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Abruzzo: Borrello


Borrello è un comune della provincia di Chieti (CH) in Abruzzo. 
Fa parte della  Comunità Montana Medio Sangro e della Riserva Naturale Cascate del Verde.
Visitare Borrello e il suo territorio significa bearsi del bello e di un paese ben disegnato, significa godere della natura incontaminata, arricchendo il proprio spirito.

Provenendo dalla costa Adriatica, percorrendo la Strada Statale 552 si passa presso la Stazione Quadri-Borrello, poi si attraversa la ferrovia e subito dopo il Fiume Sangro, riprendendo a salire a km 78,7 si stacca a sinistra (a destra per chi proviene dall'interno) la strada per Borrello, carrozzabile che, in 6 km, con numerose svolte in salita, ci porta a Borrello, alto sopra una roccia a picco sulla Valle del Sangro, su cui si gode una bellissima vista.


BORRELLO
Regione: Abruzzo
Provincia: Chieti CH
Altitudine: 804 m slm
Superficie: 14.51 km²
Abitanti: 338
Nome abitanti: Borrellani
Patrono: Sant'Antonio di Padova (13 giugno)
Diocesi: Trivento





GENIUS LOCI
(Spirito del Luogo)

Borrello è un piccolo borgo di confine che vive un'anima sospesa tra l'Abruzzo e il Molise, immerso in un paesaggio incontaminato, il cui impianto medievale si è sovrapposto ad un centro preromano oggi non più visibile.
Un grumo di case di architettura povera ma dignitosa, che ricorda il sisma dal quale sono risorte; appoggiato sul ciglio di un altopiano che affaccia sulla vallata, con alcune evidenze medievali, soprattutto quella Chiesa di Sant'Egidio Abate sul ciglio del costone che delimita a Nord il paese, posta come nido d'aquila con vista sulla vallata e sulle catene montane circostanti.
I rari boschi di abete bianco, i salti d’acqua, la Cascata del Rio Verde, i torrenti Verde e Turcano, l'abitato antico abbarbicato su un pizzo roccioso, sono il set di una natura incontaminata nota agli studiosi di scienze naturali per essere uno scrigno della biodiversità naturale tra i più rari d’Italia. 
Gli angoli appartati e misteriosi delle Cascate del Rio Verde e della Porta dei Saraceni in uno scenario incantevole fatto d'Acqua, Arte, Architettura e Alpe da visitare, vivere, ricordare e raccontare. 

ORIGINE DEL NOME 
(Toponomastica)

Localmente burrielle, il toponimo è ricordato nel "Catalogus Baronum" (1150-1168) "Terra Burrelli" ed anche "Civitas Burrelli".
Probabilmente il nome ha tratto origine da un antroponimo Burrello, signore del luogo e del territorio, nome anch'esso attestato nel "Catalogus Baronum": "Oderisio Burrello  in Terra Borrellanis"

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  TERRITORIO

Borrello sorge, in leggera pendenza, su un altopiano ad oltre 800 metri sul livello del mare ai confini del Molise.
E' circondato da colline in parte sormontate da pale eoliche.
Per la sua posizione può essere paragonato ad un promontorio che si incunea nella valle dell'impetuoso fiume Sangro.

CULTURA

Dialetto

In questo video, la spiegazione della parlata borrellese e le novelle e "fiabe" popolari di Borrello tra quelle abruzzesi raccolte dai racconti di contadine analfabete di vari centri dell'Abruzzo trascritti dal glottologo abruzzese Gennaro Finamore, principalmente della provincia di Chieti e dell'Aquila.
Sono state trascritte rispettando la glottologia e le varie inflessioni e differenze vocaliche del dialetto abruzzese per ciascun comune, visto che la sola provincia di Chieti, a detta dello stesso Finamore, ha varie sfumature di tono quali i dialetti dell'antica Grecia.

SANTO PATRONO

Antonio di Padova noto in Portogallo come Antonio da Lisbona (in portoghese António de Lisboa), al secolo Fernando Martins de Bulhões, e chiamato in vita Antonio da Forlì, (Lisbona, 15 agosto 1195 - Padova, 13 giugno 1231), è stato un religioso e presbitero portoghese appartenente all'Ordine francescano, proclamato Santo da Papa Gregorio IX nel 1232 e dichiarato dottore della Chiesa nel 1946
Da principio canonico regolare a Coimbra dal 1210, poi dal 1220 frate francescano. 
Viaggiò molto, vivendo prima in Portogallo quindi in Italia e in Francia. 
Nel 1221 si recò al Capitolo Generale ad Assisi, dove vide e ascoltò di persona san Francesco d'Assisi. 
Terminato il capitolo, Antonio fu inviato a Montepaolo di Dovadola, nei pressi di Forlì. 
Fu dotato di grande umiltà, ma anche di grande sapienza e cultura, per le sue valenti doti di predicatore, mostrate per la prima volta proprio a Forlì nel 1222.
Antonio fu incaricato dell'insegnamento della teologia e inviato dallo stesso San Francesco a contrastare in Francia la diffusione del movimento dei Catari, che la Chiesa di Roma giudicava eretico. 

