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Toponimo del giorno: SAN FÈLE

San Fèle (Potenza PZ - Basilicata)

Sandə Fèlə in dialetto, è un comune prettamente rurale della provincia di Potenza, in Basilicata. 

Storicamente proviene dal Feudo corrispondente alla Valle di Vitalba, insieme a Rionero in Vulture, Monticchio (Basilicata), Sant'Andrea, Montemarcone (Avigliano), Montesirico, Rapone. 

Il suo nome in origine fu Santo Felice; le forme Santo Fele e San Fele (quella ufficiale) derivano anch'esse dal latino Felix, Felicis, ma nella forma del nominativo (Felix). 

È noto per esserci nato San Giustino de Jacobis e per la presenza nel suo territorio di uno dei più antichi e misteriosi Santuari della Basilicata: quello di Santa Maria di Pierno.


Situato a 872 metri sul livello del mare, fu Roccaforte costruita da Ottone I nel secolo X (900), in seguito popolata in parte da esuli Lombardi al tempo dell'Arcivescovo Eriberto; nel suo Castello morì prigioniero nel 1253 Enrico di Svezia (TCI Touring Club Italiano - Guida Rossa Basilicata Calabria).

È attestato in Catalogus Baronum (anni 1150-1178) «Tancredus Sancti Felis dixit Felix Sanctum Felem quem tenet esse feudum», poi anche in  RDApLC [«Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII (1200) e XIV (1300)»] (Muro Lucano anno 1310 «Clerici S. Felicis», nella forma corrispondente a Felice; il toponimo ha origine agionimica, da S. Felix, -icis, ma riflettente il nominativo Felix.


(clicca qui per approfondire)


Nome degli abitanti è  Sanfelesi


Sito del Comune


CASCATE DI SAN FELE


Il torrente Bràdano sgorga dall'Appennino Lucano, in località Matise di San Fele, provincia di Potenza, Basilicata, per confluire nella Fiumara di Atella e poi nel Fiume Ofanto.

Attraversando il territorio del Comune di San Fele, il torrente è costretto ad effettuare dei particolari salti di quota che danno origine alle naturali e suggestive Cascate di San Fele.


Perché “U Uattënniérë”?

"U Uattënniérë” è la trasposizione dialettale di “Gualchiera” macchina utilizzata in antichi opifici costruiti a ridosso delle cascate. (Battendiere, vattendière; latino medievale batenderius)

La Gualchiera di San Fele è rimasta in uso fino agli anni 1940, tuttavia, dopo la Seconda Guerra Mondiale visse un periodo di rinnovata operatività grazie al genio di un giovane e promettente artista, Angelo Gallicchio.


Come funzionava la Gualchiera di San Fele?

Sfruttando la forza motrice dell'acqua, una grande ruota azionata trasmetteva il movimento ad un cilindro orizzontale nel quale erano inserite verticalmente, le aste dei folloni che terminavano con pesanti magli (o folloni) che, entrando e uscendo da una vasca (sul fondo della quale venivano posti i tessuti), servivano a gualcare la lana; il panno veniva così reso più compatto e meno ruvido.



Prodotti tipici: la gastronomia sanfelese rientra per molti aspetti in quella regionale e la completa. 

Ecco alcune specialità:


Antipasti


Acquasalë fréddë (pane raffermo ammorbidito con acqua fredda e condito con pomodoro, cipolla, sale e origano)


Primi piatti


Cavatiéddè, fusiddë e avrècchjëtèddè (pasta fatta in casa condita con la radice amara cren o rafano, “u rafënë” in dialetto)

Laghënë e fasulë (piatto unico composto da tagliatelle fatte in casa e fagioli)

Mëgliazze, pizzë dë grandinjë, farënatë (preparati a base di farina di mais)

Trëhiddë cu a muddichë (pasta fatta in casa con aggiunta di mollica di pane)


Secondi piatti


Cutturriéddë (bollito di carne di pecora o montone con verdure)

Marrë (Involtino di interiora di agnello, capretto o maiale)

Mugliulatiéddë (Involtini di trippa di agnello o capretto, con ripieno a base di carne)

Suffrittë (soffritto di spezzatino di carne)


Dolci


Cavëzone d' cicër e castagnë (dolce natalizio a base di ceci, cioccolato e castagne)

Sangunuaccë (impasto di sangue di maiale con uva passa e cioccolata)

Scarpèddë cu-r mustë cuòttë (pasta di pane fritta e condita con mosto rappreso sul fuoco)


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