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Toponimo del giorno: ROTTOFRENO e il cavallo di Annibale

Rottofreno (Altufrèi, Artufrèi, Ltufrèi o Rtufrèi in dialetto piacentino) è un comune della provincia di Piacenza (PC) in Emilia-Romagna.

ROTTOFRENO

 

Regione: Emilia Romagna

Provincia: Piacenza PC

Altitudine: 65 m slm

Superficie: 35,17 km²

Abitanti: 12.150

Nome abitanti: Rottofrenesi

Patroni: Sant’Ellena (18 agosto) - San Michele Arcangelo (29 settembre)

 

www.comune.rottofreno.pc.it



ORIGINE del NOME

(Toponomastica)


Un tempo importante Castello, ora centro agricolo, in dialetto detto al tufraii (DETI «Dizionario degli Etnici e dei Toponimi Italiani»), mentre nelle documentazioni antiche, fin dall'anno 1207, il nome figura nella forma «Rotofredo»; confronta pure RDAemRationes decimarum Italiae nei secoli XIII (1200) e XIV (1300) Aemilia»] (Piacenza) secolo XIII (1200) «Ecclesia Rotofredi», secolo XIV (1300) «Ecclesia S. Michaelis de Rotofredo»


La variante antica non può spiegarsi con quella fantasiosa leggenda che vuole Rottofreno dovuto al fatto che in questo luogo Annibale durante un'incursione militare nel corso della battaglia della Trebbia fu costretto a fermarsi in questo povero villaggio a seguito della rottura del morso ("freno" appunto) del suo cavallo.

Sebbene si tratti di leggenda, questa versione ha trovato pieno accreditamento tra la popolazione al punto che lo Stemma Comunale riproduce la testa di un cavallo grigio con il "freno" rotto.


Si tratta invece di un toponimo che deriva dall’onomastica germanica, e presumibilmente, nel nome composto di «roth-fried», traducibile come "amico della gloria", ovvero "amico della pace"; da un nome di persona Hrodfrid, longobardo Hrotfrid, e varianti - confronta un Rofred attestato a Cosenza dell'anno 743 ed a Tortona nell'anno 800 circa -, poi divenuto Rotofredo, come Gotofredo e simili. 

Da Rotofredo si è avuto Rottofreno per dissimilazione [Processo inverso all’assimilazione, per cui due suoni simili o identici di una sequenza tendono a differenziarsi] e paretimologia [Etimologia apparentemente corretta, ma priva di fondamento scientifico], mentre altri pensano ad una forma *Rot(o)fre[do declinata secondo un modello in -e, -enis (che riguarda i nomi, con varie esempi nelle carte medievali), di cui la dizione dialettale rappresenterebbe una giusta tradizione.


Quindi il nome sarebbe poi stato storpiato nella pronuncia e nella trascrizione longobarda per giungere, infine, alla latinizzazione in «Rottofridus» ed alla italianizzazione in «rotofredo»

A sua volta, Rottofreno deriverebbe da Rottofredo come storpiatura utilizzata dal popolo.

TERRITORIO

(Topografia ed Urbanistica)


Il comune, posto nella pianura Padana a 65 m s.l.m. di altitudine, è circondato dai fiumi Po a nord e Trebbia a est e dal torrente Tidone a ovest.

Nel territorio comunale scorre anche il torrente Luretta

ITINERARI e LUOGHI

(Culturali, Artistici, Turistici e Storici)


Castellazzo di Sopra: fortilizio minore sorto nel XIX secolo (1800), il Castello presenta uno schema rettangolare con torri sul lato orientale che, pur notevolmente più basse rispetto al momento della loro costruzione, fuoriescono dalla struttura del Castello conferendogli una struttura a U. All'interno sono presenti numerosi camini in marmo rosso.

Castellazzo di Sotto: edificio di proprietà della famiglia Radini Tedeschi in epoca medievale, durante il Ducato Farnesiano, secondo la tradizione, ospitò per diverse volte i Duchi Farnese. Nel 1876 vi soggiornò un giovane seminarista di nome Achille Ratti, che in futuro sarebbe diventato Papa Pio XI, mentre tra il 1904 e il 1905 fu frequentato dal futuro Papa Giovanni XXIII che era il segretario di Giacomo Radini-Tedeschi, figlio del proprietario dell'edificio e Vescovo di Bergamo. Il Castello, trasformato in residenza, mantiene alcuni elementi tipici dell'architettura medievale ed è circondato da una peschiera realizzata a partire dall'originario fossato.