Fu poi trasferito a Bologna e quindi a Padova. 
Morì all'età di 36 anni
Rapidamente canonizzato (in meno di 1 anno) il suo culto è fra i più diffusi del cattolicesimo. 


Sebbene "il Santo" venga comunemente chiamato "Sant'Antonio da Padova", questa denominazione non indica la sua originaria provenienza poiché egli era nato e cresciuto in Portogallo. 
Il suo nome viene affiancato alla città di Padova perché qui ha avuto luogo la sua attività più significativa
Tra l'altro è usanza che i frati prendano il nome di provenienza dal convento a cui appartengono, quindi in questo senso è corretto riferirsi a Sant'Antonio di Padova (nel senso di appartenenza) ma non da Padova. 
Soltanto in Portogallo egli è chiamato comunemente Santo António de Lisboa, ovvero "Sant'Antonio da Lisbona", sua città natale.

La Chiesa, nella persona del Papa Gregorio IX, in considerazione della mole di miracoli attribuitagli, lo canonizzò dopo solo un anno dalla morte. 

Pio XII, che nel 1946 ha innalzato Sant'Antonio tra i Dottori della Chiesa Cattolica, gli ha conferito il titolo di Doctor Evangelicus, in quanto nei suoi scritti e nelle prediche che ci sono giunte era solito sostenere le sue affermazioni con citazioni del Vangelo.
Sant'Antonio di Padova è festeggiato dalla Chiesa Cattolica il 13 giugno; è patrono del Portogallo, del Brasile e della Custodia di Terra Santa e di numerose città. (clicca qui per altre notizie)


  
STORIA

E' storicamente ricordato come "Civitas Burrelli" sorta a sua volta, intorno all'anno 1000, su una località in cui erano ancora presenti resti di un più antico luogo abitato.
Sul suo territorio ai confini dell'antico Sannio Pentro, dirimpetto al Sannio dei Caraceni (o meglio "Carracini") passarono gli Ostrogoti ed i Goti e più tardi i Longobardi scesi in Italia dalla Pannonia nel 568 d.C.
Fece parte della Longobardia Minor del Ducato di Benevento al Nord del quale si insediò la potente famiglia dei Borrello, fondatori, appunto, del paese, dei quali fu feudo, come ci informa Benedetto Croce. Il paese di Borrello, come tramandato anche da Benedetto Croce, fu feudo della famiglia Borrello: il filosofo abruzzese afferma di aver ritrovato un documento dell'anno 1000 che lascerebbe ipotizzare una qualche signoria di questa famiglia già sul finire del 900. 
In effetti la notizia è confermata anche nelle fonti storiche più antiche, consultate e raccolte nel 1700, anche dall'Antinori per la stesura dei suoi Annali degli Abruzzi, in cui il capostipite della dinastia, tal Borrello da cui il Castello prese poi il nome e lo perpetuò nel corso dei secoli, sarebbe stato un condottiero franco legato ai Conti dei Marsi
Il Croce, invece, asserisce che la famiglia discende da qualche esponente della famiglia Borel di origine francese.

Agli inizi del 1900 molti abitanti del paese emigrarono in America ed in Europa settentrionale. 

Dopo il bombardamento della Seconda Guerra Mondiale il paese fu interamente ricostruito nonostante l'emigrazione perdurò fino agli anni 1960.
 
Comincio la mia visita che durerà un paio di giorni, discendendo per la strada fiancheggiata da una spalliera di case basse, incontrando poca umanità.

Il paese è lindo ed anche le sue strade, silenziose e deserte; solo un cane steso all'ombra degli alberi si gode la frescura come un uomo seduto sull'uscio di casa.

La mattina un fruttivendolo col suo furgone, in fondo alla strada d'ingresso al paese, offre frutta e verdura a chilometro zero.

Mi aggiro per il piccolo centro storico che mi porta velocemente alle emergenze storiche: 
il palazzo baronale, oggi sede del municipio, con struttura quadrata e base a scarpa che si eleva dal punto più alto del paese; ospita il museo della civiltà contadina.

