L'antica secondaria borgata di Rota, è una tranquilla cittadina allungata su uno sperone tufaceo tra due profondi "solchi", il Rio Chiaro e il Rio Torbido, situata a circa 520 metri s.l.m.
Il territorio del comune di Bagnoregio confina a nord con Lubriano ed Orvieto; a sud con Montefiascone, Viterbo, Celleno; a est con Castiglione in Teverina, Civitella d'Agliano; a ovest con Bolsena.
Ha una superficie di 7263 ettari (circa), comprende le frazioni di: Vetriolo; Castel Cellesi, il borgo di Civita di Bagnoregio, i nuclei di Capraccia e Ponzano.
Il Borgo di Civita è arroccato su uno sperone di roccia tufacea a 443 metri s.l.m. e dai punti panoramici appare in un isolamento quasi irreale.
L'origine del nome "Bagnoregio" non è stata ancora accertata.
Il nome Balneum Regis, corretto poi in Bagnorea e ripristinato, con decreto regio, nelle forma originaria italianizzata solo nel 1922, deriva dalla presenza delle acque termali connesse con il vulcanismo vulsinio.
La leggenda vuole che Desiderio, re dei Longobardi la battezzasse con tale nome, perché guarito da una grave malattia proprio grazie alle acque termali che scaturivano dalla città; ma un documento del '600, una lettera scritta da Gregorio Magno, riguardante la nomina del vescovo della città, cita il toponimo Balneum Regis, dunque già in uso prima della dominazione longobarda.
E' comunque probabile che il nome derivi dalla presenza di acque termali dalle particolari proprietà terapeutiche.
La Storia
• VI sec., prime notizie certe su Bagnorea (questo è il nome più antico), menzionata tra le sedi episcopali italiane. Dopo la caduta dell'Impero Romano, Bagnoregio cade sotto il dominio dei Goti e dei Longobardi, infine Carlo Magno la conferì al Papato. Dopo la conquista franca una serie di signorotti feudali si alternarono al potere: tra questi i Monaldeschi che divennero più tardi signori di Orvieto.
• XII sec., Bagnoregio diventa libero Comune e conosce un periodo di prosperità e vivacità culturale. Pur attratto nell'orbita della vicina e potente Orvieto, riesce ugualmente a mantenere una relativa autonomia.
• 1221, nasce a Bagnoregio San Bonaventura.
• 1348, un'epidemia di peste (quella narrata nel Decameron da Boccaccio) riduce la cittadina l'ombra di se stessa: si racconta che in una sola giornata si contarono più di 500 morti.
• 1494, i bagnoresi riescono a distruggere la rocca dei Monaldeschi, liberandosi degli odiati tiranni.
Nello stesso anno si oppongono all'entrata in città del re di Francia Carlo VIII, diretto a Napoli con il suo esercito. All'atto eroico non corrisponde tuttavia alcuna riconoscenza da parte del Papa Alessandro VI Borgia, che due anni dopo assesta un duro colpo al fiero sentimento di libertà comunale istituendo il regime dei cardinali-governatori, che sarebbe durato fino al 1612, anno in cui Bagnoregio passa sotto il con trollo della Delegazione Apostolica di Viterbo.
• 1695, un primo terremoto, aggiungendosi all'opera distruttiva dell'erosione, reca ingenti danni all'abitato di Civita.
• 1794, un secondo terremoto fa crollare lo stretto ponte naturale che collega Civita alla borgata esterna della Rhota. A quel punto la maggior parte degli abitanti abbandona il colle e si stabilisce alla Rhota, la contrada sorta nel XIII sec. e che oggi costituisce il centro storico di Bagnoregio.
• 1867, il primo violento scontro tra le milizie pontificie e i volontari garibaldini passa alla storia come "la battaglia di Bagnorea". Nel 1870 Bagnoregio entra a far parte del Regno d'Italia.
Appollaiato sul tufo che frana, un borgo di 8 abitanti pieno di sorprese
Il colle tufaceo su cui sorge Civita è minato alla base dalla continua erosione di due torrentelli che scorrono nelle valli sottostanti e dall’azione delle piogge e del vento: si sta dunque sgretolando, lentamente ma inesorabilmente.
Il borgo, dove resistono a vivere poche famiglie, sta franando, evaporando - si sta smarrendo: domani non sarà che un miraggio, come i sogni più belli, come Venezia (anch’essa condannata dalle acque), come tutto ciò che rivela la fragilità, l’impotenza umana.
