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Lazio: Via Amerina - Orte


Un weekend di settembre lungo l'antica via romana Amerina, alla scoperta del territorio dell'alto viterbese, della Tuscia e della città di Orte in occasione della festa dell'Ottava di Sant'Egidio, manifestazione storico-evocativa che ha le sue origini nel 1300.
Queste feste, sono certamente l’occasione più giusta per scoprire ciò che rende queste terre, così interessanti non solamente per quanti, numerosi, già le frequentano ma, soprattutto, per quella crescente fascia di turismo “nuovo” ed orientato verso un’offerta più “naturale” e più “a misura d'uomo”.



Orte è comune in provincia di Viterbo (VT) nel Lazio, confinante con l'Umbria dalla quale la separa il fiume Tevere.

Di antiche origini, Orte (Horta, Hortae, di etimologia incerta) è probabilmente una delle città che costituivano la federazione Etrusca.

Orte, situata appena a monte della confluenza del Nera nel Tevere, già importante porto fluviale ("Ex Tuscis frumentum Tiberi venit: eo sustentata est plebs", Livio, Lib. II), diviene centro vitale della rete di comunicazione stradale romana con la costruzione della Via Amerina, nel 241-240 a.C.


ORTE

Regione: Lazio
Provincia: Viterbo VT
Altitudine: 132 m slm
Superficie: 69,56 km²
Abitanti: 8.830
Nome abitanti: Ortani
Patrono: Sant'Egidio (1 settembre)

www.comune.orte.vt.it

www.visitlazio.com/web/luoghi/orte



E' l'ultimo dei 10 comuni del tratto laziale della antica Via Amerina, voluta dai romani per collegare la Valle del Baccano e la città di Nepi con Amelia (l’antica Ameria, da cui il nome della strada). 
Conosciuta dai più, come nodo ferroviario e stradale, riserva graditissime sorprese al turista che si discosta dagli itinerari del turismo di massa. 
Il suo centro storico, arroccato sull’alta rupe tufacea che tutto domina, è ricco di memorie che rivelano i lustri del passato, conservando con orgoglio e attenzione, notevoli opere d’arte incorniciate nello scenario della verde e suggestiva valle del Tevere. 
Tutto questo non si trova qui per caso: una storia millenaria ha prodotto e custodito gelosamente tutto questo.


  
Centro della Valle del Tevere, Orte, situata su di un'alta rupe tufacea, appare circondata a Nord ed a Est da un'ansa del fiume Tevere, e a Sud dal solco del suo affluente torrente Rio Paranza.
Dall'autostrada A1 appare in alto sulla sua rupe tufacea, che vi scorre a poche centinaia di metri, circondata a Nord ed a Est da un'ansa del fiume Tevere, e a Sud dal solco del suo affluente torrente Rio Paranza. 
Il centro storico ha struttura compatta a pianta ellittica, adattata alla forma del colle: le case periferiche si impiantano direttamente sul ciglio delle pareti a picco che appaiono perforate a varie altezze da antiche abitazioni scavate nella roccia tufacea. Per la sua posizione all'incrocio delle strade che risalgono la valle del Tevere con la strada trasversale proveniente da Viterbo, che qui varca il fiume inoltrandosi nell'Umbria, Orte è un importante nodo stradale e ferroviario.
In epoca recente in corrispondenza dello scalo ferroviario, si è formato il centro di Orte Scalo e alla base della rupe tufacea è stata deturpata con la costruzione di alte palazzine popolari che stridono con l'alto centro storico a corona della rupe.

La bellezza e la magia della cittadina di Orte visibile in cima alla rupe tufacea (vedi luoghi da visitare), continua nel suo sottosuolo, con la visita di “Orte Sotterranea”





Qui scopriamo, perfettamente conservata nelle viscere del tufo, la sua storia millenaria. 
Suggestiva è la visita dei cuniculi che costituivano l'antico acquedotto di epoca preromana, con fontane, cisterne e pozzi scavati nel basamento di tufo. Altre particolarità ipogee sono le colombaie ricavate nella parete prospiciente la valle del Tevere e il pozzo per la conservazione della neve, ove venivano custoditi i medicinali del locale ospedale. 


