Post in evidenza

Basilicata: Matera Capitale europea della Cultura 2019


Matera è comune capoluogo di provincia e seconda città della Basilicata per popolazione, nonché il più grande comune per superficie della Basilicata, e il diciannovesimo in Italia.

Matera si trova al confine tra Basilicata e Puglia, infatti si raggiunge
da Taranto con la Strada Statale N. 7, la stessa che verso Nord collegandola alla Strada Statale N. 407 arriva a Potenza.
Matera la famosa Città dei Sassi, con i Rioni moderni estesi su un Pianoro e la pittoresca parte antica situata sul ciglio e sul fianco accidentato di una profonda Gravina, con le case in gran parte scavate nella rupe, offre uno spettacolo di eccezionale interesse, sia dal punto di vista storico-urbanistico, sia per la singolarità dell'ambiente naturale in cui sorge.
Fino a non molto tempo fa, centro essenzialmente agricolo e commerciale, successivamente Matera ha subito una notevole trasformazione nella struttura economica, con il forte sviluppo di varie attività industriali nei dintorni (costruzioni ferroviarie, laterizi, alimentari, mobile, vernici) e i riflessi dell'industrializzazione nella vicina Valle del Basento.


Nota con gli appellativi di "Città dei Sassi" e "Città Sotterranea", è conosciuta in tutto il mondo per gli storici rioni Sassi, che fanno di Matera una delle città ancora abitate più antiche al mondo.
I Sassi sono stati riconosciuti il 9 dicembre 1993, nell'assemblea di Cartagena de Indias (Colombia), patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, primo sito dell'Italia meridionale a ricevere tale riconoscimento.

Nel 1663 fu separata dalla provincia di Terra d'Otranto, di cui aveva fatto parte per secoli, per divenire, fino al 1806, capoluogo dell'allora provincia di Basilicata nel Regno di Napoli. Durante questo periodo la città conobbe un'importante crescita economica, commerciale e culturale. Matera è stata la prima città del meridione a insorgere in armi contro il nazifascismo ed è per questo tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione essendo stata insignita nel 1966 della medaglia d'argento al valor militare e tra le città decorate al valor civile essendo stata insignita nel 2016 della medaglia d'oro al valor civile.

Il 21 novembre 1954 è stata proclamata, con delibera comunale, Civitas Mariae.
Papa Giovanni Paolo II la visitò il 27 aprile 1991, definendola città della Visitazione e del Magnificat.



Il 17 ottobre 2014, Matera è la città italiana designata a ricoprire l'ambìto ruolo di Capitale Europea della Cultura per il 2019. 
Volti tesi e fiato sospeso fino all'annuncio, comunicato dal ministro Dario Franceschini al Collegio Romano subito dopo la votazione dei 13 membri della giuria, presieduta da Steve Green. 
Il titolo, oltre all'Italia, è stato assegnato anche a Plovdiv in Bulgaria.

-
MATERA

Regione: Basilicata
Provincia: Matera MT
Altitudine: 401 m slm
Superficie: 392.09 km²
Abitanti: 60.388
Nome abitanti: Materani
Soprannome: Città dei Sassi
Patroni: Madonna della Bruna, Sant'Eustachio (2 luglio - 20 settembre)
Diocesi: Arcidiocesi di Matera - Irsina
Gemellaggi: Petra (Giordania) - Cartagena de Indias (Colombia) - Vigevano (PV) - Metaponto (MT) - Isola di Capo Rizzuto (KR) - Esiste un patto d'azione con Montescaglioso (MT)
.
.
.

Motto
"Bos Lassus Firmius Figit Pedem - Il bue stanco affonda il passo più fermamente - è la scritta inserita nello stemma di Matera, chiaro riferimento alla ribellione del popolo materano nei confronti dell’odiato Conte Gian Carlo Tramontano.
Il significato è emblematico: un popolo “stanco” di subire continue ingiustizie per mano del suo tiranno agisce con più forza. 
La ribellione culminò infatti con l’uccisione del Conte Tramontano il 29 dicembre del 1514 e permise ai materani di riconquistare la propria dignità e la propria libertà.



«La città è di aspetto curiosissimo, viene situata in tre valli profonde nelle quali, con artificio, e sulla pietra nativa e asciutta, seggono le chiese sopra le case e quelle pendono sotto a queste, confondendo i vivi e morti la stanza. 
I lumi notturni la fan parere un cielo stellato.»
(Giovan Battista Pacichelli, Il Regno di Napoli in Prospettiva)

La città si trova nella parte orientale della Basilicata al confine con la parte sud-occidentale della città metropolitana di Bari.
Sorge al confine tra l'altopiano delle Murge ad est e la fossa Bradanica ad ovest, solcata dal fiume Bradano, il cui corso è sbarrato da una diga, costruita alla fine degli anni 1950 per scopi irrigui, e il lago artificiale creato dallo sbarramento, chiamato lago di San Giuliano, fa parte della Riserva Naturale Orientata di San Giuliano.
Il torrente Gravina di Matera, affluente di sinistra del Bradano, scorre nella profonda fossa naturale che delimita i 2 antichi rioni della città: Sasso Barisano e Sasso Caveoso.
Sull'altra sponda c'è la Murgia, protetta dal Parco Regionale Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri, più semplicemente detto Parco della Murgia Materana.
Gli antichi rioni chiamati "Sassi", assieme con le cisterne ed i sistemi di raccolta delle acque, sono la caratteristica peculiare di Matera.
Si tratta di antichi aggregati di case scavate nella calcarenite, a ridosso di un profondo burrone, la "Gravina".
Alla fine del 1993 l'UNESCO ha dichiarato i rioni Sassi patrimonio mondiale dell'umanità.
Nelle campagne presso Timmari vi è inoltre un vulcano di fango di nuova formazione. 



GENIUS LOCI
(spirito del luogo)

Una città in cui Paesaggio Ambiente e Architettura sono un tutt'uno, nei Sassi dove l'aria di mistero aleggia e trasuda dalla pietra; le antiche presenze degli antenati si sentono fisicamente.
Sassi che si integrano e si fondono, senza soluzione di continuità, con la gravina e più sopra con i quartieri della nuova città, fino alla periferia della Martella e alle campagne circostanti, punteggiate da anfratti con Chiese e romiti bizantini basiliani che imbevono di spiritualità il territorio come una spugna.

Matera è pietra che si fa città in un insediamento urbano derivante dalle varie forme di civilizzazione ed antropizzazione succedutesi nel tempo, integrati e sovrapposti senza soluzione di continuità: dai villaggi trincerati preistorici alla civiltà rupestre del neolitico, che costituisce il sostrato urbanistico dei Sassi, con i suoi vicinati, camminamenti, canalizzazioni, cisterne; dalla Civitas di matrice Normanno-Sveva, con le sue fortificazioni, alle successive espansioni rinascimentali, alle sistemazioni urbane barocche.
Sembra di sentire lo sfollamento del 1950, mentre si vive immersi nell'attualità del recupero. 


ORIGINE DEL NOME
(Toponomastica)

Il toponimo è attestato dall'anno 1000 come "Matera" e si può interpretare agevolmente come un riflesso del latino materies e materia - legname da lavoro, da costruzione -, mentre appare improbabile una derivazione da una supposta ed antica *Mateola che gli storici locali hanno tratto dall'etnico Mateolani, nominati da Plinio.

Secondo l'ipotesi di Battisti (1959) il toponimo è da ricondurre alla base oronimica *mat- "altura".
Non mancano altre proposte etimologiche fantasiose, come quella di Racioppi (1876) che, partendo dalla forma Mateola, che ritiene precedente di Matera, vuol derivare il toponimo dal greco ματαιoς vacuus, e ματαιoς oλoε "tutta quanta vuota", con riferimento  "alle grotte, ovvero, interne escavazioni nel tufo del colle su cui siede il paese".
Secondo alcune ipotesi (per esempio quella di Cely-Colaianni), Matera anticamente veniva chiamata Mataia ole dai Greci, che deriva da Mataio olos, il cui significato è tutto vacuo, con riferimento alla Gravina, fossa attraversata da torrenti; ulteriore ipotesi è che il nome derivi da Mata (cumulo di rocce), radice utilizzata per diversi nomi geografici.
Un'altra teoria, piuttosto fantasiosa, fa derivare Matera dal greco Meteoron ovvero cielo stellato, dato che alcuni cronisti del passato, osservando i Sassi illuminati di notte, li hanno descritti come un riflesso del cielo stellato soprastante.
Non manca chi ricollega il toponimo a Mater ovvero "madre terra", a Materia (matheria) o Materies, termini che indicavano la legna da taglio o da costruzione, in riferimento alle zone boschive in cui la città sorgeva; in realtà fu derivato a torto dal latino materia, in quanto si tratta alle origini di basi che designano "la terra della gravina"; -eria è una voce con significato di "fossato, gravina": ḫāru, ḫarru, ḫarû (scavare in profondità). 

Incrocio di mātu con la base atāḫu (elevarsi). 
Il Gattini, invece, riferisce il toponimo ai termini ebraici Matterah (carcere) o Me terah (acqua pura).
Altri sostengono che il nome derivi dalle iniziali di Metaponto ed Heraclea, avendo accolto profughi delle 2 città dopo la loro distruzione; infine Mateola, nome antico della città, potrebbe derivare dal consolato romano di Quinto Cecilio Metello Numidico, che la riedificò e la fece cingere di mura e di alte torri, oppure da "terra alta": matu, aramaico mata (terra) elû (alta). 

Plinio il Vecchio nella sua "Naturalis historia" (Liber III, 105) chiamò Mateolani gli abitanti della città e li elencò tra gli Apuli, anche se la desinenza dell'aggettivo in -anus evidenzia chiaramente l'influenza osca dei Lucani, in quanto la città era situata proprio sul confine apulo-lucano nella regione anticamente chiamata Peucezia


ASPETTO della CITTA'

Matera si presenta divisa nettamente in 2 parti dal volto del tutto diverso: a Occidente si estende la città più moderna con i rioni recenti, in corso di ulteriore sviluppo su un Pianoro; a Oriente, sull'orlo e nei fianchi della stretta Gravina e si sprofonda nel torrente Gravina, è situata la zona dei caratteristici Sassi, un complesso urbano unico nel suo genere costituito da 2 profondi solchi, il Sasso Barisano a Nord il Sasso Caveoso a Sud, separati da uno sperone e aperti verso la Gravina delimita a Est la città (il termine Gravina indica in Puglia e Basilicata un burrone spesso molto profondo, tagliato nella docile roccia delle Murge e percorso nel fondo da un torrentello).
Con le loro abitazioni (ora abbandonate) in gran parte scavate nel tufo calcareo, i Sassi offrono ai visitatori uno degli ambienti storicamente urbanisticamente più inconsueti e suggestivi, in cui è condensato un arco molto ampio della vita sociale, dall'età preistorica ai tempi nostri.
Il tessuto edilizio costituisce un singolare assembramento di edifici e complessi di notevole qualità formale e architettonica e di abitazioni, anche sotterranei, comprendenti in un unico vano il luogo di uso domestico e quello destinato a stalla.
Le strade, tortuose e in pendenza, molto strette, con scalinate, si snodano tra il labirinto delle dimore ammassate le une alle altre in pittoresco disordine, con logge e balconi spesso sostenuti da mensoloni ornati, con archi di scarico delle vie, in un prevalere di architettura seicentesca.
Molte abitazioni hanno in muratura soltanto la facciata, altre ne mancano addirittura, mentre il resto è scavato nella roccia. Sovente le strade passano sulle case, così che nelle vie si vedono a volte spuntare i comignoli delle dimore sottostanti.
Sulle abitazioni, in cui fino al 1800 si erano svolte forme accettabili di vita sociale organizzata, nel secolo scorso erano andate incontro a una progressiva degradazione, c’è stato un generale risveglio di interesse dopo la seconda Guerra Mondiale; a ciò molto contribuì il noto libro di Carlo Levi «Cristo si è fermato a Eboli», ove sono messi in risalto gli aspetti negativi dei Sassi, dal punto di vista sanitario e sociale.
Parallelamente si registrò un crescente l'interessamento delle pubbliche amministrazioni e, nel maggio 1952, fu emanata una prima legge per il risanamento della zona; una seconda legge varata nel marzo 1958, mentre una terza legge speciale nel febbraio 1967, univa alle esigenze del risanamento di una protezione storico-artistica del complesso.
Intanto gli abitanti dei Sassi venivano gradualmente trasferiti in 2 moderni Villaggi, La Martella e Borgo Venusio, rispettivamente a Ovest e Nord della città, concepiti in modo da rispondere alle tradizionali esigenze di vita e di convivenza degli occupanti.
Prima del forzato abbandono da parte degli abitanti tradizionali, vivevano nei Sassi quasi 15 mila persone, sistemate in 3.300 vani, con punte anche di 7 persone per Grotta.
Oggi (1980) lo spettacolo che oltre il caratteristico agglomerato è tutt'altro che soddisfacente, con le case cadenti, invase dai rifiuti e qua e là sotto la minaccia della speculazione.
Nel 1970 è stato indetto un Concorso Internazionale per una sistemazione conveniente di tutta la zona che ne salvaguardi i valori ambientali.
Nel quadro del programma di risanamento igienico-sanitario accompagnato a restauro conservativo del tessuto edilizio, si prevede possano essere sistemate nei Sassi, unità residenziali per 7.000 abitanti, nonché una serie di strutture socio-culturali e un Centro di Documentazione dei caratteri storici e antropologici di questo eccezionale insediamento urbano.

Cenni Artistici
Un altro elemento di grande importanza, nella realtà artistica ed ambientale di Matera, accanto alla singolare struttura urbanistica della città, è costituito dalle numerose Chiese Rupestri che si trovano nei fianchi della Gravina, in vallette secondarie e nel vicino Altopiano, risalenti in parte all'Alto Medioevo, decorate di affreschi spesso ben conservati, molti di tipo Bizantino.
Nella parte antica della città, i periodi essenziali dell'arte hanno degne testimonianze in una serie di monumenti notevoli: lo stile Romanico ha lasciato uno alto valore nella Cattedrale, del classico tipo Pugliese del 1200; la Chiesa di San Giovanni Battista è un esempio interessante e completo del Gotico delle regioni meridionali d'Italia.
Ben rappresentato con opere di architettura scultura e decorazione è il Rinascimento e molto di più il Barocco in costruzioni originali o rifacimenti che tra gli esempi più vistosi annovera le Chiese di Santa Lucia, San Francesco d'Assisi, Materdomini, del Purgatorio.
Lo stile Neoclassico è presente con vari Palazzi. 

Guarda il video (qui sopra) con gli Acquarelli dedicati a Matera e se ti interessa acquistarne qualcuno (stampe e/o oggettistica), vai alle gallerie online cliccando sui loghi sottostanti

DIALETTO

Il dialetto materano (u matarràsë) parlato nella città di Matera, rispetto al barese e secondariamente al tarantino, conserva delle peculiarità specifiche nel capoluogo di provincia lucano, come la quasi totale assenza di suoni vocalici in alcuni vocaboli ed effetti di inversione vocalica rispetto all'italiano.
Appartenente ai dialetti dell'area apulo-lucana che si parlano nella zona orientale e nord-orientale della Basilicata e rientrano nel gruppo dei dialetti meridionali medi, il dialetto materano presenta affinità con i dialetti pugliesi del barese.
Tuttavia le origini sono inquadrabili storicamente e culturalmente con le lingue ed i dialetti iapigi dei peucezi e dei dauni.
Il dialetto materano, in quanto facente parte della zona apula della Basilicata, e sebbene con molte varianti dovute al fatto che ci si trova in un territorio di confine tra diverse zone linguistiche, ha caratteristiche simili ai dialetti parlati in alcuni comuni situati nelle aree della Murgia e della valle del Bradano circostanti la città di Matera.
In particolare, influenze del dialetto materano si mescolano con influenze di quello tarantino; il dialetto parlato ad Irsina invece risente sia dell'influenza materana che di quella dei più vicini comuni della Murgia barese, in particolare di Gravina in Puglia.






Tipici proverbi:

«Ci sckëjtë 'ngjlë 'mboccë së chegghjë» («Chi sputa in cielo si coglie in faccia»)
«Ci s' avondë silë silë na mmelë monghë në fasilë» («Chi si vanta solo solo non vale nemmeno un fagiolo»)
«Attocchë 'u ciuddë addò vaelë 'u patrëinë» («Attacca l'asino dove vuole il padrone»)

Esclamazioni tipiche:

«Mo mèrië!» («Ora muoio!») esclamazione di fatica o dolore, richiesta di aiuto.
«Egghia!» (abbreviativo di mannegghia) nella forma abbreviata è un'esclamazione di stupore.
Da ricordare che "mannegghia" altro non è che la forma dialettizzata dell'espressione "mannaggia" a sua volta derivante da "mal n'aggia", cioè di "mal ne aggia" proveniente da "mal ne abbia".
«Gistëjzzë!» («Giustizia!») accidenti! 

Abbreviativo di «Gistjëzzë të vò bbënìë!», imprecazione che significa «Che ti venga un accidente!».
«Mogghià'Ddëjë!» («Non voglia Dio!») non sia mai! 



SANTI PATRONI ed altri SANTI locali

Relativamente al nome "Madonna della Bruna" sono attribuite diverse ipotesi: la prima è che derivi dal termine altomedioevale longobardo brùnja che era la corazza, la protezione dei cavalieri, quindi il nome avrebbe il significato di Madonna della difesa; altri invece sostengono che derivi da Hebron, città della Giudea dove la Vergine si recò per la visitazione a sua cugina Elisabetta; infine un'ultima ipotesi, meno accreditata, è che il nome derivi dal colore del viso della Vergine.
La statua della Madonna è ubicata all'interno di una teca nel transetto della Cattedrale a lei dedicata.
Nella stessa cattedrale un affresco che la raffigura, di scuola bizantina e risalente al 1200, si trova sull'altare sito all'ingresso della navata sinistra.
Protettrice della città di Matera, la festa patronale a lei dedicata si festeggia il 2 luglio di ogni anno da più di 600 anni, quando Papa Urbano VI, già Arcivescovo di Matera, istituì nel 1389 la festa della Visitazione; da quella data in poi i festeggiamenti in onore della Madonna, già esistenti nella città di Matera da qualche secolo, furono effettuati in coincidenza con il giorno della festa della Visitazione.
Oggi la Visitazione viene celebrata il 31 maggio, nel rito romano rinnovato sotto Paolo VI, mentre il 2 luglio si celebra la Visitazione nella forma straordinaria; a Matera con la festa della Madonna della Bruna, come ad Enna con la Madonna della Visitazione ed a Siena con il Palio di Siena.

Non sono chiare le origini della festa la cui storia, tramandata di generazione in generazione, si è arricchita col tempo di innumerevoli varianti.
La leggenda racconta che una giovane e sconosciuta signora chiese ad un contadino di farla salire sul suo carretto per accompagnarla a Matera. Giunta alla periferia della città, nella zona dell'attuale chiesa dell'Annunziata del rione Piccianello, scese dal carretto e chiese al contadino di portare un suo messaggio al Vescovo, in cui diceva di essere la madre di Cristo.
Il Vescovo insieme al clero ed al popolo accorse subito ad accogliere la Vergine, e vi trovarono una statua; così la statua della Madonna fu fatta entrare in città su un carro trionfale addobbato.



L'origine della tradizione della distruzione del carro invece è narrata da un'altra leggenda, secondo la quale i Materani, per evitare che il quadro della Madonna fosse rubato e distrutto dai Saraceni che assediavano la città, lo nascosero prima su un carretto e poi, messo in salvo il quadro, distrussero loro stessi il carretto (oppure, secondo una versione alternativa della leggenda, lo lasciarono distruggere dai Saraceni) pur di non far cadere le sacre immagini nelle mani di quegli infedeli. 
Le prime testimonianze concrete sull'esistenza di un carro trionfale rimandano tuttavia all'anno 1690.
Gli inserimenti profani come il carro navalis e la sua violenta distruzione, affiancatisi col tempo all'intimità e solennità religiosa originaria, fanno di questa festa un evento interessante che affonda le sue radici in antichissime rappresentazioni che si tenevano in molti paesi del Mediterraneo; nella stessa cultura greca era ricorrente celebrare anche feste nuziali attraverso dei carri trionfali, delle "navi su ruote" riccamente decorate. (clicca qui per altre notizie)


Gli inserimenti profani come il carro navalis e la sua violenta distruzione, affiancatisi col tempo all'intimità e solennità religiosa originaria, fanno di questa festa un evento interessante che affonda le sue radici in antichissime rappresentazioni che si tenevano in molti.

