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Lettura del libro Il Bel Paese di Antonio Stoppani

Emilia Romagna: Bibbiano la culla del Parmigiano Reggiano


Bibbiano (Bibiân in dialetto reggiano o Bibiēn nel dialetto locale) è un comune italiano della provincia di Reggio Emilia in Emilia-Romagna.
Centro della Val d'Enza, noto per la produzione casearia del Parmigiano Reggiano.

A Sud di Bibbiano si trova il poggio di Montefalcone, su cui  sorgeva un Convento Francescano (fondato nel 1200 e soppresso nel 1623) che ospitò Sant'Antonio da Padova e San Bernardino da Siena.

BIBBIANO

Regione: Emilia Romagna
Provincia: Reggio Emilia RE
Altitudine: 121 m slm
Superficie: 28,16 km²
Abitanti: 10.212
Nome abitanti: Bibbianesi
Patrono: Beata Vergine Assunta (15 agosto)












 GENIUS LOCI
(Spirito del Luogo)

L'identità territoriale materiale e immateriale di Bibbiano, è nella sua storia rurale e casearia. 
Tutto profuma di Parmigiano Reggiano, l'atmosfera, i campi, le stalle, le latterie, i caseifici, finanche le rimanenze di architetture medievali come quelle moderne, fino alla scultura dedicata al mitico formaggio. 


ORIGINE del NOME
(Toponomastica)

In dialetto bibién, nelle carte antiche il toponimo è documentato nella forma «Bibianum»; si tratta di una formazione prediale (che riguarda i terreni, relativo a fondi rustici: proprietà prediale, lo stesso che dire proprietà fondiaria; servitù) con il suffisso -anus dal personale latino Baebius od anche Vibius; nella Tabula Velleria sono attestati sia fundus Baebianus che fundus Vibianus.
L'origine del toponimo quindi, è verosimilmente legata alla natura agraria del territorio che ai tempi dell'occupazione romana nel I secolo, in cui prese il nome dell'assegnatario di quelle terre: il luogo fu probabilmente un Vibianus o Baebianus fundus, che rinvia a un fundus romano ubicato in questi luoghi fertilissimi.

TERRITORIO
(Topografia)

Bibbiano è situato a 17 km a Sud-Ovest di Reggio nell'Emilia. 
Il territorio comunale, oltre che dal capoluogo, è formato dalle frazioni di Barco, Corniano, la Fossa, Ghiardo e Piazzola per un totale di 28,16 km².
Confina a Nord con Cavriago, a Est con Reggio nell'Emilia, a Sud con Quattro Castella e San Polo d'Enza e a Ovest con Montecchio Emilia.


Il territorio comunale, oltre che dal capoluogo, è formato da altre 5 frazioni e si trova in un territorio agricolo della Pianura Emiliana
Il Comune si trova nelle prime colline ed é situato nella fertilissima zona pedecollinare che prelude al Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano, nella Val D'Enza, dove un tempo si trovava l'alveo dell'Enza. 


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STORIA
 
Bibbiano fu e rimase fino al secolo scorso una Villa Rustica, una processione di case e casolari sparse lungo un'unica strada, un luogo aperto alle scorrerie di eserciti e predoni, senza mura che gli facessero da scudo.
Pur non èssendo facile datare l'origine di Bibbiano, certa è la prima presenza umana (fondi di capanne, resti ceramici, copiosi manufatti silicei) le cui tracce risalgono a un'epoca compresa tra il Paleolitico inferiore e il Neolitico


La lunga permanenza Gallica è testimoniata da reperti dell'Età del Ferro e dalle inflessioni Celtiche rimaste nel dialetto locale. Dall'occupazione Romana nel I secolo, derivano i numerosi reperti romani venuti alla luce in seguito a ritrovamenti archeologici: terrecotte, ceramiche e suppellettili.
Bibbiano, già Castello, faceva parte del territorio Matildico, è solo con l'Età Medievale che la storia di Bibbiano si precisa attraverso una prima aggregazione urbana lungo la strada che portava alle fortificazioni affacciate sull'Enza, e di cui rimane la massiccia costruzione fortificata detta «Torrazzo».
Nel 1100 la storia di Bibbiano si lega indissolubilmente alle vicende dei Canossa, come ricorda anche lo stemma comunale (cane con un osso in bocca).
Nel 1155 il borgo sarà definitivamente incorporato nel Feudo Canossiano di Bianello.
Il dominio della dinastia Canossa su Bibbiano terminò nel 1700, quando il Feudo passò ai Marchesi Gabbi di Reggio Emilia (1757).
Bibbiano ottenne l'autonomia comunale all'epoca del Dipartimento del Crostolo, che fu, fra gli anni 1797 e 1815, un Dipartimento della Repubblica Cispadana, della Repubblica Cisalpina, della Repubblica Italiana e infine del Regno d'Italia.
Il nome deriva dal torrente Crostolo ed ebbe come Capoluogo Reggio Emilia.
Il Dipartimento fu creato il 5 gennaio 1797 a seguito della costituzione della Repubblica Cispadana e poi assorbito nella Repubblica Cisalpina, dopo la fusione delle 2 entità.
Dopo la caduta di Napoleone, gli Este lo aggregarono a Montecchio Emilia.
Assumerà le dimensioni attuali soltanto nel 1860.
Eretto a Comune nel 1800 con la Villa di San Bartolomeo in Sassoforte e poi aggregato al Comune di Reggio, per volere di Francesco IV nel 1815, venne aggregato all'esteso Comune di Montecchio, cui forzatamente rimase unito fino al 1859.
Fu in questa epoca più propizia che risorse il Comune di Bibbiano, composto da 2 Ville: Barco e il Capoluogo. 
In base al nuovo assetto territoriale e amministrativo, dunque, Bibbiano cessa di far parte della Circoscrizione di Montecchio ed acquisisce il diritto di eleggere un proprio Consiglio Comunale.
La maggior parte della popolazione di Bibbiano, già allora, era dedita all'attività agricola, presentando caratteri specifici che rimarranno gran parte invariati nel corso degli anni.
A differenza di altre zone agricole dove il contadino doveva provvedere al proprio fabbisogno familiare attraverso la differenziazione delle colture, in assenza di un mercato che gli consentisse lo scambio delle proprie eccedenze con prodotti della manifattura o dell'industria, il mezzadro, l'affittuario o il coltivatore diretto di Bibbiano subordinavano le colture alle esigenze dell'industria e del mercato, da tempo immemore attivi nella trasformazione e nell'esportazione del Parmigiano Reggiano che ha appunto in Bibbiano la sua "culla".
Tende quindi a prevalere su ogni altro tipo di coltura il prato stabile e/o di rotazione, come punto di partenza del ciclo produttivo che si compie con la forma di Parmigiano Reggiano o col pane di burro. 

Bibbiano fa parte dell'Unione Val d'Enza, un'unione di comuni nata il 1 ottobre 2008 dalla decisione di 7 comuni italiani della Provincia di Reggio Emilia assorbendo la già costituita Associazione Val d'Enza.
Oltre Bibbiano ne fanno parte i comuni di Campegine, Canossa, Cavriago, Gattatico, Montecchio Emilia, San Polo d'Enza e Sant'Ilario d'Enza.
L'Unione ha una estensione di oltre 240 km² ed una popolazione di circa 62.958 abitanti (anno 2017).
L'Unione ha sede amministrativa a Barco, nel comune di Bibbiano.
Obiettivi primari dell'Unione sono l'integrazione tra i comuni di funzioni quali Servizi sociali, gestione del personale, polizia locale, gare e appalti di fornitura di beni e servizi.  


