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Toponimo del giorno: SAN REMO vs SANREMO

Sanremo (Imperia IM - Liguria)

Sanrœmu in ligure è un comune della provincia di Imperia, in Liguria.

Posto lungo la Riviera dei Fiori, è una nota località turistica, rinomata per la coltivazione dei fiori, da cui il soprannome di Città dei Fiori. 

Inoltre ospita l'arrivo della corsa ciclistica Milano-Sanremo (una delle classiche monumento del ciclismo), il Festival della Canzone italiana, il Premio Tenco ed il rally di automobilismo; è inoltre sede di uno dei 3 Casinò presenti in Italia.


TOPONIMO (origine del nome)


La ecclesia Sancti Romoli e il relativo Castrum sono menzionati nell’anno 962 come possesso diretto della Chiesa genovese; ma nella stessa epoca si conserva ancora, come nome territoriale, il toponimo prediale romano [prediale aggettivo (dal latino medievale praedialis, derivante del latino praedium) - nel linguaggio giuridico e letterario, che riguarda i terreni, relativo a fondi rustici: proprietà prediale, lo stesso che proprietà fondiaria] in -ana (locas et fundis Matucianas), dal gentilizio Matucius.

La forma ufficiale moderna riflette la dizione locale san römu di San Romolo.

Il culto del Santo è legato all’eremo montano, in cui Romolo, Vescovo di Genova nel secolo IV (anno 300) si sarebbe ritirato, e alla sua tomba.

2 grafie del toponimo, Sanremo e San Remo, sono state usate in passato; per molto tempo sono convissute pacificamente, benché l'amministrazione tendesse ad usare la versione unita. 

L'etimologia ufficiale, di conseguenza, era controversa e a lungo è stata oggetto di disquisizioni che sfociarono in una vera e propria questione, cui si interessarono insigni studiosi e cittadini benemeriti. Anticamente, la Città era conosciuta come Civitas Matuciana, ma con l'avvento del Medioevo, a seguito della morte di San Romolo (Vescovo di Genova vissuto intorno al IX secolo (anno 800), che trascorse buona parte della sua vita nei boschi di Sanremo, e che morì da eremita alle pendici del vicino Monte Bignone, i cittadini vollero onorarlo dedicandogli il nome della città, che così assunse il nome di Civitas Sancti Romuli

Per quanto riguarda la seconda trasformazione, ossia da  “San Romolo” a “Sanremo”, furono, allora, elaborate 2 tesi: la prima afferma che il passaggio da "Romolo" a "Remo" avvenne in seguito alla morte di San Romolo: poiché nel Medioevo le tombe dei santi erano grandemente visitate, il "Sanctum Heremum" in seguito alle modifiche della lingua, col tempo, sarebbe diventato "Santo Eremo" e quindi "San Remo". 

Questa interpretazione, in passato molto accettata, presenta, tuttavia, una falla, poiché in nessun documento ufficiale si parla di "Santo Eremo.

La seconda tesi, oggi universalmente accettata, sostiene che la trasformazione del nome da "Romolo" a "Remo" avvenne a causa della fonetica dialettale, ossia per la cadenza tipica del ponente ligure di rendere la "o latina" in "ö". 

Di conseguenza, la dizione dialettale di "Romolo", ossia "Romu", sarebbe stata pronunciata come "Rœmu" e quindi traslata, col tempo, in "Remu", ossia "Remo". 

Contrariamente agli altri dialetti gallo-italici, il sanremasco conserva le atone finali, salvo dopo la "r" e la "n": "ö" e "ü" si fondono in "ü", mentre nella lingua italiana in "ö"; per chiarire con un esempio: uomo (latino homo) diventa omu, mentre orto (latino hortus) diventa ortu; a questo, inoltre, si aggiunge la spiccata tendenza a ridurre in dittongo due o più vocali che vengano a trovarsi vicine per la caduta delle consonanti (ad esempio laurà e lavurà che vogliono entrambi significare lavorare). 

Ecco, quindi, che "Rœmu", "Romolo", sarebbe diventato "Remu" a causa del dialetto, e quindi, trascritto male, divenne "Remu", ossia "Remo". 

Quest’ultima tesi è, inoltre, suffragata dai documenti storici: negli archivi, infatti, è possibile trovare documenti, in un lasso di tempo compreso fra il 1300 e il 1600, in cui i nomi Civitas Sancti Romuli e Civitas Sancti Remuli compaiono in pari frequenza, e anzi in alcuni si trovano entrambi nello stesso atto; per esempio in un rogito del 1359 compare Civitas Sancti Romuli e poco dopo l'aggettivo Remoretus; mentre in un atto della Repubblica di Genova del 1681 possiamo trovare sia Civitas Sancti Romuli sia Magnifica Comunità di San Remo.

Se in passato, come già detto, le 2 versioni convivevano abbastanza pacificamente, dalla fine degli anni 1920, tuttavia, l'Istat (Istituto Centrale di Statistica) si prodigò affinché il nome venisse scritto nella forma staccata "San Remo", per uniformare il nome della città a quello delle altre località il cui nome è riferito a un Santo, e anche perché in molte cartine del passato compariva la forma staccata.

