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Abruzzo: boom di turisti a Pizzoferrato, la cittadina del Medio Sangro


Pizzoferrato tra le località montane protagoniste della stagione estiva 2017: il territorio ricco di paesaggi incantevoli, di autentica gastronomia e di ambiente tranquillo e incontaminato ha fatto si che tante famiglie, diversi gruppi sportivi ed accademie culturali abbiano scelto il Comune montano per trascorrere una vacanza rilassante e allo stesso tempo coinvolgente.

Stagione Turistica

I risultati che interessano i flussi turistici in entrata, tracciano una panoramica positiva sulle principali tendenze del comparto.
Decisamente in crescita le presenze aumentate rispetto alla scorsa stagione del 20% e quindi l’economia ad esse legata, riscontrando 30.000 presenze tra tutte le strutture ricettive presenti.

Il periodo preso in esame è compreso tra giugno e settembre, ed è in linea con il positivo risultato della montagna abruzzese.

Confemati i flussi provenienti dalla Vicina Campania, dal Lazio e dalla Puglia, ma sono state interessanti le presenze anche dalla Sicilia e dal Veneto e Lombardia. Per quanto riguarda i flussi esteri l’America fa registrare una buona presenza e, rispetto all’Europa, sono da sottolineare presenza di stranieri provenienti dal Belgio, Francia e Inghilterra.

Sito Web Turistico

Per celebrare i successi, il Comune ha annunciato la dotazione di un nuovo sito turistico: Visitpizzoferrato. (Fonte ChietiToday.it)

Pizzoferrato

comune italiano di 1 103 abitanti (Pizzoferratesi) della provincia di Chieti (CH) in Abruzzo. 
Fa anche parte della Comunità montana Medio Sangro


Vi sono scarse notizie inerenti al paese. 
Nel Catalogus Baronum viene citato come Pictum Ferratum, mentre risalgono al X secolo alcune rovine e le chiese sulla rupe che sovrasta il paese. 
In epoca feudale il paese venne tenuto da varie famiglie, tra le quali l'ultima fu la famiglia Monaco.
Prima dell'anno mille nel comune di Pizzoferrato c'erano 3 piccoli abitati il cui nome incominciava per "Pitius" cioè "Pizzo": Pitius Superior (Pizzo Superiore), attualmente identificabile con la Rocca che sovrasta il paese, Pitius Medium (Pizzo Medio) molti la identificano con la Rocca Fonte Maggiore e Pitius Inferior (Pizzo Inferiore) attualmente detta Roccarsa.
Tutt'intorno a questi tre Pitius vi erano delle faggete, dei cerreti e delle abetine mentre la popolazione si dedicava alla pastorizia transumante ma poi si dedicavano all'agricoltura.

Sulla fusione dei 3 "Pizzi" vi sono 2 ipotesi:
secondo un archivio napoletano un'ignota catastrofe distrusse i tre Pizzi così gli abitanti superstiti si stanziarono nel centro odierno; secondo un'altra ipotesi si salvarono 2 fratelli, Rocco e Lorenzo. Rocco si stanziò a Pizzoferrato mentre Lorenzo a Gamberale, fatto provato che una delle chiese di Pizzoferrato è dedicata a San Rocco, mentre il patrono di Gamberale è San Lorenzo.
Una piantina dell'archivio delle carte geografiche attesta che il nome è "Pizzosterrato" cioè Pizzo fuori terra. 
Nel Medioevo quando fu invaso dai briganti ed il paese fu costretto a chiudere le porte d'accesso il nome fu cambiato nell'odierno.

Originariamente non c'erano masserie per il brigantaggio a Pizzoferrato. 
Quando in Abruzzo il brigantaggio venne eliminato, la popolazione andò a stanziarsi in masserie (dette anche frazioni). 
Chi invece non andò ad abitare nelle masserie, preferì andare ad abitare a Pizzoferrato paese.