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ARCHITETTURA e URBANISTICA

Bibbiano si snoda lungo un'unica strada, via Gian Battista Venturi, che cambia denominazione attraversando le diverse frazioni.
Partendo da Barco e percorrendo via XXIV Maggio si incontra subito la Chiesa Parrocchiale, dal Piazzale Madre Teresa di Calcutta.
Proseguendo lungo la via principale si attraversa l'abitato di Barco: rimane sulla destra la Corte Bebbi, antica Corte che oggi ospita un Agriturismo, la Piazza del Paese, e le ex Scuole Elementari oggi sede dell'Unione dei Comuni "Val d'Enza".
Si giunge a Bibbiano dopo aver percorso pochi chilometri, e dopo la prima curva a sinistra, procedendo sempre dritto s'incontra, sulla sinistra, la settecentesca Corte di Sant'Antonio, che da Convento é ora destinata a stalla e a fienile.

La Villa del Municipio si affaccia sulla Piazza Centrale del Paese, fulcro della vita ricreativa e culturale: sulla Piazza, infatti, si trova il Centro Sociale, la Sala Comunale delle esposizioni "L'Ottagono", e poco distante il Cinema Teatro Metropolis, piccolo gioiello architettonico e tecnico.
Da qui in poi possiamo ammirare la parte più antica del paese, con qualche abitazione rimasta a testimoniare il passato medievale e rurale della zona.

ITINERARI e LUOGHI
(Culturali, Turistici, Storici, Archeologici, Naturali)

Del passato restano i ruderi del Torrazzo Matildico, una casa-torre difensiva di notevole interesse storico e architettonico che presidiava il percorso da Barco a Quattro Castella, e poco distante l'antica Via della Fila, la più antica del paese.
Proseguendo verso Sud si giunge alla Pieve di Bibbiano, menzionata prima del 1000 in un diploma di Ottone II del 14 Ottobre 980.
La Pieve di Bibbiano, dall'esterno della cui parete Nord sono state tolte le sculture zoomorfe in arenaria, del 900-1000, conserva nell'interno una maestosa statua in terracotta della Madonna del 1400, 2 altari barocchi, il coro intarsiato, l'organo settecentesco a canne ed alcuni dipinti che riproducono Opere di Mantegna e Tiziano.
Un Assunta di Lelio Orsi é stata venduta dalla Chiesa nel 1707.
Degno di menzione anche il campanile, la cui cuspide é stata rifatta più volte.
A Piazzola, in località Sant'Eufemia, sorgeva un Castello di cui resta una piccola Cappella dalle mura corrose.
Al Medioevo risale lo scavo del Canale di Bibbiano, la più antica diramazione del fiume Enza, e al 1344 la concessione di Obizzo III d'Este ai Canossa per lo sfruttamento delle sue acque.


A Bibbiano si possono ammirare diversi monumenti d'ARTE CONTEMPORANEA, a partire dalla Stele del Bianello, opera di Graziano Pompili situata al centro della piazza del Bianello.
Si tratta di una delle più grandi stele di terracotta, alta più di 6 metri che, col suo movimento eccentrico rispetto all'asse, rappresenta una nota dissonante che rompe la geometria assoluta degli edifici circostanti.
È dedicata al poco distante Colle del Bianello, rifugio per le popolazioni della zona contro le scorrerie dei briganti.
Forma e materia della Stele riproducono la stratificazione geologica del colle: fossili e argille, sormontate dalle geometriche linee del castello, a simboleggiare l'incontro fra uomo e natura.
Di fronte alla sede del Municipio è stata collocata un'altra opera di un importante artista Reggiano: "Dialogo" di Vasco Montecchi.
Si tratta di un gruppo scultoreo di marmo formato da 3 figure femminili agili e svettanti.
La tematica è quella del dialogo, dell'incontro, caratterizzato da superfici curve e dalla circonvoluzione delle linee che alludono alla tensione affettiva dell'abbraccio.
2 sono le linee plastiche: la prima verticale, svettante verso il cielo in segno di slancio spirituale, alla quale si accompagna una progressiva rarefazione della materia, la seconda curva, avvolgente che porta ad un ripiegamento della forma in se stessa.
La particolare attenzione per l'arte contemporanea si manifesta nella costituzione di una piccola sala espositiva permanente, situata nel piano terra del Municipio, che ospita collezioni e mostre monografiche di artisti reggiani.
L'Ottagono, questo il nome della sala, è stata ricavata ristrutturando un parte dell'antico archivio comunale, e dal 1997 ospita almeno 4 esposizioni all'anno, una anche in occasione della tradizionale Fiera di Settembre


Il Turismo ENOGASTRONOMICO si svolge sul territorio di Bibbiano attraverso una parte della Strada dei Vini e dei Sapori delle Colline di Scandiano e Canossa, percorso dedicato alle tradizioni culinarie e storico-culturali: tra cantine, aziende agricole, acetaie, caseifici e latterie, botteghe del vino, ristoranti ed agriturismi, negozi di prodotti alimentari tipici si va alla riscoperta di un mondo antico e genuino, fuori dall'ordinario.
Così, in auto o in bicicletta, si può venire a contatto con le tradizioni produttive più importanti del Comune, prime fra tutte, quella del Parmigiano-Reggiano che proprio a Bibbiano ha la sua "culla".
Un processo produttivo rimasto invariato nei secoli e che si può ancora ammirare in ognuno dei 6 caseifici presenti nel Comune, al quale, in mezzo alla rotonda di ingresso a Barco, è stato dedicato il Monumento al Parmigiano Reggiano, opera dello scultore Michelangelo Galliani.
La valorizzazione a livello culturale ed artistico di un prodotto conosciuto nel mondo, come il Parmigiano Reggiano, nella terra che ne cullò i natali, è alla base del primo monumento pubblico al Parmigiano Reggiano, sito all'ingresso dell'abitato di Bibbiano.

Siamo in terre dove l'uomo, attraverso il suo vivere, ha lasciato impronte indelebili, organizzando i corsi d'acqua con i canali, erigendo Pievi e Cappelle ancora lì a distanza di secoli, coltivando prati giunti sino a noi. 
Con il monumento al Parmigiano Reggiano, Bibbiano ostenta, con meritato orgoglio, il prodotto che tutto il mondo invidia a questo angolo di Emilia e, a volte, tenta di imitare senza successo.
Non scontato ricordare che le radici del benessere attuale affondano nel fertile sviluppo del mondo rurale.

Lo scultore Michelangelo Galliani, di Montecchio Emilia così racconta la sua opera: «Ho inteso riunire, in un'opera di grande impatto, i tre elementi caratterizzanti la produzione e l'uso del formaggio: la punta di formaggio, il coltellino a "mandorla", una parete di un antico caseifìcio, emblema della più bella architettura rurale del l'Ottocento.
Per raffigurare il Parmigiano Reggiano, in uno spicchio di 3 metri e mezzo e 32 tonnellate di peso, la scelta è caduta sul marmo di Carrara, perché, frammentato, ha una grana molto simile.
E' posato su un prato verde, simbolo del secolari prati stabili bibbianesi.
Accanto il caratteristico coltellino a goccia, in simil-legno e acciaio di tre metri.
Sullo sfondo una parete, con le caratteristiche gelosie a file sfalsate in cotto degli antichi caseifìci poligonali neogotici, simbolo di reggianità perché prevalentemente ed ampiamente diffusi nella tipologla edilizia della provincia.
Perché queste dimensioni?
Le strade sono luogo di transito ed era importante che fosse un'opera leggibile immediatamente, anche per chi non sa che qui siamo nella culla del Parmigiano Reggiano.
Ho svolto il ruolo di scenografo pensando a un'opera semplice e di grande impatto, da qui la scelta delle grandi dimensioni
».

Un monumento "a tutto tondo", quello scelto dal Consiglio Comunale, perché sorge sulla rotatoria nella Strada Provinciale 28 a Barco, crocevia importante per Cavriago, Reggio, Montecchio e la provincia di Parma. 
E' a 2 passi dall'antico confìne tra 2 Stati, il Ducato di Modena e Reggio e quello di Parma, dove il formaggio bibbianese, così ricercato sui mercati Farnesi, non poteva transitare, se non a rischio di pesanti sanzioni o dazi.
All'insegna dell'identità è una porta d'ingresso in quella che, oggi, è definita la "Food Valley Emiliana", come potrà scoprire il visitatore che esce dalla nuova uscita autostradale Terre di Canossa, in Campegine.

