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Abruzzo: il Parco Nazionale della Maiella diventa ‘Majella Geopark’ mondiale dell’Unesco

Il riconoscimento arriva in occasione della Giornata mondiale della Terra. 

La nascita del ‘Majella Geopark’, Geoparco Mondiale Unesco rappresenta una opportunità straordinaria per l’Abruzzo ed in particolare per queste aree di elevata valenza sotto l’aspetto ambientale, economico e turistico”. 

Lo afferma in una nota il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, in occasione della Giornata Mondiale della Terra che coincide con il riconoscimento del territorio del Parco Nazionale della Maiella come Geoparco Mondiale dell’Unesco.

Nel luglio 2019 l’assessore all’Ambiente, Nicola Campitelli, accompagnò 2 valutatori scelti dal Consiglio dell’Unesco Global Geoparks, la rete mondiale dei Geoparchi dell’Unesco, per verificare l’effettiva valenza, soprattutto geologica, dell’area nonché altre importanti caratteristiche. 

(fonte agenzia DIRE)


L’ingresso nella rete mondiale dei Geoparchi Unesco consentirà al Geoparco della Majella di valorizzare il suo prezioso patrimonio e le sue specificità culturali, identitarie e naturalistiche. 

Il riconoscimento Unesco Global Geopark è nuova occasione di valorizzazione del patrimonio geologico in stretta connessione con quello naturale e culturale, che può portare importanti ricadute in termini sociali ed economici sul territorio, anche e soprattutto in chiave turistica. 


La Majella (o Maiella) è il 2° massiccio montuoso più alto degli Appennini continentali dopo il Gran Sasso d'Italia.


Situato nell'Appennino centrale Abruzzese, al confine tra le province dell'Aquila, Pescara e Chieti, con la cima più alta rappresentata dal Monte Amaro con i suoi 2.793 m s.l.m.. 

Distante circa 180 Km da Roma, 85 Km da L'Aquila, 40 Km da Chieti e 55  km da Pescara, è sede dell'omonimo Parco Nazionale (vedi il sito) e su di essa insistono 4 Comunità Montane: Peligna, della Majella e del Morrone, della Maielletta e Aventino-Medio Sangro.


TOPONOMASTICA

(origine del nome)


È attestato nell’anno 872 «montem de Magella», anno 1166 «Magelle», anno 1173 «monasterium S. Salvatoris in Magella», anno 1308 «Maiella», anno 1309 «Mayella»; l’oronimo [in linguistica e in geografia, ogni nome di montagna] va ricondotto ad una base prelatina *mag- che significherebbe “montagna” e derivato con una formante -ell- caratteristica del sostrato e d’area ligure-siculo-sicana.


TERRITORIO

(topografia)


Il Massiccio della Majella fa parte della dorsale più orientale dell'Appennino Abruzzese assieme al Gran Sasso posto più a nord; è abbastanza esteso (perimetro di oltre 100 km) e costituito da calcare molto compatto, sotto forma di una dorsale stretta e allungata a ovest (lunghezza circa 36 km), allargata in blocco a est verso il chietino (larghezza circa 23 km), delimitato ad Ovest dalla Conca Peligna, a Nord dalla Val Pescara, a Est e Sud dalle colline della provincia di Pescara e Chieti, a Sud-Ovest dagli altipiani maggiori d'Abruzzo, pianori calcarei sui 1250 m di altitudine, che la separano dai Monti Marsicani e dal Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. 

La Valle dell'Aterno-Sagittario e le Gole di Popoli la dividono rispettivamente dalla catena del Sirente-Velino e dal massiccio del Gran Sasso d'Italia.


Ne fanno parte i gruppi del Monte Morrone, del Monte Porrara e dei Monti Pizzi: i primi 2 sono divisi dal massiccio dalle valli dell'Orta e dell'Aventino; la zona dei Monti Pizzi, invece, è collegata alla Majella dagli Altipiani maggiori d'Abruzzo che la dividono dai Monti Marsicani ad Sud-Ovest. 

La vetta della Majella è visibile da oltre 70 Km: nelle giornate serene e limpide si può scorgere dal Gargano e dai monti della Daunia e dell'Irpinia (a cavallo tra Puglia e Campania), mentre da nord è visibile persino dal monte Amiata in Toscana e da San Benedetto del Tronto nelle Marche, persino dalle alture dell'entroterra dalmata oltre il mare Adriatico.


A differenza del Gran Sasso, la Majella si presenta in media più erbosa e meno rocciosa ovvero più in linea con gli altri massicci montuosi appenninici sebbene anche qui non manchino zone aspre caratteristiche di alta montagna.

È caratterizzata da una serie di pianori sommitali, dolcemente tondeggianti per effetto dell'azione millenaria dei ghiacciai che qui erano molto estesi durante le ere glaciali, tra cui emerge il vallone di Femmina Morta ad oltre 2.500 m di altitudine.


Sulla sommità si trovano le cime principali del gruppo Monte Amaro (2.792.873 m), Monte Acquaviva (2.737 m), Monte Focalone (2.676 m), Monte Rotondo (2.656 m), Monte Macellaro (2.646 m), Monte Pesco Falcone (2.646 m), Cima delle Murelle (2.598 m) e vasti altopiani a quote elevate (fino a 2.500 m). 

Altre cime importanti sono la Tavola Rotonda (2.404 m), Monte Martellese (2.222 m), Cima Blockhaus (2.145 m) e Cima Mammarosa (1.650 m).


STORIA


Nell'Epoca preRomana la Majella fu popolata al lato Est dai Marrucini e dai Sanniti, e al lato Ovest dai Peligni

Le Città maggiori erano Sulmona, Guardiagrele, famosa per la presenza di Necropoli, Juvanum e Teate. 