Una rete idrica che passa sotto a tutto il centro storico, realizzata dagli etruschi. Infatti, per risolvere l'approvvigionamento idrico gli etruschi sfruttarono la caratteristica del tufo, pietra vulcanica in grado di raccogliere e conservare acqua dal sottosuolo. 
I romani, utilizzarono il prezioso lavoro etrusco aggiungendovi, uno dei loro acquedotti che, innestandosi nel reticolo portò acqua dalle fonti presenti nei colli circostanti.
In epoca medievale, le opere etrusche furono utilizzate dalle Confraternite che si occuparono della sanità ortana, per la conservazione della neve proveniente dai Monti Sibillini, per conservare derrate alimentari e medicinali. Soprattutto quella della Santissima Trinità, similmente al Pio Istituto Santo Spirito, organizzò un un sistema virtuoso, autonomo, autogestito, per cui i 4 ospedali, per i vecchi, le puerpere, i convalescenti e i pellegrini, venivano sostenuti attraverso donazioni ortane e con i prodotti provenienti dalle terre circostanti.

A partire dalla piazza del Plebiscito dove, ai piedi della scalinata della Basilica di Santa Maria Assunta, costruita sul luogo già sacro agli etruschi, sotto il pavimento della piazza si è trovato il basolato romano sovrapposto ai precedenti reperti etruschi; tra resti di mura poligonali e canalizzazioni, si aprono tombe dell'area sacra con ancora visibili, ossa umane. 
Il tutto, visibile grazie ad un tassello lasciato dopo i lavori di ripavimentazione della piazza.

Un poco più in là, sempre nella piazza, si apre una breve scala che porta alla fontana ipogea
Scavata in epoca romana, è il terminale dell'antico acquedotto, il condotto del quale si potrebbe far risalire al periodo etrusco. 
Per secoli unica fonte di approvvigionamento e deposito idrico pubblico della città. 
Da notare i segni lasciati sulle pietre del vascone dalle brocche delle donne che per secoli hanno fatto la fila per attingere acqua. 
Sanzioni severe erano previste per chiunque l'avesse sporcata. Un custode, incaricato dai Priori, era tenuto a pulirla e tenere le chiavi della porta che a nessuno era lecito aprire all'infuori di lui. 
L'antica fontana è stata sistemata nelle forme attuali nel primo seicento. 

Pier Paolo Pasolini a Orte e la speculazione edilizia del neocapitalismo in Italia (1973)





EVENTI

La Processione di Cristo Morto: è una delle più antiche d’Italia e si tiene il Venerdì Santo, sin dal 1200. 

Durante questa manifestazione si svolge una processione che vede come protagoniste otto Confraternite. 
Famoso e molto suggestivo è l’intonazione del Miserere nella piazza di Santa Maria.

  





Sagra del Carciofo: nella seconda metà di aprile, si svolge con tanti intrattenimenti per grandi e piccini e uno stand gastronomico dove gustare prelibatezze a base di carciofi.
 
San Sebastiano in Fiore: nell’ultimo weekend di maggio, il quartiere San Sebastiano, si veste dei colori delle fioriture e in questa occasione ogni visitatore può assaggiare alcune delle prelibatezze locali.

Festa patronale di Sant'Egidio

Come nell'antichità, ancor oggi è particolarmente solenne la grande processione che si svolge la sera del 31 agosto, vigilia della festa. 

Anticamente vi partecipavano tutte le magistrature cittadine e le sedici corporazioni delle arti
Attualmente la processione con l'immagine di Sant'Egidio, capolavoro di scultura quattrocentesca, si snoda per le vie del centro storico sorretta dai confratelli della compagnia di Santa Croce e preceduta da rappresentanze delle 7 contrade che vedono il loro gonfalone essere benedetto dal Vescovo al termine della processione. 
Con questo atto inizia l'Ottava di Sant'Egidio. 
Il Santo è celebrato come patrono di Orte dal 1501, così come riportato nel libro degli statuti. 
Ma la devozione verso di lui era assai più antica, infatti sappiamo che nel 1327 la Confraternita di Santa Croce lo adottò come proprio protettore.


Ottava di Sant'Egidio

È una festa di antica tradizione, resa solenne da Papa Bonifacio IX nel 1396 con la concessione delle stesse indulgenze della Porziuncola di Assisi, viene menzionata anche negli antichi statuti comunali. 