Sant'Eustachio (Roma, I secolo - Roma, II secolo) è stato un martire romano durante il regno di Adriano.
La narrazione popolare cristiana appare chiaramente divisa in 3 parti: la conversione miracolosa, le vicende famigliari ed il martirio.
Si conosce, inoltre, l’identità del Santo: egli era il nobile Placido, forse appartenente alla famiglia patrizia romana dei Placidi, ed era un generale al servizio dell’allora imperatore Marco Ulpio Traiano (tra il 50 ed il 100 dopo Cristo).
In antitesi al valore marziale del generale Placido, dovuto a precedenti successi militari in Asia minore, vi era il suo carattere misericordioso e la sua benevolenza, espressa in opere caritatevoli, verso le classi sociali più deboli nonostante egli non fosse un Cristiano.
Similmente alla conversione di San Paolo, anche Placido, che nei tempi di pace si dedicava alla caccia, proprio durante una battuta nei pressi di Tivoli, mentre stava braccando un cervo, vide apparire in mezzo alle corna dell’animale una croce che emanava un intenso bagliore e udì una Voce esclamare: “Placido, perché mi perseguiti? 

Io sono quel Cristo che tu non conosci, ma che onori con le tue opere.
Adesso ti indicherò la via della verità per la salvezza tua e dei tuoi cari.
Recati, dunque, dal Vescovo Giovanni che ti purificherà dal lavacro del peccato originale e da ogni altra contaminazione.”

Dopo aver sentito tali parole, egli portò sua moglie e i suoi 2 figli piccoli dal Vescovo e, tramite il rito del Battesimo, abbracciarono volontariamente il Cristianesimo.
A Placido fu dato il nome di Eustachio derivante da Eustazia, dea del raccolto “dalle belle spighe”, a sua moglie e al suo primogenito rispettivamente i nomi di Teopista e Teopisto che significano “fedele a Dio”, infine, al suo secondogenito fu assegnato il nome di Agapito che significa “Diletto del Signore”.
Dopo il Sacramento la famiglia tornò a casa ed insieme i membri si diressero nel luogo del miracolo dove rividero l’animale, di nuovo con la croce in mezzo alle corna, e udirono la stessa Voce che preannunciò loro che presto una serie di sventure avrebbero messo a dura prova tutta la famiglia.
Dopo poco la premonizione si avverò, la famiglia subì varie sventure tra cui la perdita del titolo patrizio, la perdita della casa e del bestiame, la perdita della moglie Teopista e dei figli.
Ma, richiamato a dirigere l’esercito dell’Imperatore Traiano, Eustachio venne a sapere che i suoi 2 figli facevano parte delle sue milizie, seppure si erano persi di vista.
Il caso volle che i figli, insieme alla mamma Teopista, si ritrovarono in una casa vicino l’accampamento delle truppe; così la famiglia, ritrovatasi, si riunì prima del martirio.
Infatti, Publio Elio Adriano, successore di Troiano, per festeggiare la vittoria della campagna di Eustachio,  invitò il generale presso il tempio del Dio Apollo; a seguito del rifiuto del generale, Eustachio insieme alla famiglia fu condotto al circo per essere dato in pasto ai leoni.
Tuttavia nessuna bestia si prestò ad assalirli, così fu ordinato di rinchiuderli in un luogo rovente, dove consumarono il loro martirio per 3 giorni sebbene le loro salme furono ritrovate senza la minima ustione.
Il culto di Sant’Eustachio andò quasi perduto, fino a quando Costantino autorizzò i cristiani a praticare la religione, così fece erigere a Roma la Basilica di Sant’Eustachio (dove tutt’ora sono sepolti i resti del Santo e della sua famiglia), il quale divenne protettore dei cacciatori e dei guardia caccia.

Sono ancora poco chiare le radici storiche che hanno portato all’assegnazione del Santo come Patrono della città di Matera.
Secondo Giuseppe Gattini la credenza verso questa figura era così forte e radicata nella città che durante l’epidemia di peste nel 1656, che colpì tutta l’Italia meridionale, i salvacondotti, le “Provisores salutis fidelissimae civitatis Mathera” emesse dalle autorità sanitarie locali, avevano come figura rappresentativa l’effigie di Sant’Eustachio accanto allo stemma di Matera, azione che rappresentava l'unico rimedio estremo per affrontare l’epidemia, visti gli esigui mezzi di cui disponeva la scienza medica nei secoli passati. 

Invece Francesco Volpe, accreditato storico locale, sostenne nell’800 che il legame tra la comunità ed il Santo sarebbe riconducibile ad un’avvenimento prodigioso datato 984 d.C.; in tale periodo storico la città, o per meglio dire il villaggio, era occupato dall’esercito dei Saraceni e la popolazione, affamata, invocò il Santo e la città fu liberata dall’assedio
La leggenda narra che durante l'assedio subito dalla città ad opera dei Saraceni, il Santo salvò Matera dall'invasione facendo apparire ai nemici centinaia di cavalieri guidati dal Santo stesso e mettendoli in fuga.
Dal giorno della liberazione, che coincide con il giorno della conversione del Santo al Cristianesimo, cioè il 20 maggio, il popolo materano elesse Sant’Eustachio come sua figura patronale; successivamente, dato che
in quel periodo i contadini (ovvero la maggior parte della popolazione) erano impegnati nei campi, si decise di spostare la festa a fine settembre



Nella ricorrenza del tempo, il sindaco offriva al Santo una torcia rivestita di monete d’argento, caneste di frutta e fiori; successivamente l’offerta fu sostituita con un contributo di 25 carlini.
La ricorrenza si svolgeva in un luogo del quale purtroppo non si conosce l’esatta ubicazione e non si hanno prove e documenti delle vestigia del Santo.
Il tempio benedettino di Sant’Eustachio, eretto sulla Civita nei pressi dell’attuale Cattedrale, fino al 1270 circa, svolgeva la funzione di Chiesa Madre e godeva di una posizione di prestigio grazie al decimo Abate Stefano.
Lupo Protospata ha comprovato che nel 1089 la struttura ospitò Papa Urbano II, recatosi nella regione per il Congresso a Melfi e diretto in Puglia per questioni legate alle crociate; le prove di ciò sono racchiuse in alcuni affreschi che raffigurano l’incontro tra il Papa e l’Abate Stefano nella Chiesa rupestre di San Pietro e Paolo, nella cripta ipogea di San Francesco d’Assisi (come sostiene anche Nicola Gattini).
Il prestigio del tempio, e quindi l’importanza del culto del Santo, cominciarono lentamente a decrescere a partire dal 1400, anno in cui, a causa di un terremoto, crollò gran parte del monastero di Sant’Eustachio; il restante complesso fu accorpato definitivamente nel 1636 ad altri edifici, tra cui la vicina nuova Cattedrale (il tempio era situato tra l’attuale Duomo ed il palazzo Arcivescovile).
Di recente, durante i lavori di restauro della Cattedrale, nel rifacimento della pavimentazione della cappella del Presepe, sono venuti alla luce 2 ambienti riccamente affrescati che, secondo gli esperti, appartenevano al cimitero del monastero benedettino di Sant’Eustachio.
Con il crollo, anche il successo del Santo guerriero cominciò a tramontare in favore del culto della Madonna della Bruna, protettrice della città.
Alcuni sostengono che questo cambio di egemonia è stato dovuto anche all’ascesa del clero secolare a discapito della comunità locale benedettina.
Dedicata a Sant’Eustachio è anche una chiesa rupestre in contrada selva Venusio, sul ciglio sinistro della Gravina, dove c’è una raffigurazione del Santo molto interessante ed antichissima.
 


Giovanni da Matera, al secolo Giovanni Scalcione (Matera, 1070 circa - Foggia, 20 giugno 1139) - monaco cristiano italiano; è venerato come Santo dalla Chiesa Cattolica.
Nacque da una ricca e nobile famiglia profondamente cristiana.
Abbandonò da ragazzo la casa paterna in cerca di un contatto più stretto con Dio e, secondo la tradizione, scambiò i suoi abiti lussuosi con quelli di un mendicante e poi partì per Taranto.
Desiderava vivere una vita semplice e quindi accettò di badare alle pecore dei monaci basiliani dell'Isola di San Pietro.
Fu proclamato Santo da Papa Alessandro III nel 1177

La sua casa natale fu trasformata in una Chiesa rupestre, chiamata il Purgatorio Vecchio, situata nei Sassi di Matera. 
Le sue reliquie, dapprima poste sotto l'altare dell'Abbazia di Pulsano, nel 1830 furono traslate a Matera e dal 1939 sono conservate in un sarcofago nella Cattedrale di Matera.
La festa di San Giovanni da Matera si celebra il 20 giugno, data della sua morte.
Secondo uno studio della CEI del 2006 è tra i 300 Santi italiani più conosciuti e pregati (clicca qui per altre notizie biografiche)

Ilario di Matera (Matera, 980 circa - Castel San Vincenzo, 11 novembre 1045) - monaco cristiano italiano, venerato come Santo dalla Chiesa Cattolica.
Secondo il "Chronicon Vulturnense", manoscritto del 1100 conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, Ilario nacque a Matera, all'epoca facente parte di un Thema bizantino, nella seconda metà del 900, intorno al 980.
Nel 1011 divenne Abate del Monastero di San Vincenzo al Volturno, restandone alla guida fino alla sua morte. 

In seguito all'invasione Saracena dell'881 che aveva distrutto il Monastero tenendo i Monaci lontani per 33 anni.
Le principali attività svolte dagli Abati a partire dal loro rientro furono quelle di recupero dei beni dell'Abbazia, dell'acquisizione di nuove terre e del ripopolamento delle terre recuperate tramite contratti agricoli e costruzione di castelli; è in questo contesto che si svolse l'attività dell'Abate Ilario, che secondo il "Chronicon" fu un uomo caritatevole, che spogliatosi dei suoi averi sostenne i poveri diventando così modello per gli altri monaci.
Visse nell'esercizio della disciplina e della carità, improntando alla santità ogni sua opera, esaltando la vita del Monastero ed elevandolo all'importanza di altri Monasteri vicini.
In quegli anni l'opera dei Normanni volta all'unificazione dei luoghi dell'Italia meridionale contesi tra Bizantini e Longobardi fu sollecitata dalla Chiesa che in tal modo estese la sua egemonia religiosa e spirituale avviando un intenso processo di cattolicizzazione; strumento di evangelizzazione furono tra gli altri i Benedettini di Sant'Ilario.
Tuttavia le continue contese per il predominio costarono al Monastero la perdita di molte terre che furono spesso depredate ed Ilario, oltre ad essere ricevuto nel 1022 dall'imperatore Enrico II il Santo e nel 1038 da Corrado II il Salico, fu costretto a chiedere aiuto al principe Guaimario IV di Salerno che inviò milizie normanne guidate dal conte Rainulfo Drengot per salvare i Monaci.
Morto nel 1045 fu venerato come Santo da Papa Sergio IV e dai Pontefici dell'epoca; la sua ricorrenza si celebra il 21 novembre.  
 

STORIA

Sintesi Storica
Come hanno rivelato scoperte fortuite e successivi scavi sistematici, il territorio in cui sorge Matera, abitato fin dal paleolitico, è archeologicamente molto importante.
Nell'età Greca Matera probabilmente fu un centro di limitata importanza, sottoposto all'influsso delle Colonie Ellenistiche della Costa.
I reperti di questo periodo si riferiscono a tombe nella zona della Civita, nei dintorni della Cattedrale e nel Sasso Caveoso.
Il nome (medievale Materia, dal latino materia=legname) non ha niente a che vedere con i materani citati da Plinio.
Importanti sono i ritrovamenti di età medievale, tra cui una Necropoli nel Largo San Francesco, con tombe simili a quelle del sepolcreto di Canne della Battaglia.
La città, aggregata dai Longobardi al Ducato di Benevento, fu distrutta dai Franchi.
Nell'876 venne ancora devastata dall'Imperatore Ludovico II, dopo che era stata tolta ai Saraceni, i quali la rioccuparono nel 937 e 994, quando la distrussero completamente, sterminando e disperdendone gli abitanti.
Il centro risorse all'inizio dell’anno 1000 sotto i Bizantini; nel 1064 fu conquistata dal Normanno Roberto Loffredi, la cui famiglia vi dominò fino al 1133; quindi passò sotto il diretto potere Regio e alla fine del 1400 Ferdinando II d'Aragona lo assegnò in Feudo al Conte Carlo Tramontano, poi ucciso della popolazione nel 1500. Infine appartenne agli Orsini, fino all'eversione della feudalità, avvenuta nel 1638.
Fece parte della Puglia (Terra d'Otranto) fino al 1663, anno in cui fu aggregata alla Provincia di Basilicata ed elevata a suo capoluogo, rimanendo tale fino al 1806, quando il ruolo di capoluogo passò a Potenza, per la sua posizione più centrale rispetto alla Regione.
Nel 1927 La città è diventata Capoluogo di Provincia.


Approfondimento Storia
Quindi le origini di Matera sono molto remote e ne è testimonianza il ritrovamento nel territorio circostante di alcuni insediamenti senza soluzione di continuità sin dall'età paleolitica.
Infatti, nelle grotte sparse lungo le Gravine materane, sono stati ritrovati diversi oggetti risalenti a quell'epoca, testimonianti la presenza di gruppi di cacciatori.
Nel periodo Neolitico gli insediamenti diventarono più stabili, tanto che sono presenti tracce evidenti di diversi villaggi trincerati che risalgono a quel periodo, in particolare sulla Murgia Timone.
Con l'Età dei metalli nacque il primo nucleo urbano, quello dell'attuale Civita, sulla sponda destra della Gravina.
Sorta su un preistorico villaggio trincerato, questa, ha probabili origini greche, come afferma il Volpe nelle sue "Memorie storiche profane e religiose sulla città di Matera", citando anche l'Ughelli, il Pacichelli ed il Padre Bonaventura da Lama che erano giunti ad analoghe conclusioni.
Ciò sarebbe confermato dall'emblema della città, il bue con le spighe di grano, che, secondo il Volpe, è un simbolo tipico della Magna Grecia; inoltre il Gattini cita l'ipotesi di alcuni storici secondo i quali riprodurrebbe l'emblema della città di Metaponto, che era appunto un bue, mentre le spighe di grano erano figure ricorrenti nelle monete greche.
Gattini a conferma di ciò, cita anche alcuni versi del poeta Tommaso Stigliani: «Il marinaro di Metaponto antica, la quale a nostra età dett'è Matera», e fa riferimento all'accoglienza data da Matera ai profughi metapontini dopo la distruzione della loro città da parte di Annibale.

Nel periodo della Magna Grecia, Matera ebbe stretti rapporti con le colonie situate sulla costa meridionale e, successivamente, in Età Romana fu solo centro di passaggio ed approvvigionamento.
Nel 664 d.C. Matera passò sotto il dominio longobardo e venne annessa al Ducato di Benevento.
I secoli IX e X furono caratterizzati da aspre lotte fra gli stessi Longobardi, Saraceni e Bizantini, che tentarono più volte di impadronirsi del territorio; la città fu distrutta dalle truppe di Ludovico II, imperatore dei Franchi, proprio nel tentativo di cacciare i Saraceni.
Nel frattempo, a partire dall'VIII secolo, il territorio materano fu teatro di una notevole immigrazione di monaci benedettini e bizantini, che si stabilirono lungo le grotte della Gravina trasformandole in chiese rupestri.
Dopo l'insediamento dei Normanni avvenuto nel 1043 la città conobbe un periodo di pace.
Nei secoli seguenti, fra carestie e terremoti, Matera fu a lungo Città Regia, in quanto si liberava dal dominio feudale riscattandosi più volte; ma sotto gli Aragonesi la città fu ceduta al Conte Giovan Carlo Tramontano, che nel 1514 venne ucciso dalla popolazione oppressa dalle tasse.
Nel 1663, in epoca spagnola, Matera uscì dalla provincia di Terra d'Otranto, di cui fino ad allora era parte integrante, diventando capoluogo della Basilicata e sede di Regia Udienza.
Tale titolo le rimase fino al 1806, quando Giuseppe Bonaparte trasferì le competenze a Potenza.
Nel periodo risorgimentale, il Comitato Prodittatoriale Lucano, non avendo mantenuto le promesse sulla redistribuzione delle terre demaniali, cominciò a diffondersi un malessere, anche fomentato dai legittimisti, che a Matera esplose l'8 agosto 1860 con l'eccidio Gattini, primo sintomo di ribellione che precedette il brigantaggio postunitario.
Nel 1927 la città divenne capoluogo di provincia.
Matera fu la prima città del Mezzogiorno ad insorgere contro i nazisti; infatti il 21 settembre 1943, giorno dell'insurrezione e della strage di Matera, il popolo materano insorse contro l'oppressione esercitata dall'occupazione nazista; la qual cosa la fece insignire di medaglia d'oro al valor civile e medaglia d'argento al valor militare.
Infatti 11 persone trovarono la morte a seguito dei mitragliamenti tedeschi in ritirata.
La giornata raggiunse il suo culmine con la feroce rappresaglia nazista che costò la vita ad altre 15 persone, sia civili che militari, fatte saltare in aria nel "Palazzo della Milizia".
Nel 1945 vi furono tra le prime sommosse popolari meridionali, per l'assegnazione delle terre incolte che si risolsero con l'emanazione fra il 1946 e il 1947 dei decreti Ponte (da Aurelio Ponte, prefetto di Matera) che anticiparono la Riforma Agraria.
Nel 1948 nacque la questione dei Sassi di Matera, sollevata da Palmiro Togliatti prima, e da Alcide De Gasperi poi, che sfociò, nel 1952 con una legge nazionale che stabilì lo sgombero dei Sassi e la costruzione di nuovi quartieri residenziali che svilupparono la città nuova nella quale confluirono i 15.000 abitanti dei Sassi.



Nel 1980 fu parzialmente danneggiata dal terremoto dell'Irpinia.
Nel 1986 una nuova legge nazionale finanziò il recupero degli antichi rioni materani, ormai degradati da oltre 30 anni di abbandono.
Nel 1993, in una conferenza a Cartagena de Indias, la città venne proclamata "Patrimonio dell'umanità" e nel 2014 "Capitale europea della cultura 2019".


Matera è sede vescovile sin dal X secolo.
Per anni sotto l'influsso bizantino, fu elevata ad Arcidiocesi nel 1203 quando fu unita con Bolla Pontificia all'Arcidiocesi di Acerenza.
L'Arcidiocesi conta 52 parrocchie in 13 comuni.
La città, nel tempo, è stata visitata da 2 Papi: Papa Urbano II e San Giovanni Paolo II; un suo Arcivescovo Metropolita divenne Papa Urbano VI che, sulla scorta della festa in onore di Maria SS. della Bruna celebrata a Matera già da tempo, istituì la festa della Visitazione per il 2 luglio, oggi ancora celebrata oltre che a Matera anche a Siena ed Enna in quella data, anche se la festa ufficiale è stata spostata il 31 maggio.
La città ha anche dato i natali a 2 Santi: San Giovanni da Matera e Sant'Ilario, ed alla Beata Eugenia da Matera.

Nell'agro materano tra i vari, sono ancora attivi 2 Santuari: il Santuario di S. Maria di Picciano e il Santuario di S. Maria della Palomba.

Lo storico G. Gattini narra di un'incisione che era presente sulla facciata gotica della Chiesa di San Francesco d'Assisi in Matera, prima del suo rifacimento tardo barocco, la quale indicava che la stessa fosse stata voluta da San Francesco in persona (mancano fonti autorevoli; visto che lo storico era vissuto nel 1000).
Racconta che nella città fosse giunto San Francesco, e nel suo viaggio verso oriente si sarebbe fermato a Matera, dove fuori le mura cittadine avrebbe chiesto un sito su cui erigere una sua chiesa; cosa che gli fu negata per altro sito, che il Santo rifiutò.
Giunto in un paese del circondario ebbe modo di compiere un miracolo (il miracolo di Pomarico) che suscitò tanto scalpore da convincere il clero materano ad istituire, nel luogo da lui chiesto, la chiesa che è tutt'oggi presente. 

 
Storie, Leggende e Misteri
Il ventre aguzzo
il sesso del nascituro si prevede dalla forma del ventre della donna incinta:
ventre pizzuta vuol
vuol lu fusu,
ventre chiatta
vuol la zappa
(ventre appuntito vuole il fuso, segno di attività donnesca; ventre piatto vuol la zappa, tipica del lavoro dell'uomo).
In questo i contadini Lucani si accordano con i Lombardi: «quand la panscia l’è guzza / e guggia / quand l’è larga al fianchett / un bel mas’cett» e dissentono dagli Emiliani «panza agozza / en porta scoffia»: pancia aguzza non porta cuffia.