Così si concludono decenni in cui l'essenzialità modernista, nei monumenti, ha fatto dimenticare il gusto del reale a favore dell'essenziale e, a volte, asettico: steli lapidei hanno preso il posto di busti o statue un po' ovunque; la scultura del Parmigiano porta anche il passeggero in una terra che cerca e ritrova
la sua identità, attorno alle opere d'arte; è così anche per Bibbiano, dove prosperano attività commerciali, artigianali e finanziarie, accanto al fìero lavoro di casari, soci di latterie e allevatori. 

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ITINERARI DEL GUSTO - PRODOTTI DEL BORGO
(In questa sezione sono riportate le notizie riguardanti prodotti agroalimentari e prodotti tipici)

Bibbiano attraverso una parte della Strada dei Vini e dei Sapori delle Colline di Scandiano e Canossa, offre un percorso dedicato ai prodotti tipici, alle tradizioni culinarie e storico-culturali: tra cantine, aziende agricole, acetaie, caseifici e latterie, botteghe del vino, ristoranti ed agriturismi, negozi di prodotti alimentari tipici si va alla riscoperta di un mondo antico e genuino, fuori dall'ordinario.


PARMIGIANO REGGIANO
 
La produzione di un formaggio di latte vaccino nelle terre dove oggi si produce il Parmigiano-Reggiano risale almeno al 1100.
Furono i Monaci del Monastero Benedettino di Corniano a scoprire la "ricetta": latte di qualità (quello della sera e del mattino), fuoco (2 cotte), caglio e sale. Il tutto messo a stagionatura per un anno intero.
La scoperta dei Monaci segnò un cambiamento epocale nella produzione rurale del luogo, fino ad allora limitata al formaggio di pecora.

Il più antico documento in cui appare il termine "formadio" (dal latino medievale caseum formaticum, «cacio messo in forma», il padre del futuro Parmigiano-Reggiano) è una pergamena dei Monaci Benedettini dell'Abbazia Marola del 13 aprile 1159 (redatta a Corniano di Bibbiano in una dipendenza dei religiosi): 3 fratelli di Formolaria (oggi Frombolara) di Carpineti accettavano terre in affitto dall'Abbazia in cambio di denari, merci (pecore e giuncate ad arbitrium) e 3 "aportos de formadio" (apporti di formaggio).


Da secoli si disputa su dove sia nato il formaggio ma la maggior parte di storici e autori vari, concorda che comunque la culla della Rinascita qualitativa e quantitativa del Parmigiano-Reggiano a partire dal 1700 è Bibbiano.
I motivi principali sono: foraggio di qualità, prati stabili, disponibilità di acqua, e l'abilità dei casari bibbianesi. 
Dal 1700 avvengono grandi cambiamenti e sconvolgimenti fondiari, agricoli e zootecnici.
I possedimenti Benedettini passarono a nuovi imprenditori agricoli.
Nel Ducato di Parma e Piacenza un'imponente crisi agricola (per carestie, carenza d'acqua a seguito dei disboscamenti appenninici, peste bovina, ecc.) fu causa per molti anni dei minimi storici della produzione di formaggio grana.
Questi passaggi di proprietà comportarono consistenti cambiamenti nelle coltivazioni.
Nel Reggiano sempre più campi passarono da frumento a foraggio per bovini e in minor misura a nuove colture come il riso, il mais e la canapa.
Uno dei motivi basilari che hanno determinato l'aumento del numero dei Caseifici nel Bibbianese e Comuni limitrofi e poi nel resto del Reggiano, e successivamente in parte anche nelle altre Province Emiliane, va ricercato quando, nel 1700, si iniziò a ridurre sensibilmente i terreni a frumento e a “maggese”.
Dalla rotazione quinquennale si passò a quella triennale e biennale.
Nella rotazione biennale buona parte del terreno a riposo venne occupato dai prati da vicenda a base di trifoglio o d'erba medica.
Questa nuova impostazione aziendale comportò la soluzione di diversi problemi, fra i quali quello di utilizzare al meglio le acque dei canali di irrigazione, per assicurare il raccolto ai nuovi prati.
L'aumento dei foraggi portò a una maggiore produzione di latte e, di conseguenza, a un dilatarsi dell'Industria Casearia.
Ai pochi Caseifici padronali presso le aziende-vaccherie, si aggiunsero sempre più numerosi altri caselli, basati sul sistema “turnario”, con lavorazione stagionale e poi successivamente le Latterie e i Caseifici Sociali.
Bibbiano fino al 1830 era sotto la diocesi di Parma, donde il nome di Parmigiano, oggi universalmente utilizzato. 
Tecnicamente il Parmigiano Reggiano è un formaggio a pasta dura, semigrasso, cotto, a lenta stagionatura, con un contenuto proteico elevato (quasi il 50%).
Le grandi forme di Parmigiano Reggiano (intorno ai 30 chili ciascuna) maturano per circa 2 anni (24 mesi), sovente in fantascientifici magazzini climatizzati delle banche locali che lo tengono in deposito quale pegno per il denaro anticipato ai produttori.


Nel 2008 si è costituito il Consorzio "Bibbiano la Culla" per promuovere e valorizzare il formaggio bibbianese con un proprio marchio di qualità.
Ne fanno parte 6 Caseifici Bibbianesi più 2 Associazioni Provinciali di Categoria: Coldiretti e CNA.
È un marchio d'impresa, autorizzato ai sensi del Regolamento di Marchiatura del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano.
Come emblema, porta una mezza forma stilizzata, a mo' di culla; viene impresso su tutte le forme e le singole punte prodotte dal consorzio.

Il Parmigiano Reggiano marchiato "Bibbiano la Culla" porta al consumatore benefici immediati.
Indica la provenienza dal Bibbianese e il nome del caseificio produttore che insiste su un territorio fortemente connotato dalla presenza dei prati stabili, con oltre 60 essenze diverse per metro quadro di superficie.
Prati generati sul conoide dell'Enza e che usufruiscono delle acque irrigue di questo fiume.
Questo marchio è destinato alle 70.000 forme di Parmigiano Reggiano prodotte nel Bibbianese (il 2,3% della produzione annuale complessiva di 3.000.000 di Parmigiano Reggiano) e, di fatto, soddisfa il desiderio di varietà insito nella domanda di consumi alimentari. 
Nel pieno rispetto della normativa sulla Denominazione di origine protetta (DOP), valorizza ulteriormente il prodotto dei caseifìci.
Non ultimo, "Bibbiano la Culla" è un importante elemento segno di identità per questo territorio dove è tutto il "sistema paese" (Comune, imprese, cittadini) che si fa garante della produzione a Bibbiano del formaggio.


I 6 Benefici per il cittadino-consumatore per la marchiatura del piatto delle forme di Parmigiano-Reggiano "Bibbiano la Culla" prodotte dai 6 Caseifici Bibbianesi:

1. Completa rintracciabilità. Il consumatore trova incisa sulla crosta della punta di Parmigiano Reggiano il nome ed il numero di matricola del caseificio bibbianese produttore.

2. Grande qualità che deriva dal legame stretto col Territorio di Bibbiano: prati stabili (60 erbe diverse), conoide, acqua dell'Enza e di falda, latte, ecc.

3. Di fronte alla crescente insicurezza generale e agroalimentare - contraffazione e piraterie - una delle risposte è la ricerca di stili di vita più naturali e di prodotti semplici ed autentici.

4.Soddisfazione del desiderio della ricerca di varietà.
Le 70.000 forme (2,3%) del RE dei formaggi bibbianesi si distinguono all'interno della totale produzione annuale di oltre 3.000.000 di forme di Parmigiano Reggiano.

5. Contribuire alla ricerca storica dell'origine e della nascita del Parmigiano Reggiano.

6. Importante elemento identitario per Bibbiano (memoria storica e cultura).
Tutto il Sistema paese (Comune, imprese, cittadini, ecc.) si fa garante della produzione a Bibbiano del formaggio marchiato "Bibbiano la Culla".