L'economia principale era l'allevamento e la pastorizia, e già esistevano dei percorsi appositi pastorali per la transumanza in Puglia.


Nell'89 a.C. gli Italici ribelli furono definitivamente conquistati da Roma, dacché a Corfinium una delegazione italica aveva costituito una Lega, nominando la Città come Capitale degli Italici. 

Le vicende della zona rimasero invariate, fino alla trasformazione del Medioevo. 

Nell'XI secolo (1000), dopo l'invasione dei Longobardi, la Majella divenne oggetto di culto Cristiano, e molti Monaci fondarono delle Abbazie, oppure si ritirarono in eremitaggio.


Nel XIII secolo (1200) tale pratica raggiungerà il suo apice grazie a Pietro da Morrone, che fondò gli Eremi di San Giovanni, Sant'Onofrio e Santo Spirito a Majella. 

Le Abbazie erano molto floride e influenti grazie appunto alla ricchezza del terreno, ed esempi sono le Abbazie di San Liberatore a Majella e San Clemente a Casauria, del IX secolo (800).

Sorsero ovviamente Cattedrali e Basiliche importanti, come San Panfilo a Sulmona e San Pelino a Corfinio.


Il territorio fu anche ben fortificato, con l'installazione di Torri di avvistamento e Castelli, per non parlare di veri e propri Borghi-Fortezza, come ad esempio il Castello De Sanctis di Roccacasale, quello dei Cantelmo a Popoli e il Borgo diroccato di Civita di Danzica a Rapino.

Sul versante Est Guardiagrele era la Città più influente, tanto che aveva il diritto di coniare moneta, ed era importante fulcro religioso per la Cattedrale di Santa Maria Maggiore; nonché commerciale grazie alla lavorazione dei metalli. 

Nel XV secolo (1400) la città più florida era Sulmona, benché colpita da un violento terremoto, era considerata la Siena degli Abruzzi.

Il terremoto della Majella del 1706 danneggiò gravemente gli abitati della Majella, in particolare Sulmona, che fu ricostruita in forme Rinascimentali-Barocche.

Nel 1800 la Majella fu rifugio del brigantaggio postunitario, che imperversò a Serramonacesca, Sant'Eufemia a Maiella e Pescocostanzo. 

Il simbolo storico delle scorrerie è una pietra incisa a graffiti presso il Passo Block-Haus sopra Pretoro, tale roccia chiamata "Tavola dei Briganti".

Nel 1915 la Majella occidentale fu colpita in parte dal terremoto di Avezzano, ma nel 1933 un nuovo terremoto danneggiò i centri di Gessopalena e Montenerodomo, mentre franarono i Borghi di Pescosansonesco e Salle, oggi ricostruiti più a valle dalla zona storica.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Majella venne presa d'assedio dai tedeschi nel 1943, e furono occupate Sulmona e Guardiagrele. 

Rocca Pia e Campo di Giove furono usati come centri di detenzione, mentre il versante di Fara San Martino veniva bombardato dagli americani e dato alle fiamme dai nazisti in fuga lungo la linea Gustav.


Nel 1955 venne effettuato uno studio sulla Majella e si concluse che la montagna era ammirevole per la conservazione fisica e culturale del patrimonio, rispetto ad altre aree italiane già industrializzate, ma necessitava un ammodernamento del territorio. 

Negli anni 1980 furono installati a Pretoro i primi impianti da sci, così come a Campo di Giove, il turismo. 

Nel 1992, fattore d’incremento di afflusso di visitatori fu la creazione del Parco Nazionale della Majella (vedi il sito) con lo scopo di valorizzare il territorio.


(clicca qui per approfondire)


Il Cammino di Celestino

Il grande itinerario di 6 giorni alla scoperta degli eremi di Papa eremita


È innegabile che la figura del povero Eremita Pietro da Morrone che, sul finire del 1200 divenne Papa con il nome di Celestino V, appartiene, con tutta la sua vicenda umana e religiosa, al patrimonio identitario di tutti gli abruzzesi. 

Il Cammino è lungo complessivamente 90 km. suddivisi in 6 tappe.

Si percorre interamente da percorrere a piedi sulla Rete Sentieristica Ufficiale del Parco ricalcando i sentieri che, con molta probabilità, Pietro utilizzò per spostarsi da un eremo all'altro, da una valle all'altra.

Inizialmente il Cammino coincideva integralmente con l'ormai storico Sentiero dello Spirito (con segnavia S) che però presenta 2 tappe estremamente impegnative che passano per la vetta del Monte Morrone (2.061 m.) e per la ripida Rava dell'Avellana nella Valle dell'Orfento.

Di recente il Cammino è stato ripensato con un tracciato con tappe meno impegnative e con meta a fine giornata sempre in un Borgo o comunque in una zona abitata del Parco. 

Si tratta comunque di un Cammino di montagna dove sono richieste esperienza escursionistica e un buon allenamento.

La partenza avviene alla Badia Celestiniana di Sulmona e dopo aver toccato Pacentro, Roccacaramanico, Caramanico Terme, Roccamorice e Lettomanoppello si conclude all'Abbazia di San Liberatore a Maiella nel Comune di Serramonacesca.

Per i viaggiatori che intraprendono il Cammino è disponibile la Charta Peregrini (o Credenziale del Pellegrino) che può essere timbrata nei Centri informazioni del Parco presenti lungo il percorso e che una volta completata da diritto a ricevere la Croce di Celestino, il Testimonium che certifica l'intera percorrenza delle tappe.

(vai al sito)




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