Accanto al palazzo dei baroni si nota la Torre dell’orologio con alla sommità una struttura piramidale in ferro battuto che sorregge la campana dei rintocchi dell’orologio. 
In epoca medioevale la torre era più bassa e consentiva l’appoggio del ponte levatoio, che per motivi di sicurezza costituiva l’unico accesso ai piani alti del palazzo; un lungo tratto della catena che collegava il ponte al suo argano è conservata nel museo.

La Chiesa di S. Antonio da Padova fu realizzata nel 1500 su un preesistente edificio religioso, inglobando la possente torre civica innalzata precedentemente nella seconda metà del 1400; oggi si presenta completamente restaurata, con stucchi e affreschi sulle volte delle due navate insieme ad alcune tele del ‘700. 

La Chiesa Madre o Chiesa di Sant'Egidio Abate, fu innalzata in età medioevale sul ciglio del costone che delimita a Nord il paese; a navata unica in stile rurale sita in via Marsica, nel centro storico del paese
S. Egidio era caduta in completo abbandono ed è stata restaurata, con qualche piccola variante rispetto alla costruzione originaria, e riaperta al culto solo recentemente; l’interno non presenta particolari decorazioni, ma l'edificio è ben difeso e posto su uno sperone inaccessibile se non dal lato del paese; la piazza antistante la chiesa, da poco ristrutturata a gradoni semicircolari, offre una balconata che si affaccia sulla valle fluviale sottostante.
La spianata ha un balcone con balaustra, dal quale si gode una vista entusiasmante sui monti circostanti e, più a valle, Baronessa, l'unica frazione di questo comune, a nord est del capoluogo comunale stesso. 
Nei pressi scorrono la ferrovia Sangritana e la Strada Statale 154 della Valle del Sangro.


Palazzo Marranzano, è sito in via Marsica, vicino alla chiesa di Sant'Egidio. 
È stato ristrutturato nell'800 su fabbriche preesistenti che lasciano supporre che il palazzo sia antecedente. 
L'edificio consta di 3 piani: al 1º piano, sul lato sinistro vi è una finestra incorniciata da pietra calcarea levigata. 
Il portale d'ingresso, sito sul lato destro è costituito da stipiti e architrave in pietra. 
Il concio in chiave ha uno stemma nobile raffigurante 3 spighe di grano tenute insieme da un nastro ed incorniciate da foglie. 
Al 3º piano vi sono 2 balconi con le finestre ad apertura in pietra, con sopra un timpano triangolare. 
Il cornicione è costituito da modanature classiche. 
Il portale che porta in giardino anticamente era un secondo ingresso, e gli stipiti di questa porta poggiano su paraste doriche a sezione triangolare su cui poggia un archivolto su cui vi è un bassorilievo raffigurante un cartiglio con motivi e volute. 
Sopra, come ornamento, vi è una conchiglia che potrebbe essere antecedente alla costruzione del palazzo o essere un frammento di un altro edificio del 6-700. Attualmente è proprietà privata.

La porta dei Saraceni è una particolare formazione rocciosa costituita da un arco posto al di sopra di uno stretto passaggio scavato in profondità, deriva il suo nome dal fatto che nell’alto medioevo i ripari di roccia del luogo consentivano di sorvegliare dall’alto i movimenti delle bande di saraceni che dall’Adriatico risalivano il corso del Sangro verso l’interno saccheggiando i centri sparsi lungo la valle.

Tutto il circondario è ricco di sorgenti spesso incanalate in fontane, ma la più caratteristica è senz’altro la fonte vecchia, denominata in dialetto locale Fonte a Ball' (in italiano, Fonte a Valle) ad indicare la sua posizione rispetto al centro storico più elevato; è costituita da tre getti di acqua che alimentano un abbeveratoio per il bestiame e da un lungo lavatoio costituito da blocchi di pietra scanalata.

AREE NATURALI

Dopo aver visitato il paese, mi spingo nella campagna d’intorno tra campi gialli e balle di fieno, per godere i paesaggi che si aprono alla vista.


I rari boschi di abete bianco, i salti d’acqua, la Cascata del Rio Verde, i torrenti Verde e Turcano, sono il set di una natura incontaminata nota agli studiosi di scienze naturali per essere uno scrigno della biodiversità naturale tra i più rari d’Italia. 


La passeggiata alle Cascate del Rio Verde, le cascate naturali più alte d’Italia facenti parte della Riserva Naturale "Cascate del Verde", una delle 18 riserve regionali, ricca di biodiversità.