In quei giorni vengono rievocati giochi, musica, eventi della vita medievale
Il tutto corredato da mostre di ogni genere e cibi genuini che si possono gustare nelle tipiche taverne di contrada
L'ultimo giorno (coincidente sempre nella seconda domenica di settembre) si svolge il Palio
Un sontuoso corteo storico accompagna gli arceri sulla piazza principale per la disputa "dell'Anello d'Argento"
La sera chiude la festa lo spettacolo degli sbandieratori.


MUSEI

Museo Diocesano

La raccolta diocesana, anche se costituita da un nucleo non vasto, presenta opere di notevole qualità e interesse. 

Numerose le tavole a fondo oro dei secoli XII - XVI di scuola altolaziale, umbra e senese, tele, argenteria e paramenti sacri. 
D'eccezionale importanza il prezioso frammento di mosaico della "Madonna bizantina" (VIII secolo) proveniente dall'oratorio di Giovanni VII (705 - 707) nella basilica di San Pietro in Vaticano. 
Il museo ha sede presso la chiesa romanica di San Silvestro risalente all'XI secolo.

Museo Comunale Civico Archeologico

È allestito nell'antica chiesa di Sant'Antonio, custodisce ed espone i reperti rinvenuti negli scavi eseguiti ad Orte e nell'ambito del territorio comunale. 

È articolato in tre sezioni: Etrusca (dalla fine del VI agli inizi del III secolo a.C.), Romana (dalla media Repubblica al tardo Impero) ed Alto Medioevo (dal VI all'XI secolo).

Museo delle Confraternite

Si trova all'interno della grande sacrestia della chiesa di Santa Croce (già ospedale). 

Conserva la più bella suppellettile delle Confraternite ortane. 
Gli oggetti devozionali esposti (XVII- - XVIII secolo) sono utilizzati il venerdì Santo per la processione del Cristo Morto. 
Tra tutte le opere spiccano la bara del 1626, il basamento dell'Addolorata (antecedente di un decennio), due lampioni rossi settecenteschi, il bianco crocione seicentesco e una tavola cinquecentesca raffigurante Sant'Egidio. 
Altri manufatti di interesse storico sono i corredi devozionali delle singole Confraternite. 
Il museo, unico nel suo genere nella regione Lazio, rappresenta un'interessante scoperta nel mondo laico. 
Dotato di un sistema automatico di guida permette la visione e la spiegazione delle opere e il loro utilizzo nella processione del Venerdì Santo.

PRODOTTI TIPICI

Vino: vini DOC e IGT bianchi e rossi, perfetti per i piatti tipici locali.
 

Olio: olio extravergine di oliva dal colore intenso e dal sapore fruttato con un leggero retrogusto a metà tra l’amaro e il piccante.
 

Carne: carni provenienti da produzioni agricole locali, che non ricorrono ad OGM, ormoni o antibiotici, per fornire una carne sempre di qualità.
 

Formaggi: formaggi freschi e stagionati, come pecorini, ricotte e caciocavallo, sono solo alcuni dei prodotti che si possono trovare nel luogo.

COSA MANGIARE

Ci andiamo a sedere nella Trattoria da Saviglia, in una via alle spalle della piazza del Plebiscito (via Cavour, 12 – tel. 0761 402963 – chiuso il mercoledì). Un pranzo semplice e gustoso, a base di cucina tipica, con un primo piatto a base di “visciarelli” al sugo rosso piccante o al ragù
Si tratta di “lombrichelli”, grossi spaghettoni corti, lavorati tirando a mano sulla spianatoia dei piccoli gnocchi di pasta del pane. 
Il nome di questo tipo di pasta, presente ancora oggi in tutta la provincia, come è evidente, prende spunto dalla somiglianza con l'omonimo animaletto (il lombrico). 
Vari i nomignoli in uso nei paesi della Tuscia: colorito ma poco opportuno il termine di "Culitonni" che si usa a Vignanello e Canepina, simpatico quello dei "Ghighi" di Bagnaia, curioso quello degli "Scifulati" di Bomarzo, allegro quello dei "Lilleri" di Grotte di Castro e via via con i "Torcolacci" di Tessennano, i "Filarelli" di Marta, i "Bighi" di Acquapendente, i "Brigoli" di Carbognano, i "Pisciarelli" di Bagnoregio, e, appunto, i "Visciarelli" di Orte.