La più bella definizione di Civita è del suo figlio Bonaventura Tecchi: “la città che muore”.
Il destino quasi segnato del luogo, il paesaggio irreale dei calanchi argillosi che assediano il borgo, i loro colori tetri che contrastano con quelli dorati del tufo, fanno di Civita un luogo unico, solare e crepuscolare insieme, vivo o spettrale, a seconda dell’umore di chi la guarda dal precipizio del Belvedere.
Di fronte al Belvedere, collegata al mondo da un unico e stretto ponte di 300 metri, ecco Civita, appoggiata dolcemente su un cocuzzolo, col suo ciuffo di case medievali.
Addentrandosi nell’abitato (si fa per dire: vi vivono poche persone), il primo importante monumento che si incontra è la Porta S. Maria, sormontata da una coppia di leoni che artigliano due teste umane, simbolo dei tiranni sconfitti dai bagnoresi.
Più avanti la via S. Maria si apre nella piazza principale, dove si può ammirare la romanica Chiesa di S. Donato rimaneggiata nel XVI secolo.
In essa sono custoditi uno stupendo Crocefisso ligneo quattrocentesco, della scuola di Donatello, e un affresco della scuola del Perugino.
I palazzi rinascimentali dei Colesanti, dei Bocca e degli Alemanni si impongono nelle viuzze con le tipiche case basse con balconcini e scalette esterne dette “profferli”, tipiche dell’architettura viterbese del medioevo.
Scheda del borgo
Provincia di Viterbo
Civita di Bagnoregio fa parte dell'Associazione Borghi più Belli d'Italia
Altitudine
m. 462 s.l.m.
Distanze in km
Firenze 200, Roma 100, Perugia 100, Orvieto 21
Abitanti
860 (8 nel borgo).
Patrono
San Bonaventura, 15 luglio
Come si raggiunge
In auto:
SS Cassia fino a Montefiascone, poi SS Umbro-Casentinese direzione Orvieto, dopo 10 km. bivio per Bagnoregio.
In autostrada, A1 Firenze-Roma, uscita al casello di Orvieto.
Da Viterbo, SP Teverina che corre parallela al corso del Tevere.
In treno:
stazione di Orvieto, linea Firenze-Roma
Prodotti Tipici
Il prodotto del borgo
Ottima, perché assolutamente artigianale, la lavorazione della carne suina, anche nei prodotti offerti al pubblico dalle macellerie, che sono anche norcinerie (prosciutto, salsiccia, capocolli e lombetti, pancetta arrotolata con spezie e aromi, porchetta).
Il piatto del borgo
Le fettuccine rigorosamente fatte con il sugo interiora di pollo.
Dove Mangiare
Ristorante Antico Forno
Piazza Duomo
Tel: 0761-760016
Piatti tipici locali da gustare nell'atmosfera magica di Civita. Una cucina tradizionale che propone le specialità dell'alto Lazio e della bassa Toscana.
Il Boschetto
Hostaria del Ponte
Bruschetteria Vecchio Frantoio
Bruschetteria di Bastoni Arianna
Il Fumatore
Dove Dormire
B&B Butterfly
Via Antonio Diviziani
Tel: 347.8255550
Web: www.butterfly.vt.it
B&B Butterfly
Romantica Pucci
Piazza Cavour
Tel: 0761.792121
Web: www.hotelromanticapucci.it
B&B Civita
P.za Duomo
Tel: 0761.760016
Situato in una palazzina del 1400, con camere che si affacciano sulla piazza principale del paese.Tanti comfort e un’atmosfera magica, fuori dal tempo.
Il Girasole
Pupa
La Capraccia
Buonasera
Il Raggio di Sole
Cavone
La Macina
Topano
Sallegrotte
Il Meleto
Divino Amore
La Casa
Palombaro
Sosta camper
Posto Sosta - Parking area
Acquisti
Artigianato & Arte
Fioco Renzo e F
Tardani Roberto
Bianco Alessio
La Fornace
Botteghe & Acquisti
Frantoio di Piensi
Antico Frantoio
Alta Tuscia Formaggi
La Bottega del Pane
La Bottega della Pasta
Macelleria Ponziani
Macelleria Cappuccini
Informazioni turistiche
Comune di Bagnoregio:
tel. 0761780815-0761760206
Pro Loco:
tel. 0761780833
Porta del Parco:
tel. 0761760053
Sito: www.comune.bagnoregio.vt.it
e-mail: info@comune.bagnoregio.vt.it
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