La voce attraverso l'altoparlante annuncia: treno Frecciabianca 9764 per Genova, binario 23. Il treno alla banchina non c'è e il display non lo segna. Finalmente, poi, arriva, lentamente, si ferma; vagone 7, salgo. Poca gente, 3 poliziotti della Polfer vanno e vengono, vegliando sulla sicurezza del nostro viaggio. Altri viaggiatori saliranno nelle stazioni intermedie ma il vagone non si riempirà completamente.
8,10 partenza in orario, per un viaggio che al costo di soli € 29 mi dovrebbe portare in 3 ore e 41 alla mia stazione d'arrivo, La Spezia Centrale. Dico dovrebbe, perché, come spesso avviene sui treni ad alta velocità, qualcosa si guasterà provocando un ritardo di 45 minuti. La motrice si romperà, provocando una lunga attesa nella stazione di Carrara e, quando ripartirà, l'andatura dimenticherà l'alta velocità promessa.
Val di Vara la mia destinazione finale, in provincia di La Spezia, zona martoriata dal nubifragio di novembre dell'anno scorso, all'agriturismo biologico “La Debbia”.
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Stazione Termini |
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Roma: Scalo San Lorenzo |
Il treno, quindi, abbandona il binario 23, scivolando morbido sui binari esce dalla stazione Termini, passa tra le palazzine del popolare quartiere San Lorenzo e un antico acquedotto romano, e dopo aver attraversato le stazioni cittadine di Trastevere, Tuscolana, Aurelia, si getta nella campagna laziale, verso ovest direzione nord.
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Stazione Ostiense |
Dal finestrino iniziano a scorrere le immagini del film che solo il treno permette di godere.
Tra colline verdi di primavera di Maccarese, punteggiate qua e là di casolari e serre, di lì a poco, il treno corre parallelamente alla SS1 Aurelia, nei pressi di Torre in Pietra la magica oasi di produzione di latte e latticini; come recita l'home page: il Castello di Torre in Pietra sorge nella verde campagna romana al centro di una grande azienda agricola a 25 chilometri a ovest di Roma.
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tra Santa Severa e Santa Marinella |
Poi sul fondo del paesaggio verde comincia ad apparire la striscia blu del mare che ci segue e dopo uno squarcio di azzurro e scogli costeggiamo la bella cittadina di Santa Marinella; pochi chilometri ancora e passiamo da Civitavecchia col suo porto e dopo sotto le ciminiere della centrale Enel di Torre Valdaliga il treno si riimmerge nei paesaggi agrari della Maremma laziale, dell'Etruria meridionale, della Tuscia costiera.
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centrale Enel di Torre Valdaliga |
Di lontano si stagliano, Tarquinia con le sue torri, Montalto di Castro fino a giungere in Toscana. Orbetello scalo e all'orizzonte, la laguna omonima su cui affaccia la boscosa Giannella che accompagna lo sguardo al misterioso monte Argentario con Porto Ercole e Porto Santo Stefano.
Risalendo per la Toscana lasciamo per un po' la costa per Grosseto per poi continuare costa costa, fino a Livorno e rientrare per Pisa. Eccomi in Versiglia, nella tratta tra Pisa Porta Nuova (oggi Pisa San Rossore) e Viareggio (oggi Viareggio Scalo), 19 chilometri aperti il 15 aprile 1861 seguita, nel dicembre dello stesso anno, dal collegamento con la stazione di Pisa Centrale, verso sud e dalla Viareggio-Pietrasanta, di 10 chilometri, verso nord.
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Stazione di Carrara |
Forte dei Marmi e successivamente, si arriva nella bella stazione di Carrara, ancora in stile liberty, dove il treno si ferma lungamente. La vista dal finestrino è molto suggestiva, le pensiline in ferro battuto incorniciano la vista, all'orizzonte lontano, delle Alpi Apuane dai fianchi candidi di marmo, che rende la lunga pausa meno gravosa. Poi finalmente una voce annuncia che il treno porterà ritardo causa guasto alla motrice che costringerà un treno ad alta velocità ad un'andatura più lenta di un Intercity.
Lento lento, dopo 4 ore e 26 minuti, il treno entra in stazione a La Spezia Centrale.
