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Il ritorno (1916)
È l’ora buia in cui i primi rialzi del terreno diventano l’orizzonte, e l’orizzonte lontano scompare nel vuoto notturno.
Accompagnando, sotto l’acqua implacabile, le truppe di ricambio sulle posizioni senza trincea, tenute nel mio plotone, raccolgo i miei pochi uomini, immobili, irriconoscibili nella melma.
Stanchi, bagnati, affamati, senza pensiero, tanto da non comprendere subito neppure il richiamo della partenza, danno il terrore di cose morte battute dalla pioggia, in attesa di una seconda morte più iniqua e crudele.
A salti, zoppicando, incespicando mi seguono muti in questa zona di crateri e di squarci, ove per di più di una settimana siamo stati bombardati senza requie e ove errano le palle del crepuscolo, vagabonde.
Una gran gioia l’idea del riposo: eppure l’ora dell’addio al nostro calvario non è priva di tristezza.
Ascolta "Il ritorno (1916) da «Tra la perduta gente» di Umberto Zanotti Bianco" su Spreaker.
Alla stazione di Catanzaro marina (1919)
Catanzaro marina! ... E qui quanto ci toccherà attendere?
Come si viaggia nell’ignoto su questo versante jonio!
Pare Ulisse l’avventuroso v’abbia impresso il suo fato.
Abbiamo dovuto lasciare Stilo alle quattro, perché l’automobile pubblica non funzionava.
Il concessionario, un signore titolato del luogo, ha creduto bene di vendere la benzina a dei privati: il pubblico è così obbligato a misurare passo a passo i 16 chilometri di rotabile fino a Monasterace.
3 - Una notte sul Volga (1922)
4 - Pazza per amore (1921-1924)
5 - Profughi armeni (1925)
6 - Aspromonte (1927)
7 - Tra la perduta gente - Africo (1928)
L'AUTORE
Umberto Zanotti Bianco, nato a Creta nel 1889, da padre piemontese e madre inglese, è stato un archeologo, ambientalista, filantropo, antifascista, educatore e politico italiano, ha speso la sua vita al servizio dei popoli che soffrivano.
Ha senso, oggi più che mai, ricordare questa figura di “missionario laico”, perché è stato capace di interessarsi delle miserrime condizioni degli uomini.
Accorso per dare una mano d’aiuto a Messina e Reggio Calabria per il terremoto del 1908, ha lavorato perché le condizioni umane e sociali degli ultimi del Sud potessero risollevarsi.
Condusse un'inchiesta sulle condizioni della Calabria e instancabile, generoso, riuscì, nonostante l’avversione del regime fascista (che tra il 1910 e il 1928 gli impedì di vivere in Calabria), a creare in questa terra asili per bambini, scuole, biblioteche popolari, ecc.
Favorì la commercializzazione dei prodotti meridionali all’estero e diede vita, con altri straordinari uomini (Gaetano Salvemini, Giuseppe Lombardo Radice, Giustino Fortunato, ecc.), all’Associazione Nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d’Italia.
Fondò, tra l’altro, la società “Magna Grecia” per finanziare campagne di scavo archeologico a fianco del grande Soprintendente Paolo Orsi.
Instancabile, indomito, fu presidente della Croce Rossa Italiana e di Italia Nostra, che contribuì a fondare.
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