Amore di mamma
Le mamme che vogliono crescere intelligenti i loro piccini danno loro da mangiare il cuore di una rondine.

La Grotta dei Pipistrelli
A circa 4 km dalla città, lungo il corso della Gravina nella quale si aprono molte Grotte, c'è la grotta più grande e più interessante della zona: quella detta «dei pipistrelli».
Lunga, nel primo tratto circa 72 metri, la grotta è infatti abitata da moltissimi pipistrelli, localmente chiamati «mattivaghi».
Da tempo se ne utilizza il guano.

I Sassi
Queste famose abitazioni trogloditiche sono scavate in 1.040 Grotte, secondo un calcolo del 1964.
«Una tale adunanza di semicavernicoli, in cui si prolunga senza soluzione di continuità l'esistenza della preistoria, non ha paragone in Europa, ed è tra i paesaggi italiani che generano più stupore.» (Guido Piovene)
Di recente (1967) è stato realizzato lo spopolamento dei Sassi: con una legge speciale le Grotte le Caverne sono state murate e i loro abitanti hanno trovato alloggio in nuove Borgate: Venusio, La Martella, Lanera, Spine Bianche.
Quando ancora i Sassi erano abitati, Formicolavano di usanze particolarissime.
Per esempio appena avvenuto il parto una comare usciva in strada e gridava, a seconda dei casi: «Màskele, o màskele!» (maschio, il maschio) oppure «Fèmmene, a fèmmene!» (femmina, la femmina): e nel secondo caso c'era sempre qualcuno che rispondeva «Attaccatille o pede!» (attàccatela al piede: perché la femmina è un peso).

Gli ignudi erniosi
A 6 km circa dalla città sorge un vecchio Monastero Benedettino, in cui si celebra, la prima domenica di maggio, una festa in onore della Vergine dell'Annunziata.
In tale occasione si usava, anni addietro, far passare in mezzo a un virgulto tagliato in 2, i malati di ernia completamente nudi; se poi il virgulto fioriva, la grazia della guarigione sarebbe stata concessa.
Per decenza, l'usanza è stata abolita.

La Nuova Tebaide
Nel 1959 è sorto a Matera un Circolo, denominato “La Scaletta”, che ha sinora accertato nel materano l’esistenza di 137 Cripte o Chiese rupestri ipogee, documentando un centinaio.
Si comincia così a far luce su un rarissimo movimento migratorio, che fece approdare alle coste della Basilicata e della Puglia, a partire dal 600 dopo Cristo, masse ragguardevoli di Monaci in fuga dalle terre d'Africa e d’Asia, sotto la minaccia delle invasioni Arabe e Persiane.
Un secolo dopo, la persecuzione iconoclastica di Leone III l’Isaurico fece fuggire dall'impero d'Oriente altri ingentissimi contingenti di Monaci difensori delle immagini; e anche questi approdarono in Basilicata e in Puglia.
Infine, ancora tra l’800 e il 900 affluirono qui i Monaci profughi della Sicilia, conquistata dai Musulmani.
E perché si passavano la voce, tra i secoli, e si concentravano qui?
«La natura del terreno li favoriva» ha scritto Aldo Paladini.
Una grande piana percorsa dal Fiume Bràdano, collega il Tavoliere al Golfo di Taranto, dividendo gli Appennini dalle Murge, questi dossi elevati e brulli che sembrano dune di pietra.
Priva di corsi d'acqua tra l’Ofanto è il Bràdano, la regione è tormentata da formazioni di carattere carsico: conche, inghiottitoi (le caratteristiche “lame”), ampi solchi dal fondo verde coltivato, e le “Gravine”, spacchi profondi, ferite del suolo calcareo e pareti ripide, scoscese, dove si aprono quasi sempre le fenditure di innumerevoli grotte».
Qui i Monaci venuti dall'Oriente si scavarono i loro Eremi, i loro Cenobi, le loro Cappelle e le loro Chiese, modellando la cedevole roccia tufacea e impreziosendola di affreschi.
Ma mentre le Chiese in rupe di Cappadocia e del Monte Athos non hanno conservato affreschi anteriori al 1300, qui fiorì una pittura sacra dal 700 al 1100: di notevole rilievo, pur con una rustica semplificazione del modellato e del cromatismo Bizantino.
Ma, a parte il valore artistico e documentario delle loro scoperte, i giovani della “Scaletta” hanno inventato una forma nuovissima di turismo avventuroso è fantastico.
Da 1000 anni, infatti, queste Grotte nella Nuova Tebaide Lucana, sono aperte alla luce e chiuse al passo dell'uomo.


Architettura e Urbanistica

I SASSI

I Sassi di Matera sono due quartieri di Matera (400 m slm), il Sasso Caveoso e il Sasso Barisano, formati da edifici e architetture rupestri scavati nella roccia della Murgia materana e abitati fin dalla preistoria, insieme al rione Civita (costruito sullo sperone che separa i due Sassi), costituiscono il centro storico della città di Matera.

«Arrivai a Matera verso le undici del mattino. Avevo letto nella guida che è una città pittoresca, che merita di essere visitata, che c'è un museo di arte antica e delle curiose abitazioni trogloditiche [cioè scavate nella roccia]. Allontanatami un poco dalla stazione, arrivai a una strada, che da un solo lato era fiancheggiata da vecchie case, e dall'altro costeggiava un precipizio. In quel precipizio è Matera. La forma di quel burrone era strana; come quella di due mezzi imbuti affiancati, separati da un piccolo sperone e riuniti in basso in un apice comune, dove si vedeva, di lassù, una chiesa bianca, Santa Maria de Idris, che pareva ficcata nella terra. Questi coni rovesciati, questi imbuti, si chiamano Sassi. Hanno la forma con cui, a scuola, immaginavamo l'inferno di Dante, in quello stretto spazio tra le facciate e il declivio passano le strade, e sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelle di sotto. Alzando gli occhi vidi finalmente apparire, come un muro obliquo, tutta Matera. È davvero una città bellissima, pittoresca e impressionante.»
La descrizione è di Carlo Levi in "Cristo si è fermato a Eboli"



Matera nota anche come Città dei Sassi, proprio per la peculiarità e unicità del suo centro storico.
Scavati e costruiti a ridosso della Gravina di Matera, una profonda gola che divide il territorio in due, i Sassi di Matera, rioni che costituiscono la parte antica della città, si distendono in 2 vallette, che guardano ad est, leggermente sottoposte rispetto ai territori circostanti, separate tra loro dallo sperone roccioso della Civita.

Il Sasso Barisano, girato a nord-ovest sull'orlo della rupe, prendendo come riferimento la Civita, fulcro della città vecchia, è il più ricco di portali scolpiti e fregi che ne nascondono il cuore sotterraneo.
Il Sasso Caveoso, che guarda invece a sud, ubicato in una lama più ampia e corta, assume vagamente la forma di una cavea teatrale.
Al centro la Civita, sperone roccioso che separa i due Sassi, sulla cui sommità si trovano la Cattedrale ed i palazzi nobiliari.
Insieme formano quell'antico nucleo urbano di Matera, dichiarato dall'UNESCO paesaggio culturale.



I Sassi di Matera sono un insediamento urbano derivante dalle varie forme di civilizzazione ed antropizzazione succedutesi nel tempo.
Da quelle preistoriche dei villaggi trincerati del periodo neolitico, all'habitat della civiltà rupestre (800-1000), che costituisce il sostrato urbanistico dei Sassi, con i suoi vicinati, camminamenti, canalizzazioni, cisterne; dalla civitas di matrice normanno-sveva (1000-1200), con le sue fortificazioni, alle successive espansioni rinascimentali (1400-1500) e sistemazioni urbane barocche (1600-1700); ed infine dal degrado igienico-sociale del 1800 e della prima metà del 1900 allo sfollamento disposto con legge nazionale negli anni 1950, fino all'attuale recupero iniziato a partire dalla legge del 1986.



Le cisterne e i sistemi di raccolta delle acque

Matera è uno dei più antichi e meglio conservati esempi di bio-architettura al mondo.
La scelta di questo sito, sebbene abbia garantito una estrema sicurezza all'abitato, ha comportato ai suoi abitanti enormi difficoltà nell'approvvigionamento delle acque.
I Sassi si trovano su un enorme banco calcarenitico a circa 150 metri dal livello del torrente, mentre le colline d'argilla che li circondano ad ovest risultano essere troppo lontane per assicurare l'approvvigionamento idrico in caso di assedi.
Quindi, perpetuando un uso documentabile sin dalle fasi neolitiche, gli abitanti hanno sfruttato a proprio vantaggio la friabilità della roccia e le pendenze per realizzare un complesso sistema di canalizzazione delle acque, condotte in una diffusa rete di cisterne e "palombari".
Un'analisi dei sistemi insediativi costruiti intorno all'acqua, mostra come le civiltà e le tradizioni costruttive più antiche del mondo, abbiano numerosi punti in comune, sebbene secoli e chilometri, le vedano come elementi distinti.
Strutture apparentemente semplici e rudimentali si rivelano come dei prodigi di efficienza tecnica.
Le umili tecniche arcaiche, dimenticate dagli stessi abitanti, acquistano un fascino ed un valore un tempo inimmaginabile.


La città, che fino ai primi anni 1950 era equamente divisa tra i Sassi ed il piano, cioè la dorsale corrispondente all'attuale centro cittadino che corre lungo tutto il ciglio dei Sassi, a partire dal 1952, anno in cui fu approvata la legge di sfollamento dei Sassi, cominciò ad espandersi nei nuovi quartieri.

Anni 1950
I primi quartieri della nuova città avevano come principali caratteristiche ampi spazi verdi comuni ed edifici di pochi piani, per cercare di riprodurre il più possibile i modelli di vita sociale dei Sassi; in quegli anni, grazie anche all'intervento di Adriano Olivetti - allora Presidente dell'Istituto di Urbanistica e Vicepresidente dell'UNRRA Casas (ente preposto all'assistenza economica e civile delle popolazioni delle Nazioni Unite danneggiate dalla guerra) - i più grandi nomi dell'architettura italiana si concentrarono sulla città di Matera, trasformandola in un vero e proprio laboratorio a cielo aperto.
Nacquero il borgo rurale di La Martella, opera di grande rilevanza architettonica della corrente Neorealista del Razionalismo italiano, inaugurato il 17 maggio 1953 da Alcide De Gasperi, progettato dall'architetto Ludovico Quaroni; Serra Venerdì, primo complesso urbano inaugurato nel 1956, sorto dopo la legge speciale e progettato dall'architetto Luigi Piccinato, autore tra l'altro del primo Piano Regolatore della città; il rione Lanera (1957), in posizione elevata su una delle colline più alte della città, progettato dall'ing. Marcello Fabbri e dall'architetto Coppa; il rione Spine Bianche (1957), interamente in cotto, con la parrocchia ed i servizi al centro del quartiere, progettato dall'architetto Carlo Aymonino; più in là il rione Villalongo, sorto per iniziativa dell'INA-Casa, il rione Agna, nato inizialmente come borgo rurale poi congiuntosi al resto della città, con case ad un piano circondate da terreni coltivabili, progettato dal Genio Civile; il rione Platani, San Giacomo, Serra Rifusa, Rione Pini e quelli più recenti.

Anni 1990
Alla precedente linea evolutiva regolare dell'urbanistica della città, a partire dagli anni 1990, è seguita invece una dinamica più disordinata dando vita a nuove zone edificate caratterizzate da edifici sproporzionati in altezza.
A questa situazione si è aggiunta: una riduzione degli spazi verdi, una riduzione della dimensione delle carreggiate stradali, una frequente assenza di completamento delle opere di urbanizzazione.
Così, mentre la città continuava ad espandersi ai 2 estremi opposti con le nuove zone di Matera 2000, Aquarium ed Agna Le Piane, nascevano anche i due principali esempi di tale urbanizzazione proiettata verso l'alto, il Centro Direzionale, alle spalle del palazzo comunale, e la Zona 33 di Via La Martella.
Al centro di quest'ultima vi è il cosiddetto grattacielo di Via La Martella, un palazzo di 14 piani (più 2 seminterrati).
Il palazzo si trova a 340 m slm ed è un simbolo della fagocitazione della città nuova a discapito degli agri rurali che giungevano fin dentro la città stessa.

Quartiere la Martella


La Martella (190m slm, 1517 abitanti) è una frazione appartenente al comune di Matera, nota per essere un celebre intervento urbanistico degli anni cinquanta (1952-1954) che coinvolse Adriano Olivetti e una folta schiera di architetti e intellettuali (Federico Gorio, Michele Valori, Ludovico Quaroni, Piero Maria Lugli, Luigi Agati).
Nei pressi di La Martella si trova una delle principali zone industriali della città di Matera (clicca qui per approfondire)




Architetti nativi di Matera

Amerigo Restucci (Matera, 10 novembre 1942) - architetto e accademico
Laureato in architettura, dal 1987 al 1995 ha insegnato presso la Scuola di Specializzazione in Archeologia e Storia dell'Arte dell'Università degli Studi di Siena.
Dal 1989 al 1994 è stato eletto nel Consiglio Superiore del Ministero dei Beni Culturali.
Dal 1992 è nel Consiglio Direttivo dell'ICOMOS-UNESCO per la tutela del patrimonio mondiale nel settore dei monumenti e dell'ambiente.
Dal 1999 è Presidente dell'Accademia delle Belle Arti di Venezia; nel 2002 è stato eletto nel Consiglio di amministrazione della Biennale di Venezia e nel 2004 ha ricevuto l'incarico da parte del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo e dell'APT della Basilicata per la progettazione degli itinerari di Federico II di Svevia in Basilicata e Puglia.
È professore ordinario di Storia dell'Architettura presso la Facoltà di Architettura dell'Università IUAV di Venezia; dopo essere diventato nel 2006 pro-rettore della stessa università, dal novembre 2009 è diventato Rettore.
Dal 2015, insieme al professor Pier Luigi Petrillo, coordina l'elaborazione del dossier di candidatura de "Il paesaggio vitivinicolo del Prosecco di Conegliano e Valdobiaddene" nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO, trasmesso formalmente dal governo italiano il 25 gennaio 2017.

Ettore Stella (Matera, novembre 1915 - Altamura, febbraio 1951) - architetto e urbanista
Secondogenito di una famiglia della borghesia media produttiva profondamente legata all’Arte.
Dopo aver frequentato nella sua città le “Complementari” con indirizzo artistico, si trasferirà a Napoli per frequentare il Liceo Artistico.
Nel 1934 si iscriverà alla Regia Scuola Superiore di Architettura di Roma che in seguito diverrà Facoltà diretta da Marcello Piacentini.
Giovane dotato di un estro creativo e geniale, si impose rapidamente all’attenzione degli architetti e della critica specializzata del tempo, risultando vincitore, ancora studente dei “Littoriali di Architettura dell’Anno XVIII” (clicca qui per altre notizie biografiche)

Monumenti e luoghi d'interesse


 
Edifici Storici


Cattedrale, in stile romanico pugliese, fu costruita nel 1200 sullo sperone più alto della Civita che divide i 2 Sassi, sull'area dell'antico Monastero benedettino di Sant'Eustachio, 1 dei 2 Santi protettori della città. All'esterno sono da notare il rosone a 16 raggi ed il campanile alto 52 metri; all'interno, degni di nota un affresco bizantino della Madonna della Bruna, un presepe cinquecentesco.

Chiesa di San Pietro Caveoso, costruita nel 1218, è uno dei punti più caratteristici della città.
Nel 1600 l'intera struttura subì numerose modifiche e ci fu l'aggiunta del campanile, tutto in stile barocco.

Chiesa di San Francesco d'Assisi, ricostruita quasi completamente nel 1670 in stile barocco.
Rilevanti sono la facciata esterna in stile tardo barocco, mentre al suo interno vi è l'antica Cripta dei Santi Pietro e Paolo, che conserva un affresco raffigurante la visita a Matera del Papa Urbano II nel 1093.

Chiesa di Santa Chiara, fu costruita alla fine del 1600 insieme agli attigui locali che ospitarono, dapprima l'ospedale, poi il convento delle Clarisse ed infine, i locali del Museo Archeologico nazionale "Domenico Ridola"

Chiese rupestri, nella città e lungo le Gravine del Parco della Murgia Materana si contano circa 150 chiesette scavate nella roccia.
Tra le più importanti chiese rupestri nei Sassi vi sono Santa Lucia alle Malve, complesso rupestre che anticamente ospitava una comunità monastica; il Convicinio di S. Antonio, un comprensorio costituito da 4 cripte rupestri; Santa Maria di Idris, sulla sommità dell'omonima rupe; Santa Barbara, ricca di affreschi; la Madonna delle Virtù che insieme alla sovrastante Chiesa di San Nicola dei Greci, oggi ospita importanti mostre di scultura; San Pietro Barisano con facciata e campanile in muratura e interno quasi completamente scavato nella roccia.
All'esterno del perimetro urbano vi sono, tra le altre, la Cripta del Peccato Originale, esempio di pittura longobarda con uno straordinario ciclo pittorico di affreschi che coprono le pareti di sinistra e di fondo, e la Chiesa di Santa Maria della Valle, comunemente detta La Vaglia, la più grande chiesa rupestre della città, con facciata in muratura e interni ipogei.

Palazzo Lanfranchi, seicentesco, fatto costruire da Frate Francesco da Copertino per ordine del Vescovo Vincenzo Lanfranchi tra il 1668 e il 1672, che originariamente ha ospitato il Seminario diocesano. Ospita i locali del Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna della Basilicata e gli uffici della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici della Basilicata.

Palazzo dell'Annunziata, settecentesco, sito in Piazza Vittorio Veneto, ha dapprima ospitato il Convento delle Domenicane, per poi diventare,
nel 1865, tribunale e ancora, scuola media.
Oggi l'edificio che domina la piazza centrale di Matera è sede della Mediateca e della Biblioteca Provinciale Tommaso Stigliani, oltre a ospitare il Cinema Comunale.

Palazzo del Sedile, situato nella centrale Piazza Sedile, è stato costruito nel 1540, ristrutturato nel 1759, è la sede del Conservatorio di Musica "Egidio Romualdo Duni" e dell'Auditorium Gervasio

Palazzo Bernardini che domina il Sasso Caveoso.

Castello Tramontano, in stile aragonese, con un maschio centrale e 2 torri laterali rotonde; rimase incompiuto per l'uccisione del Conte Giovan Carlo Tramontano da parte della popolazione nel 1514.

Torre Metellana, ubicata nel Sasso Barisano, facente parte della cinta muraria a difesa della "Civita" 



Siti Archeologici

Un'area archeologica è quella situata sul colle di Timmari, dove sono stati ritrovati numerosi reperti sia di epoca preistorica sia di tipo apulo, risalenti al IV secolo a.C. (tra cui una tomba ricchissima di arredi funerari), molti dei quali sono custoditi nel Museo Archeologico "Domenico Ridola".

Diversi resti di villaggi trincerati del Neolitico e necropoli dell'Età del bronzo sono presenti su tutto il territorio della Murgia materana

Aree Naturali

Parco della Murgia Materana, parco regionale istituito nel 1990, comprende il territorio della Gravina di Matera, le chiese rupestri disseminate lungo i pendii delle gravine e l'altopiano della Murgia materana. Importanti le numerose masserie, molte delle quali fortificate.
Simbolo del parco è il falco grillaio, piccolo rapace presente nel territorio di Matera con numerosissimi esemplari.



Riserva regionale San Giuliano, area protetta istituita nel 2000, comprende il lago di San Giuliano, invaso artificiale creato dallo sbarramento del fiume Bradano, ed i tratti fluviali a monte ed a valle del fiume.
Molto rilevante è la presenza dell'avifauna.

Colle di Timmari, polmone verde situato a circa 15 km dalla città, domina la valle del Bradano ed il lago di San Giuliano.
È un'amena località residenziale, e sulla cima del colle si trova il piccolo Santuario di San Salvatore, risalente al 1310, ed un'importante area archeologica.

CULTURA

Luoghi della Cultura

Museo archeologico nazionale Domenico Ridola: contiene materiale proveniente prevalentemente dal territorio materano e riveste particolare interesse per lo studio della preistoria nell'Italia meridionale e per la conoscenza delle culture e delle popolazioni indigene (Enotrie e Lucane) venute in contatto con le colonie greche della costa ionica.
Vi si trova la sezione preistorica, la più tipica del museo, e poi le sale della valle del Bradano, della valle del Basento, di Matera e dintorni, e infine la sala Ridola, in cui vi sono documenti testimonianti l'attività di Domenico Ridola, medico e archeologo materano e fondatore del museo.

Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna: è ospitato nei locali del seicentesco Palazzo Lanfranchi. 
È suddiviso in 4 sezioni: Arte Sacra, Collezionismo, Arte Contemporanea e Sezione etnoantropologica, e vi sono esposti dipinti di alcuni importanti artisti come Luca Giordano, Carlo Levi, ed opere di Abraham Brueghel, Giovan Battista Ruoppolo e Mattia Preti appartenenti alla collezione di Camillo D'Errico.

MUSMA Museo della Scultura Contemporanea di Matera: posto all'interno di Palazzo Pomarici, un vasto edificio risalente al 1600 situato nei Sassi, raccoglie una collezione di opere che raccontano la storia della scultura dalla fine del 1800 ad oggi.

Museo-laboratorio della civiltà contadina: raccolta di oggetti ed attrezzi degli antichi mestieri dei Sassi.

La struttura, oltre ad essere un'attrattiva per turisti provenienti da ogni parte del mondo, è un presidio culturale locale permanente, in cui si organizzano attività didattiche e laboratoriali per studenti di scuole di ogni ordine e grado.
Negli anni, il fondatore Donato Cascione ha raccolto racconti e testimonianze di anziani che hanno trascorso la loro infanzia e giovinezza nei Sassi di Matera e ne ha fatto oggetto di una pubblicazione, giunta alla III edizione, che contiene anche diversi suoi componimenti poetici: "I racconti del Museo". 



Museo Diocesano: ha sede negli ambienti dell'ex Seminario, e si sviluppa in 3 sale in cui sono esposte opere datate tra il 1000 ed il 1800, tra cui una croce pettorale bizantina risalente alla metà del 1000, il reliquiario a braccio di Sant'Eustachio ed il reliquiario di San Giovanni da Matera, risalenti entrambi al 1400.

Museo Storico "Generale Ignazio Pisciotta": il museo narra della Grande Guerra, della Seconda Guerra Mondiale e dei vari periodi bellici coloniali italiani; sulla scorta del coinvolgimento di Matera e dei materani, inoltre narra del Risorgimento e della Resistenza nella città di Matera.

Museo della raccolta delle acque: ha sede nelle chiese sconsacrate di San Giovanni da Matera e del Purgatorio Vecchio con il sottostante Palombaro, riserva di acqua pubblica del Sasso Caveoso.

Casagrotta di Vico Solitario: antica abitazione scavata nella roccia tipicamente arredata situata nel Sasso Caveoso.

La Casa di Ortega: situata in un fortilizio longobardo nel Sasso Barisano, ospita 20 bassorilievi policromi realizzati dal pittore spagnolo José Ortega negli anni settanta durante il suo soggiorno nella città dei Sassi, oltre a ceramiche e produzioni artigianali locali.

Parco scultura la Palomba: situato in una cava di tufo a cielo aperto dismessa, in località La Palomba all’interno del Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano, è stato creato dallo scultore Antonio Paradiso.

Università degli Studi della Basilicata
In città si trova una delle due sedi dell'Università degli Studi della Basilicata con il dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo (DICEM).

Istituto superiore per la conservazione ed il restauro
A Matera risiede la seconda delle due sedi dell'ISCR presso il convento di Santa Lucia la nova, dedicata a Michele d'Elia direttore dal 1987 al 1991, operativa dall'anno accademico 2015/2016 ed inaugurata dal Ministro per le attività i beni culturali ed il turismo Dario Franceschini nel 2017, è l'unico istituto per la conservazione ed il restauro al sud Italia.

A Matera opera sin dal 1983, per volontà congiunta del CNR, della Regione Basilicata e della NASA il Centro di geodesia spaziale Giuseppe Colombo dell'ASI, che si occupa di osservazione della Terra per mezzo di tecnologie spaziali avanzate.
Oggi è una struttura di oltre 5000 m² dove lavorano 100 persone con un budget di circa 10 milioni di euro l'anno, ed è una delle principali strutture di ricerca e trasferimento tecnologico nel Mezzogiorno.
Dedicato principalmente alla geodesia spaziale e al telerilevamento, il CGS (Centro di Geodesia Spaziale) sta ultimamente rivolgendosi anche ad altri campi, primi fra tutti la robotica spaziale e le missioni interplanetarie; tutte le attività sono svolte in un contesto di collaborazione internazionale.
Telespazio è, fin dal 1983, responsabile della gestione operativa.
Recentemente è stato raggiunto un accordo tra l'Agenzia Spaziale Italiana e la Regione Basilicata per la costituzione di una "cittadella dello spazio"

Artisti locali

Francesco Artese - detto anche Franco - (Matera o Grassano, 1957) - artista, esponente della scuola presepistica meridionale
Il suo primo lavoro nel campo della presepistica risale al 1976, quando realizza un'opera per il Convento dei Frati Francescani di Grassano, comune in cui ha vissuto ed operato.
Nel 1999 l'UNESCO gli commissiona un presepe da allestire nel nuovo Museo mondiale della Natività di Betlemme, ed Artese realizza un'opera di 90 m² avente come scenario nuovamente i Sassi di Matera.
Nel 2012 realizza il grande presepe, omaggio della regione Basilicata al Papa Benedetto XVI, allestito in Piazza San Pietro; l'opera, esposta a partire dal 24 dicembre 2012, aveva una dimensione di 150 m², oltre 100 statuine in terracotta con altezza variabile dai 26 cm delle figure in secondo piano ai 32 cm di quelle in primo piano, e riproduce i Sassi di Matera.

Donato Paolo Conversi (Matera, 1697 - Turi, 1760) - pittore
Il secondo dei 3 fratelli Conversi, famiglia di pittori materani, il più prolifico dopo Vito Antonio. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Vito Antonio Conversi (Matera, 1713 - Matera, ...) - pittore
Vito Antonio è uno dei 3 fratelli della famiglia dei Conversi; pittori materani del 1700, il più prolifico assieme al fratello Donato Paolo che spostò la sua bottega a Turi, dove passò parte della vita ed ebbe vari figli tra cui Giuseppe, pittore anch'egli. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Luigi Guerricchio (Matera, 12 ottobre 1932 - 25 giugno 1996) - pittore
Dopo la maturità classica conseguita nella sua città natale, frequenta la Scuola di Nudo e successivamente il corso di Scenografia presso l'Accademia delle Belle Arti di Napoli; durante gli anni trascorsi nel capoluogo partenopeo aderisce al movimento dei Giovani Realisti Napoletani ed inoltre conosce a Portici Rocco Scotellaro, poeta lucano che avrà grande influenza sulla sua vita artistica, e grazie all'amicizia con Scotellaro incontra a Roma Carlo Levi e Renato Guttuso. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Nicola Morelli (Matera, 10 settembre 1921 - Roma, 5 novembre 1994) - medaglista, scultore e attore.
Fu un personaggio eclettico nel campo delle arti, essendo stato medaglista, scultore e scrittore (clicca qui per altre notizie biografiche)

Giuseppe Palumbo (Matera, 24 luglio 1964) - fumettista
Frequenta il liceo classico per poi laurearsi in Lettere Antiche (Archeologia) (clicca qui per altre notizie biografiche)

Artigianato

Grande importanza nella tradizione materana ha la produzione di oggetti di artigianato tipico, con particolare diffusione della lavorazione della cartapesta (che ha il suo massimo emblema nella costruzione del carro trionfale della Madonna della Bruna ad opera di artigiani locali), della terracotta (con il tipico fischietto a forma di gallo detto «Cucù», simbolo di prosperità), della calcarenite e del ferro battuto






Nella tradizione artigianale di Matera, quindi, si possono trovare oggetti in Ferro Battuto, in Terracotta e in Cartapesta.
La produzione tradizionale, che nel presente assume anche finalità commerciali, è da collegare a 2 momenti di culto popolare: di Terracotta sono, infatti, i «Cucù» prodotti per la Festa della Madonna di Picciano, la prima domenica di maggio; mentre, di Cartapesta, è il Carro Trionfale realizzato per la Festa della Madonna della Bruna, che ha luogo nella cittadina il 2 luglio. 
Alcune delle parti strappate al carro, a conclusione della festa, sono conservate ed esibite in casa e negozi; altre, come puttini, uccelli, vasi di fiori, sempre in Cartapesta, è possibile trovarle, nei giorni immediatamente a ridosso della festa, sul mercato dei souvenir.
In Cartapesta, a Matera, sono pure realizzati i Presepi, altra tradizione della città, che talvolta mescola la lavorazione di Cartapesta del Presepio, integrandola con la lavorazione di alcune parti dello stesso, in terracotta; infatti, alcuni abili cartapestai, sono anche costruttori di Cucù.
Da segnalare, inoltre, la produzione di Tessuti ed Intrecciati
Tradizionale lavorazione del legno, che vanta pregevoli testimonianze storiche, nel famoso Coro ligneo del Duomo e testimonianze storiche, nel Museo Nazionale Ridola, dove sono raccolti esemplari molto interessanti dell'Arte dell'Intaglio. 
Un'occasione d'incontro con l'artigianato Lucano, è dato dalla Fiera che si tiene a Matera il 5 maggio.
Nella zona dei Sassi c’è il Museo Etnografico del territorio di Matera, che suggella, con una istituzione volta alla tutela di una cultura originale.

CINEMA

Antonio Andrisani (Matera, 28 giugno 1966) - attore, sceneggiatore e regista
Dopo gli studi classici effettuati a Matera si diploma come graphic designer a Roma.
Nel corso degli anni 1980 ha un'esperienza televisiva in 2 programmi satirici con l'emittente televisiva TRM di Matera.
A partire dai primi anni 2000 comincia un percorso di scrittura di soggetti e sceneggiature cinematografiche. È direttore artistico di Action, concorso di cortometraggi sui temi del lavoro della CGIL di Matera. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Vito Cea (Matera, 1967) - regista
Dopo gli studi informatici, fonda a Matera nel 1991, insieme ai soci Mario Raele e Francesco Giase, la società di produzioni cinematografiche e televisive RVM.
Appassionato di cinema e fotografia, da anni è impegnato nella regia di numerosi cortometraggi, lungometraggi e programmi televisivi. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Giancarlo Fontana (Matera, 1985) - regista
Insieme all'amico Giuseppe G. Stasi inizia la carriera sul web, realizzando alcuni cortometraggi satirici tra il 2010 e il 2011. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Cosimo Massimo Fusco (Matera, 23 settembre 1962) - attore
Famoso soprattutto per aver interpretato il ruolo di Pablo (Paolo nella versione originale), nella serie televisiva "Friends" (era un ragazzo di Rachel Green) e il ruolo del giudice Somaschi nella serie "Il bene e il male". (clicca qui per altre notizie biografiche)

Gerardo Guerrieri (Matera, 4 febbraio 1920 - Roma, 24 aprile 1986) - regista, drammaturgo, sceneggiatore, traduttore, critico teatrale e saggista
Nel 1949 vinse il Nastro d'argento alla migliore sceneggiatura insieme a Cesare Zavattini, Vittorio De Sica, Suso Cecchi D'Amico, Oreste Biancoli, Adolfo Franci per il film "Ladri di biciclette". (clicca qui per altre notizie biografiche)

Nando Irene (Matera, 10 giugno 1973) - attore
Da giovane ha frequentato il Teatro dei Sassi diretto da Massimo Lanzetta, ha partecipato a diversi cortometraggi per poi approdare in produzioni cine-televisive. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Giuseppe G. Stasi (Matera, 1986) - regista
Insieme all'amico Giancarlo Fontana inizia la carriera sul web realizzando alcuni cortometraggi satirici tra il 2010 e il 2011 (clicca qui per altre notizie biografiche)

Caterina Sylos Labini (Matera, 5 ottobre 1954) - attrice e doppiatrice
Ha conseguito il diploma di arte drammatica presso l'accademia Silvio D'Amico di Roma.
È nota al pubblico per aver recitato nella serie televisiva Don Matteo interpretando, a partire dalla 2^ stagione, il ruolo di Caterina, moglie del maresciallo Nino Cecchini (Nino Frassica). (clicca qui per altre notizie biografiche)

Pascal Zullino (Matera, 26 agosto 1964) - attore e sceneggiatore (clicca qui per altre notizie biografiche)

Gianni Zullo, nome d'arte di Ervigio Zullo (Matera, 8 marzo 1920 - Pianello Val Tidone, 17 maggio 2005) - attore e cantante
Dotato di una notevole mimica facciale, il suo nome è indissolubilmente legato a quello dei Brutos, pur avendo avuto una discreta carriera anche come solista. (clicca qui per altre notizie biografiche)

CIAK SI È GIRATO a Matera


Alcuni tra i film girati nei Sassi di Matera, una magnifica scenografia a cielo aperto

Nel Mezzogiono qualcosa è cambiato di Carlo Lizzani - 1949



La lupa di Alberto Lattuada - 1952


Il brigante di Tacca di lupo di Pietro Germi - 1952


L’Alfiere di Anton Giulio Majano - 1956


La Nonna Sabella di Dino Risi - 1957


Viva l’Italia di Roberto Rossellini - 1961


I briganti di Mario Camerini - 1961


Anni ruggenti di Luigi Zampa - 1962


Sassi ’63 documentario di Lino Miccichè - 1963

I basilischi di Lina Wertmuller - 1963



Il Demonio di Brunello Rondi - 1963


Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini - 1964


La casa in Italia di Liliana Cavani - 1965

Made in Italy di Nanni Loy - 1965



C’era una volta di Francesco Rosi - 1967


Allonsanfan di Paolo e Vittorio Taviani - 1974


Anno uno di Roberto Rossellini - 1974


L’albero di Guernica di Fernando Arrabal - 1975


Cristo si è fermato ad Eboli di Francesco Rosi - 1979


L’eredità della priora di Anton Giulio Majano - 1980

Tre fratelli di Francesco Rosi - 1981



King David di Bruce Beresford - 1985


Il sole anche di notte di Paolo e Vittorio Taviani - 1990



L’uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore - 1995



Del perduto amore di Michele Placido - 1998


Terra bruciata di Fabio Segatori - 1999


The Passion di Mel Gibson - 2004




The Nativity Story di Catherine Hardwicke - 2006


Il Rabdomante di Fabrizio Cattani - 2007


Veloce come il vento di Matteo Rovere - 2016


Ben Hur di kazako Timur Bekmambetov - 2016






Wonder Woman di Patty Jenkins - 2017



Maria Maddalena di Garth Davis - 2018


No Time to Die di Cary Joji Fukunaga - 2020

.


Letteratura

Donato Cascione (Matera, 29 agosto 1949) - scrittore e poeta Nel 1998 ha fondato il Museo-laboratorio della civiltà contadina a Matera, nel Sasso Barisano.
Nel 1968 ha conseguito il diploma di geometra, qualifica con la quale lavora presso l'amministrazione comunale della sua città.
Poeta, scrittore, custode della memoria collettiva della sua terra ed "intellettuale di rottura" che in Basilicata "ha segnato la storia della letteratura con l'uso odierno della parola incantata e della parola innamorata"; la sua poetica spazia dall'iperrealismo al surrealismo ed "è passata attraverso un genere di sperimentazione linguistica che, nella sua regione, negli anni 1970 del Novecento, ha avuto pochi riscontri analoghi".
Appassionato di Storia locale e collezionista di arredi e attrezzi di uso quotidiano. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Rosa Maria Fusco (Matera, 15 giugno 1953) - poetessa, saggista e critico letterario (clicca qui per altre notizie biografiche)

Marcello Morelli (Matera, 7 novembre 1886 - 6 giugno 1972) - scrittore e presbitero
Seguendo la sua vocazione religiosa, fu frate francescano e poi sacerdote; si laureò in Teologia Dommatica nel 1912 all'Università di Roma e nel 1934 conseguì anche la laurea in Lettere.
Insegnò italiano e fu parroco della Chiesa di San Giovanni Battista dal 1924 al 1953, anno in cui fu nominato Vicario generale e Decano del Capitolo metropolitano di Matera, incarico che ebbe fino alla sua morte.
Come parroco, curò anche i restauri delle Chiese di San Giovanni e San Domenico, deturpate da diverse successive modifiche nel corso dei secoli.
Il 21 settembre 1943, data della strage di Matera, fu parte attiva nel dare conforto ai cittadini ed alla popolazione materana, insorta in armi in quella tragica giornata contro i tedeschi.
Scrisse alcuni testi di carattere storico sulla città di Matera, tra cui è di rilievo una "Storia di Matera" e "Personaggi della storia materana" (Altrimedia Edizioni, 1999).
Fu socio della Deputazione di Storia Patria per la Lucania e la Calabria, nel 1965 fu insignito della medaglia d'oro al merito della Scuola, della Cultura e dell'Arte e gli fu conferita la nomina di Cavaliere della Corona d'Italia.

Tommaso Stigliani (Matera, 1573 - Roma, 1651) - poeta e scrittore (clicca qui per altre notizie biografiche)

Mariolina Venezia (Matera, 1961) - scrittrice, sceneggiatrice e poetessa (clicca qui per altre notizie biografiche)

Testi di Viaggiatori
(citazioni da libri)

In cronache cinquecentesche Matera era descritta come "dotata di aria salubre e abitata da uomini ingegnosi"

«La città è di aspetto curiosissimo, viene situata in tre valli profonde nelle quali, con artificio, e sulla pietra nativa e asciutta, seggono le chiese sopra le case e quelle pendono sotto a queste, confondendo i vivi e morti la stanza. 
I lumi notturni la fan parere un cielo stellato.»
(Giovan Battista Pacichelli, "Il Regno di Napoli in Prospettiva")
.
«Arrivai a Matera verso le undici del mattino. 
Avevo letto nella guida che è una città pittoresca, che merita di essere visitata, che c'è un museo di arte antica e delle curiose abitazioni trogloditiche [cioè scavate nella roccia]. 
Allontanatomi un poco dalla stazione, arrivai a una strada, che da un solo lato era fiancheggiata da vecchie case, e dall'altro costeggiava un precipizio. 
In quel precipizio è Matera. 
La forma di quel burrone era strana; come quella di due mezzi imbuti affiancati, separati da un piccolo sperone e riuniti in basso in un apice comune, dove si vedeva, di lassù, una chiesa bianca, Santa Maria de Idris, che pareva ficcata nella terra. 
Questi coni rovesciati, questi imbuti, si chiamano Sassi. 
Hanno la forma con cui, a scuola, immaginavamo l'inferno di Dante, in quello stretto spazio tra le facciate e il declivio passano le strade, e sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelle di sotto. 
Alzando gli occhi vidi finalmente apparire, come un muro obliquo, tutta Matera. È davvero una città bellissima, pittoresca e impressionante.»
(Carlo Levi in "Cristo si è fermato a Eboli")


«Arrivi e ti trovi smarrito. 
Vaghi per ore con i pensieri annebbiati, con la paura di non ritrovare la strada, di perderti tra vicoli irregolari, con il timore che qualcosa ti crolli addosso da un momento all’altro. 
Poi, d’incanto, ritrovi una voglia nuova per non esserci stato prima e una condizione felice per poterci abitare per sempre.» (L. H. Stone)

