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Percorsa la prima tagliata, raggiungiamo il tratto dell'Amerina denominato Tre Ponti e attraversiamo il ponte omonimo.
L'eccellente lavoro, condotto dai volontari del Gruppo Archeologico diretti dalla Soprintendenza, ha recuperato l'antica pavimentazione a lastre di basalto, gli argini della massicciata, le opere di drenaggio, i ponti sul fosso Tre Ponti e sul fosso Maggiore.
Numerose le tombe emerse dalle tagliate attraversate, con interessanti monumenti funerari, tra cui quello a fregio dorico; sul costone della forra di fosso Maggiore, sepolture monumentali a portico (tomba detta del Re e della Regina), anticipano il tratto del Cavo degIi Zucchi, con alcuni grandi colombari.
Al fine, arriviamo alla suggestiva tagliata del Cavo degli Zucchi dove la strada romana, con il suo basolato perfettamente conservato che, assieme alle tombe e colombari che corrono a destra e sinistra, sono resi più suggestivi dalla luce calda del tardo pomeriggio.
COME ARRIVARE
Roma GRA > Civita Castellana
con la via SS 2 bisCosto Carburante (andata) - € 8,39
Tempo - 00h47'
Distanza - 46,1 km
Itinerario: dal GRA uscita (5) per SS 2bis
dopo 31 Km Girare a destra: SS311 in direzione di: CIVITA CASTELLANA - RONCIGLIONE - NEPI - VITERBO - CASTEL S. ELIA
Dopo aver attraversato Nepi prendere SP 77 in direzione Castel Sant'Elia, dopo 5 Km c'è Civita Castellana prima di arrivarvi, fare attenzione ché lungo la strada si incontrerà il cartello indicatore della Via Amerina - Cavo degli Zucchi; abbandonare la strada asfaltata e percorrere per un breve tratto la strada sterrata e abbandonare l'automobile per continuare a piedi.
Marchio Via Amerina nel tratto laziale
Il nome di questa strada non deriva da un personaggio, ma dalla località verso la quale era diretta, Ameria l’odierna Amelia in Umbria. La sua costruzione risale alla seconda metà del III secolo a.C., dopo la conquista romana del territorio falisco. La via consta di tratti per quanto possibile rettilinei, con grande uso di trincee ("tagliate") per ridurre i dislivelli e alti ponti sui corsi d’acqua, peraltro modesti, di cui il territorio tra la conca di Baccano e il Tevere è ricco. La valle del Baccano, toponimo derivato dalla mansio "ad Vacanas" era probabilmente il punto del distacco dalla Cassia, e da qui l’Amerina si dirigeva verso nord senza allontanarsi troppo dalla via principale. (vedi anche biodistrettoamerina.com)
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ITINERARIO DELLA VIA AMERINA
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Un tratto è ben visibile nella località denominata Selciatella, e anche a Nepi si conserva una ventina di metri del lastricato originario.
Circa 2 chilometri oltre Nepi l’Amerina costituì l’asse per il successivo insediamento di Torre dell’Isola, proseguendo quindi rettilinea sul pianoro di S. Lorenzo, dove è oggi obliterata da depositi recenti.
Si giungeva così a Falerii, località dove i romani avevano un po' aiutato, un po’ costretto a riunirsi i superstiti della distrutta Falerii precedente, capoluogo dell’Ager Faliscus e odierna Civita Castellana.
Circa 2 chilometri oltre Nepi l’Amerina costituì l’asse per il successivo insediamento di Torre dell’Isola, proseguendo quindi rettilinea sul pianoro di S. Lorenzo, dove è oggi obliterata da depositi recenti.
Si giungeva così a Falerii, località dove i romani avevano un po' aiutato, un po’ costretto a riunirsi i superstiti della distrutta Falerii precedente, capoluogo dell’Ager Faliscus e odierna Civita Castellana.
L’Amerina costituiva il cardo della Falerii ricostruita, e oltre la città proseguiva senza più incontrare centri importanti.
La
migliore indicazione per individuare l’antico tracciato sono le
tagliate, che consentono in qualche modo di ricostruire l’orientamento
successivo.
Il
più bel tratto lastricato, di quasi un chilometro, è visibile prima di
intersecare la ferrovia Orte-Capranica, ma oltre il tracciato originario
può soltanto essere ipotizzato, basandosi ancora sulle tagliate.
Si
è così stabilito che la strada passava qualche centinaio di metri a est
di Vasanello, e scendeva per la via meno ripida al Tevere, nei pressi
delle terme di Orte.
Il fiume veniva superato giungendo a Seripola (riva sinistra), dove però non rimangono tracce di un ponte.
Si risaliva la valle del Rio Grande, e infine si giungeva ad Amelia lungo un percorso di crinale.
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Fotografo documentarista geografico dal 1977; 40 anni da viaggiatore resiliente in Italia, oggi Divulgatore Geografico - Storyteller - Travel Blogger - Podcaster; Meridionalista innamorato dell'Italia, narro e faccio conoscere il Bel Paese, il più grande giardino emozionale diffuso.
Nel 2005 apro il blog Penisolabella seguito da Agricoltour e Va dove (ti) Porta il Treno e mi ritrovo ad essere l'unico blogger a raccontare l'Italia minore con la M maiuscola
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