Castello di Rottofreno: citato per la prima volta in un documento risalente al 996, nel 1500 presentava pianta quadrata ed era circondato da una cinta muraria dotata di torri rotonde sugli angoli. Sul lato sud era presente un ingresso con ponte levatoio. Sull'angolo nord-est era presente il mastio circondato per 3 lati su 4 da un piccolo fossato collegato a quello esterno. Nel 1636 venne ulteriormente fortificato secondo i dettami dell'epoca. Entrato nei possedimenti della Camera Ducale nel 1752, successivamente diventò proprietà privata.

Castello di Santimento: citato per la prima volta in un documento del 1291 in cui viene segnalato come proprietà di Giovanni e Umberto Palmieri, è caratterizzato da una struttura rettangolare. L'edificio ha subito nel tempo diverse modifiche rispetto al progetto originale, tra le quali l'innalzamento della torre e del mastio a base quadrata che si eleva rispetto alla facciata principale, di fianco alla pusterla [la postierla, pusterla, posterula, posterla o pustierla, è un'angusta porta d'accesso ai camminamenti per le guardie di ronda nei castelli e nelle fortificazioni nascosta nelle mura, che poteva essere usata anche come uscita o ingresso di emergenza in caso di attacco o di assedio. Generalmente consente solo il passaggio di una persona per volta. Il suo nome deriva dal latino tardo posterula, a sua volta derivato da posterus (dietro), cioè situato dietro, in luogo nascosto. Per estensione la postierla indica una porta secondaria, una "porticciola", in edifici di civile abitazione] dove era in origine presente un ingresso con ponte levatoio a scavalco di un fossato.

STORIA


La zona di Rottofreno fu abitata nell'antichità da Celti e Romani. La località era attraversata dalla via Postumia costruita a partire dal 148 a.C..

La prima citazione del «Locum et Castrum Rotofredo» risale al 996 e parla di un centro agricolo dotato di fortilizio. Nel 1174 la Chiesa di San Michele Arcangelo e l'hospitale di Sant'Elena sono citati in un documento come possedimenti del Monastero di San Michele alla Chiusa di Susa. Dopo il 1412 il Castello di Rottofreno appartenne ai Visconti, prima, e, in seguito, ai loro feudatari Bartolomeo e Filippo Arcelli per poi diventare di proprietà della famiglia Maino e, infine, della Camera Ducale Farnesiana. Nel XVI secolo (1500) assunse un importante ruolo nel sistema difensivo farnesiano. Nel 1636 le forze spagnole assediarono il Castello, il quale venne consegnato agli assedianti da parte del castellano Cristoforo Ferrari che venne in seguito condannato a morte dalle autorità ducali per il suo tradimento. Le truppe occupanti fortificarono ulteriormente la struttura realizzando una cinta muraria con pianta a stella ad otto punte, di cui tuttavia non restano tracce. Nel 1799 la zona tra Gragnano Trebbiense e Rottofreno fu teatro di una battaglia - in cui la roccaforte di Rottofreno subì gravi danneggiamenti - tra le truppe Francesi comandate dal Generale MacDonald e quelle austro-russe guidate dal Generale Suvorov che costrinsero i Francesi alla ritirata verso La Spezia.


COME SI RAGGIUNGE


Strade


Il territorio comunale è attraversato da est a ovest dall'ex Strada Statale 10 Padana Inferiore e dall'autostrada A21, sulla quale, però, non è presente nessun casello di accesso nel territorio rottofrenese. Dall'ex Strada Statale 10 si diramano a Rottofreno la Strada Provinciale 48 di Centora che raggiunge l'omonima frazione e, poi, interseca la Strada Provinciale 11 di Mottaziana nel territorio del Comune di Gragnano Trebbiense e la Strada Provinciale 13 di Calendasco che raggiunge l'omonimo comune per, poi, ricongiungersi all'ex Strada Statale 10 a San Nicolò. A San Nicolò si dirama anche la Strada Provinciale 7 di Agazzano.


Tranvie


Tra il 1893 e il 1938 Rottofreno fu servita dalla tranvia Piacenza-Pianello-Nibbianolungo la quale erano poste le fermate di San Nicolò, Borghese e Rottofreno.

Ferrovie


Il comune dispone di 2 stazioni ferroviarie sulla linea Alessandria-Piacenza: una a servizio del capoluogo e un'altra nella frazione di San Nicolò




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