«Una pianura arida e semidesertica a quattrocento metri sul livello del mare è improvvisamente interrotta da un baratro ma le rocce, in fondo a cui corre un torrente.
Sul ciglio in quel baratro si affaccia una città, o almeno la metà di essa, in parte antica e in parte nuova, con uffici e negozi.
Ma le pareti della roccia che scoscende verso il torrente sono fittamente coperte, dal ciglio fino al fondo, di abitazioni umane: case o grotte scavate nella pietra; più spesso, case e grotte insieme, perché, dietro il progetto fabbricato, l'abitazione si prolunga nel monte.
Di fronte alle pareti rivestite di case e sforacchiate di caverne, dall'altra parte dello spacco, si alza un alto muro di roccia, ma questo invece grigio e nudo, traforato a sua volta di grotte e loculi preistorici, abbandonati da millenni.
La parte superiore della città, che guarda nell'imbuto, è una normale cittadina di tipo pugliese.
Vi sono belle chiese, una cattedrale romanica con sculture barbariche, San Giovanni, romanica e orientaleggiante; è sparso un po' dovunque, in chiese e palazzi, il barocco.
Si può percorrerla senza avere il sospetto di quegli orridi popolati, che si spalancano d'improvviso davanti a noi.
Essi prendono il nome di “Sassi”, ed hanno l’attrattiva dell'inverosimile.
Sembra che Matera si affacci a un sottosuolo scoperchiato e abitato, che nell'insieme forma una città maggiore.
Una tale adunanza di semicavernicoli, in cui si prolunga senza soluzione di continuità l'esistenza della preistoria, non ha paragone in Europa, ed è tra i paesaggi italiani che generano più stupore.
Spaccata da valli rupestri, Matera è una specie di Siena del Sud, più remota nel tempo, che dovrebbe attirare i visitatori.
Ne affluiscono, infatti, in numero limitato, essendo per lo più studiosi di problemi sociali, politici, giornalisti, le figure del dopoguerra, attratti dal “caso” dei Sassi, oppure etnografi, archeologi, perlustratori di caverne.
I Sassi di Matera sono due, separati da uno sperone: il primo detto Barisano, e un altro detto Caveoso.
Li sovrastano, come da un empireo, chiese, torri, palazzi: il Duomo, il palazzo Giudicepietro ed i torrioni del castello.
Li domina una strada che corre lungo la cornice.
I giri delle strade che vi scendono dentro, come di cerchia in cerchia, suggeriscono ai pigri il facile paragone con l'Inferno dantesco.
Con la parete nuda, forata di loculi, che si leva di fronte. questa città del sottoterra alla luce del sole è funeraria e densa di colore nel tempo stesso, e vi formicola una vita incredibilmente fitta.
Le vie sono ingombre di carri e delle frotte dei bambini; dentro le case e grotte, dalle porte socchiuse, si scorgono aratri, zappe, asini, muli e quei commestibili appesi, salumi, peperoni, cipolle, aglio, zucche, meloni, che assumono nel Sud quasi un valore ornamentale.
Tra le grotte di abitazione, se ne vedono altre, dette “cellàri”, mescite di vino in cui si pigia anche l'uva col sistema antico, e dove il vino perciò compie tutto il suo ciclo.
La popolazione dei Sassi è mista.
Molti sono contadini, e anche questo sembra incredibile.
Per andare e tornare dai campi sui quali lavorano fanno perfino venti chilometri al giorno.
Perciò alle due e mezzo di notte le vie si risvegliano, si affollano nel buio di uomini, asini e muli che partono per la campagna in un frastuono di sonagli.
Un simile ambiente è adatto alla sopravvivenza delle credenze magiche o superstizioni: un vecchio di qui, tale Saverio, diceva di avere viaggiato in paesi lontani senza muoversi dalla sua grotta, e infatti sapeva descriverli.
Molto più controllabile e però il dilagare delle predicazioni religiose nella voragine.
Sono fatti che in genere gli italiani non sanno.
I Sassi contengono oltre 1200 protestanti, giacché dopo la guerra il loro numero aumentò; ed appartengono alle sette più popolari e visionarie, quali i battisti e soprattutto i pentecostali.
Il parroco della chiesa di San Giovanni, che sovrasta la spaccatura, mi disse che il numero dei protestanti aumenta in fondo all'imbuto.
Come in un contrasto scenico, dalla città superiore irrompono invece cortei di donne recitando il rosario.
Pochissima è la delinquenza e la moralità è buona.
La ricchezza dei Sassi è il pane, grazie all'ottimo grano duro di questa zona.
L'impressione che danno i Sassi nel loro insieme è quella d'un presepio napoletano, ma illividito e quasi stravolto da un fondo spiritico.
Un gioco popolare, non privo di violenza e di crudeltà mentale, che si pratica in molte regioni con qualche variante, ne’ Sassi di Matera prende il nome “padrone e sotto”.
Si colora di una strana luce, giocando in fondo ad un burrone.
Uno scrittore di Matera, Nicola, lo descrive così: “Chi vince il gioco è padrone, e può fare quello che vuole del vino che tutti pagano; e può offrirlo o negarlo, o tenerlo per sé.
Deve però giustificare, il contraddittorio col “sotto” il proprio operato, ed è in questa azione che si rivelano gli animi, che affiorano i sentimenti e le passioni, che si manifestano e si spiegano i rancori, che si provano le amicizie.
Con lunghi giri di parole, con discorsi velati, con doppi sensi ...” Parlo dei Sassi come si presentavano all'inizio delle riforme; giacché la loro situazione va adesso mutando.
Il deperimento di gran parte delle abitazioni, e più ancora nel Sasso Caveoso che in quello Barisano, divenne nel dopoguerra un argomento d'obbligo della letteratura politica sul Mezzogiorno. Bisognava svuotare i Sassi per trasportare gli abitanti in case più igieniche, e i contadini più vicini alla terra.
La voragine conteneva circa 18.000 dei 30.000 abitanti della città.
La legge dei Sassi, varata nel 1952, stanziò 5 miliardi e 200 milioni per il loro risanamento.
Fu decisa la costruzione dal nulla di cinque villaggi, in vicinanza di Matera, nella parte alta.
Sono: la Martella, il primo in ordine di tempo, Serra Venerdì, Venusio, ed altri due che seguiranno.
Costruzioni e trasferimenti si svolsero, come sempre, tra vivaci polemiche.
Non era lecito procedere in maniera drastica.
Abbattere, sventrare nei Sassi sarebbe un delitto, giacché, nel loro insieme, essi costituiscono un monumento impareggiabile, in cui lo squallore si mescola con antiche chiese e palazzotti decaduti.
Gran numero di quelle case sono di bella architettura.
Tutti gli stili hanno lasciato una traccia nella voragine.
Si tratta di una organica sistemazione urbana, sorta in età remota sulle pareti di un burrone, forse perché i primi abitanti andavano in cerca dell'acqua.
Proprio perché era un vero consorzio, sebbene inammissibile nelle condizioni presenti, fu difficile toglierle gli abitanti che vi si erano incarnati.
Strappati dal burrone essi trovavano un mondo diverso dal loro, quasi una diversa patria.
Fuori del fiato collettivo a cui erano avvezzi, nelle costruzioni divise dei villaggi moderni, si sentivano spersi e talvolta atterriti.
“Preferisco la mia grotta, il mio vicinato”, era una frase consueta. Oppure acconsentivano a muoversi, purché nelle case nuove già trovassero il vecchio consorzio ricomposto.
I nuovi borghi, affacciati sui campi, sono sani ed ariosi; e l'assegnatario riceve una casa, munita di stalla, fienile, pollaio, pagandola in 25 anni ad una cifra molto bassa.
Oggi il trasferimento è ben avviato.
Le case svuotate dei Sassi sono chiuse, perché non si riempiano un'altra volta.
Si deve solo chiedere che la loro straordinaria città sia lasciata integra nell'insieme, come monumento dal quale possono imparare molto non soltanto l'etnologo, ma anche l'architetto.
Matera, che gravita su Bari, è quasi parte della Puglia.
A Matera maggiori sono le possibilità economiche.
La Lucania, veduta dall'angolo di Matera, offre prospettive più liete.
Tra qualche anno la sua vita potrebbe essere trasformata.
Si prevede un forte sviluppo dell'agricoltura e una fioritura di industria per la trasformazione dei prodotti agricoli.
Il panorama economico è quello di gran parte del Sud.
Da un lato si lamenta una deficienza di credito e la mancanza di una banca locale.
Dall'altro si rileva che il capitale esistente rifugge dall'investimento nelle industrie, tranne quella molitoria, la tradizionale, avversando le novità.
i principali negozi, i cinematografi sono iniziative di forestieri, soprattutto baresi; e così il nuovo albergo.
Tuttavia un industriale venuto dal contado ha fatto sorgere qui, in pochi anni, una fabbrica di laterizi oltre ad un mobilificio, ed a stazioni di servizio automobilistiche, mettendo insieme una grossa sostanza, ed investendo in nuove imprese tutta la propria rendita. Ma sono figure che, anche se non inconsuete, prendono nel Sud un rilievo drammatico, perché in contrasto con l’ambiente.
Le industrie più importanti sono due fabbriche di laterizi, quella a cui si è accennato, e una seconda sorta con capitali veronesi, ambedue finanziati dalla Cassa del Mezzogiorno.

Il futuro della provincia risiede nelle opere bonifica, di irrigazione, di trasformazione fondiaria, cui si collega l'opera della Riforma.
Si incontra in tutto il Sud, ma in nessun luogo forse come in Lucania, un tipo di contadino che rovescia l'idea di contadino quale si è formata nei secoli.
Un essere, per così dire, fluido, indefinito e sradicato dal paese. Frequente era il caso del contadino che andava a lavorare in un podere a grande distanza, e, dovendo sostarvi, si faceva assegnare dal padrone una camera.
Moltiplicandosi le soste, vi trasferiva la famiglia, e mi stabiliva, perdendo il contatto con la città, ma senza amalgamarsi mai con la gente del luogo.
Rimaneva un perpetuo estraneo, un uomo in nessuna terra.
Ciò che si fa nel Sud ha, tra gli altri scopi, quello di fornire agli uomini una patria non nominale, un ambiente nel quale possano definirsi, istituendo un legame di affetto con i luoghi in cui vivono.
Le bonifiche e la Riforma agraria sono di gran lunga i più importanti avvenimenti nella zona.
E’ perciò naturale che calamitino quasi interamente i contrasti di una cultura che, sebbene ristretta a minoranze, ho trovato vivace. Vi si riscontra il radicalismo politico tipico degli ambienti cattolici operanti nell'ambito della Riforma agraria.
La funzione critica è esercitata soprattutto da un gruppetto di giovani, legati al movimento di Comunità, che ha come centro Ivrea in Piemonte.
Le loro idee compaiono in un settimanale, “Basilicata”.
Matera è, come tutta la Lucania, terreno adatto agli esperimenti sociali; ed è stata scelta perciò come provincia pilota per l'istruzione, con Foggia, Catanzaro, Rieti, Sassari e Benevento, saggiando metodi nuovi in rapporto a speciali condizioni di ambiente.
In provincia di Matera la situazione ereditata era grave.
Diciannove comuni su ventinove erano senza scuola, le scuole per lo più in edifici di fortuna.
Forte, e mal calcolabile, era la percentuale degli analfabeti; nella borghesia un eccesso di cultura umanistica.
Il primo tentativo è perciò quello di diffondere gli istituti professionali.
Specie di agricoltura, essendo oggi rivolto verso questa il massimo sforzo.
Fondamentale è poi quell'istruzione elementare, chiamata nel linguaggio d’oggi istruzione di base.
A Matera, dove esce una rivista pedagogica d'avanguardia, “Convegno”, il provveditore agli studi mi ha parlato di alcuni esperimenti in corso.
Nei nuovi borghi, la Martella per primo, l'istruzione è condotta adattando all’ambiente il metodo Montessori.
Anzitutto un ambiente igienico, grazioso e gaio; poi un'educazione mirante ad instillare nei bambini il sentimento della vita associata, il gusto della comunità borghigiana.
E insieme, il gusto della vita rurale, affezionando anche l'immaginazione ai lavori campestri, al succedersi delle stagioni, agli eventi e agli aspetti naturali.
I libri di testo sono quasi sostituì da schede, contenenti ognuna un problema, tra cui ogni alunno sceglie secondo gli interessi che si formano e lui.
Per abituarsi all'autogoverno, la scolaresca elegge un proprio Consiglio, che sovraintende alla cucina, alla pulizia e ai giochi. Molto sviluppata l'assistenza scolastica.
Notevole un centro psicopedagogico che usufruisce degli aiuti internazionali.
Mira sostanzialmente a formare comunità orientate alla vita contadina e munite alla cultura adatta ai loro bisogni.
La popolazione Lucana, le cui caratteristiche si confondono spesso con quelle calabresi, campane e pugliesi, si distingue però, come abbiamo già detto, per istinto poetico e per fantasia più vivaci.
I lavori d’intarsio, che i pastori eseguivano su modelli antichissimi, bastoni, borracce, amuleti, sono i più belli che io abbia visto.
Esposti nel museo, anche quelli che hanno mezzo secolo sembrano contemporanei ai pezzi di scavo.
Oggi non si fanno più e la bella edilizia popolare si è estinta anch'essa con la fine del settecento...
» (Guido Piovene - Viaggio in Italia 1950)

La città dei Sassi di Alfonso Gatto«Visitando Matera, come Pietzsch (fotografo che accompagna l’autore) e io abbiamo fatto per il nostro giornale, vengono spontanee due domande.
E’ da meravigliarsi e da render lode alla storia e agli uomini che i Sassi esistano come un’allucinante necropoli abitata da uomini sul limite della Gravina, come un Palatino popolare sforacchiato di porte e di buche in quella luce temporalesca e torrida?
E’ meraviglia che i bambini vi corrano, che le capre vi pascolino e che le donne regali e colleriche salgano e scendano ininterrottamente come portatrici d’anfore che fanno bello l'aulico paesaggio della miseria?
Rispondiamo di no.
C'è da caricare la realtà della sua stessa evidenza e dar colpa alla storia e agli uomini che i Sassi esistano, che siano monumenti persino, assurdi monumenti primitivi di una vita primitiva? Crediamo di no: la domanda già ricade su noi stessi che l'abbiamo fatta e su tutti quelli che se la rivolgeranno, senza credere per questo di dover dare risposta.
E allora?
Io ho avuto il senso preciso delle grandi domande sospese nel cielo della città trogloditica aprono e chiudono continuamente quell’”Apocalisse” letteraria che ogni tanto scuote il Sud con il suo terremoto di parole o quel “Cantico dei Cantici” che fa spesso iperbolicamente fiorire nelle contrade meridionali giardini di promesse.
Gli indigeni del Sasso non abitano in una Bibbia di pietra, anche se figurano, e hanno problemi immediati, di questa terra, piccole domande per cui volentieri s’imbatterebbero in un cronista di buona memoria piuttosto che in un Messia, in un medico di buona pratica piuttosto che in uno scienziato, in un fontaniere magari che moltiplicasse le fontane e non obbligasse le 500 famiglie del Rione Casalnuovo a servirsi di quella sola che c'è molto lontana dalle loro case.
Le tre donne che Pietzsch ha Colte all'improvviso parlavano della fontana.
Concretizziamo in una piccola domanda, nella loro domanda, il bisogno di altre domande più gravi e risolutive: ma non trascuriamola, per la mania che abbiamo di far grande, sempre più grande, tutto, pur di portarlo fuori della nostra misura e del nostro umano interesse.
“Se si incominciasse a fare quel poco che si può fare” ci diceva un indulgente mestizia Luigi Doppido mentre legava e intrecciava cipolle davanti alla porta della sua casa “non saremmo come siamo e come sempre ricordo di essere stato”.
La donna che interviene col bambino in braccio anche nelle nostre pagine dice: “Noi siamo come le bestie, come gli asini, buoni per chi li mena.
Non abbiamo mai visto il cinema”.
Ci spinge a guardare la stanza che ha scavata nella roccia.
Nell’unica camera da letto è sistemato anche il telaio per la tessitura ove il marito, un bracciante disoccupato, lavora a ripararlo.
Bestie non ce ne sono perché non ne ha.
Si chiama Maria Di Taranto ed è sposata a Marango Antonio.
Ha quattro figli.
Elisabetta Vizzola ci accompagna in testa un codazzo d’altri uomini, da altre donne e di bambini, a vedere la sua “casa con animali”, come lei stessa dice.
in primo piano c'è il letto molto curato e pulito.
Accanto a letto il comò con una grossa sveglia.
A sinistra un giaciglio, più che un letto, ancora sossopra.
Vi dormono i due bambini.
Dirimpetto al letto il “cascione”, grosso armadio per il grano, e accanto la madia.
In fondo, a un livello più basso, il mulo, pulcini, galline.
Umido intenso, quasi freddo in pieno luglio.
Davanti alla porta, mentre noi siamo nell'interno a guardare, una vecchia donna con la camicetta color arancia s’è messa a cantare “Cicì che bé”.
Lo fa apposta con aria di sfarzoso dispetto, come a dire che tutto inutile e estemporaneo, anche il nostro interesse.
Sembra un’ubriaca: ma è soltanto timida.
Finalmente è entrata dentro anche lei e ci mostra l'olografia d’un bel mare azzurro appesa alla parete con la fotografia di un marinaio infilata nella  cornice.
E’ il figlio di Elisabetta Vizzola, la padrona di casa.
Dopo il soldato, lui come tutti gli altri, è tornato al suo paese di sassi che è poi una città, un capoluogo con prefetto, questore e una Banca d'Italia piccola piccola (ma ne stanno costruendo una nuova) e bei frontespizi di chiese e di conventi.
Stando al Sasso, c'eravamo dimenticati dell'altra città, quella dei funzionari, delle scuole e delle botteghe.
“Tanto è come se non ci fosse per noi” ha detto Annunziata Ambrosecchia.
“Nelle case ci stanno i galantuomini”.
Galantuomini sono i proprietari di queste povere tane, proprietari di una miseria se non hanno altro: galantuomini sono gli agenti che mettono le tasse ancora sui sassi d’animali e d’uomini insieme, sulla stessa miseria un'altra volta.
Nell'improvviso silenzio succeduto al mezzogiorno, mentre ci aggiravamo per la piazzetta che è davanti a San Pietro Caveoso, una chiesa addossata a un promontorio di roccia a picco sullo strapiombo (la chiamavamo Gibilterra io e Pietzsch per orientarci), udimmo il rumore dell'acqua.
Sembrava rispondere alle domande di sete di tutti i cavernicoli del Sasso.
Ci affacciammo.
Era soltanto acqua sporca di una cloaca che si gettava nella Gravina.
È possibile diminuire i casi di idropisia, di malaria, di tracoma che colpiscono e deformano i bambini troppo presto?
E’ possibile estendere il criterio di “inabitabilità” delle case, facendo decadere il diritto di proprietà è ricorrente risarcendo adeguatamente i proprietari che spesso sono poveri anch'essi?
E’ possibile aumentare la disponibilità di acqua che è di appena 3 litri al giorno per abitante?
E’ possibile costruire fognature che mancano in buona parte?
E’ possibile allestire ricoveri per gli animali che ora vivono insieme con le famiglie in un allarmante promiscuità?
Se ci si limitasse a fare queste piccole domande e a dar loro una risposta, si incomincerebbe veramente a chiudere il libro dell'apocalisse meridionalista, nel quale si ritrovano come per un'intesa sempre inattuali e pure presenti, rivoluzionari e conservatori che non muovono un dito.
Gli stessi visitatori, i documentatori che con le immagini con le parole cercano di portare ancora più a fondo l'assurda realtà che già vedono, troverebbero finalmente un arresto alla propria ingenuità estremista o al proprio messaggio poetico.
Bisogna togliere ai Sassi la loro cronica e inguaribile monumentalità.
Sarebbe un’igiene più definitiva e meno triste di quella espressa dal marchio “D.D.T.” stampigliato con la data di inalazione sulle porte delle Malve e di Casalnuovo.
Il cosiddetto “inviato” a Matera intanto avrà assolto bene il suo compito se sarà stato buon cronista, se riuscirà un giorno a far giungere il fontaniere fin alla casa di Annunziata Ambrosecchia
».
(da “Attraverso l’Italia del Novecento” - pagine 258 a 262 - Touring Club Italiano, 1999)

Cronista sportivo al seguito del giro d'Italia degli anni ‘40 e ‘50, Alfonso Gatto, squisito poeta, sa essere anche grande giornalista.
Il suo pezzo dedicato a Matera ne è la testimonianza: la volontà di documentare una realtà eccezionale,va di pari passo con l'esigenza di capire, e perciò il testo procede in modo semplice e chiaro.
Del resto, il sottotitolo del pezzo è esplicito: “l’inviato è lieto di essere soltanto un utile cronista”.  