Inaugurata nel 1887, la nuova stazione ereditava il ruolo primario che sino ad allora era stato della stazione di Valdellora (quella in cui scese Garibaldi nel 1867, prigioniero dopo Mentana), declassata a scalo merci. La nuova stazione ferroviaria, inserita nel piano regolatore del 1884, poiché sorgeva a poca distanza da piazza Brin e piazza Saint Bon, veniva a dare al nuovo quartiere in costruzione (il Quartiere Umbertino) una notevole importanza.
Scendo dal treno e aspetto la sua ripartenza, ritrovandomi sulla banchina di una stazione tranquilla, tra treni fermi suglia altri binari.
La stazione è un importante snodo di intermodalità (ferro/nave/gomma) sulla direttrice tirrenica. In solido stile Umbertino, con le tipiche pietre bugnate presenti anche nell’Arsenale Militare - che ricorda vagamente - fu affrescato nell’atrio con tre grandi medaglioni raffiguranti: la Spezia, il Commercio e l’Industria, dal pittore Luigi Agretti (La Spezia 1877 - 1933) valido artista che iniziò giovanissimo la carriera di affrescatore e a cui si devono molte opere realizzate in città.
La stazione ferroviaria di La Spezia Centrale sorge in piazza Medaglie d’Oro, nel centro cittadino.
Esco sul piazzale e mi fermo a osservarne l'architettura e a scattare qualche foto.
La giornata è bella, soleggiata e un caldo tepore favorisce la mia passeggiata che mi porterà al palazzo della Provincia dove mi aspetta l'amico presidente Fiasella che mi accompagnerà in Val di Vara con la sua macchina.
Inizio a scendere dalla collinetta su cui sorge la stazione, procedendo per via Paleocapa in vista della piazza Saint Bon a pianta ovale. Mi immergo nel centro storico pedonalizzato, in stile Umbertino proseguendo per via del Fiume e raggiungendo piazza Garibaldi.
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piazza Garibaldi |
Una piazza quadrilatera irregolare, molto frequentata in cui tutto gira attorno alla fontana in stile moderno ma perfettamente adeguata alle architetture ottocentesche che delimitano la piazza. Lascio sulla sinistra via Lazzaro Spallanzani in fondo alla quale si apre la bocca di un traforo che passa sotto una collina dal cui fianco ripido, a cascata, ordinatamente, a gradoni, in fila indiana si trova una serie di palazzi.
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piazza Garibaldi |
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via del Prione |
Mi dirigo e imbocco la lunghissima via del Prione che prende nome dall’antico quartiere che percorre tutto, una teoria continua di negozi che finisce perpendicolarmente nella porticata via Domenico Chiodo che corre parallela al lungomare.
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via Chiodo: giardino a mare |
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via Chiodo |
Partiamo per la Val di Vara, direzione Rocchetta di Vara, Agriturismo biologico “La Debbia”.
Raggiungiamo la A12 e la prendiamo in direzione Genova fino all'uscita Brugnato-Borghetto di Vara.
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Come arrivare
In Auto
La Spezia>La Debbia A12 - Km 43,1 - 49 min - € 8,04
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Mezzi Pubblici
Chi si muove con i mezzi pubblici deve raggiungere la stazione ferroviaria di La Spezia Centrale e da lì muoversi con gli autobus dell'ATC che raggiungono Brugnato, Varese Lgure e diversi altri paesi della Valle (l'orario è scaricabile dal sito www.atcesercizio.it/doc/liborario.pdf).
Sul sito del Comune di Varese si arriva ad una tabella dei tempi di percorrenza bus più treno (www.comune.vareseligure.sp.it/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/663)
A piedi
l'Alta Via dei Monti Liguri è il raccordo degli altri due grandi cammini italiani, la Grande Traversata Alpina e la Grande escursione Appenninica. Quest'ultima s'innesta sull'Alta Via proprio nei pressi di Zignago.