Il Consorzio "Bibbiano la Culla"

L'illustre precedente della società anonima bibbianese

Come riconoscere il Parmigiano Reggiano "Bibbiano la Culla"


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ITINERARI DEL GUSTO - CUCINA DEL BORGO

La Cucina di Bibbiano è quella Reggiana che è l'insieme delle specialità culinarie prodotte nella Provincia di Reggio Emilia.
Le specialità reggiane presentano molte somiglianze con quelle delle altre cucine emiliane e limitrofe, come ad esempio quella mantovana.
Elemento principe della cucina di Reggio Emilia è il maiale, allevato fin dal medioevo nei territori circostanti. 

Dal suino, oltre ai salumi insaccati come prosciutti, salami, viene ricavato lo strutto, ingrediente base nelle cucine reggiane.
Grande importanza viene data al formaggio, quasi esclusivamente Parmigiano-Reggiano, ed ai latticini, come il burro.
Tra le verdure spiccano gli spinaci e le bietole, usati in 2 dei più noti piatti reggiani: i tortelli verdi e l'erbazzone.

Qui di seguito alcuni piatti tipici:

Antipasti

Gnocco fritto diffuso nel reggiano, nel modenese e nel parmigiano, dove prende il nome di "torta fritta".
È un impasto a base di farina assottigliato, tagliato a rombi e fritto nello strutto.
Consumato con qualche fetta di salame, costituiva la tipica cena improvvisata per gli ospiti inattesi.
Gnocco al forno
Erbazzone (in dialetto scarpasòtt o scarpasòun), impasto di erbette, uova, parmigiano-reggiano e aglio (ed eventuali altri ingredienti, secondo le tradizioni locali e anche familiari); nella versione tradizionale era fritto per lungo tempo nello strutto di maiale, fino ad assumere un colore molto scuro e una consistenza croccante.
Una versione più moderna lo cuoce al forno su una base (o anche fra due strati) di pasta sfoglia: questa versione, molto più semplice e leggera, ha conosciuto negli ultimi decenni una larghissima diffusione.
Chizze, sfoglia fritta ripiena di formaggio

Ciccioli, prodotto ottenuto dalla lavorazione del grasso del maiale nella preparazione dello strutto

Primi Piatti

Tortelli verdi, piatto forte della cucina reggiana.
Si tratta di una minestra asciutta di involtini di sfoglia all'uovo ripieni di un impasto composto da spinaci o bietole verdi anche in abbinamento con aromi, condimento, formaggio e ricotta.
Gli ingredienti di base del ripieno possono variare nella proporzione della composizione secondo le tradizioni locali e familiari.
Tortelli di zucca, un tipo di pasta ripiena, simile ai ravioli, pur essendo il piatto simbolo della cucina mantovana, è altresì diffuso, con poche varianti, anche nelle vicine province di Parma e Reggio Emilia
Tagliatelle con il Ragù
Cappelletti in brodo; nella tradizione contadina i cappelletti venivano consumati 2 volte di seguito: la prima volta in una scodella con l'aggiunta di un goccio di vino nel brodo, la seconda nella fondina con il brodo di cottura.
Lasagne al forno, larghe strisce di pasta all'uovo alternate con strati di besciamella, ragù di carne e Parmigiano-Reggiano, e successivamente passate lungamente in forno fino alla gratinatura della superficie.
Passatelli, un impasto di Parmigiano-Reggiano, uovo, pangrattato e noce moscata, "passato" (da cui il nome) attraverso un disco bucherellato e cotto per qualche istante in brodo di carne.
Pasta Rasa, un impasto simile a quello dei passatelli grattugiato e cotto nel brodo.
Quadrettini con le rigaglie (Quadertéin con fédgh e magoun): quadretti di pasta all'uovo cotti nel brodo di carne e arricchiti da un piccolo intingolo, preparato a parte, di interiora di pollame.
Riso e Verza
Riso in Cagnone
Riso con Crema all'Uovo (Terdura), antica e sostanziosa minestra rustica ormai in disuso
Maltagliati (Maltajèe): strisce di pasta all'uovo tagliate in modo asimmetrico e cotte nel brodo
Ditali Rigati con i Fagioli (Macarunsèin cun i fasoi): pasta asciutta condita con un sugo di fagioli borlotti e pomodoro
Bomba di Riso (tipica della Val d'Enza)

Secondi Piatti

Bollito misto a base di vari tagli di carne bolliti.
La carne, servita calda o fredda, è generalmente accompagnata da verdure bollite insieme alla carne, solitamente carote, cipolle, sedano, salse e/o altri contorni come puré di patate e mostarda.
I tagli tradizionalmente più utilizzati del manzo sono: scaramella, coda, muscolo, lingua, testina.
Ad essi vengono aggiunti altri tagli bovini tra i quali la spalla, il brut e bon (brutto e buono), il tenerone, il fiocco e il "cappello del prete".
Stracotto di Somarina o di Bue
Polpettone di Tacchino
Cappello del Prete di Suino (denominato, a volte, tricorno) è un insaccato stagionato così denominato nelle aree del Nord-Est, di forma triangolare che ricorda, per l'appunto, il cappello usato dai preti ed è riconosciuto come Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT) tipico della Bassa Parmense
Coniglio alla Reggiana
Valigini reggiani, involtini di carne e formaggio. Rientrano nell'elenco dei Prodotti Agroalimentare Tradizionale (PAT) della regione Emilia Romagna.
Zampone, cucinato principalmente nel periodo natalizio

Dolci

Intrigoni, conosciuti anche come rosoni o chiacchiere: è il classico dolce di Carnevale.
Nella tradizione reggiana venivano fritti nelle strutto di maiale.
Spongata, antico dolce costituito da 2 dischi di pasta che racchiudono un impasto di marmellata, miele, frutta secca, spezie.
La composizione dell'impasto può variare da cuoca a cuoca, mentre i dischi di pasta possono essere più o meno morbidi e più o meno sottili.
Tradizionalmente l'impasto veniva preparato con larghissimo anticipo - anche qualche mese - per consentire il caratteristico amalgamarsi dei sapori. Tipico dolce domestico delle festività natalizie, attualmente è prodotto anche da aziende artigianali ed è reperibile tutto l'anno
Bracciatella, semplice biscotto.
Biscione reggiano, lussuoso e coreografico dolce che richiama la figura di un serpente.
Pur essendo prodotto solo presso alcune pasticcerie specializzate, è molto diffuso nel periodo natalizio.
Si tratta di un impasto a base di mandorle tritate arrotolato a spirale e ricoperto da una voluminosa meringa bianca.
3 pezzi di frutta candita costituiscono gli occhi e la lingua del serpente.
Zuppa inglese, tipico dolce "al cucchiaio" reggiano composto da una base di biscotti savoiardi, (anticamente da fette di ciambella secca avanzata) imbevuti con una bagna di liquore per dolci (Alchermes) poi stratificato con crema pasticcera gialla e crema pasticcera al cacao.
Sugo d'Uva, prodotto principalmente durante la vendemmia, si presenta come un budino di uva rossa.
Torta di Castagne
Torta di Riso
Tortellini Dolci, ripieni di marmellata, di crema o di castagne, sia cotti al forno che fritti.
Esistono anche tortellini al forno realizzati con la stessa pasta e lo stesso ripieno della Spongata o Spungata (dolce tipico del periodo natalizio diffuso in alcune zone delle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena)
Maddalena, dolcetto da colazione composto da un cestino di pasta sfoglia e un interno molto simile ad una Torta Margherita. 

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TRADIZIONI - EVENTI - FOLKLORE
(Con il termine «Folklore» si intende l’insieme degli usi, abitudini, tradizioni, comportamenti, linguaggi di un popolo; insomma gli aspetti più caratteristici e suggestivi della vita di una Comunità)


Bibliotecario per un giorno
Attività rivolta ai ragazzi dai 10 ai 13 anni, massimo 3 partecipanti.

