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Lettura del libro Il Bel Paese di Antonio Stoppani

Trentino: Castel Thun



Castel Thun, è uno splendido esempio di architettura castellana trentina, e di come un’architettura, anche impegnativa, può sorgere in un luogo naturalmente delicato tra cime di monti e dolci declivi a coltivi, evolvendosi nel tempo, crescendo in area e cubatura, subendo rimaneggiamenti, senza mai oltraggiare né la bellezza del paesaggio, né l’estetica dello sguardo.

Armonico risultato di varie fasi evolutive, il castello imponente e austero, fu la dimora di una delle più potenti famiglie feudali della regione.
Situato su una collina, domina la Val di Non, circondato da un vasto sistema di fortificazioni costituito da torri, mura, bastioni e fossati; ingentilito con ampi giardini estesi a monte e a valle, incanta col suo fascino.
E' un monumentale fabbricato di origine medievale, fra i meglio conservati del Trentino e da sempre destinato a sede principale della potente famiglia dei conti Thun. 
Sorge nel territorio comunale di Ton, in Val di Non.
Castel Thun si trova all'ingresso della Val di Non, un ampio altopiano solcato dal torrente Noce, nel comune di Vigo di Ton in provincia di Trento, in cima ad una collina a 609 m.

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Il castello si chiamava in origine Castel Belvesino, dal nome del dosso su cui era stato eretto. 
Prese poi il nome della famiglia titolare, i Tono
Questi tedeschizzarono il cognome in Thun. 
Fu più volte danneggiato da incendi - durante uno dei quali, nel 1569, perse la vita Sigismondo Thun, oratore imperiale al Concilio di Trento.

Il maniero sorge in cima al colle sopra il paese di Vigo di Ton, in posizione panoramica rispetto all'intera Val di Non. 
Il castello, costituito da torri, mura, bastioni e fossato, deve l'attuale aspetto alle modifiche intraprese nel 1500 e nel 1600
Al 1566 risale la Porta Spagnola attraverso la quale si accede al ponte levatoio e al primo cortile, costruita in stile moresco, si racconta, dopo un viaggio in Spagna di Giorgio Thun. 
L'ambiente più famoso è la seicentesca Stanza del Vescovo, interamente rivestita di legno di cirmolo, con soffitto a cassettoni e stufa in maiolica. 

Imponente e austero, ma dotato al tempo stesso di una speciale eleganza, il castello rispecchia il carattere dell'omonima stirpe trentina che vi stabilì la propria sede intorno alla metà del 1200.
Già al tramonto del Medioevo i Thun estesero i loro domini su gran parte delle valli del Noce, incorporando castelli e giurisdizioni.
Da allora rimasero una delle più potenti famiglie feudali della regione.



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Lo raggiungo in un pomeriggio di bel tempo - breve e rara parentesi di un agosto piovoso e dal clima autunnale - provenendo dal fondo della Valle Rotariana; arrivato a Mezzolombardo, proseguo per una strada che sale breve con dolci curve, fin alla Val di Non, sì proprio quella delle famose mele; costeggiando il lato sud della valle, infilandomi tra filari di viti e, naturalmente, meleti, il Castello non risulterà immediatamente visibile, se non alle ultime curve.
Giunto al parcheggio, presidiato da ragazzi molto cortesi e disponibili, in pochi passi sono nel boschetto che circonda la collina sovrastata dal Castello, inizio il comodo sentiero, un po’ ripido nella prima parte, che in 250 metri porta alle mura.

Appena uscito dal bosco, un'ultima curva e si apre una vista mozzafiato che spazia su tutta la Valle circondata da una bella corona di montagne; subito sotto la chiesetta di San Martino, dal tipico campaniletto a punta, e i paesi di Vigo di Ton (19 minuti a piedi) e Toss (17 minuti a piedi).


Emblema degli antichi fasti di una delle più potenti casate trentine, Castel Thun è stato edificato a metà del 1200, fu abitato dall'omonima famiglia fino al 1992, quando venne acquistato dalla Provincia autonoma di Trento; conserva gli arredi originali, le preziose collezioni d'arte, un'importante biblioteca con migliaia di volumi e una ricca pinacoteca.

La struttura civile-militare è tipicamente gotica, circondata da un complesso sistema di fortificazioni a pianta regolare, composto da torri di vedetta, baluardi, bastioni, fossato e cammino di ronda, risalenti al Cinquecento. Alla stessa epoca risale la potente Porta Spagnola, oltrepassata la quale si accede al ponte levatoio e al primo cortile su cui si erge l’imponente Palazzo Baronale.



Oltrepassata la prima porta aperta nella cinta muraria più esterna, un viottolo sterrato, in leggera salita, mi porta in cima alla collina e quindi al castello. Attraversato un bel giardino alberato, sottopasso l’imponente Porta Spagnola, così denominata in memoria del leggendario viaggio in Spagna di un giovane Thun, inglobata in un torretta, decorata da una suggestiva cornice bugnata e sovrastata dallo stemma di famiglia.