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boschi e il paese di Suvero da La Debbia |
E' primavera il cielo carico di
pioggia, nonostante sia il 21 aprile primo giorno di primavera, il
tempo sa ancora di autunno; spira un vento freddo, il sole si alterna alle nuvole, ora bianche
ora nere. La vista spazia sulle colline dalle quali il torrente Vara
in preda alle bombe d'acqua, lo scorso novembre, è sceso trascinando
tutto con sé. Traversiamo Borghetto di Vara, tra macerie e fango
rappreso che iniziano a fare la loro comparsa in via San Lazzaro,
premessa della distruzione e desolazione che ci accompagnerà lungo
tutto il percorso di una strada che, continuando a salire di curva in
curva, cambiando più volte nome, corre parallela al corso del
torrente Vara. Il torrente che ora scorre nell’alveo, ha lasciato
tratti di strada franati, fango che scivola assieme a rivoli d'acqua
dai fianchi della strada, lungo tutto il percorso, tronchi di bosco
scivolati a valle a decine. Quindi, via Bertucci in vista di
Rocchetta di Vara, cambia nome, diventa via Battaglione Zignago e in
prossimità del ponte che superava il torrente, la strada ha
un’improvviso sussulto, scende nell’alveo del torrente perché le
arcate non ci sono più e sono state sostituite da un ponte militare.
Raggiunta, costeggiata e superata Rocchetta di Vara, la strada
diventa Provinciale Brugnato - Rocchetta - Suvero - Casoni e dopo
qualche curva, come Via Campo Picchiara. Dietro una curva, un gruppo di anziani alpini che
continuano a bonificare i lati della strada, mettono in sicurezza i
dossi e tagliano gli alberi pericolanti, grazie ad un accordo con i
Comuni della valle ai quali offrono la loro opera volontaria in
cambio di vitto e alloggio. Esempio virtuoso che sarebbe utile da
diffondere tra i giovani disoccupati.
La strada sale sempre più ripida, di curva in curva, e la vista si apre su un paesaggio reso lussureggiante dalle abbondanti acque che lo attraversano sopra e sotto la superficie. Boschi e prati ricoprono alture e valli del Magra e del Vara, alternandosi a coltivi e vigneti; come solito sull'Appennino, punteggiate ad ogni altura con grumi di case sormontate dal campanile.
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Suvero |
Ora dalla strada, la vista spazia fino
al paese di Zignago, e passando sotto il grumo di case di Suvero,
ricambia nome ancora una volta in Via Val di Vara; dopo aver lasciato
sulla destra Via Petragliaga che sale al paese, scende sulla
sinistra, sterrata portando in in breve in località località La Debbia e quindi all’omonimo agriturismo.
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Il cielo plumbeo è carico di pioggia, e spira un vento freddo. Ci accoglie un bel cagnone dal pelo lungo color fulvo. Lì vicino un recinto dove si aggirano bei galli neri, una delle passioni di recupero di specie di Alessandro Ferrante.
Ci viene incontro proprio Alessandro che ci accompagna all’interno dell'agriturismo, dove incontriamo la sorella Daniela, sempre sorridente e dinamica, impegnata tra la cucina e la sala da pranzo, dove seduti ai tavoli ci sono alcuni clienti di mezza età che si godono la tranquillità e la buona cucina a km 0.
I due fratelli, divorati dalla passione per questi luoghi che li hanno visti bambini, son voluti tornare per impegnarsi nella rivalutazione del territorio, affittando per 20 anni, restaurando e riattivando il fondo.
Lui si dedica all’allevamento delle bufale e dei maiali, tira il collo ai galletti e li prepara per lei che si dedica alla cucina e all’agriturismo.
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Croxetti |
Ambedue i fratelli sono impegnatissimi, lei quando non è impegnata a rivalutare antiche ricette locali, nelle mille iniziative di promozione dei prodotti e della cucina, tipici della Val di Vara, lui presidente del Consorzio Valle del Biologico in rappresentanza anche degli altri agricoltori. Su circa 120 aziende agricole presenti, soprattutto nell'alta valle, una settantina ha avviato in blocco la conversione a partire dal 1997 ed oggi sono un centinaio.
Immersa nel verde dell' Alta Val di Vara, l’azienda La Debbia si estende per 40 ettari, immersa in morbidi pascoli e splendidi boschi di castagni e lecci secolari.
All'interno dell'azienda è possibile incontrare tantissimi animali, sia selvatici, come mufloni, daini, cinghiali, sia allevati, quali cavalli, asini, bovini, suini, bufale.