Infatti consultando i documenti dell'Archivio Comunale si può notare come in data 2 settembre 1937 il Podestà di allora, Giovanni Guidi, veniva informato che l'Istituto Centrale di Statistica aveva elencato il Comune col nome staccato (San Remo), in accordo con il Regio Decreto 19 febbraio 1928 n. 453, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 67 del 20 marzo 1928, (in cui era stato disposto l'aggregazione del Comune di Bussana a quello di 'San Remo') ma in difformità con quanto sino a quel momento effettuato da parte dell'Amministrazione Comunale. 

Lo stesso Istat, inoltre, interveniva direttamente l'8 febbraio 1938 per richiamare il Comune all'osservanza della disposizione. 

Tuttavia, all'invito ad adeguarsi del prefetto, il podestà rispondeva: "Insistiamo perché venga modificato il nome in Sanremo". 

L'8 agosto 1940 il presidente dell'Istituto Centrale di Statistica richiamava nuovamente il Comune scrivendo: "... codesto comune dovrà modificare secondo il nome seguito da questo Istituto [San Remo, ndr] l'intestazione della carta ufficiale nonché i timbri in uso presso gli uffici comunali", e chiedeva venisse fornita per iscritto l’"assicurazione di adempimento". 

Il 30 agosto 1940 il Podestà emanava, pertanto, la seguente ordinanza (prot. n. 15411): "Vi prego di disporre perché d'ora in poi negli stampati il nome del Comune venga scritto San Remo anziché Sanremo".

Il secondo conflitto mondiale bloccò la questione, e il nome della Città continuò ad essere usato unito, ma nell'immediato dopoguerra si riaccese; di conseguenza il sindaco, con ordine di servizio datato 24 marzo 1954, prot. n. 89/6, trasmetteva a tutti gli uffici la seguente lettera: "Si porta a conoscenza delle SS.LL. che l'esatta grafia del nome della nostra città è la seguente: San Remo. Tanto si comunica per opportuna conoscenza e norma con preghiera di volerne rendere edotto il personale dipendente, affinché tanto negli stampati che sulle comunicazioni venga adoperata la esatta onomastica".

Quest'ordine di servizio non è mai stato applicato dagli organi comunali: nonostante, infatti, tale "decisione" ufficiale del Comune, il nome di San Remo ha continuato a essere rifiutato a livello locale, dov'era utilizzata principalmente l'altra versione, come, ad esempio, nelle indicazioni stradali, ferroviarie, turistiche, e praticamente ovunque nella documentazione del Comune, della Provincia e spesso della regione; anche le cartoline per le consultazioni elettorali hanno sempre riportato il nome Sanremo. 

Nella documentazione prodotta a livello centrale, proveniente dalla Gazzetta Ufficiale, dall'Anagrafe tributaria e dai documenti dell'Istituto di Statistica, tuttavia, ha continuato a essere mantenuta la forma San Remo, mentre si giunse a dimostrare come sia più corretta la versione attaccata.

Solo in seguito all'approvazione dello Statuto, seguito a varie Deliberazioni Consiliari tenutesi tra il 1991 e il 2002, si sancì definitivamente che la denominazione ufficiale della Città fosse nella forma monoverbo Sanremo.

(clicca qui per approfondire)


Nome degli abitanti è Sanremesi, Sanremaschi o Matuziani


Prodotti tipici: sardenaira variante della pizzaladiera, nella quale le acciughe vengono sostituite dalle sardelle e che si aromatizza con aglio, origano, timo ed altre erbe odorose

boiabesa (bouillabaisse) con la quale si chiama la zuppa di pesce, con le varianti: rascasse o zuppa di scorpene (rascassi), bùddego o zuppa di pesce boldrò (bùddego) e la buridda di stoccafisso, piatto del venerdì

Notevoli le coltivazioni di uve da tavola, specialmente delle qualità Saint-Jeanette e Servant, uve tardive a grandi grappoli, dagli acini verdognoli a buccia resistente, a polpa tenera e con molto succo, di gusto lievemente zuccherino, fresco e gradevole, la cui raccolta si fa verso la fine di dicembre.

Mandarini: vi furono introdotti, per la prima volta in Italia, nel 1848, e da Sanremo la coltivazione si diffuse nelle altre regioni.

Cedri

Piatto tipico è lo stoccafisso bollito indi cucinato nel tegame con olio, aglio, torli d'uovo, succo di limone, erbe odorose, patate lessate: dopo cottura il tegame viene lungamente e con forza agitato sino a che il contenuto si sia trasformato in una poltiglia fine ed omogenea; la pietanza si serve tiepida; essa ha dei punti di contatto con il baccalà mantecato di Venezia.

Castagnone, torta di farina di castagne.

Baci di San Remo, amaretti di nocciole, accoppiati con crema.

Vini Moscati prodotti sui colli circostanti


Sito del Comune



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