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Giuseppe Cocco
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Dopo una giornata a visitare il Museo Etrusco di Valle Giulia a Roma, la 1ª tappa del loro viaggio fu Cerveteri, raggiunta in treno fermandosi a Palo.
Da lì non trovando un mezzo di trasporto [problema che si ripropone ancora oggi], percorsero a piedi gli 8 chilometri e mezzo che dividevano la stazione dal paese e quindi raggiunsero la necropoli della Banditaccia, una delle più suggestive dell’intera Etruria.
Poi i 2 viaggiatori, tornati alla Stazione Ferroviaria di Palo, dovettero attendere alcune ore per un treno che li portasse a Civitavecchia [esperienza analoga a quella che si potrebbe riproporre anche oggi], da dove sarebbero ripartiti per Tarquinia la mattina successiva alle 8 del mattino.
Arrivati nella cittadina, scelsero di andare a visitare subito il Museo Archeologico Nazionale, ma essendo le 9,30, e il museo avrebbe aperto alle 10, l'attesa dette loro l’occasione di passeggiare ed osservare il paesaggio circostante.
Lawrence scrive: «Camminiamo verso il parapetto e di colpo ci affacciamo su uno dei paesaggi più straordinari che io abbia mai visto, la vergine essenza di questa campagna di verdi colline.
Tutto è grano ovunque verde e morbido, che corre su e giù a perdita d’occhio, splendente nel verde primaverile, senza neanche una casa».
La visita al Museo fu pienamente soddisfacente: «eccezionalmente bello e interessante per chiunque conosca appena un po’ gli Etruschi [...].
Se solo ci convincessimo e non strappassimo più gli oggetti dai loro contesti d’origine!».
Nel pomeriggio Lawrence, in compagnia dell'amico e di una guida, iniziò la visita delle tombe dipinte: tutte lo colpirono, ma si soffermò maggiormente su quella della Caccia e Pesca, che gli apparve un inno alla vita e nella quale sembrò trovare una conferma della sua idea sulla Civiltà Etrusca: vivace, gaia, luminosa, libera da pregiudizi moralistici.
Sabato 9 aprile, la mattina presto, i 2 amici lasciarono Tarquinia per recarsi a Montalto di Castro e quindi raggiungere l’antica Vulci.
Utilizzarono un treno, poi un autobus per il tratto dalla stazione al paese, e quindi un calesse per raggiungere l’Area Archeologica attorno al ponte della Badia, uno dei luoghi più suggestivi dell’intera Etruria.
L’ultima tappa fu Volterra, domenica 10 aprile: «Era un pomeriggio grigio con folate di vento che venivano da ogni scuro crocevia della stretta e dura cittadina medievale».
In quel pomeriggio era previsto un appuntamento politico in occasione dell’arrivo del nuovo Podestà e Lawrence ne descrive l’atmosfera, uomini e donne: «Andavano su e giù spintonandosi, con quel ghigno furtivo e quell’espressione di scherno minaccioso che accompagnano sempre le manifestazioni di piazza [...].
È come se il popolo non avesse ben deciso da che parte stare, e proprio per questo fosse pronto a sterminare chiunque si trovi dalla parte opposta».
Le ore pomeridiane trascorsero con la visita ai monumenti cittadini: il Palazzo dei Priori, la Cattedrale, la Porta all’Arco, la Chiesa di San Giusto, la Badia Camaldolese e a Le Balze.
A questi luoghi noi oggi possiamo aggiungere la zona del Teatro Romano e l’Area Archeologica dell’Acropoli.
La visita al Museo «Mario Guarnacci» venne riservata alla mattina di lunedì 11 aprile e qui furono soprattutto le urne in alabastro a colpire Lawrence, con le raffigurazioni in bassorilievo dei miti greci recepiti in Etruria, saghe locali, o ancora scene della vita di uomini e donne del tempo: «Sono affascinanti come un grande libro illustrato della vita e non ci si stanca mai di guardarle», scrive Lawrence. [da il Giornale dell'Arte clicca per andare all'articolo]
Vedi puntata del 5/52022 de «Il Provinciale» RAI 2 dedicato all'Etruria Viterbese
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