Monumenti e luoghi d'interesse

Le chiese

Chiesa della Madonna del Girone, si trova presso la rupe del centro del paese.
Non vi sono date certe sulla sua fondazione, ma si sa che è la più antica. 
La costruzione viene fatta risalire all'XI secolo, mentre l'abside è un'aggiunta del XIII secolo. 
La struttura attuale ad unica navata, con volta a botte e lunette, viene fatta risalire al XIX secolo. 
La facciata è interamente intonacata. 
Al centro si apre un portale in pietra semplice, sopra al portale vi è una finestra, anch'essa realizzata in pietra ed architravata. 
Sul lato destro della facciata vi è il campanile, la cui campana è di Agnone (IS) il paese molisano famoso per le fabbriche di campane. 
All'interno della chiesa vi sono i resti delle statue di San Nicola di Bari e San Domenico del XIV secolo ed un dipinto del 1650 circa.
Ancora all'interno, vi sono l'acquasantiera in marmo nero della Maiella ed un crocifisso che, secondo una leggenda, bramato dai tedeschi in fuga sulla Linea Gustav, durante la II guerra mondiale, non riuscendolo a portarlo via, spararono una raffica di mitra al crocifisso, il quale, secondo testimoni, per non essere colpito, si spostò. A tutt'oggi ne rimangono i fori dei proiettili sul muro come testimonianza. 

Chiesa di San Rocco, è sita nell'omonima piazza.
Risale alla 2ª metà del XIX secolo e fu costruita sulle rovine di unla cappella preesistente di San Rocco.
La facciata, rettangolare è in conci di pietra ornati da lesene. 
Il campanile è su tre livelli. 
L'interno ad unica navata con abside e cappelle laterali. 

Della Chiesa di San Nicola originaria, attualmente ne rimane solo un piccolo rudere. 
Si trovava nel quartiere di Pizzo o Terra vecchia presso la chiesa della Madonna del Girone. 
Nell'Ottocento fu distrutta, perché in condizioni precarie. 
L'interno era a due navate, col soffitto in legno dorato nello stesso stile della chiesa di Pescocostanzo.

Chiesa di San Domenico in Silvis, nell'omonima località detta anche "La Valle" eponimo costante di una chiesetta rurale pittoresca in stile romanico posta sotto una rupe a burrone. 
La facciata è stata realizzata in pietra calcarea della Maiella e la copertura è a capanna. 
Nel retro è sita la grotta ov'è l'eremo originario del santo. 

I palazzi, il fileremo ed il castello

Il Palazzo Municipale, sito in piazza San Rocco, è del tipo a blocco isolato realizzato nel XIX secolo, a due piani più sottotetto. 
Le pareti esterne sono state realizzate in pietra calcarea smussata, conci di pietra negli angoli e mattoni nelle rifiniture.
Il Palazzo Casati, è suddiviso in tre piani e la sua costruzione è attribuita alla 2ª metà dell'Ottocento. 
Il lato sito verso valle è stato più volte rifatto. 
Il 1º piano non ha finestre, mentre in quelli superiori vi sono due finestra con timpano, di cui uno a tutto sesto ed uno ogivale. 
Inoltre vi è un loggiato a bifora ed uno a trifora.
Resti del Castello Baronale-Palazzo-Ducale del XVI secolo.
Degli elementi che rimangono non è possibile determinare la sua reale estensione, ad ogni modo le cronache della parrocchia di Pizzoferrato, narrano di un palazzo a più piani con solai in legno. 
Attualmente il palazzo ducale occupa il vecchio castello ed è di proprietà comunale. Ha due piani con due torrioni cilindrici su due angoli del palazzo stesso.
Sulla rupe vi è anche "il fileremo", che è rappresentato da una villa.
Dai belvedere si può ammirare un panorama che arriva alla Dalmazia, tanto che da Gabriele D'Annunzio venne definita la terrazza d'Abruzzo.

Risorse naturalistiche

I dintorni sono ricoperti da boschi di faggio, querce ed abeti che ospitano orsi bruni marsicani, cinghiali, lupi, martore, poiane, falchi, scoiattoli, oltre a mammiferi ed uccelli rari.
Vari itinerari di trekking ed escursioni boschivo-montane possono favorire l'incontro fra questi animali ed i turisti.

A circa 3 chilometri dal paese si trova un villaggio turistico chiamato "Valle del Sole", a 1492 m s.l.m. dove si trovano una pista da sci di fondo e una da sci alpino, insieme a sentieri segnalati dal Club Alpino Italiano (CAI).



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