraprendenti, visto che c’è una piccola eccitante dose di pericolo che stimola il senso dell’avventura romantica». [Clicca per ascoltare il Podcast di minuti 24:49 con la lettura del Capitolo]


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