«Dopo un illustre passato di “città laboratorio, Matera oggi è di nuovo al centro dell'attenzione per la proclamazione a Capitale europea della Cultura 2019, e viene riscoperta dal turismo nazionale e internazionale.
Alla metà del secolo scorso, la città - da una terra dimenticata dalla storia - aveva lanciato un progetto riformista urbano, che investiva al contempo un vasto territorio, per sperimentare un modello di sviluppo che avrebbe orientato il progetto di una modernità meridionale.
Una città di soli trentamila abitanti aveva attirato da tutti il mondo intellettuali, artisti e letterati, che avevano trovato in questa realtà, apparentemente ferma nel tempo, indizi di un'anticipazione di futuro.
La descrizione di Matera e della Basilicata fatta da Carlo Levi nel 1945 in “Cristo si è fermato ad Eboli” mobiliterà idee e progetti.
A partire dalla vicenda dei Sassi, dove una popolazione viveva ancora, a ridosso della modernità, in case grotta, e dalla molteplicità di prospettive che il loro significato andava via via producendo: “arcaica pace” del mondo contadino, immagini di inaudita miseria, luogo intriso di valori simbolici, spazio denso di testimonianze storico-artistiche, centro antropologico e culturale. Immagini che si sono tra loro contaminate e che hanno connotato i diversi significati di “città laboratorio” che Matera assunto: laboratorio del moderno (l'esperienza del Piano Piccinato e quelli dei concorsi di architettura per i nuovi quartieri), laboratorio antropologico (un riferimento che vale per Matera, ma anche per l'intera Basilicata), laboratorio socio-territoriale (riformismo urbanistico e socio-economico di Adriano Olivetti).
La vicenda materana è stata anche laboratorio di singoli intellettuali, che in questa città hanno trovato il terreno ideale per esperienze e pratiche artistiche, sollecitati dalle particolari condizioni di “marginalità” prima fra tutte, la Gerusalemme fuori dal tempo storico del Pasolini del “Vangelo secondo Matteo” dove gli abitanti dei Sassi diventano gli unici eredi del suo messaggio universale.
Matera come “laboratorio della marginalità”, dove l'essere al margine non era percepito sempre negativamente.
Nell'arco di 40 anni i Sassi, nell'ambito di una revisione e di un aggiornamento della nozione di “patrimonio”, da vergogna nazionale sono diventati un caso esemplare di recupero dei centri storici grazie ad una legge dello Stato e all'arrivo di ingenti finanziamenti pubblici agli inizi degli anni Settanta, l'attivazione di un concorso internazionale porterà i Sassi nel 1993 al riconoscimento di sito UNESCO, a compimento di un lungo percorso di rivalutazione del loro significato storico, artistico e antropologico.
La storia recente di Matera non è diversa da quelle di molte città italiane, con la fine del “laboratorio urbano Matera”.
Sono gli stessi anni delle speranze di un futuro imprenditoriale materano, dove il “grande e bello e mangia il piccolo”: si chiudono i pastifici Padula, Quinto, Mulino Alvino, inglobati dalla Barilla; lungo l'asse ricongiungimento Matera-Altamura, la variante del Piano Piccinato Prg/73, inseguendo un sogno imprenditoriale per una capitale contadin, abbandona la direzione verso Potenza e punta verso Bari e la Puglia, collocando una strada-mercato con ampie aree di insediamento industriale e commerciale all'altezza di Borgo Venusio.
Prendono avvio i cantieri di quella che rimane una delle principali attività economiche della città, l'edilizia.
Matera consolida in questo modo il suo carattere di città duale, fatta di città accostate, che non si guardano.
Rispetto alla configurazione socio-economica del 2001, la composizione dell'occupazione qui si sposta decisamente in favore delle attività manifatturiere: alimentari, mobili e metalmeccanica sono ancora le principali attività produttive e, sebbene negli anni più recenti sia proseguita la contrazione di unità locali e di addetti, alcune imprese stanno introducendo innovazioni di prodotto e ricercando nuovi mercati; vengono considerate depositarie di un patrimonio di cultura industriale necessario a fornire un radicamento alle microimprese che operano nel composito mondo delle industrie culturali e creative.
Queste ultime, insieme all'offerta di servizi turistici, già nel 2011 pesano per l’11% sul totale degli addetti, e la loro integrazione in una filiera turistico-culturale-creativa si candida a diventare una, se non la principale, specializzazione produttiva della città di Matera.
La città è anche sede accademica distaccata dell'Università della Basilicata, nata come risposta proattiva della cultura e della scienza al grande terremoto che aveva investito la regione (era di il novembre 1980), che offre un percorso formativo fortemente ancorato ai valori dell'architettura, dell'ambiente e dei patrimoni. Non si può fare a meno di notare le luci e le ombre che connotano la scena locale e regionale: la bassa densità demografica e la riduzione delle fasce giovanili, la sotto-dotazione di infrastrutture; ma anche il basso tasso di criminalità della città e del territorio, la sua frugalità e resilienza, la modesta dimensione della povertà. Matera e oggi laboratorio urbano.
L'assegnazione del titolo di Capitale europea della Cultura per il 2019 avviene non tanto per quello che la città mostra di essere, quanto prende politiche culturali che vuole intraprendere nel percorso dei quattro anni successivi al riconoscimento.
Non si può tacere il rischio che invece le politiche sulla città non riescono ad andare oltre il breve termine, cogliendo la proclamazione solo come punto di arrivo del processo, consumando la scena urbana senza intraprendere un percorso di cambiamento è una effettiva sperimentazione nel governo della città, con politiche strutturali a medio e lungo termine.
Dubbio legittimo per Matera, se pensiamo alla tendenza delle politiche della comunicazione a l'evanescenza.
Mentre con la sovraesposizione i Sassi, diventati nuovi immaginari del pittoresco o del vernacolare, sono scelti come fondale di ogni iniziativa da intraprendere, luoghi surreali per soggiorni di lusso, smarrendo il racconto storico della città, la complessità del fenomeno urbano è il singolare rapporto di Matera con il territorio da cui prende forza.
Spesso si dimentica che Matera, collocata in un territorio comunale tra i più grandi d'Italia con due parchi e ben quattro aree protette (circa 8.300 ettari di superficie), traguarda lo scenario mozzafiato del Parco della Murgia Materana e, oltre, un territorio regionale che è tutto un grande parco.
Matera come “città territorio”, porta di una “internità” nascosta, affaccio sullo Ionio da cui si contemplano Pollino e Appennino, e polo di un sistema policentrico murgiano, insieme ad Altamura e Gravina.
Matera “città-parco” perché cerniera tra parchi regionali e interregionali, con il 30% del territorio ad alta valenza naturalistica, al secondo posto in Italia come estensione.
La presenza di ingenti capitali raccolti sul progetto “Matera 2019”, in controtendenza con le difficoltà economiche in cui versano le amministrazioni urbane, sta dando all’agenda urbana le gambe su cui camminare, aprendo cantieri di opere tenute per molto tempo nel cassetto, sul fronte del potenziamento delle infrastrutture culturali (nuovi contenitori culturali e riammodernamento di quelli esistenti) e della riqualificazione urbana (nuova centralità urbana e rigenerazione di periferie).
Matera, unico capoluogo di provincia non collegato alla rete ferroviaria nazionale, punta al miglioramento della connessione su gomma con Bari-Altamura grazie al raddoppio della SS 96 e su ferro con il potenziamento del servizio da e verso Bari, Potenza e altri centri limitrofi Lucani delle Ferrovie Appulo-Lucane, riducendo in particolare i tempi di percorrenza tra Bari e Matera (dagli attuali 95 a 59 minuti previsti) grazie al miglioramento dei limiti di capacità sulla tratta.
La portata di questa connessione avrà conseguenze inimmaginabili nelle relazioni tra area metropolitana barese e Matera e il suo territorio prossimo e profondo.
Per il territorio materano l'integrazione delle relazioni con il bacino metropolitano barese è cruciale soprattutto per migliorare l'accessibilità; al tempo stesso Bari potrebbe intercettare, attraverso la forte attrattività di Matera, significati e valori delle sue aree interne, reinterpretare e valorizzare la complessità del suo “retro” murgiano.
L'ecosistema Matera è vivo ma ancora immaturo.
Per farlo maturare è necessario un cambiamento della “forma mentis” della cultura dell'impresa è, anche per far sì che l'arrivo di ingenti finanziamenti pubblici determini un cambiamento di metodi e mentalità, attraverso la comprensione dei vantaggi del lavoro di squadra e della complementarità.
Il dibattito in corso è molto ricco; alto il profilo professionale e culturale di chi è sceso in campo.
E’ questa forse anche una buona occasione per aggiornare i modi di governare le città coinvolte da eventi importanti.
L’Expo e il dopo Expo di Milano non sono l'unica formula possibile di successo per una città.
Altri modelli si possono elaborare e proporre al sistema Paese, perché il fine ultimo dovrebbe essere verificare la possibilità che la cultura sia fattore costruttivo di nuove competenze e mentalità; e se tutto questo, poi, sia in grado di contribuire in maniera significativa a migliorare la vita delle persone
».
di Mariavaleria Mininni, professoressa associata di Urbanistica all’Università della Basilicata.
(da “Viaggio in Italia” Racconto di un paese difficile e bellissimo - numero monografico Rivista il Mulino n° 6/2017 - pagine 234 a 237)

MUSICA

Polifonica materana "Pierluigi da Palestrina": sorta nel 1944 e tutt'ora in attività.
Organizza annualmente la rassegna polifonica Petra Matrix ambientata nelle chiese storiche e rupestri del centro storico e dei Sassi.

Gruppi musicali: a Matera vi sono diversi gruppi musicali di vario genere, tra i quali il gruppo rock Le Mani, i cui componenti sono originari della città dei Sassi.

Conservatorio Egidio Romualdo Duni (Istituzione di alta formazione).

L.A.M.S. - Laboratorio Arte Musica e Spettacolo, Onlus, svolge la sua attività dal 1989 in 3 ambiti:
1 - Attività concertistica con l'Orchestra da Camera di Matera e la Polifonica Rosa Ponselle;
2 - Accademia Musicale Rosa Ponselle che organizza corsi musicali ordinari, pre-accademici e di perfezionamento;
3 - Promozione dei giovani talenti con l'organizzazione del Concorso di Esecuzione Musicale Città di Matera e il Concorso Internazionale di Composizione Musicale.


Musicisti

Antonio Duni (Matera, 1700 - Schwerin, 1766) - compositore
Era il fratello maggiore del compositore Egidio Romualdo Duni e del giurista e filosofo Emanuele Duni. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Vincenzo Mastropirro (Matera, 4 settembre 1960) - flautista, compositore e poeta (clicca qui per altre notizie biografiche)

Egidio Romualdo (o Romoaldo) Duni (o Duny) (Matera, 11 febbraio 1708 - Parigi, 11 giugno 1775) - compositore (clicca qui per altre notizie biografiche)


Artisti e gruppi musicali dialettali:

Terragnora di Matera
Compagnia Talìa Teatro di Matera
Gruppo Folk Matera di Matera
Ragnatela Folk di Matera
Pelosofolk di Irsina
 Teatro
 
In città operano diverse Compagnie teatrali e Scuole di teatro, come il "Radici Teatro", il Teatro dei Sassi, l'Hermes Teatro Laboratorio, il Centro di Cultura Teatrale Skené, il Gruppo Teatro Matera, Talìa Teatro; nonché Compagnie di teatro dialettale quali Il Sipario, il Teatro del Carro Parlante, la Compagnia del Teatro Povero e il Teatro fatto in casa.

MEMORIE DI DONNE E UOMINI

Francesco Saverio Acito (Matera, 14 febbraio 1944) - politico italiano.
Laureato in Ingegneria al Politecnico di Torino nel 1969, ha operato presso il Ministero dei Lavori Pubblici ed il Genio civile di Matera.
È stato sindaco di Matera per otto anni dal 1986 al 1994; durante gli anni del suo incarico, è stato avviato il recupero dei rioni Sassi di Matera finanziato con la legge 771/86, e nel 1993 i Sassi sono stati dichiarati Patrimonio dell'umanità dall'Unesco.
Dal 1990 al 1994 è stato presidente regionale dell'ANCI Basilicata e componente del Direttivo nazionale.
Dal 2007 al 2009 ha ricoperto l'incarico di Assessore.

Alano da Matera (Matera, ...) - filosofo, astronomo e astrologo italiano vissuto tra il 1100 e 1200.
Alano fu uno dei più grandi studiosi e divulgatori di Astrologia occidentale e filosofia dell'epoca.
Visse nella seconda metà del 1200 e insegnò dapprima a Matera, sua città natale e successivamente ebbe la cattedra di astronomia a Napoli.
Visse nel periodo in cui la Contea materana era dominio degli Angioini e su richiesta del re di Francia Filippo IV detto "il bello", il re di Napoli Carlo II d'Angiò, detto "lo zoppo", inviò Alano a Parigi.
Lì fu docente presso l'Università e divenne noto come Dottore universale, profondamente versato in teologia, filosofia e astrologia.
In quegli anni infatti astronomia e astrologia venivano collegate poiché si credeva che gli astri potessero esercitare un influsso sulle azioni umane.
Nei periodi di soggiorno a Matera, egli abitava, secondo il cronista Eustachio Verricelli: «nella contrada di Lo Lapillo tra il castello et il puzzo dove sorge l’acqua della fontana hera la sua vigna con una casuccia di pietre, piccola, mal fatta casa propria di filosofo quale oggidì si chiama la vigna et casa di Alano»; si trattava della collina dove poi fu edificato il Castello Tramontano.
In quella casetta il grande studioso passava intere notti ad osservare il cielo e gli astri con strumenti rudimentali.
Di Alano, secondo il Cassaneo, è il motto latino presente nel libro “Gloria Mundi” «Gutta cavat lapidem non bis, sede saepe cadendo, sic tu proficias non bis, sed saepe studendo («La goccia perfora la pietra non colpendola due volte con forza, bensì colpendola continuamente, così tu trai profitto studiando non due volte ma continuamente»).
È l'esortazione con cui invita i giovani a raddoppiare impegno e curiosità sulla strada della conoscenza.
Secondo alcuni, il perfetto orientamento delle facciate della Cattedrale di Matera e del suo campanile lungo i punti cardinali si deve alle osservazioni astronomiche di Alano.

Antonio Andrisani (Matera, 28 giugno 1966) - attore, sceneggiatore e regista italiano.
Dopo gli studi classici effettuati a Matera si diploma come graphic designer a Roma.
Nel corso degli anni 1980 ha un'esperienza televisiva in 2 programmi satirici con l'emittente televisiva TRM di Matera.
A partire dai primi anni 2000 comincia un percorso di scrittura di soggetti e sceneggiature cinematografiche. È direttore artistico di Action, concorso di cortometraggi sui temi del lavoro della CGIL di Matera. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Maria Antezza (Matera, 10 novembre 1965) - politica italiana
Eletta senatrice nel 2008 nelle liste del Partito Democratico, nella XVI Legislatura è componente della 9ª Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Valerio Antezza (Matera, 23 marzo 1979) - hockeista su pista e allenatore di hockey su pista italiano. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Francesco Artese - detto anche Franco - (Matera o Grassano, 1957) - artista italiano, esponente della scuola presepistica meridionale.
Il suo primo lavoro nel campo della presepistica risale al 1976, quando realizza un'opera per il Convento dei Frati Francescani di Grassano, comune in cui ha vissuto ed operato.
Nel 1999 l'UNESCO gli commissiona un presepe da allestire nel nuovo Museo mondiale della Natività di Betlemme, ed Artese realizza un'opera di 90 m² avente come scenario nuovamente i Sassi di Matera.
Nel 2012 realizza il grande presepe, omaggio della regione Basilicata al Papa Benedetto XVI, allestito in Piazza San Pietro; l'opera, esposta a partire dal 24 dicembre 2012, aveva una dimensione di 150 m², oltre 100 statuine in terracotta con altezza variabile dai 26 cm delle figure in secondo piano ai 32 cm di quelle in primo piano, e riproduce i Sassi di Matera.

Giovanni Battista Bronzini (Matera, 4 settembre 1925 - Bari, 17 marzo 2002) - antropologo e storico italiano delle tradizioni popolari (clicca qui per altre notizie biografiche)

Emilio Nicola Buccico (Matera, 28 dicembre 1940) - avvocato e politico italiano.
Nel 2002 è eletto componente laico del Consiglio Superiore della Magistratura con 660 voti in quota AN risultando il più votato.
Eletto Senatore nella XV legislatura (2006-2008) per Alleanza Nazionale; membro della Commissione Giustizia e Commissione Antimafia.
È stato sindaco di Matera dal 10 giugno 2007 al 5 ottobre 2009.

Vincenzo Liborio Calia (Matera, 8 gennaio 1926 - 8 dicembre 1998) - imprenditore italiano.
Figlio di un artigiano, consegue la licenza elementare e inizia l’apprendistato presso un falegname per poi aprire, all’età di 18 anni, la propria bottega. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Emanuele Cardinale (Matera, 7 marzo 1940 - 1 agosto 2017) - politico italiano.
Laureato in ingegneria e dirigente di azienda, nel 1983 viene eletto deputato per il Partito Comunista Italiano nel Collegio di Potenza-Matera.
Alla Camera è membro della XII Commissione (Industria e Commercio).
Nelle legislatura successiva è eletto al Senato della Repubblica nel Collegio di Matera.
Al Senato è Segretario della Commissione parlamentare per la ristrutturazione e riconversione industriale e per i programmi delle partecipazioni statali, membro della 10ª Commissione permanente (Industria, Commercio e Turismo) e membro della Commissione d'inchiesta terremoti Basilicata e Campania.

Donato Cascione (Matera, 29 agosto 1949) - scrittore e poeta italiano.
Ha fondato il Museo-laboratorio della civiltà contadina a Matera, nel Sasso Barisano.
Nel 1968 ha conseguito il diploma di geometra, qualifica con la quale lavora presso l'amministrazione comunale della sua città.
Poeta, scrittore, custode della memoria collettiva della sua terra ed "intellettuale di rottura" che in Basilicata "ha segnato la storia della letteratura con l'uso odierno della parola incantata e della parola innamorata"; la sua poetica spazia dall'iperrealismo al surrealismo ed "è passata attraverso un genere di sperimentazione linguistica che, nella sua regione, negli anni 1970 del Novecento, ha avuto pochi riscontri analoghi".
Appassionato di Storia locale e collezionista di arredi e attrezzi di uso quotidiano, nel 1998 ha fondato il Museo Laboratorio della civiltà Contadina e degli Antichi Mestieri, nei Sassi di Matera. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Vito Cea (Matera, 1967) - regista italiano
Dopo gli studi informatici, fonda a Matera nel 1991, insieme ai soci Mario Raele e Francesco Giase, la società di produzioni cinematografiche e televisive RVM.
Appassionato di cinema e fotografia, da anni è impegnato nella regia di numerosi cortometraggi, lungometraggi e programmi televisivi. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Eustachio Paolo Chita, detto Chitaridd (piccolo Chita) per la sua bassa statura (Matera, 30 novembre 1862 - 26 aprile 1896) - brigante italiano, uno degli ultimi operanti in Basilicata.
Con lui si concluse il fenomeno del brigantaggio postunitario mentre il banditismo nel 1900 assunse in Italia risvolti sociali e politici. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Donato Paolo Conversi (Matera, 1697 - Turi, 1760) - pittore italiano.
Il secondo dei 3 fratelli Conversi, famiglia di pittori materani, il più prolifico dopo Vito Antonio. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Vito Antonio Conversi (Matera, 1713 - Matera, ...) - pittore italiano.
Vito Antonio è uno dei 3 fratelli della famiglia dei Conversi; pittori materani del 1700, il più prolifico assieme al fratello Donato Paolo che spostò la sua bottega a Turi, dove passò parte della vita ed ebbe vari figli tra cui Giuseppe, pittore anch'egli. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Corrado Danzi (Matera, 15 agosto 1954) - politico italiano
Medico specialista in allergologia e pneumologia, dal 15 giugno 2000 subentra al Senato della Repubblica in sostituzione di Giuseppe Brienza; nel corso dell'ultimo anno della legislatura è componente della 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica e beni culturali) e della 9ª Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare).
Viene riconfermato Senatore anche nella legislatura successiva, in cui è Vicepresidente della 12ª Commissione permanente (Igiene e Sanità) oltre che membro della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale.