Autori in Prestito
Incontri con gli autori, consigli di lettura, ascolto e visione

Di Mano in Mano
Brevi percorsi di autonomia. 
In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità Biblioteca comunale di Bibbiano “Milena Fiocchi” un pomeriggio insieme per osservare da vicino le attività svolte dai ragazzi dell'Educativa val d'Enza

La Fotografia in Circolo
Le esperienze del Circolo Il Soffietto di Reggio Emilia

Storie per Piccolissimi
Ogni ultimo martedì del mese, libri, cuscini e tappeti accolgono i più piccoli da 0 a 36 mesi.
Letture animate a cura dei volontari "Nati Per Leggere"

Laboratorio di Fumetto
Per ragazzi dai 10 ai 14 anni 8 incontri presso la Biblioteca Comunale

Un Parco da Oscar
Rasegna Cinematografica (luglio)

Notte Liffa
A luglio, dalle 20.00 fino a tarda notte, tutto il centro - e non solo - ospita la Notte Bianca di Bibbiano, che vuole essere una grande festa a cielo aperto di apertura della stagione estiva. 


La manifestazione, in collaborazione con il Comune di Bibbiano ed i Commercianti, è organizzata da Proloco Bibbiano, associazione nata nel 2017 dalla volontà di persone di Bibbiano di promuovere ed animare il paese proponendo eventi diversi durante l’anno


Lungo l’asse di Via G. B. Venturi, la kermesse estiva offre una serie di occasioni per far festa con il cibo, la musica dal vivo, il ballo e le esposizioni di moto grazie alle associazioni e commercianti del territorio coinvolti.

Estate Folk ... il Sapore dell'Anima
Rassegna di musica popolare sotto le stelle (luglio)

Cena con delitto fra i libri
Biblioteca Comunale: serate di buon cibo in cui risolvere uno strano omicidio.
Menù tradizionale o vegetariano
In collaborazione con Arsenici & Merletti e Auser Bibbiano

Passeggiate sotto le stelle. Dalla piazza ai campi
Lunghezza percorso: 4,7 km
Verso le 21 si parte per la passeggiata lungo le stradine e i campi durante la quale si effettuano brevi soste per parlare di Ambiente, Natura, Curiosità.

Tradizionale Tortellata di San Giovanni
Il 23 giugno, dalle ore 19

Sagra della Viola
Maggio, si parte con la colazione, a seguire mostra fotografica, punto ristoro con gnocco fritto e salumi; dalle 11:30, gonfiabili e trucca bimbi, commedia dialettale e spettacolo di balli country

Letture al Parco
Fiabe per... piccolissimi
Ogni ultimo martedì del mese, letture animate per piccolissimi a cura dei lettori volontari "Nati per Leggere" per bambini da 0 a 3 anni.
Le letture si tengono al Parco pubblico di Piazza Libero Grassi (in caso di maltempo, invece, all’interno della Biblioteca).
Comune di Bibbiano Musica per piccolissimi, Laboratorio di musica per famiglie e per bambini da 0 a 5 anni.
In collaborazione con la Scuola di Musica del Corpo Filarmonico di Sant’Ilario d’Enza e "Nati per la Musica". "Il mio coniglietto", Laboratorio Creativo durante la quale si realizza un coniglietto con stoffa, ovatta e nastrini per bambini dai 3 ai 7 anni.

Marzo in Biblioteca
La biblioteca aspetta i giovani lettori per giochi tra i libri, gare di lettura, incontri con l'autore

Progetto Acqua
L'Unione dei Comuni della Val d'Enza promuove un percorso di sensibilizzazione sul consumo consapevole e contro lo spreco delle risorse idriche.

Musicando in Famiglia
Laboratorio musicale per famiglie con bambini da 18 a 36 mesi, in collaborazione con "Nati per la Musica".
Centro Famiglie Unione Val d’Enza

Io Avrò Cura di Te
in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. A cura delle scuole secondarie di 1° grado di Bibbiano, CIOFS e AUSER.

Fiera "Bibbiano Produce"
Arrivata nel 2019 alla 150^ edizione, si svolge a settembre

"Bibbiano Creativa"
Nel 2018 si è tenuta la prima edizione di una manifestazione di arte e musica tutta bibbianese. 


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MEMORIA DI DONNE e UOMINI

Artisti

Giuseppe Bertolini (nato a Bibbiano il 26 novembre 1790) - ingegnere ed architetto di 5 Papi, dalla vita molto intensa, deve la sua fama soprattutto per aver progettato il Ponte di Ariccia, voluto da Papa Gregorio XVI, per congiungere il Monte d'Albano e quello di Ariccia.
Un'opera grandiosa, alto 60 metri, composta di 3 piani e 34 colossali arcate, inaugurato nel 1854; per l'occasione Pio IX fece coniare una medaglia avente da una parte la sua effige e dall'altra la veduta del ponte. Nello stesso anno veniva consacrata la Basilica di San Paolo, sorta dalle rovine dell'antica, arsa in una notte del 1823: i lavori erano stati diretti da Bertolini.

Paolo Aleotti (Barco di Bibbiano 14 luglio1813 - Bologna 14 agosto 1881) - scultore plastico.
Studiò alla scuola d’Arte di Reggio, e praticò quasi esclusivamente la scultura, avendo disposizione naturale per la plastica.

Arturo Bottazzi (Bibbiano 1902 - 1987) - pittore, si perfezionò alla Scuola D'arte G.Chierici di Reggio Emilia.
Dipinse principalmente paesaggi ambientati nei colli matildici.

Fermo Borghi (Bibbiano 1911 - Buenos Aires 1996) - scultore, pittore, apprezzato artista dedicatosi principalmente alla figura e al ritratto.
Fratello di Don Pasquino Borghi.
Nel 1948 emigrò in Argentina per lavorare in una ceramica artistica, della quale in seguito, divenne proprietario.

Wilma Mostruccioli (Bibbiano 1882 - 1956) - pittrice principalmente di fiori, frutti, animali domestici.

Artisti di Bibbiano inseriti nel "Nuovo dizionario degli Artisti Reggiani - arti figurative e decorative" curato da Emanuele Filini. Ed. I libri del filo - 2003.

Musicisti

Ferruccio Tagliavini (Reggio nell'Emilia, 14 agosto 1913 - Reggio nell'Emilia, 28 gennaio 1995) - tenore e attore, formò con Tito Schipa e, in parte, Beniamino Gigli, un trio di fra i più popolari 1900.

Nacque a Cavazzoli, alla periferia di Reggio Emilia, nella piccola dépendance del parco Terrachini a ridosso della via Emilia, dove i genitori erano custodi e fattori della tenuta; poi, bambino si trasferì con la famiglia a Barco di Bibbiano, a cui rimase sempre molto legato. Qui si appassionò al canto e, dopo aver frequentato le scuole professionali, si diede allo studio del violino e cominciò a cantare nel coro della chiesa, venendo battezzato "piccolo Caruso".
Tuttavia, nonostante i genitori lo incoraggiassero a prendere lezioni di canto, fu attratto maggiormente dall'elettrotecnica e dalla meccanica, nelle quali presto si specializzò, finché il padre lo convinse a iscriversi all'istituto "Achille Peri" di Reggio Emilia, dove nel 1931 gli vennero impartite le prime lezioni di canto, continuando contemporaneamente a lavorare come elettricista.
Nel 1935, allo scoppio della guerra d'Etiopia, Tagliavini si arruolò volontario e partì per l'Africa Orientale Italiana, dove rimase un anno, non perdendo occasione, durante le ore di sosta e le lunghe marce di trasferimento, di rallegrare la sua compagnia con i più celebri pezzi del repertorio tenorile.
All'età di 24 anni partecipò a un concorso di canto a Parma e vinse una borsa di studio che gli permise d'iscriversi al Conservatorio Arrigo Boito.
Nel 1938 esordì alla radio in un concerto Martini & Rossi, manifestazione notoriamente riservata alle migliori voci.
L'8 febbraio 1939 debuttò alla Fenice di Venezia e il 29 gennaio 1942 alla Scala di Milano ne Il barbiere di Siviglia.