PRODOTTI DEL BORGO

Le attività artigianali si dedicano principalmente alla produzione agroalimentare; accanto alla tradizionale lavorazione di carni suine e del caciocavallo, si sono affermate la produzione del miele, la produzione di saponi con essenze naturali lavorati a freddo e la raccolta e lavorazione di funghi e tartufi.


PIATTI DEL BORGO
 
Il grano duro è alla base del piatto tradizionale, le sagne a pezze, ottenute da una sfoglia di pasta tagliata a rombi e condite con sugo di pomodoro talvolta arricchito con fagioli; la minestra di patate è una polenta ottenuta mescolando farina e purea di patate con l’aggiunta di salsa di pomodoro e fagioloni; le polpette cacio e uova (casce e ove) sono un semplice impasto ottenuto con vari tipi di formaggio locale.

TRADIZIONI ED EVENTI



Qui sopra un raro video girato con cinepresa super 8 da Mario Lalli sul finire degli Anni 1970: viene documentata la Processione per il patrono Sant'Antonio da Padova del 13 Giugno alla presenza del Vescovo. 
La colonna sonora è tratta dal repertorio locale (la registrazione risale allo stesso periodo del video).


DOVE MANGIARE (clicca qui per vedere)
DOVE DORMIRE: Alberghi (clicca qui per vedere)
DOVE DORMIRE: B&B (clicca qui per vedere)
DOVE DORMIRE: AirBnB (clicca qui per vedere)
 
COME RAGGIUNGERE Borrello
 
In TRENO

Si può raggiungere Borrello in treno con la linea Pescara - Lanciano - Castel di Sangro della Ferrovia Sangritana fermandosi alla stazione di Lanciano e proseguendo con autobus di linea (Ibus) € 15 1 h 50 min.


In AUTOMOBILE

Siccome Borrello si trova sul confine tra Abruzzo e Molise, gli itinerari possibili sono due e si incontrano a Castel di Sangro: uno arriva da sud passando dall'A1 Roma Napoli - 246 km per 3 ore e 01', con un costo di € 34,68 (di cui € 26,88 per carburante ed € 7,80 per pedaggi); molto suggestivo, che uscendo a San Vittore del Lazio attraversa, tra l'altro, paesi del Molise come Agnone, famoso per la produzione delle campane, Cervaro, Venafro, i due capoluoghi di provincia molisani Isernia e Campobasso, Castel di Sangro, Roccaraso, Capracotta, Val di Sangro.


L'altro da nord passa per la A24 Roma L'Aquila A25 Pescara - 259 km per 3 ore e 13', con un costo di € 42,07 (di cui € 29,77 per carburante ed € 12,30 per pedaggi) - non meno suggestivo. Quest'ultimo, quello che ho preferito, mi porta a Sulmona e attraverso la SS 17  sale curva dopo curva per una comoda strada, fino al Piano delle Cinque Miglia, lungo altopiano, sul quale la strada statale è stesa come fettuccia di asfalto senza fine, con a destra e sinistra piccoli pini, e oltre, campagna dal color giallo e pecore qui e là.


Arrivato a Castel di Sangro, dove il mio percorso incrocia come detto, quello alternativo proveniente da sud, il paesaggio si fa veramente di montagna. Quindi prendo la SP 188 per un paio di chilometri fino alla SS 562 che percorro per 18 Km, quindi la SS 558 per 5,5 Km, e infine, continuo per la SP 155 che in poco meno di 5 Km, dopo un ultimo tratto in salita, mi porta a Borrello.
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Questo libro appartiene al progetto dei "Grand architetTour FotoViaggi nell'Italia delle Architetture e dei Paesaggi Culturali" col quale documento e mostro la stratificazione di architetture passate e presenti, paesaggi urbani ed antropizzati, su territori vissuti e trasformati. 
Territori e luoghi italiani, sconosciuti e spesso dimenticati.
Borrello è un comune in provincia di Chieti, paese in splendida posizione panoramica.
sorge su un altopiano ad oltre 800 metri sul livello del mare ai confini del Molise.
Per la sua posizione può essere paragonato ad un promontorio che si incunea nella valle dell'impetuoso fiume Sangro.
Un racconto che si compone di 17 pagine di diario e informazioni, più 86 di fotografie in bianco e nero, ordinate secondo la sequenza di ripresa.

Pubblicato: 23 agosto 2019
Pagine: 86
Rilegatura: Copertina morbida con rilegatura termica
Dimensioni: larghezza 21,59 cm x altezza 21,59 cm
Peso: 0,39 kg
Inchiostro Contenuto: Stampa in quadricromia
Lingua: Italiano
ISBN: 9780244812515

Prezzo: € 32.96 (IVA esclusa) (acquista)

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Whatsapp: +39 348.2249595


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