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Partono i Distretti del Cibo, strumento innovativo per sviluppo e promozione dei territori

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha promosso i Distretti del Cibo, un nuovo strumento inserito nella legge di bilancio per garantire ulteriori risorse e opportunità finalizzate alla crescita e il rilancio a livello nazionale di filiere agroalimentari e territori.

L’esperienza dei distretti vuol dire mettere insieme imprese, cittadini, associazioni, istituzioni per realizzare obiettivi comuni. 
È una scelta innovativa, che consente al nostro Paese di guardare allo sviluppo locale e alla tutela del paesaggio con un approccio nuovo: dal tema del rapporto tra città e agricoltura, alla più stretta collaborazione tra realtà agricole e attività di prossimità; a partire dai mercati contadini, dall’integrazione col turismo fino ai distretti del biologico, dove la sostenibilità diventa leva di competitività anche fuori dai confini strettamente agricoli. 
Nell’anno nazionale del cibo italiano e dopo Expo, viene posto un altro tassello per dare forza al Made in Italy agroalimentare”.

I NUOVI DISTRETTI

Vengono definiti come Distretti del Cibo:

- i distretti rurali e agroalimentari di qualità già riconosciuti o da riconoscere;

- i distretti localizzati in aree urbane o periurbane caratterizzati da una significativa presenza di attività agricole volte alla riqualificazione ambientale e sociale delle aree;

- i distretti caratterizzati dall’integrazione fra attività agricole e attività di prossimità.

- i distretti biologici.

Per garantire lo sviluppo di tutto il territorio e non solo delle singole filiere, i nuovi Distretti opereranno attraverso programmi di progettazione integrata territoriale.


COME FUNZIONANO

Il riconoscimento dei Distretti viene affidato alle Regioni e alle Province autonome che provvedono a comunicarlo al Mipaaf presso il quale è istituito il Registro nazionale dei Distretti del Cibo, disponibile sul sito del Ministero. 
Per il rilancio del settore e per il sostegno ai distretti sono stati stanziati 5 milioni di euro per il 2018 e 10 milioni a decorrere dal 2019.


DISTRETTI, ESEMPI GIA' ATTIVATI A LIVELLO NAZIONALE

DISTRETTO RURALE DELLA MAREMMA

Nato su impulso della Provincia di Grosseto nel 1996, mentre a Cork si teneva la Conferenza europea sullo sviluppo rurale, con un’adesione di 28 Comuni e di tutte le aziende del territorio, il Distretto della Maremma si è posto prima di tutto l’obiettivo di rispondere al momento di crisi attraversato dal territorio, mettendo in campo un “metodo di attuazione” totalmente nuovo e ambizioso. Nei primi anni, infatti, è stato intrapreso un percorso di riposizionamento dell’agricoltura, mirato a coniugare qualità e sostenibilità
Andando oltre i confini settoriali, l’intero sistema economico locale è stato coinvolto in un nuovo sistema, per offrire un paniere integrato di prodotti e servizi legati all’identità maremmana
Fondamentale il ruolo della Provincia, che ha gestito la cabina di regia del Distretto, rendendo possibile il coordinamento degli strumenti di programmazione, dai fondi europei alla contrattazione programmata. 
Un modello che ha riscosso grande apprezzamento anche oltre i confini della provincia, diventando un esempio da imitare fino a ispirare la legge di orientamento che nel 2001 ha introdotto i Distretti Rurali e i Distretti Agroalimentari di qualità
In Maremma, il Distretto Rurale ha dato impulso e struttura a una crescita che ha generato ricchezza e sostenuto il territorio per due decenni. 
Alla fine del 2017, dal Distretto Rurale della Maremma è nato il Distretto Rurale della Toscana del Sud che abbraccia 65 Comuni delle province di Livorno, Siena, Arezzo e Grosseto, cioè un terzo della superficie della Toscana e quasi la metà della sua superficie agricola.