Nel 1941, grazie al volto simpatico e fotogenico, Tagliavini approdò al cinema con "Voglio vivere così", pellicola nella quale cantò l'omonima canzone che divenne un suo cavallo di battaglia.
La carriera cinematografica continuò fino alla fine degli anni 1950 vide la partecipazione a 8 film, di genere comico-brillante o film d'opera; uno di questi, "Anema e core", ebbe un risvolto autobiografico, in quanto vi interpretò un elettricista eccezionalmente dotato per il canto.

Tienno Pattacini (Barco di Bibbiano 16 febbraio 1908 - 24 giugno 1978) - fisarmonicista, compositore e paroliere.
Per alcune composizioni ha usato gli pseudonimi Cabajo e Cabagio.
Tra l'altro, nel 1964 scrive la musica su testo di Mogol di "Hip, Hip, Hip, Hurrah!", incisa da Ombretta Colli, mentre nel 1966 è l'autore del testo di "Voi non sapete", su musica del figlio, incisa da Milva.
In SIAE sono depositati a suo nome 387 brani musicali.

Iller Pattacini, talvolta indicato come Pataccini o con lo pseudonimo di Lunero; ha firmato anche come Iller Pat (Barco, 7 ottobre 1933 - 3 settembre 2006) - compositore, arrangiatore e direttore d'orchestra.

Figlio d'arte, è stato autore del celebre brano "Una lacrima sul viso", canzone firmata con lo pseudonimo di Lunero e portata al successo da Bobby Solo al Festival di Sanremo 1964.
Nel 1967 tenne "a battesimo" il debuttante Francesco Guccini in Folk beat n. 1 (depositò a suo nome e a quello di Maurizio Vandelli il brano Auschwitz, poiché il cantautore di Pavana non era ancora iscritto alla SIAE).
Scopritore di Lucio Battisti, ha collaborato come musicista, arrangiatore e direttore d'orchestra con i più importanti artisti degli anni 1960 e 1970, fra cui Mina, Ornella Vanoni, Iva Zanicchi, Marina Occhiena, Giorgio Gaber, Adriano Celentano, Enzo Jannacci, Emilio Pericoli e il citato Bobby Solo.
Ha collaborato anche con il cantante Franco Califano e con i parolieri Vito Pallavicini, Nisa, Mogol e il padre di questo, Mariano Rapetti, direttore artistico della Dischi Ricordi e autore con lo pseudonimo Calibi.

Altri Personaggi Illustri del territorio di Bibbiano

Giovanni Battista Venturi (Bibbiano1746 - Reggio Emilia 1822) - fisico, discepolo di Lazzaro Spallanzani.
Fu ordinato sacerdote nel 1769, anno in cui venne chiamato ad insegnare logica nel Seminario di Reggio Emilia.
Nel 1796 andò a Parigi dove redisse la sua opera più importante: "Ricerche sperimentali sul principio della trasmissione laterale entro i fluidi applicata alla spiegazione dei diversi fenomeni idraulici".
Sempre a Parigi, dove si trattenne fino al 1797, Venturi esaminò i codici di Leonardo da Vinci, pubblicandone alcuni estratti nel saggio "Essai sur les ouvrages physico-mathématiques de Léonard de Vinci" (Paris, 1797), in cui per primo mise in evidenza la componente scientifica e tecnologica dell'opera leonardesca. 

Importante fu il suo contributo allo studio della meccanica dei fluidi con la descrizione di quello che venne chiamato "effetto Venturi", che descrive il legame tra velocità e pressione di un fluido in un condotto. 
Applicazioni di tale effetto sono il cosiddetto "tubo di Venturi" che trova applicazioni nella misura della velocità di un fluido in un condotto.

Don Pasquino Borghi "Albertario" (Bibbiano 1903 - Reggio Emilia 1944) trucidato dai fascisti.
E' stato un sacerdote, missionario e partigiano, Medaglia d'Oro al Valor Militare.

Figlio di una umile famiglia di mezzadri entrò nel seminario di Marola a 12 anni; sentì la vocazione di diventare missionario e per questo scelse di entrare nella Congregazione Comboniana.
Nel 1930 partì per la Missione Comboniana nel Sudan anglo-egiziano.
Rientrato per motivi di salute, nel 1938 entrò nella Certosa di Farneta (Lucca), dove prese i voti di certosino.

Dopo l'8 settembre, iniziò ad accogliere i militari sbandati e sostenne la prima banda partigiana italiana, quella dei fratelli Cervi.
Partigiano con il nome di "Albertario", collaborò attivamente con don Domenico Orlandini (nome di battaglia "don Carlo"), il quale diede vita ad alcune delle formazioni delle Fiamme Verdi, nella zona di Reggio.
Fu arrestato dai fascisti il 21 gennaio 1944 e incarcerato a Scandiano prima e a Reggio Emilia poi. 
Su decisione del capo della provincia, Enzo Savorgnan, fu fucilato, senza processo, il 30 gennaio, insieme ad altri 8 antifascisti.

Il 7 gennaio 1947 il Capo Provvisorio della Repubblica italiana, Enrico De Nicola, gli conferì la Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria con la seguente menzione: "Animatore ardente dei primi nuclei partigiani, trasfuse in essi il sano entusiasmo che li sostenne nell'azione. 
La sua casa fu asilo ad evasi da prigionia tedesca e scuola di nuovi combattenti della libertà. 
Imprigionato dal nemico, sopportò patimenti e sevizie, ma la fede e la pietà tennero chiuse le labbra in un sublime silenzio che risparmiò ai compagni di lotta la sofferenza del carcere e lo strazio della tortura. 
Affrontò il piombo nemico con la purezza dei martiri e con la fierezza dei forti e sulla soglia della morte la sua parola di fede e di conforto fu di estremo viatico ai compagni nel sacrificio per assurgere nel cielo degli eroi".

Pietro Uccelli detto Piero (1920-1999+) di Bibbiano deportato durante la Seconda Guerra Mondiale a cui è stata conferita, alla memoria, la Medaglia dell’Onore riservata ai cittadini italiani deportati durante la Seconda Guerra Mondiale nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto. 
Questa tristissima vicenda umana occorsa durante la Seconda Guerra Mondiale ha visto il cittadino bibbianese di solo ventitré anni alle prese con il dramma umano epocale determinato dall’8 di settembre1943.
Fù solo la fortuna a riportarlo a casa popolare a Bibbiano, con una ferita nella gamba ma vivo. 
Incredibilmente nonostante che il suo “block” venne raso al suolo durante un bombardamento degli Alleati Anglo-Americani, il povero Pietro riuscì a recuperare la sua valigetta in cui erano custodite e venerate le poche lettere inviate dalla sua amatissima moglie Francesca detta Franca (clicca per leggere la storia completa). 

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Cittadini Onorari del Comune di Bibbiano

Teresa Vergalli, partigiana nata a Bibbiano (RE) nell’ottobre del 1927 da famiglia contadina.
Il padre Prospero, combattente della Prima Guerra Mondiale, fu perseguitato per il suo impegno di Antifascista e di Cooperatore in agricoltura.
Nella sua prima infanzia, a soli 5 anni, Teresa, nel giorno stesso della nascita di suo fratello, assiste all’arresto di suo padre che tornerà solo dopo 7 mesi, amnistiato per il decennale del 1933.
All’inizio della guerra, 1941, Teresa studia alle Magistrali a Reggio Emilia e nel 1943 è pronta ad aiutare suo padre che già organizza la resistenza e i CLN.
Soltanto nel Febbraio del 1944, entra a pieno titolo nella lotta, quando cioè non può più frequentare la scuola a causa della guerra, e quando riesce a vincere la resistenza dei genitori preoccupati per la sua giovane età.
Tutta la sua famiglia, è al centro di un’intensissima attività di organizzazione, sabotaggio, reclutamento, approvvigionamento per le formazioni armate di pianura e di montagna.
Teresa inizia come staffetta a percorrere tutta la zona a Sud della via Emilia non solo per portare messaggi o documenti, ma per accompagnare dirigenti e responsabili militari della provincia ed anche dell’Italia del Nord.
A lei non ancora diciassettenne, è affidata la vita e la sicurezza di quelle persone che la seguono in bicicletta e si affidano alla sua intuizione e alla sua prudenza. Nel Luglio e Agosto del 1944 si trova in montagna, dove sfugge insieme alle formazioni partigiane al terribile rastrellamento tedesco.
Poi di nuovo in pianura ad affiancare le Squadre e ad organizzare i Gruppi di difesa delle donne per la Resistenza e per l’emancipazione.
Dal Marzo del 1945 ancora in montagna, 144^ Brigata Garibaldi, staffetta tra i distaccamenti e impegnata in comizi e riunioni per l’educazione democratica della popolazione e degli stessi partigiani. (leggi il resto della sua biografia)