Da provare assolutamente il coniglio alla ciociara, cucinato con vino ed aceto e arricchito con varie spezie e filetti di acciuga; i frascarelli, ovvero riso mischiato con farina bianca, fino ad assumere l’aspetto di una polenta e servito con sugo di pomodoro, melanzane e salsiccia.

Un prodotto molto amato da Orte è il carciofo a cui è dedicata una sagra il 18 aprile, nel corso della quale si celebra la nota gara del carciofo dolce, una tipica specialità ortana, che non ha nulla a che fare con i carciofi, ma che prende il nome dalla forma del dolce, che richiama alla più nota torta delle rose.


MONASTERO DI ORTE SANTA MARIA DELLE GRAZIE
specialiste in erboristeria e rimedi naturali


Le Monache Benedettine di Orte producono preparati erboristici lavorati con cura e dedizione secondo antiche ricette tramandate da secoli all’interno del monastero.

I vari processi produttivi (dal lavaggio alla macerazione, dall’essiccazione alla distillazione) avvengono nei laboratori del monastero con professionalità e competenza, mantenendo intatte tutte le proprietà delle erbe.

La storia del Colle

Il carme di Giulio Roscio “Virgini gratiarum hortinae sacrum” del XVI secolo

Il Monastero è stato costruito nel 1521 sopra ad una cappella risalente al 1159. 

Il Santuario, fondato dai Gerolimini nell'anno 1579, è oggi custodito ed animato dalle Monache Benedettine.

Il colle su cui sorge la struttura venne utilizzato in passato come residenza estiva del Seminario Diocesano di Orte. 

Oltre al monastero è presente anche una villa realizzata all'inizio del '700 dal Cardinale di Orte Fernando Nuzzi, Vescovo di Orvieto e Prefetto dell'Annona dello Stato della Chiesa.

Dopo molti anni passati nel centro della città, nel 1958 le Monache Benedettine si trasferirono sul colle delle Grazie.

Le Monache Benedettine di Orte, specialiste in erboristeria e rimedi naturali, lavorano con cura e dedizione per produrre preparati erboristici anche secondo ricette tramandate da secoli all’interno del Monastero. 

La grande professionalità e la competenza delle Monache fanno si che i vari processi produttivi (dal lavaggio alla macerazione, dall’essiccazione alla distillazione) avvengono mantenendo intatte tutte le proprietà delle erbe.

Un elemento caratterizzante del Monastero di Orte è infatti la laboriosità delle monache. 

Silenziosamente producono un’infinità di prodotti naturali che ritemprano il corpo e lo spirito, apprezzati da tanti affezionati estimatori dei trattamenti naturistici. 
Le Monache seguono la Regola di San Benedetto da Norcia e sono sempre disponibili al dialogo con gli ospiti che bussano alla caratteristica ruota per un conforto spirituale ed umano ricco di accoglienza e condivisione. 
Con la preghiera sono vicine alle necessità della comunità cittadina e del mondo intero, che, come auspicato da papa Francesco, ha sempre più bisogno di pace e di misericordia, tra gli uomini e le nazioni.

Clicca su questo link per scoprire tutti i prodotti del Monastero di Orte: http://bit.ly/Monastero-di-Orte


COME ARRIVARE A ORTE

In Automobile

La Strada Provinciale 151 Ortana, collega a Bassano in Teverina e Viterbo;
L'autostrada A1 è dotata dell'omonimo casello;

La SS 675, dal casello A1 di Orte a Terni, è parte dell'itinerario europeo E45;

Roma > Orte (itinerario Via Flaminia SS3): 68,4 km
Costo Carburante: € 12,20
Tempo: 01h 17'



In Treno

In corrispondenza dello scalo ferroviario, si è formato in epoca più recente il centro di Orte Scalo.
Nella frazione di Orte Scalo è in funzione l'omonima stazione.

 
Dal 1928 al 1994 era in funzione anche la ferrovia Civitavecchia-Orte delle FS e a Orte aveva una seconda stazione ferroviaria in località Castel Bagnolo, tutt'ora esistente ma non più in uso.






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