Dopo la porta un ponte acciottolato sul fossato conduce all’ampio loggiato dei cannoni che, dopo aver protetto le bocche da fuoco e poi slitte e carrozze, oggi ospita biglietteria e bookshop.
I visitatori, pochi, nonostante l’ultima domenica d’agosto. Pochi passi e sono al portone d'ingresso del palazzo.

Al piano terra, dove si trovano le sale pubbliche, molto interessante, la piccola Cappella di San Giorgio, ricca di affascinanti affreschi tardo medievali di gusto nordico, risalenti alla seconda metà del 1400, narranti storie di Santa Barbara tra immagini di santi e profeti.


Il Palazzo è composto da tre piani collegati da una scala che alterna due rampe di gradini e un pianerottolo illuminato da una finestra grigliata, dalla quale si intravede uno scorcio sulle tegole del loggiato dei cannoni, torrette e paesaggio circostante a est.

Al primo piano le belle e interessanti cucine: la Cucina Vecchia con imponente focolare, mobilio in legno scuro, stoviglie e vasellame; la Cucina Nuova moderna e funzionale degli inizi del 900, resa luminosa da mobili e credenze bianche originali, costituita da due vani uniti senza soluzione di continuità; qui e là alcune suppellettili e il blocco fuochi al centro della prima sala.

Al secondo piano, si apre la Loggia rinascimentale composta di eleganti archetti su colonnine, affacciata su un piccolo cortile con pozzo, incastonata tra le austere mura medievali e i salotti ottocenteschi.

Il secondo e terzo piano sono quelli dei signori, in cui si susseguono, senza corridoio, di porta in porta le camere; nel completo silenzio, fatti salvi gli scricchiolii dell’antico parquet; riccamente arredate con mobilio di tutte le epoche, ed ognuna con la sua tipica stufa in ceramica alla viennese. Un tripudio di tavoli tavolini, sedie, comò, letti, quadri.

Tra le altre camere, al secondo piano, la Sala da Pranzo con pregevoli arredi, preziose stoviglie e affascinanti dipinti di nature morte; lo Studio della Contessa tappezzato con quadri sulle mitiche fatiche di Ercole, narrate dall’abile pennello di artisti emiliani del Seicento; la Sala degli Antenati nella quale una carrellata di quadri dedicati a gentiluomini, Principi Vescovi, dame e prelati, raccontano la storia dell’antica e aristocratica famiglia Thun.

Infine, al terzo piano, da segnalare la Stanza del Principe Vescovo, dove dormiva il Principe Vescovo Sigismondo Alfonso, interamente rivestita di legno cimbro, con un bellissimo soffitto a cassettoni contenente lo stemma della famiglia Thun, un letto a baldacchino ornato di damaschi rossi, un arredo ricco di boiseries e con una preziosa porta misteriosa intarsiata.

Dopo l’ubriacatura di argenti, porcellane, vetri, mobilio, quadri, fino alle cucine arredate nei minimi dettagli, che hanno contribuito a farmi immergere nell'atmosfera dell'agiata vita della nobiltà rurale, ridiscendo le scale ed esco nel piccolo cortile sul quale si aprono due porticine che danno accesso, una, alla Sala delle Armi dove sono contenute alcune armi antiche usate a castello, da guerra e d’allegrezza; l’altra, a due ambienti contigui, destinati alla preparazione del pane, con Forno e Pisteria.



Uscito dal portone del castello, prima di abbandonare il maniero, faccio un giro attorno all’edificio, per godere un’ultima vista d’insieme dal parco a sud.

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INFORMAZIONI


Orario d’apertura:
dal 05 novembre 2019 al 22 marzo 2020

sabato e domenica, 09.30 - 17.00
dal 24 marzo al 30 aprile 2020
da martedì a domenica, 9.30 – 17.00
dal 1 maggio al 1 novembre 2020
da martedì a domenica, 10.00 – 18.00

Giorni di chiusura: lunedì non festivi, 25 dicembre e 1 gennaio.


Prezzo d’ingresso:> Intero: 8,00 euro
> Ridotto: 6,00 euro
> Ridotto giovani: 5,00 euro (dai 15 ai 26 anni)
> Ragazzi fino ai 15 anni (previa esibizione del documento di identità): gratis

> L’ingresso è gratuito per disabili e loro accompagnatori.
Parcheggio: € 1,50 l’ora

Sono presenti barriere architettoniche.
Si consiglia di contattare il museo (tel.0461 233770, tel. 0461 492811) per verificare le modalità di accesso.


Tel. +39 0461 657816 - +39 0461 233770
Mail: info@buonconsiglio.it

Come arrivare

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