Cittadinanza onoraria conferita "In segno di riconoscimento e gratitudine per la preziosa, costante, testimonianza dei valori della Resistenza, della Democrazia, della Libertà e della Giustizia Sociale. 
Per l’appassionato impegno nei confronti dei giovani e per il grande esempio di coraggio, forza, determinazione e senso civico”; con Delibera di Consiglio n. 9 del 31 marzo 2016 (visualizza il testo integrale della Delibera)

L'Associazione Cortocircuito è un’associazione culturale antimafia di Reggio Emilia, formata da studenti universitari.
Nasce nel 2009 come web-tv e giornale studentesco indipendente. (leggi il resto della sua biografia)

Cittadinanza Onoraria conferita: "In segno di gratitudine per il prezioso contributo profuso nel denunciare con coraggio, impegno e determinazione, il fenomeno dell’infiltrazione mafiosa sul territorio e nella promozione dei principi di Legalità democratica e solidarietà che la nostra comunità riconosce come propri valori fondanti” con Delibera del Consiglio n. 12 del 15 aprile 2015 (Visualizza il testo della Delibera)

Paolo Gandolfi, fisarmonicista nato a Vezzano sul Crostolo (Reggio Emilia) il 15 ottobre 1934.
Ha vinto nel 1955 il Trofeo Mondiale di fisarmonica ad Essen in Germania. Stabilitosi a Parigi nel 1958, ha partecipato ad importanti manifestazioni artistiche in qualità di, solista e in gruppi d'assieme in giro per il mondo (leggi il resto della sua biografia)

Cittadinanza Onoraria concessa con Deliberazione di Consiglio Comunale n.44 del 30/09/2015.
"In segno di riconoscimento e gratitudine per il prestigio conseguito in campo musicale e per l’impegno profuso nell’’insegnamento della musica ai giovani

Antonio Nicaso (Caulonia, 1964) - giornalista, saggista e docente italiano (leggi il resto della sua biografia)

Cittadinanza Onoraria conferita: "Quale riconoscimento e gratitudine per il prezioso, costante contributo profuso, nell'affermare con competenza ed autorevolezza i principi della legalità e della giustizia, fondamento della nostra cultura democratica e solidale. 
Per l'impegno e la determinazione nel percorrere la strada del diritto, nella convinzione, condivisa da questa Amministrazione, che una società civile retta da tali ideali non sia un sogno ma una meta raggiungibile", con Delibera del Consiglio n. 12 del 27 marzo 2013 (Visualizza il testo della Delibera)

Il Dalai Lama (Tale' i Bla-ma in tibetano) è un monaco buddhista tibetano.
È stato la più alta autorità teocratica del Tibet, massima autorità spirituale del Buddhismo tibetano dagli inizi del Seicento. dal1959 fino all'11 marzo 2011, ha ricoperto la carica di Capo del Governo tibetano in esilio del Tibet. (leggi il resto della sua biografia)

Cittadinanza Onoraria conferita «Quale interlocutore della Società Matilde di Canossa S.p.A attento e disponbile a favorire il dialogo con la controparte cinese ed anche disposto a partecipare, con i suoi rappresentanti, a colloqui preliminari che possono avere luogo in area matildica», inoltre «il Dalai Lama è stato insignito del premio Nobel per la pace a riconoscimento della sua ferma volontà di agire, nel rispetto della non violenza, per la pace. [...]
Il Dalai Lama per l'affermazione di tali diritti è un esempio per tutti e non si può non essergli riconoscenti impegnandosi con lui per il dialogo e per una pacifica soluzione del problema tibetano
», con Delibera del Consiglio n. 30 del 23 aprile 1999. (Visualizza il testo della delibera)

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SANTO PATRONO

La Madonna Assunta è il corrispettivo dell'Assunzione di Maria al Cielo, un Dogma di Fede della Chiesa Cattolica, secondo il quale Maria, madre di Gesù, al termine della sua vita terrena, andò in Paradiso in anima e corpo.

Il Culto si è sviluppato a partire dal 400, diffondendosi e radicandosi nella Devozione Popolare. 
Il 1° novembre 1950, Anno Santo, Papa Pio XII, avvalendosi dell'Infallibilità Papale, proclamò il Dogma, con la Costituzione Apostolica «Munificentissimus Deus» con la seguente formula: «La Vergine Maria, completato il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo». 
Queste parole, volutamente, non chiariscono se l'Assunzione di Maria sia stata preceduta o meno da sonno profondo o da morte naturale (Dormitio Virginis, espressione che in effetti può riferirsi sia ad un sonno che alla morte naturale): pertanto la Dormizione di Maria non è oggetto di Dogma nella Chiesa Cattolica.

Queste le parole di Pio XII, nella Solenne Proclamazione:
«Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo».

Il Dogma Cattolico proclamato da Papa Pio XII, attraverso la Costituzione Apostolica «Munificentissimus Deus» è l'unico Dogma proclamato da un Papa nel 1900, di cui questo è il passaggio finale del documento, con la solenne definizione dogmatica:
«Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo.
Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica.»

È parte integrante della Fede della Chiesa Cattolica, delle Chiese Ortodosse, delle Chiese Ortodosse Orientali; solo una piccola parte degli Anglicani la accetta come uno degli «adiaphora» [il termine adiaphora - dal greco ἀδιάφορα, “cose indifferenti” - era un concetto usato dalla filosofia stoica per indicare cose che sono al di fuori dalla legge morale, cioè azioni che non sono né moralmente prescritte né moralmente proibite], mentre il resto degli Anglicani, come pure tutte le Chiese Protestanti ed Evangeliche, la rifiuta. 
Alcune Chiese Cristiane, accettano il Dogma in Anima e Corpo, con Dormizione, oppure senza pronunciarsi in merito.

Secondo tradizione, quindi, l'Assunzione di Maria non implica necessariamente la morte (tesi della Dormizione), ma neppure la esclude. 
L'Assunzione, nel pensiero Cattolico, è un'anticipazione della Risurrezione della carne, che per tutti gli altri uomini avverrà soltanto alla fine dei tempi, con il Giudizio Universale. 
È quindi differente dall'approdo in Paradiso riconosciuto ai vari Santi, i quali hanno raggiunto la beatitudine celeste solo con l'anima. Questo, tra l'altro, giustifica le numerose apparizioni di Maria nel corso del tempo in tutto il mondo, che la Chiesa Cattolica, nei casi in cui le riconosce credibili, lo fa anche riguardo al fatto che la Madonna appare realmente in carne e ossa.
Al riguardo, non è contraddittorio il fatto che Maria sia apparsa nei vari secoli e continenti con aspetto fisico differente: la Chiesa Cattolica crede e professa che, il corpo con cui i Redenti vivono la Beatitudine Eterna, sia un corpo «Glorificato», e non lo stesso corpo con cui le persone conducono la loro esistenza sulla terra; il Corpo Glorificato non è soggetto alla relativizzazione spazio-temporale, né alla caducità, così come a nessuna legge fisica.