Luigi De Canio, detto Gigi (Matera, 26 settembre 1957) - allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Giuseppe De Robertis (Matera, 7 giugno 1888 - Firenze, 7 settembre 1963) - critico letterario (clicca qui per altre notizie biografiche)

Raffaello Giulio De Ruggieri (Matera, 24 ottobre 1935) - avvocato e politico italiano
Raffaello De Ruggieri è tra i fondatori del circolo culturale La Scaletta di Matera (Istituto Culturale, con nomina ministeriale), segnalandosi per essersi fatto promotore dell'istituzione del Parco della Murgia Materana e per aver presentato varie proposte di legge relative ai Sassi e alla loro conservazione.
È inoltre il fondatore e direttore della fondazione Zetema, che sotto la sua guida ha inaugurato il Museo della Scultura Contemporanea in Matera, ha promosso il restauro della Cripta del Peccato Originale (e di altri edifici nella città) e l'apertura della Scuola di Alta Formazione e Studio dell'Istituto Centrale del Restauro nella città di Matera, la prima nel meridione.
Inoltre la fondazione ha istituito la Casa di Ortega (museo-laboratorio delle arti applicate nei Sassi di Matera).
Il 14 giugno 2015 è stato eletto sindaco di Matera a capo di una coalizione formata dal centro-destra, e da alcune liste civiche, vincendo al ballottaggio. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Adriano Di Giacomo (Matera, 1936) - fisico italiano.
Ordinario fuori ruolo di fisica teorica dell'Università di Pisa, di cui è professore emerito, ha dato notevoli contributi alla teoria quantistica dei campi, in particolare in cromodinamica quantistica (QCD) e nelle teorie di gauge su reticolo. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Antonio Duni (Matera, 1700 - Schwerin, 1766) - compositore italiano.
Era il fratello maggiore del compositore Egidio Romualdo Duni e del giurista e filosofo Emanuele Duni. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Egidio Romualdo (o Romoaldo) Duni (o Duny) (Matera, 11 febbraio 1708 - Parigi, 11 giugno 1775) - compositore italiano. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Emanuele Duni (Matera, 24 marzo 1714 - Napoli, novembre 1781) - giurista e filosofo italiano. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Eustachio da Matera (Matera, inizio del 1200 - Napoli, dopo il 1270) - giurista e poeta italiano. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Eustachio Fasano (Matera, 1837 - 1862) - brigante italiano,
Salnitraio (illegalmente), bracciante e poi brigante, fu tra i fautori dell'eccidio Gattini, per il quale fu incarcerato a Matera.
L'eccidio del conte Francesco Gattini e del francese Francesco Laurent, suo segretario ed organista del Duomo di Matera, avvenuto l'8 agosto 1860 a Matera, fu un episodio precursore del brigantaggio postunitario. 

Il Fasano era tra i contadini che chiedevano la divisione delle terre demaniali di cui il conte ritardava l'assegnazione; questi prelevarono con la forza il possidente ed il segretario dal suo palazzo e li portarono nella piazza del Sedile di Matera, uccidendoli a colpi di falce su di una scalinata che guardava alla piazza, con l'accusa di essersi impossessati delle terre del demanio destinate alla popolazione. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Nicola Festa (Matera, 17 novembre 1866 - Roma, 30 maggio 1940) - filologo classico e accademico italiano, accademico del Lincei e dell'Arcadia, senatore del Regno d'Italia. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Sergio Festa (Matera, 20 febbraio 1985) - hockeista su pista italiano. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Giancarlo Fontana (Matera, 1985) - regista italiano.
Insieme all'amico Giuseppe G. Stasi inizia la carriera sul web, realizzando alcuni cortometraggi satirici tra il 2010 e il 2011. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Cosimo Massimo Fusco (Matera, 23 settembre 1962) - attore italiano, famoso soprattutto per aver interpretato il ruolo di Pablo (Paolo nella versione originale), nella serie televisiva Friends (era un ragazzo di Rachel Green) e il ruolo del giudice Somaschi nella serie Il bene e il male. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Rosa Maria Fusco (Matera, 15 giugno 1953) - poetessa, saggista e critico letterario italiana. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Giuseppe Gattini (Matera, 22 luglio 1843 - 21 novembre 1917) - politico e storico italiano,
Apparteneva ad un'antica famiglia nobiliare della città di Matera e durante i moti popolari della città nel 1860 assistette all'uccisione di suo padre, il conte Francesco.
Dopo aver studiato a Napoli, nel collegio degli Scolopi, tornò nella città natale, dove fu Sindaco dal 1877 al 1880, anni nei quali fu anche consigliere provinciale, insistendo sulla lotta alla malaria e sul problema della viabilità.
Per i suoi meriti fu nominato senatore del Regno d'Italia nella XVII legislatura. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Emanuele Gaudiano (Matera, 30 giugno 1986) - cavaliere italiano.
Nel 2016 ha partecipato ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro nel salto ostacoli, concludendo la gara in sessantasettesima posizione, venendo eliminato nelle qualificazioni.
Ha anche vinto la tappa di coppa del mondo a Londra nel 2016 lasciando dietro tutta la squadra inglese e ottenuto svariati podi nel circuito del global champions tour

Antonio Raffaele Giannuzzi (Matera, 1818 - Teheran, 1876) - patriota, generale e fotografo italiano nell'esercito del Regno delle Due Sicilie e nell'esercito del Regno di Persia.
Documentaristi, furono i pionieri tramite cui l’Occidente scoprì immagini rarissime di una terra sconosciuta. Per l'Iran sono immagini importantissime, perché costituiscono la vasta base dei suoi primi documenti fotografici.
Poco nota, è una pagina entrata nella storia della fotografia di tutti tempi.
Le fotografie sono oggi custodite nel museo di Palazzo del Golestan di Teheran (clicca qui per altre notizie biografiche)

Giovanni da Matera, al secolo Giovanni Scalcione (Matera, 1070 circa - Foggia, 20 giugno 1139) - monaco cristiano italiano e Santo della Chiesa Cattolica.
Nacque da una ricca e nobile famiglia profondamente cristiana.
Abbandonò da ragazzo la casa paterna in cerca di un contatto più stretto con Dio e, secondo la tradizione, scambiò i suoi abiti lussuosi con quelli di un mendicante e poi partì per Taranto.
Desiderava vivere una vita semplice e quindi accettò di badare alle pecore dei monaci basiliani dell'Isola di San Pietro.
Fu proclamato Santo da Papa Alessandro III nel 1177. 

La sua casa natale fu trasformata in una chiesa rupestre, chiamata il Purgatorio Vecchio, situata nei Sassi di Matera. 
Le sue reliquie, dapprima poste sotto l'altare dell'Abbazia di Pulsano, nel 1830 furono traslate a Matera e dal 1939 sono conservate in un sarcofago nella Cattedrale di Matera.
La festa di San Giovanni da Matera si celebra il 20 giugno, data della sua morte.
Secondo uno studio della CEI del 2006 è tra i 300 Santi italiani più conosciuti e pregati (clicca qui per altre notizie biografiche)

Raffaele Giura Longo (Matera, 13 marzo 1935 - 16 marzo 2009) - politico e storico italiano.
Nato da antica famiglia, si laureò in Lettere e Filosofia all'Università di Bari nel 1959.
Fece parte del gruppo di intellettuali che diede vita alla rivista "Basilicata", e successivamente collaborò con le riviste "Questitalia", "Studi Storici", "Critica Marxista", "Rassegna Storica del Risorgimento", "Risorgimento e Mezzogiorno" (della quale fu vice-direttore e componente di redazione), "Archivio Storico Pugliese" e "Bollettino Storico della Basilicata" (del quale fu anche direttore in qualità di Presidente della Deputazione di Storia Patria per la Lucania) (clicca qui per altre notizie biografiche)

Michele Guanti (Matera, 1 novembre 1915 - 29 marzo 2013) - politico italiano.
A partire dal secondo dopoguerra militò nel Partito Comunista Italiano ed in seguito fu segretario provinciale della Camera del Lavoro.
Fu presidente della Provincia di Matera per due legislature negli anni 1960 e 1970.
Ricordato per il suo impegno meridionalista e per l'azione nel campo delle politiche lavorative mediante l'avvio di cooperative giovanili, fu eletto al Senato della Repubblica per due legislature; membro di diverse commissioni, è stato anche Segretario della Commissione permanente ai Lavori Pubblici, Trasporti, Poste e Telecomunicazioni e Marina Mercantile.

Luigi Guerricchio (Matera, 12 ottobre 1932 - 25 giugno 1996) - pittore italiano
Dopo la maturità classica conseguita nella sua città natale, frequenta la Scuola di Nudo e successivamente il corso di Scenografia presso l'Accademia delle Belle Arti di Napoli; durante gli anni trascorsi nel capoluogo partenopeo aderisce al movimento dei Giovani Realisti Napoletani ed inoltre conosce a Portici Rocco Scotellaro, poeta lucano che avrà grande influenza sulla sua vita artistica, e grazie all'amicizia con Scotellaro incontra a Roma Carlo Levi e Renato Guttuso. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Gerardo Guerrieri (Matera, 4 febbraio 1920 - Roma, 24 aprile 1986) - regista, drammaturgo, sceneggiatore, traduttore, critico teatrale e saggista italiano.
Nel 1949 vinse il Nastro d'argento alla migliore sceneggiatura insieme a Cesare Zavattini, Vittorio De Sica, Suso Cecchi D'Amico, Oreste Biancoli, Adolfo Franci per il film "Ladri di biciclette". (clicca qui per altre notizie biografiche)

Ilario di Matera (Matera, 980 circa - Castel San Vincenzo, 11 novembre 1045) - monaco cristiano italiano e Santo dalla Chiesa cattolica.
Secondo il "Chronicon Vulturnense", manoscritto del 1100 conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, Ilario nacque a Matera, all'epoca facente parte di un Thema bizantino, nella seconda metà del 900, intorno al 980.
Nel 1011 divenne Abate del Monastero di San Vincenzo al Volturno, restandone alla guida fino alla sua morte. In seguito all'invasione Saracena dell'881 che aveva distrutto il Monastero tenendo i Monaci lontani per 33 anni.
Le principali attività svolte dagli Abati a partire dal loro rientro furono quelle di recupero dei beni dell'Abbazia, dell'acquisizione di nuove terre e del ripopolamento delle terre recuperate tramite contratti agricoli e costruzione di castelli; è in questo contesto che si svolse l'attività dell'Abate Ilario, che secondo il "Chronicon" fu un uomo caritatevole, che spogliatosi dei suoi averi sostenne i poveri diventando così modello per gli altri monaci.
Visse nell'esercizio della disciplina e della carità, improntando alla santità ogni sua opera, esaltando la vita del Monastero ed elevandolo all'importanza di altri Monasteri vicini.
In quegli anni l'opera dei Normanni volta all'unificazione dei luoghi dell'Italia meridionale contesi tra Bizantini e Longobardi fu sollecitata dalla Chiesa che in tal modo estese la sua egemonia religiosa e spirituale avviando un intenso processo di cattolicizzazione; strumento di evangelizzazione furono tra gli altri i Benedettini di Sant'Ilario.
Tuttavia le continue contese per il predominio costarono al Monastero la perdita di molte terre che furono spesso depredate ed Ilario, oltre ad essere ricevuto nel 1022 dall'imperatore Enrico II il Santo e nel 1038 da Corrado II il Salico, fu costretto a chiedere aiuto al principe Guaimario IV di Salerno che inviò milizie normanne guidate dal conte Rainulfo Drengot per salvare i Monaci.
Morto nel 1045 fu venerato come Santo da Papa Sergio IV e dai Pontefici dell'epoca; la sua ricorrenza si celebra il 21 novembre.

Nando Irene (Matera, 10 giugno 1973) - attore italiano.
Materano di origini salandresi, da giovane ha frequentato il Teatro dei Sassi diretto da Massimo Lanzetta, ha partecipato a diversi cortometraggi per poi approdare in produzioni cine-televisive. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Ernesto La Polla (Matera, 12 settembre 1872 - Napoli, 23 ottobre 1951) - militare e aviatore italiano, considerato uno dei padri dell'aviazione da bombardamento italiana durante la Prima Guerra Mondiale.
Si distinse particolarmente tra il 1917 e il 1918, come comandante del Raggruppamento bombardieri durante la "battaglia del solstizio", e fu tra organizzatori e pianificatori del volo su Vienna compiuto da Gabriele D'Annunzio.
Decorato con la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia e una Medaglia d'argento al valor militare, nel 1919, dopo la fine della guerra, fu organizzatore del Raid Roma-Tokyo (clicca qui per altre notizie biografiche)

Eustachio Paolo Lamanna (Matera, 9 agosto 1885 - Firenze, 12 giugno 1967) - filosofo e storico della filosofia italiano.
Nacque in una famiglia molto povera, da Angelo Raffaele Lamanna, calzolaio, e da Maria Bruna Pizzilli, filandaia.
Stabilito, per Lamanna, che la religiosità sia un'esigenza naturale dello spirito umano, egli rileva le contraddizioni percepite dalla coscienza fra l'essere e il dover essere, fra l'esigenza di una realtà concepita come razionalità e ordine, e la percezione di una realtà che appare irrazionale e disordinata, così come fra la concezione dell'assolutezza dello spirito e la concreta limitatezza della realtà umana.
Da queste contraddizioni Lamanna deduce la necessità dell'esistenza di Dio.
Analoga antinomia gli sembra esistere tra morale e politica che a suo avviso può essere risolta trasportando nell'attività pratica la riconosciuta razionalità dell'ordine trascendente e divino, che è di per sé bene assoluto.
In questo modo l'operare umano si fa etico ossia, secondo Lamanna, realmente politico, realizzandosi concretamente nell'ordinamento giuridico e, così come nell'operare razionale si concreta la vita morale, da questa si raggiunge l'armonia in cui consiste la bellezza. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Carmen Lasorella (Matera, 28 febbraio 1955) - giornalista e conduttrice televisiva italiana.
Laureata in Giurisprudenza all'Università La Sapienza di Roma con una tesi sul diritto all'informazione e la diffusione Radio-Tv in Italia e all'estero.
I suoi inizi avvengono a "Il Globo" quotidiano di politica, economia e cultura e alle agenzie Radiocor e ANSA. Nel 1987 è assunta in Rai, dopo aver iniziato nel 1979 occupandosi prevalentemente di economia e informazione politica. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Antonio Loperfido (Matera, 16 settembre 1859 - Campodoro, 9 agosto 1938) - ingegnere, geografo e geodeta italiano. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Luigi Loperfido, detto anche il Monaco bianco (Matera, 5 giugno 1877 - 28 dicembre 1959) - sindacalista, artista e predicatore italiano. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Francesco Mancini, detto anche Franco (Matera, 10 ottobre 1968 - Pescara, 30 marzo 2012) - calciatore e allenatore di calcio italiano, di ruolo portiere. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Mario Manfredi (Matera, 15 novembre 1943) - docente e politico italiano.
È stato sindaco di Matera dal 1994 al 1998 a capo di una coalizione di centro-sinistra.
È docente di filosofia morale all'Università di Bari.

Enzo Masiello (Matera, 5 marzo 1969) - atleta paralimpico e fondista italiano.
Vanta 6 partecipazioni ai Giochi paralimpici (3 ai Giochi estivi e 3 a quelli invernali) e 3 medaglie conquistate (clicca qui per altre notizie biografiche)

Vincenzo Mastropirro (Matera, 4 settembre 1960) - flautista, compositore e poeta italiano (clicca qui per altre notizie biografiche)

Angelo Lorenzo Minieri (Matera, 29 agosto 1947) - politico italiano.
È stato sindaco di Matera dal 1998 al 2002 a capo della coalizione de L'Ulivo.
È stato consigliere regionale della Basilicata dal 1990 al 1998, prima nelle file del Partito Comunista Italiano e poi del Partito Democratico della Sinistra, ed è stato Presidente del Consiglio Regionale della Basilicata dal dicembre 1997 al maggio 1998.

Marcello Morelli (Matera, 7 novembre 1886 - 6 giugno 1972) - scrittore e presbitero italiano.
Seguendo la sua vocazione religiosa, fu frate francescano e poi sacerdote; si laureò in Teologia Dommatica nel 1912 all'Università di Roma e nel 1934 conseguì anche la laurea in Lettere.
Insegnò italiano presso l'Istituto Magistrale e poi il Liceo Classico di Matera, e fu parroco della Chiesa di San Giovanni Battista dal 1924 al 1953, anno in cui fu nominato Vicario generale e Decano del Capitolo metropolitano di Matera, incarico che ebbe fino alla sua morte.
Come parroco, curò anche i restauri delle chiese di San Giovanni e San Domenico, deturpate da diverse successive modifiche nel corso dei secoli.
Il 21 settembre 1943, data della strage di Matera, fu parte attiva nel dare conforto ai cittadini ed alla popolazione materana, insorta in armi in quella tragica giornata contro i tedeschi.
Scrisse alcuni testi di carattere storico sulla città di Matera, tra cui è di rilievo una "Storia di Matera" e "Personaggi della storia materana" (Altrimedia Edizioni, 1999).
Fu socio della Deputazione di Storia Patria per la Lucania e la Calabria, nel 1965 fu insignito della medaglia d'oro al merito della Scuola, della Cultura e dell'Arte e gli fu conferita la nomina di Cavaliere della Corona d'Italia.

Nicola Morelli (Matera, 10 settembre 1921 - Roma, 5 novembre 1994) - medaglista, scultore e attore italiano.
Fu un personaggio eclettico nel campo delle arti, essendo stato medaglista, scultore e scrittore (clicca qui per altre notizie biografiche)

Pasquale Natuzzi (Matera, 24 marzo 1940) - imprenditore italiano, fondatore e presidente del gruppo Natuzzi.
Secondogenito di 7 figli, il padre gestisce una piccola falegnameria, e la madre ha un piccolo negozio di generi alimentari.
A 15 anni Pasquale Natuzzi entra come apprendista nel laboratorio di un amico tappezziere e nel 1959 Natuzzi si mette in proprio e dà vita al suo primo laboratorio artigianale per la produzione di divani e poltrone (clicca qui per altre notizie biografiche)

Francesco Paolo Nitti (Matera, 1914 - Molfetta, 1979) - storico italiano.
Nato a Matera da una modesta famiglia, studia presso il Liceo Classico "Emanuele Duni" e successivamente si laurea in lettere. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Giuseppe Palumbo (Matera, 24 luglio 1964) - fumettista italiano.
Frequenta il liceo classico per poi laurearsi in Lettere Antiche (Archeologia) (clicca qui per altre notizie biografiche)

Vincenzo Parisi (Matera, 30 ottobre 1930 - Roma, 30 dicembre 1994) - funzionario e prefetto italiano, capo della polizia dal 1987 al 1994. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Antonio Passarelli (Matera, 7 gennaio 1887 - Terni, 11 agosto 1943) - generale italiano, medaglia di bronzo alla memoria. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Rocco Pennacchio (Matera, 16 giugno 1963) - Arcivescovo cattolico italiano, dal 14 settembre 2017 Arcivescovo metropolita di Fermo. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Giovanni Battista Pentasuglia, noto come Giambattista (Matera, 3 novembre 1821 - 4 novembre 1880) - patriota e politico italiano.
Noto per essere stato l'unico lucano a prendere parte, sin dal principio, alla spedizione dei Mille, partecipò anche alle Guerre d'Indipendenza italiane e svolse importanti incarichi nel campo della nascente telegrafia. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Antonio Persio (Matera, 1543 - Roma, 11 febbraio 1612) - filosofo e sacerdote italiano.
Figlio dello scultore Altobello Persio e fratello di Ascanio, linguista, Domizio e Giulio, rispettivamente pittore e scultore, compì i primi studi a Matera dove prese gli ordini minori.
Trasferitosi a Napoli divenne sacerdote e conobbe Bernardino Telesio di cui diventò discepolo (clicca qui per altre notizie biografiche)

Ascanio Persio (Matera, 9 marzo 1554 - Bologna, 1 febbraio 1610) - linguista, umanista e grecista italiano.
Figlio dello scultore Altobello Persio e fratello del filosofo Antonio, di Domizio (pittore), e Giulio (scultore), dopo aver frequentato a Matera la scuola privata dello zio materno, appartenente alla nobiltà locale, si trasferì prima a Padova dove raggiunse il fratello maggiore Antonio, e successivamente a Bologna dove si laureò in filosofia e lingua greca ed ottenne la cattedra di lingua greca, potendo così leggere Aristotele, di cui era cultore, nella sua lingua. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Angela Anna Bruna Piarulli (Matera, 3 agosto 1968) - politica italiana.
Dirigente di un istituto penitenziario di Trani, si candida al Senato per la circoscrizione Puglia, all'interno del collegio di Altamura, dove viene eletta senatrice con il 45,97% delle preferenze.
Una volta entrata in carica, è entrata far parte della Commissione "Giustizia".

Ignazio Pisciotta (Matera, 18 febbraio 1883 - Sanremo, 27 dicembre 1977) - militare e scultore italiano, generale del corpo dei Bersaglieri («Tutti eroi! O il Piave, o tutti accoppati!») (clicca qui per altre notizie biografiche)

Gianvito Plasmati (Matera, 28 gennaio 1983) - calciatore italiano, attaccante svincolato. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Luigi Porcari (Matera, 1 gennaio 1929 - 27 giugno 1999) - politico e avvocato italiano.

Michele Giuseppe Porcari (Matera, 5 ottobre 1959) - politico e avvocato italiano.
È stato sindaco di Matera dal 2002 al 2007 a capo della coalizione de L'Ulivo.