BIO-DISTRETTO DELL’AGRICOLTURA SOCIALE DI BERGAMO

Nato nel 2016, coinvolge 23 cooperative e aziende bio che operano favorendo l’inserimento lavorativo in agricoltura di persone svantaggiate (disabili, detenuti ed ex detenuti, giovani con disagio sociale, rifugiati). 
Si tratta della prima realtà in Italia che coniuga a livello di distretto sia la vocazione bio che quella sociale
Sostengono questo progetto circa 10 Comuni della Lombardia (tra cui quello di Bergamo) nonché la Provincia di Bergamo, il Consorzio Parco dei Colli, AIAB Lombardia ed alcuni importanti GAS
Oltre allo sviluppo e alla promozione dell’agricoltura biologica e sociale, il Biodistretto è impegnato a fornire servizi alle aziende biosociali di Bergamo, favorendo un’agricoltura compatibile con l’ambiente nonché la valorizzazione dei prodotti bio e della cultura del territorio, sostenendo anche la realizzazione di progetti di educazione alimentare
Le cooperative e le aziende del Bio Distretto, che vantano una grande tradizione territoriale legata all’agricoltura biologica con finalità sociali (tra queste: Biplano, Arete’, Ca’ Al del Mans, Oikos, Cantiere verde, Castel Cerreto, Le Cinque Pertiche), hanno costituito presso l’Università di Bergamo un apposito Comitato Scientifico, formato da tecnici, esperti del settore e docenti universitari, per mettere in campo progetti sempre più mirati agli obiettivi prefissati.


CONSORZIO DISTRETTO AGRICOLO DI MILANO-DAM

Nato nel 2011 come gestore del Distretto Rurale di Milano, si costituisce come cooperativa con 34 imprese di Milano, secondo comune agricolo d’Italia, di cui coltivano il 70% delle aree agricole per una superficie di 1700 ha circa. 
Le aziende si dedicano a settori diversi (cerealicolo, zootecnico e orto-florovivaistico), condividendo come obiettivo fondamentale la conservazione dell’attività agricola attraverso l’integrazione con le esigenze della città, con riferimento specifico a temi quali sovranità alimentare, tutela dell’ambiente, recupero della tradizione e presidio del territorio
In particolare, il DAM – che collabora attivamente con le istituzioni locali - si è impegnato in questi anni nella commercializzazione e valorizzazione dei propri prodotti (hanno avuto buoni risultati presso la Grande distribuzione e la Ristorazione collettiva soprattutto riso, ortaggi e formaggi) e nella partecipazione ad attività di servizio alla città. 
Oltre alla gestione manutentiva del Parco Urbano delle Cave, sono state sviluppate, infatti, azioni specifiche finalizzate al recupero di paesaggio, ambiente e biodiversità nel progetto di Compensazioni di Expo 2015, realizzato in partnership col Comune. 
Da segnalare anche l’accordo di Sviluppo territoriale con Comune di Milano, Città Metropolitane e Regione Lombardia, mirato al rafforzamento della presenza dell’agricoltura, in collaborazione con altri 4 Distretti Rurali del territorio periurbano.


DISTRETTO AGRICOLO BASSA BERGAMSCA-DABB

Accreditato da Regione Lombardia nel 2012, ha sede a Spirano (BG), comune capofila. 
Si estende su un’area di 42 Comuni della Pianura bergamasca, aggregando più di 100 soggetti tra aziende agricole e agroalimentari, Istituti di ricerca, scuole, Istituti bancari, associazioni di categoria, Enti parco. 
Il fatturato stimato ammonta a oltre 200 mln di euro
Il Distretto produce 6 delle 9 DOP casearie bergamasche (Gorgonzola, Grana Padano, Taleggio, Quartirolo, Salva e Provolone), ma anche altri formaggi di bufala e capra di qualità, che hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti a livello mondiale. 
Sono molto sviluppati anche i comparti della trasformazione delle uova, della polenta e delle farine, delle carni e quello orticolo
Sono rappresentati nel Distretto anche birrifici, aziende dolciarie, coltivazioni di zafferano e tartufo nero bergamasco
Obiettivi principali dei progetti del DABB: incremento della redditività aziendale attraverso azioni di filiera basate su produzioni di qualità esistenti e su nuovi prodotti; internazionalizzazione e commercializzazione dei prodotti; tutela ambientale e produzioni ecosostenibili; promozione dell’integrazione fra diversi soggetti (aziende, comuni e scuole) per valorizzare il territorio.

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