La Chiesa professa che Maria è, con Gesù, l'unica persona in tutta la storia dell'umanità, ad essere ufficialmente riconosciuta Assunta in Cielo (quindi in corpo e anima) già ora, prima della seconda venuta del Cristo, e ciò è possibile perché Maria, secondo la Chiesa, è stata l'unica persona ad essere preservata dal Peccato Originale, che ha coinvolto tutta l'umanità; per questo, la Tradizione, e poi il Dogma che ne è scaturito, dell'Assunzione di Maria, sono in stretta connessione logica con i loro corrispettivi, inerenti all'Immacolata Concezione, secondo cui, appunto, Maria fu preservata dal Peccato Originale alla sua nascita, anche qui, unica con Gesù tra l'umanità post Peccato Originale, anche se, la Tradizione dell'Immacolata Concezione è successiva nel tempo rispetto a quella dell'Assunzione, ed anche più elaborata e discussa Teologicamente. 
Tuttavia, paradossalmente, il Dogma dell'Assunzione di Maria è successivo a quello dell'Immacolata, anzi, è in ordine di tempo, l'ultimo Dogma della Chiesa Cattolica, essendo stato proclamato da Pio XII solamente nel 1950, quasi un secolo dopo quello dell'Immacolata Concezione, proclamato da Pio IX nel 1854.
Questo fatto non deve sorprendere: contrariamente al pensare comune, i Dogmi, più che essere imposizioni dall'alto ai Credenti, infatti, sono riconoscimenti ed ufficializzazioni di credenze e tradizioni già diffuse nel seno della Comunità, da parte della Chiesa; tra l'altro, spesso, sono stati proclamati, non per affermare un nuovo fatto di Fede, ma per difendere una Tradizione già esistente, da attacchi Teologici ritenuti Eretici. 
Così successe, ad esempio, riguardo alla Divinità di Cristo a seguito della diffusione dell'Arianesimo, contro cui si espresse il Concilio di Nicea nel 325, convocato appositamente da Costantino. 
Riguardo all'Assunzione, l'Antica Tradizione, unanimemente accettata da parte della Chiesa Cattolica, non necessitava di nessuna difesa, e quindi, la relativa proclamazione del Dogma, è stata fatta solo nel 1900, sollecitata dalla pressione che la Critica Scientista Moderna, ha operato su tutti gli aspetti della Fede Cattolica.

I Cristiani Ortodossi ed Armeni, celebrano la Dormizione di Maria; l'uso del termine «Dormizione» (in latino dormitio) deriva dalla Dottrina, sostenuta da gran parte dei Teologi, che Maria non sarebbe veramente morta, ma sarebbe soltanto caduta in un sonno profondo, dopodiché sarebbe stata Assunta in Cielo. 
Tuttavia nella "Chiesa alta" si propende per la seconda, più che per la prima. 
Né la Dormizione, né l'Assunzione, sono un Dogma presso gli Ortodossi o gli Armeni; né fanno parte della dottrina Anglicana; le Chiese Protestanti non credono nell'Assunzione di Maria, di cui non c'è nessuna traccia nella Bibbia.

L'Assunzione di Maria è il 4° Mistero della Gloria nella Devozione del Santo Rosario:
«Era conveniente che Colei che nel parto aveva conservato integra la sua verginità conservasse integro da corruzione il suo corpo dopo la morte. 
Era conveniente che colei che aveva portato nel seno il Creatore fatto bambino abitasse nella dimora divina. 
Era conveniente che la Sposa di Dio entrasse nella casa celeste. 
Era conveniente che Colei che aveva visto il proprio Figlio sulla Croce, ricevendo nel corpo il dolore che le era stato risparmiato nel parto, lo contemplasse seduto alla destra del Padre. 
Era conveniente che la Madre di Dio possedesse ciò che le era dovuto a motivo di suo figlio e che fosse onorata da tutte le creature quale Madre e schiava di Dio.» (San Giovanni Damasceno)

Lo Scritto più Antico riferibile alla dottrina dell'Assunzione di Maria in Cielo, è il «Liber Requiei Mariae», pervenutoci intatto, in una traduzione in lingua Etiopica, probabilmente del 300, o al più presto, nel secolo precedente. 
Altre più antiche versioni del testo sono pervenute in alcuni manoscritti in lingua Siriaca del 400 e 500.
Altri testi antichi, sono i «Six Books Dormition Narratives», e, le prime traduzioni a noi note di diversi Manoscritti in lingua Sirica del 500-600, sebbene risalenti al 300
Sulla base di questi Apocrifi Cristiani [il termine Apocrifo, dal Greco ἀπόκρυϕος, derivato di ἀποκρύπτω «nascondere», indica «ciò che è tenuto nascosto», «ciò che è tenuto lontano»], fu composto, a cavallo del 500, il «De Obitu S. Dominae», attribuito a San Giovanni il Teologo, identificato con l'autore dell'Apocalisse, composta nell'Isola Greca di Patmo, e citato all'inizio dell'opera. 
Al contrario, una Tradizione Secolare della Chiesa Cattolica ed Ortodossa, ritiene San Giovanni il Teologo, un Titolo di San Giovanni Apostolo ed Evangelista, datando il libro dell'Apocalisse in modo coerente: a San Giovanni Apostolo ed Evangelista, detto il Teologo, a Patmo, è consacrato un Monastero dell'anno 1000 e il Calendario Romano, contempla un unico Santo.

Secondo alcuni Teologi, la proclamazione di questo Dogma, sarebbe l'unica occasione in cui, un Pontefice ha fatto uso dell'Infallibilità Papale Ex Cathedra, definita formalmente nel 1870 da Papa Pio IX. 
La Chiesa riconosce che, in questa specifica occasione, il Papa ha proclamato un Dogma, esercitando l'Ufficio di Pastore e Dottore di tutti i Cristiani, e quindi, con il Carisma dell'Infallibilità.

Il Dogma Mariano, pone la Vergine prima fra gli esseri umani al Cospetto Divino, così come la Tradizione Secolare, nota come iperdulia [nella Teologia Cattolica, il Culto di "alta venerazione" dovuto alla Vergine, a differenza di quello dovuto agli altri Santi (dulia) e dell'adorazione diretta a Dio (latria)], ha riservato uno speciale ruolo e devozione alla Santissima Madre di Dio, che tuttavia resta un essere umano, che quindi non è nessuna delle 3 Divine Persone.

È una solennità celebrata il 15 agosto dalle Chiese Cristiane che accettano questo articolo di Fede; nel Calendario Liturgico della Chiesa Cattolica è una Festa di Precetto, riconosciuta in numerosi Paesi come giorno non lavorativo, e come Festività (sotto differenti denominazioni) da alcune Chiese che partecipano alla Comunione Anglicana.

Commento alla Proclamazione del Dogma dello psicanalista Carl Gustav Jung che rimase impressionato dalla proclamazione del dogma. 
Ritenendola «l'evento più rilevante della storia del Cristianesimo dai tempi della riforma», definì tale proclamazione «petra scandali per una mente priva di sensibilità psicologica», affermando che tuttavia «il metodo che il Papa adopera per dimostrare la verità del dogma ha senso per la mente psicologica». 
Nel nuovo dogma Jung interpretava ed apprezzava in particolare l'estensione simbolica della Trinità a "Quaternità" che si apriva finalmente alla dimensione femminile e, quindi, alla totalità.

DOVE MANGIARE (clicca qui per vedere) DOVE DORMIRE (clicca qui per vedere)

COME RAGGIUNGERE Bibbiano

In TRENO

Il comune è servito dalle linee extraurbane e dalla ferrovia Reggio-Ciano con fermate a Barco e a Bibbiano: vai sul sito dell'Azienda per consultare gli orari.


Il servizio ferroviario e la responsabilità della manutenzione degli impianti e delle infrastrutture ad essi connessi sono di competenza di TPER Trasporto Passeggeri Emilia Romagna, pertanto per eventuali segnalazioni e richieste di intervento è necessario telefonare al call center 840.151.152


Da Roma a Reggio Emilia


In AUTOMOBILE

Per arrivare, per chi proviene da Reggio, si percorre la strada provinciale per Montecchio Emilia: si arriva al capoluogo svoltando poco oltre Cavriago seguendo le indicazioni per Barco; alternativamente, prima di arrivare a Cavriago si può arrivare svoltando per Ghiardo. 


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Whatsapp: +39 348.2249595


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