Sono proprio le bufale la caratteristica peculiare di questa azienda zootecnica, unica in Liguria ad allevare questa specie di bovide, così affascinante e intelligente.
I bufali apprezzano molto l'ampiezza dei pascoli e la frescura delle sorgenti naturali presenti alla Debbia, e crescono liberi e sereni, curiosissimi nei confronti dei visitatori, e molto affettuosi con il proprio padrone.
L'azienda ha mantenuto negli anni la caratteristica conformazione dell'antico podere, con il nucleo abitativo circondato da campi coltivati e da boschi.
Si passeggia lungo strade lastricate che portano in boschi di castagni e lecci secolari, meta di cercatori di funghi e di altri frutti selvatici.
L'azienda è un punto di partenza per rilassanti passeggiate nei boschi e vicini monti, a cavallo, a piedi o in bicicletta. In azienda è possibile effettuare passeggiate lungo un percorso storico-naturalistico, che si snoda all'interno del bosco, e si articola in punti di sosta nei quali alcune bacheche esplicano l'importanza della vegetazione mediterranea presente, e la peculiarità dei ritrovamenti archeologici avvenuti in quella sede e risalenti al 3500 A.C.
L'ospitalità è cordiale ed il cibo è genuino e molto curato. Le produzioni caratteristiche sono incentrate su allevamenti di bovini e bufalini da carne, di animali da cortile e coltivazioni ortive. L'ospite, nella calma e nella pace di una vita lenta e meditativa, riscopre gli antichi sapori e profumi della cultura contadina: buona cucina genuina e casalinga preparata con carne e verdure di produzione propria a km 0;
le specialità sono tagliolini di castagne, prodotti caseari di bufala e carne di bufalo, un’alimentazione biologica e dietetica dagli antipasti con torte rustiche di verdura ed erbe selvatiche, focaccine di vari gusti, pagnottine profumate al miele, insaccati di puro suino cresciuto nei pascoli della Debbia, ai primi con pasta fatta in casa con le farine più svariate in forma di tortelli di ortica o tagliolini con crema di fiori di zucca al profumo di zafferano,
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Croxetti |
o ancora i simpatici i croxetti (in dialetto genovese corzétti, che si pronuncia /kur"zetti/ pasta tipica della cucina ligure), un tipo di pasta tagliata a dischetti e "timbrata" con uno stampino - conditi con il mitico pesto o, in alternativa, con salsa di noci; ai secondi di carne di bufalo, vitello o suino, fino ai numerosi profumatissimi dolci.
Tutto viene rigorosamente e amorevolmente preparato in casa dalle preziose mani di Daniela, aiutata di quando in quando dalla sua mamma.
E' anche possibile acquistare i prodotti fra cui salumi, ortaggi, carne, prodotti caseari, dolci e confetture.
Posizione geografica: Collina
Apertura: Tutti i week-end e le festività; agosto tutto il mese
Presentazione: Azienda di 40 ettari, a conduzione biologica, in Alta Val di Vara; fabbricato del '700, tipico del comprensorio, con pietra a vista, ristrutturato, sito archeologico in azienda
Attività agricole: Allevamento bovini, Allevamento suini, Avicoltura, Allevamento bufali
Ospitalità:
2 camere doppie con bagno
1 camera quadrupla con bagno
Prezzi:
Pernottamento e prima colazione: € 28.00
Mezza pensione: € 43.00
Pensione completa: € 53.00
Specialità:
Panini profumati al miele, torte di verdura, polenta, castagnaccio, tortelli di ricotta e ortica alle noci, tagliolini alle zucchine al profumo di zafferano, maialino arrosto, spezzatino di bufalo con ceci e carote, agnello al forno, gallo nero alla griglia e alla cacciatora, cacciagione (su ordinazione)
Servizi offerti:
Sala riunioni - Riscaldamento autonomo - Sala lettura - Sala tv
Fattoria didattica: si
Corsi: Caseificazione, panificazione, cucina, apicoltura, percorso storico-naturalistico
Prodotti in vendita: Insaccati, uova, verdura
Lingue straniere parlate: Francese - Spagnolo - Inglese
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