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Calabria: l’Aspromonte entra ufficialmente nella rete mondiale dei Geoparchi Unesco

La ratifica della candidatura del Parco Calabrese (vai al sito del Parco) è avvenuta oggi nel corso del digital event che ha riunito 160 Paesi in tutto il Mondo.

Con la particolarità delle sue rocce, l’Aspromonte ha una storia geologica di estremo rilievo che ha permesso di avviare il percorso di candidatura all’Unesco nel 2017, pensato dall’Ente Parco presieduto allora da Giuseppe Bombino, promuovendo le peculiarità del massiccio d’Aspromonte che rivelano una storia antica, complessa, unica.


L’ingresso nella rete mondiale dei Geoparchi Unesco consentirà al Geoparco Aspromonte, guidato oggi da Leo Autelitano, di valorizzare il prezioso patrimonio: 8 geositi di rilevanza internazionale, 89 geositi censiti, le sue specificità culturali, identitarie e naturalistiche. 

Il riconoscimento Unesco Global Geopark è nuova occasione di valorizzazione del patrimonio geologico in stretta connessione con quello naturale e culturale, che può portare importanti ricadute in termini sociali ed economici sul territorio, anche e soprattutto in chiave turistica. 

(fonte agenzia DIRE


L'Aspromonte (in calabrese Asprumunti o Spremunti) è un massiccio montuoso dell'Appennino Calabro, situato nella Calabria meridionale, nella provincia di Reggio Calabria, limitato ad oriente dal Mar Ionio; a occidente dal Mar Tirreno, accanto dalle Stretto di Messina, e a mezzogiorno dal Fiume Petrace (con l'affluente Calabrò) e dalle Fiumare di Platì e di Careri. 

Per numerosi studiosi il confine naturale della zona settentrionale è il Passo della Limina (822 m), ai piedi di Monte Limina (888 m); il toponimo Limina, dal latino limen, indica il punto di confine, dove finisce il massiccio dell'Aspromonte (Parco Nazionale dell'Aspromonte) e iniziano la catena delle Serre Calabresi.

Orograficamente è un acrocoro a raggiera la cui cima più elevata è il Montalto parentesi 1955 metri parentesi; caratteristica morfologica e la presenza di terrazzi, detti Piani o Campi (LUI: Lessico Universale Italiano - Istituto della Enciclopedia Italiana).

(TCI Touring Club Italiano – Guida Rossa Basilicata Calabria). 


TOPONOMASTICA

(origine del nome)


Nella tradizione locale il nome - in dialetto sprumùnti - è la parte più elevata dell’estremo massiccio. 

Aspromonte non ha una tradizione classica ed è menzionato con frequenza tra i secoli XV (1400) e XVI (1500); la sua etimologia non è certa ed oscilla tra 2 ipotesi: una lo vuole composto con il greco ασπρος "bianco", voce nota nel dialetto di Bova (RC), località alloglotta [che in uno stesso territorio parla o documenta una lingua diversa da quella ufficiale della maggioranza] Greca: quindi "monte bianco", da confrontare con l'omonimo Ασπρòβoυνος dell'Isola di Rodi, derivazione, questa, che trova un certo consenso; un'altra ipotesi è favorevole all'etimologia greca pure ipotizzando la concorrenza del latino asper "aspro" da cui gli oronimo [in linguistica e in geografia, ogni nome di montagna] Aspremont in Francia, Monte Aspro in Italia.

Alle sue pendici è insediata l'ultima Comunità dei parlanti di lingua Grecanica, un'antica lingua che deriverebbe dal Greco antico o dal Greco Bizantino, per cui entrambe le etimologie sono verosimili.



TERRITORIO

(topografia)


La vetta più alta è il Montalto (1.956 m), di forme dolci, costituito da rocce arcaiche.

Quasi tutti i contrafforti scendono ripidi verso il mare, cosicché la fascia costiera è molto ristretta. 

Caratteristico è lo sviluppo dell'Aspromonte a terrazze sovrapposte; se ne riconoscono 4 livelli, detti Piani o Campi.


La vegetazione è molto ricca e varia: sul piano basale si riscontra la macchia mediterranea, con diversi consorzi floristici spesso unici, che diversifica molto rispetto all'esposizione. 