Amerigo Restucci (Matera, 10 novembre 1942) - architetto e accademico italiano.
Laureato in architettura, dal 1987 al 1995 ha insegnato presso la Scuola di Specializzazione in Archeologia e Storia dell'Arte dell'Università degli Studi di Siena.
Dal 1989 al 1994 è stato eletto nel Consiglio Superiore del Ministero dei Beni Culturali.
Dal 1992 è nel Consiglio Direttivo dell'ICOMOS-UNESCO per la tutela del patrimonio mondiale nel settore dei monumenti e dell'ambiente.
Dal 1999 è Presidente dell'Accademia delle Belle Arti di Venezia; nel 2002 è stato eletto nel Consiglio di amministrazione della Biennale di Venezia e nel 2004 ha ricevuto l'incarico da parte del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo e dell'APT della Basilicata per la progettazione degli itinerari di Federico II di Svevia in Basilicata e Puglia.
È professore ordinario di Storia dell'Architettura presso la Facoltà di Architettura dell'Università IUAV di Venezia; dopo essere diventato nel 2006 pro-rettore della stessa università, dal novembre 2009 è diventato Rettore.
Dal 2015, insieme al professor Pier Luigi Petrillo, coordina l'elaborazione del dossier di candidatura de "Il paesaggio vitivinicolo del Prosecco di Conegliano e Valdobiaddene" nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO, trasmesso formalmente dal governo italiano il 25 gennaio 2017.

Gianluca Rospi (Matera, 23 dicembre 1978) - politico, ingegnere e accademico italiano (clicca qui per altre notizie biografiche)

Albino Sacco-Casamassima (Matera, 1928) - antropologo italiano.
Ha contribuito agli studi sulla Questione Meridionale in Italia.
Dottore in Scienze Umane, è stato allievo di Jean Piaget e Claude Lévi-Strauss; Direttore Generale dell'Ufficio Studi Programmazione e Ricerche della Cassa per il Mezzogiorno fino al 1974; impegnato in progetti di sviluppo locale nell'Italia del Sud nel contesto degli interventi promossi dall'Unrra-Casas (United Nations Relief and Rehabilitation Administration / Comitato Amministrativo Soccorso ai Senzatetto) e dall'ISES (Istituto Sviluppo Edilizia Sociale).

Nicola Salerno (Matera, 3 agosto 1956) - dirigente sportivo italiano (clicca qui per altre notizie biografiche)

Raffaele Sarra (Matera, 29 luglio 1861 - 14 marzo 1938) - medico e storico italiano.
Si laureò a Bologna in Medicina, specializzandosi in pediatria e chirurgia, e successivamente conseguì anche la laurea in Scienze Naturali.
Studiò in particolare l'entomologia, non trascurando anche la paleontologia ed esercitò la professione medica.
Pubblicò oltre 30 testi di carattere medico scientifico e di storia locale; in particolare nel 1901 pubblicò «La rivoluzione repubblicana del 1799 in Basilicata», dedicata allo storico Giuseppe Gattini, ed in seguito «La rivoluzione degli anni 1647 e 1648 in Basilicata» e «La Civita ed i Sassi di Matera».
Nel 1902 fu eletto sindaco di Matera, nel periodo delle agitazioni dei contadini guidati da Luigi Loperfido, il cosiddetto monaco bianco; da sindaco fu promotore di 2 importanti provvedimenti, cioè l'abolizione della cinta daziaria, con la quale ogni contadino doveva pagare un'imposta per ogni prodotto introdotto in città, e la distribuzione di terre demaniali ai contadini.

Vittorio Spinazzola (Matera, 2 aprile 1863 - Roma, 13 aprile 1943) - archeologo italiano. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Giuseppe G. Stasi (Matera, 1986) - regista italiano.
Insieme all'amico Giancarlo Fontana inizia la carriera sul web realizzando alcuni cortometraggi satirici tra il 2010 e il 2011 (clicca qui per altre notizie biografiche)

Ettore Stella (Matera, novembre 1915 - Altamura, febbraio 1951) - architetto e urbanista italiano.
Secondogenito di una famiglia della borghesia media produttiva profondamente legata all’Arte.
Dopo aver frequentato nella sua città le “Complementari” con indirizzo artistico, si trasferirà a Napoli per frequentare il Liceo Artistico.
Nel 1934 si iscriverà alla Regia Scuola Superiore di Architettura di Roma che in seguito diverrà Facoltà diretta da Marcello Piacentini.
Giovane dotato di un estro creativo e geniale, si impose rapidamente all’attenzione degli architetti e della critica specializzata del tempo, risultando vincitore, ancora studente dei “Littoriali di Architettura dell’Anno XVIII” (clicca qui per altre notizie biografiche)

Francesco Stella (Matera, 2 aprile 1955 - 13 maggio 2019) - politico italiano.
È stato direttore della sede di Matera della Confederazione italiana della piccola e media industria (Confapi), e consigliere comunale per la Democrazia Cristiana al comune di Matera dal 1984 al 1994.
Nel 2009 è stato eletto presidente della Provincia di Matera a capo di una coalizione di centrosinistra.

Tommaso Stigliani (Matera, 1573 - Roma, 1651) - poeta e scrittore italiano. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Caterina Sylos Labini (Matera, 5 ottobre 1954) - attrice e doppiatrice italiana
Ha conseguito il diploma di arte drammatica presso l'accademia Silvio D'Amico di Roma.
È nota al pubblico per aver recitato nella serie televisiva Don Matteo interpretando, a partire dalla 2^ stagione, il ruolo di Caterina, moglie del maresciallo Nino Cecchini (Nino Frassica). (clicca qui per altre notizie biografiche)

Michele Tantalo (Matera, 31 gennaio 1929) - politico italiano.
A partire dal 1958 viene eletto deputato nelle file della Democrazia Cristiana; conserva l'incarico parlamentare per 6 legislature, dalla III fino all'VIII.
Nel corso della sua carriera parlamentare ricopre 2 incarichi di governo: durante il Governo Rumor II è Sottosegretario di Stato alle Finanze dal 7 agosto 1969 al 27 marzo 1970, e durante il Governo Cossiga II è Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega per la Ricerca Scientifica dal 5 aprile 1980 al 18 ottobre 1980.
Inoltre nel corso della VI legislatura è Questore della Camera dei Deputati e nella VII legislatura è Vicepresidente della Commissione parlamentare di vigilanza sul CNEN.

Massimo Tataranni (Matera, 25 giugno 1978) - hockeista su pista italiano. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Onofrio Tataranni (Matera, 19 ottobre 1727- 27 marzo 1803) - filosofo e saggista italiano.
Fu esponente dell'Illuminismo napoletano.
Sin da ragazzo maturò quella che doveva essere la sua vocazione, tanto che divenne prima allievo e poi docente del seminario diocesano materano.
Sebbene avesse una posizione di un certo rilievo, sia in ambito ecclesiastico che in ambito educativo, il Tataranni non mostrò alcun tentennamento nell’accettare l’invito del Principe di Francavilla, che lo volle a Napoli per affidargli la direzione della sua Paggeria (clicca qui per altre notizie biografiche)

Antonio Giovanni Telesca (Matera, 23 settembre 1894 - Monte San Michele, 6 agosto 1916) - militare italiano, decorato di Medaglia di bronzo e d'argento al valor militare. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Francesco Virginio Mario Telesca (Matera, 23 novembre 1908 - 29 marzo 1945) - militare italiano.
Decorato con Croce al merito di guerra, Medaglia commemorativa delle operazioni militari in Africa Orientale (1935-1936), Medaglia commemorativa del periodo bellico 1940-43 (clicca qui per altre notizie biografiche)

Biagio Tralli (Matera, 29 marzo 1976) - kickboxer italiano. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Michele Uva (Matera, 8 novembre 1964) - dirigente sportivo italiano. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Mariolina Venezia (Matera, 1961) - scrittrice, sceneggiatrice e poetessa italiana (clicca qui per altre notizie biografiche)

Francesco Paolo Volpe (Matera, 24 novembre 1779 - 30 settembre 1858) - storico e presbitero italiano. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Mario Zaccone (Matera, 14 aprile 1883 - ...) - generale italiano del Regio Esercito durante la Seconda Guerra Mondiale.
È ricordato per il suo incerto ruolo nel corso delle operazioni italiane sul fronte greco-albanese nel 1940. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Pascal Zullino (Matera, 26 agosto 1964) - attore e sceneggiatore italiano. (clicca qui per altre notizie biografiche)

Gianni Zullo, nome d'arte di Ervigio Zullo (Matera, 8 marzo 1920 - Pianello Val Tidone, 17 maggio 2005) - attore e cantante italiano.
Dotato di una notevole mimica facciale, il suo nome è indissolubilmente legato a quello dei Brutos, pur avendo avuto una discreta carriera anche come solista. (clicca qui per altre notizie biografiche)



PRODOTTI DEL BORGO

Da sempre centro agricolo, Matera è famosa per la coltivazione dei cereali, in particolare il grano duro, e la produzione della pasta, del pane (il pane di Matera IGP), dell'olio e del vino (i vini Matera DOC).
La città fa parte dell'Associazione Nazionale Città del Pane, a testimonianza dell'antichissima tradizione nella lavorazione del pane, uno degli alimenti principali del territorio materano, e dal 2012 fa parte anche dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio.


Il Pane
Il prodotto tipico materano per eccellenza è il pane, da queste parti è quasi un monumento da idolatrare. 
Effettivamente è qualcosa di unico, non solo quando è fresco appena sfornato. 
Il pane di Matera è ottimo per 6-7 giorni. 


Originario di Matera, Miglionico e Irsina, e prodotto in tutta La Provincia, è uno dei pochi Pani a denominazione in Italia. 
L'originalità del Pane di Matera, che ha alle spalle una tradizione risalente al Regno di Napoli, nasce innanzitutto dall'impiego di antiche varietà di grano duro coltivate in zona, come Cappelli, Duro Lucano, Capeiti e Appulo, con cui si ottengono farine che  trasferiscono al pane un gusto inimitabile.
Prodotto simbolo della Città dei Sassi, racconta secoli di tradizione in ogni famiglia; in ogni singola casa era presente un mortaio, scavato nel tufo dei Sassi, per la molitura del grano della collina Materana.
Particolare è anche il processo di lavorazione: la preparazione del lievito madre, in cui si usa anche la frutta fresca.
La forma particolare e la fragrante crosta racchiudono un “cuore" giallo paglierino, immagine di campi di grano e della semola utilizzata.


Peperoni Cruschi
Si tratta di peperoni dolci di una particolare varietà locale (Senise IGP) che vengono essiccati al sole e leggermente fritti.
Il risultato è una vera e propria patatina di peperone croccantissima e saporitissima, una vera esplosione di gusto.
Ingrediente di numerosi piatti tipici, sono ottimi anche come snack.


Il Pane e l’Olio

il territorio Materano si articola tra i rilievi delle Murge, al confine con la Puglia, punteggiati di Castelli di origine Normanna, e la pianura solcata dai fiumi che scendono verso lo Jonio e le vestigia di antiche città della Magna Grecia.
Campi di grano, coltivazioni Ortofrutticole ed Uliveti caratterizzano il paesaggio interno, dove pure molto sviluppata è la Pastorizia.
In tavola dunque primeggiano Pasta, Frutta e Verdura, cui si affiancano i prodotti Ovi-Caprini della Pastorizia: a cominciare dagli «Gnumaridd», involtini di frattaglie.
Cucina povera per sapori antichi, accompagnati dagli Extravergini di Oliva, fruttati e dolci, delle Colline Lucane e del Parco delle Chiese Rupestri e dai Vini della DOC Materana

Gastronomicamente rilevante la vicinanza con la Puglia, tant'è vero che la specialità locale, il già citato Pane di Matera IGP, di remota tradizione, giallo di colore, tondo di forma e croccante di crosta, dalla lunga conservabilità, è assai simile a quello di Altamura.
Notevole patrimonio gastronomico Materano: in menu, Cavatelli alla boscaiola o alle cime di rapa, Orecchiette con spinaci e ricotta, grano e ceci, grigliate e arrosti bagnati da buon Aglianico, Involtini al ragù, Scamorza alla griglia.
Nelle Botteghe, tutti i Salumi e Formaggi Lucani.
Alle porte di Matera, si può visitare la Masseria Radogna, adibita a Centro Visite del Parco della Murgia Materana, e da cui eccezionale è il panorama sui Sassi.
La Masseria è la “Casa Contadina" tipica dello scenario agricolo del Centro-Sud, in cui, attorno alla Corte, si trovano riunite tutte le funzionalità dell'Azienda Agricola: i Granai e il Frantoio per le olive, le Stalle per il bestiame, la Fucina del fabbro e Laboratorio del falegname, le Abitazioni dei braccianti e del Conduttore, oltre che la Residenza del proprietario.
Caratteristico delle Masserie era l'isolamento e la collocazione presso punti rilevati del territorio, come l'incrocio di strade importanti.
Alcune Masserie avevano strutture fortificate per resistere all'attacco dei pirati che dalla costa si spingevano nell'entroterra.

PIATTI DEL BORGO

La cucina tipica materana è strettamente collegata alla tradizione agricola e pastorale del suo territorio, e comprende oltre ai prodotti suindicati, anche piatti a base di legumi (come la tradizionale zuppa chiamata crapiata), formaggi, salumi e carni (con i tipici agnello a cutturidd e la pecora alla pignata).
Le migliori ricette della cucina materana comprendono le orecchiette alla Materana, le tagliatelle con la mollica di pane, la cotechinata, la frittura di maiale, la pulljata, il pane cotto con le rape, le fave bianche e cicorie, la panaredda (tipico dolce pasquale), le cartellate e le pettole, legate alle festività natalizie

La grande tradizione culinaria materana si basa sulla semplicità dei piatti, che coniugando ingredienti semplici e genuini, offrono un gusto strordinario capace di rievocare sapori altrove dimenticati.
Prendendo spunto da una statistica condotta da SaporideiSassi.it, società che opera nella selezione di prodotti gastronomici di eccellenza con sede operativa nei Sassi di Matera, ecco la lista dei 10 piatti e prodotti tipici che riscuotono il maggior successo tra i turisti italiani e stranieri che quotidianamente affollano il capoluogo lucano.
Se avete intenzione di visitare la Città dei Sassi, non perdetevi queste specialità!


Fave e Cicorie 
Autentico piatto contadino composto da ingredienti poverissimo che danno vita ad un piatto buonissimo, sano e nutriente, provare per credere.

Cialledda

Termine dialettale materano per indicare il panecotto realizzato con il pane raffermo arricchito di altri sapori poveri ma gustosi

Strascinate, cime di rape e peperoni cruschi
Matera dista solo una manciata di km dalla Puglia, pertanto vi è una inevitabile contaminazione di tradizioni, anche gastronomiche.
Le strascinate con le cime di rape materane vedono i peperoni cruschi sostituire le acciughe che invece si usano nel barese, donando croccantezza e quel tipico sapore di peperone.

Crapiata Materana
Zuppa di legumi e grano di tradizione antichissima, ancora oggi il 1 Agosto a Matera vi è una sagra della crapiata.
Il piatto nasce dalla volontà di festeggiare la fine della raccolta del grano e dei legumi.
Anticamente ci si riuniva nei vicinati dei Sassi ed ognuno dei vicini portava con se un legume di propria coltivazione da aggiungere all'interno del calderone che cuoceva insieme fagioli, ceci, cicerchie, piselli, fave, grano, pomodorini e cipolle.

Orecchiette funghi e salsiccia
Meglio conosciute come orecchiette alla materana, piatto che talvolta vede i cavatelli al posto delle orecchiette.
Pasta regionale con sugo, funghi cardoncelli tipici della zona murgiana e salsiccia fresca.

Ravioli di pezzente e fagioli di Sarconi
Un primo piatto saporitissimo e sostanzioso che coniuga alla perfezione diversi ingredienti poveri tipici del territorio lucano.

Gnummiredd
Si tratta di involtini di interiora di agnello, fegato, polmone, cuore e animelle tenuti insieme da un sottile budello naturale.

Focaccia alla Chianca
Lo street food preferito dai materani, una focaccia di grano duro, cotta direttamente sulla pietra refrattari del forno a legna.
Alta e croccante, condita solo con pomodorini freschi e olive.

TRADIZIONI - EVENTI

La secolare Festa della Madonna della Bruna (2 luglio), protettrice della città di Matera, ha inizio con la processione "dei pastori" con la quale i quartieri antichi si svegliano alle prime luci dell'alba per salutare il Quadro della Vergine, il cui passaggio è annunciato dai botti pirotecnici.
Intanto i cavalieri, scorta del carro processionale, si radunano lungo le vie e nei "vicinati".
Come vuole la tradizione, la mattina del 2 luglio la statua di Maria Santissima viene portata nella Chiesa di Piccianello, per poi essere portata in processione sul carro trionfale tutto il pomeriggio lungo le strade principali gremite di gente, fino ad arrivare in serata nel piazzale del Duomo dove si compiono i "tre giri", simbolo di presa possesso della città da parte della Santa Patrona.
La statua, accompagnata dalla Curia Arcivescovile, verrà deposta in Cattedrale.



Il carro è circondato dai "cavalieri" con cavalli bardati di fiori di carta e velluti, l'auriga incita i muli verso la piazza a poche centinaia di metri, per restituire alla folla ivi radunatasi il simbolo della festa.
Con lo stesso rito secolare quindi, l'anima popolare si esalta confondendo il sacro con il profano e, nello stupore generale, in un tripudio di massa, il carro frutto di un lavoro artigianale di mesi, viene assaltato e distrutto (verrà ideato e ricostruito l'anno dopo).
La festa si conclude in tarda serata nel frastuono di una gara di fuochi pirotecnici che creano uno scenario unico sugli antichi rioni dei Sassi (clicca qui per andare al sito ufficiale della Festa della Bruna


 
Santo Patrono Sant'Eustachio (20 settembre) di ogni anno ed rappresenta il punto centrale di un cartellone di eventi organizzato dal Comitato della Bruna, meno ricco rispetto alla Festa della Bruna ma di uguale fascino e devozione.
I festeggiamenti si concludono il 21 settembre con la processione della Sacra Immagine di Sant’Eustachio per le vie del centro cittadino, accompagnata dal concerto bandistico.
A chiusura della serata c’è lo spettacolo pirotecnico, solitamente organizzato nel parco del Castello Tramontano.

Grandi Mostre nei Sassi, mostre antologiche di scultura contemporanea realizzate ogni anno nei mesi estivi all'interno del complesso rupestre di San Nicola dei Greci e Madonna delle Virtù nel Sasso Barisano, organizzate dal 1978 e poi stabilmente dal 1987 dal Circolo Culturale La Scaletta.

Festival Duni
(luglio), rassegna concertistica dedicata al compositore materano Egidio Romualdo Duni;

Women's Fiction Festival (
settembre), evento dedicato alla narrativa femminile;

Festival Gezziamoci (
giugno, agosto e dicembre), rassegna di musica jazz;

Materadio, la festa di Rai Radio 3.

RAGGIUNGERE MATERA
Strade

Matera è interessata dalla SS 99 che la collega ad Altamura, e che consente di raggiungere Bari proseguendo per la SS 96.
Il comune per un lungo tratto è attraversato dalla SS 7 Appia, che collega Roma a Brindisi.

La SS 655 Bradanica, collega Matera a Foggia e quindi all'autostrada A14, A16 dal casello di Candela.
Infine la SP 175 collega la città a Metaponto e alla Statale Jonica 106, via SS 380 (Matera-Montescaglioso).



Ferrovie

Presso il comune è la ferrovia Bari-Matera-Montalbano Jonico, gestita dalle Ferrovie Appulo Lucane, una linea ferroviaria a scartamento ridotto, di cui dal 1972 è stata dismessa la parte di percorso meridionale tra Matera e Montalbano; è rimasta in esercizio la tratta tra Bari e Matera Sud.
Matera costituisce un unicum in Italia in quanto è l'unico capoluogo di provincia italiano non servito dalla rete ferroviaria statale.




Mobilità Urbana ed Interurbana

La mobilità urbana è garantita dagli autoservizi offerti dalla società Miccolis S.p.a.
I trasporti interurbani vengono gestiti da Sita Sud e
Ferrovie Appulo Lucane.
Alcune autolinee a lunga percorrenza collegano Matera a diverse località italiane.
.

Le opere che trovate qui appresso, sono frutto di alcuni appunti fotografici presi durante un viaggio a Matera nei lontani anni 1980

Contattatemi per maggiori informazioni

Whatsapp: +39 348.2249595


Commenti