Sulla fascia Jonica si trovano spesso formazioni xerofile [XEROFITE (dal gr. ξηρός "secco" e ϕυτόν "pianta") si chiamano quei vegetali con speciali adattamenti morfologici e biologici che li fanno resistere alla scarsezza o alla mancanza di acqua: prendono anche il nome di xerofile, in opposizione ad altre che si chiamano igrofite o igrofile], formate da ginestre spinose e ginestre da fibra, che convivono con il lentisco, il mirto, il perastro e, nelle aree umide, le tamerici.

Risalendo si formano macchie alte o boschi veri e propri, composti prevalentemente da roverelle e lecci. 

Nelle aree medie sono presenti il castagno e le pinete, le quali progressivamente, con il pino larìcio, si portano fino alle altezze maggiori, dove il faggio domina la copertura arborea. 

Nella zona litoranea predominano agrumi, vite, olivo e l'orticoltura; sotto i 1.000 m esistono boschi di quercia e leccio, sopra i 1.000 m il pino larìcio, l'abete bianco e il faggio.


A 1.311 m sorge la stazione sciistica di Gambarie, con flusso di turisti da Calabria e Sicilia. In un'impervia valle nel cuore dell'Aspromonte, nel Comune di San Luca, si trova il Santuario della Madonna di Polsi, luogo di culto che, seppur difficile da raggiungere, diventa nei mesi estivi, specialmente a settembre, meta di turismo religioso.


STORIA


Nel 1862, a seguito della Questione Romana, in cui sembrava che il Governo italiano volesse tenere un basso profilo, giustificato dagli accordi con Napoleone III protettore del Papa, Garibaldi tentò di arrivare a Roma con 3.000 volontari. 

Ma la risoluta reazione dei Francesi costrinse Urbano Rattazzi ad intervenire e a mandare il Generale Enrico Cialdini a fermare Garibaldi.


A pochi chilometri da Gambarie, il 29 agosto 1862, si svolse lo scontro, nel corso del quale Garibaldi fu ferito e preso prigioniero insieme con i suoi seguaci, alcuni dei quali vennero fucilati. 

Garibaldi fu condotto all'Ospedale Militare del Varignano, presso La Spezia, per esservi curato e, dopo la guarigione, gli venne concesso di tornare alla sua residenza di Caprera.

Nella località del Comune di Sant'Eufemia d'Aspromonte, dove l'eroe fu ferito, si trovano un mausoleo con un suo busto e delle lapidi che lo ricordano ed è indicato l'albero che, secondo la tradizione, è quello dove egli si appoggiò ferito.


Sentiero del Brigante


Il Sentiero del Brigante (vai al sito) è un sentiero calabrese di lunga percorrenza  escursionistico, tematico, che parte dalla località sciistica di Gambarie, frazione di Santo Stefano in Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria e termina a Serra San Bruno e Bivongi-Stilo, nelle Serre Calabresi suddiviso in 9 tappe creato dal GEA (Gruppo Escursionisti d'Aspromonte) nel 1989 e completato l'anno successivo.


Sviluppandosi all'interno di 2 aree protette, il Parco nazionale dell'Aspromonte ed il Parco naturale delle Serre, rappresenta un'importante risorsa per il turismo e quindi per lo sviluppo del territorio: è lungo circa 140 Km, ideale da percorrere in 9 giorni con 5 ore di cammino al giorno, ed è presente nell'Atlante Nazionale dei Cammini del MIBACT (vedi sito dell'Atlante). 

Il nome nasce dal fatto che fu una strada percorsa in passato da numerosi famosi briganti.


Percorso


Il sentiero (vai alla sezione del sito dedicato al cammino) è percorribile in entrambe le direzioni e non presenta tratti impegnativi e d'arrampicata; la conclusione di ogni tappa termina nei pressi di aree antropizzate, quindi è sempre possibile terminare in anticipo il sentiero o percorrere anche solo singole tappe, il territorio da Gambarie al Passo della Limina, ricade nel Parco Nazionale dell'Aspromonte e dopo inizia la Catena delle Serre Calabre. 


Il Parco nazionale dell'Aspromonte ha incluso il Sentiero del Brigante, da Gambarie al Passo della Limina, nella rete sentieristica del territorio del Parco, da percorrere in 4 tappe

Tappa 1 - Gambarie a Carmelia

Tappa 2 - Carmelia a Zervò

Tappa 3 - Zervò a Zomaro

Tappa 4 - Zomaro a Passo della Limina

Alla fine di ogni tappa, si ha la possibilità di usufruire di pernottamento e ristoro presso strutture ricettive.




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