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Giuseppe Cocco
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Salvo Guglielmino
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Viaggio in Italia
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I due avrebbero vissuto insieme per quasi mezzo secolo e avrebbero condiviso la passione per il viaggio che li portò, negli anni, ad effettuare numerosissime escursioni automobilistiche in Italia.
Per i coniugi Berenson l'automobile dava spazio ad un ritrovato gusto del viaggio di formazione, che affidavano agli itinerari d'arte e alla percezione attenta del paesaggio antropico.
Mary e Bernard scoprono "l'aspetto più incantevole del viaggio in auto", ovvero, "le lunghe ore di sogno con un panorama di meravigliosi scenari incontaminati".
I Berenson sono due sofisticati flaneurs, la cui indole aristocratica "rende intollerabile l'esibizione personale ed il mondo meccanico".
Essi usano l'automobile come i viaggiatori del Grand Tour adoperavano la carrozza.
Il diario di Mary Berenson, relativo al viaggio realizzato dai coniugi nel 1908, è qui pubblicato per la prima volta, limitatamente alla parte calabrese del viaggio.
Nel 1955, ormai novantenne, il vecchio Berenson affronta da solo un nuovo viaggio in Calabria.
Troverà la regione profondamente mutata e resterà sorpreso dalle belle strade asfaltate, dai nuovi alberghi ma allo stesso tempo osserverà compiaciuto che il territorio non è ancora intaccato dalle rovine della modernità.
La poesia della Calabria, per lui, risiede soprattutto nel paesaggio, che contemplò, seduto "all'ombra di rocce favolosamente romantiche".
ASCOLTA i PODCAST dell’intero libro capitolo per capitolo
Introduzione
Nel 1907, circolavano in Italia quattromila automobili.
Di esse se ne contavano mille, cioè un quarto del totale, nella sola Lombardia.
Nello stesso anno, solo sessantotto auto risultavano circolanti in Sicilia, appena otto ne circolavano in Calabria e addirittura nessuna in Basilicata.
Sono cifre eloquenti, che da un lato annunciano l'epopea novecentesca dell'automobile e dall'altro il radicale e crescente squilibrio territoriale dello sviluppo industriale italiano, concentrato in quella pianura Padana che si adattava assai meglio delle aspre regioni appenniniche del paese a far sfrecciare sulle strade polverose di allora i neonati mezzi meccanici a quattro ruote.
Otto anni prima, nel 1899 era nata la Fiat e nello stesso anno, in Francia un'automobile veniva lanciata alla velocità incredibile di 100 km orari.
Nel 1900, Berenson, assieme all'americana Mary Smith sposata nei pressi di Firenze, da quella splendida postazione si sarebbero mossi per viaggiare, instancabilmente, già nel primo decennio del nuovo secolo.
Il loro viaggio nel Sud Italia, raccontato da Mary Berenson, è un lungo itinerario, iniziato il 9 maggio a Messina - nella cui università insegnava ad alcuni anni il loro comune amico Gaetano Salvemini - e terminato a Napoli il 5 giugno.
Gran parte del viaggio si svolse in Sicilia, dove il percorso compilato da Bernard Berenson portò, in 17 giorni, i viaggiatori in varie località.
Il 27 maggio iniziò l'attraversamento della Calabria, seguendo una rotta impervia, percorsa in soli 6 giorni, da Reggio a Gerace, Polistena, Monteleone (oggi Vibo Valentia), Serra San Bruno, Ferdinandea, Stilo, Squillace, Santa Severina, San Giovanni in Fiore, Cosenza, Bisignano, Terranova da Sibari, Spezzano Albanese, Lungro, Castrovillari, Lagonegro.
Il diario tenuto da Mary Berenson e assai scarno: si presenta come una sorta di promemoria, sicuramente non destinato alla pubblicazione nelle intenzioni dell'autrice.
E tuttavia, per questa stessa ragione, appare di notevole interesse, giacché manifesta un carattere privato e una schiettezza che sarebbe stata altrimenti nascosta dal gioco delle opportunità e dal calcolo delle convenienze.
Emerge dunque con forza l'approccio al viaggio dell'autrice, condiviso dal suo già autorevole sposo.
E in particolare spicca l'attenzione alle atmosfere dei luoghi, al fascino dei paesaggi mutevoli, ai silenzi degli attraversamenti più che alle mete raggiunte, come nella migliore tradizione dei lenti viaggi in carrozza.
Molti anni dopo, nel 1955, quando è ormai novantenne, il vecchio e celebrato storico d'arte affronta un nuovo viaggio in Calabria, pubblicandone sul "Corriere della Sera" un'ampia descrizione in tre puntate, che qui si ripropongono integralmente. [Vittorio Cappelli]
Ascolta "Introduzione da «In Calabria» (1908 e 1955) di Bernard e Mary Berenson" su Spreaker.
In Calabria di Mary Berenson
Il diario tenuto da Mary Berenson e assai scarno: si presenta come una sorta di promemoria, sicuramente non destinato alla pubblicazione nelle intenzioni dell'autrice.
E tuttavia, per questa stessa ragione, appare di notevole interesse, giacché manifesta un carattere privato e una schiettezza che sarebbe stata altrimenti nascosta dal gioco delle opportunità e dal calcolo delle convenienze.
Emerge dunque con forza l'approccio al viaggio dell'autrice, condiviso dal suo già autorevole sposo.
E in particolare spicca l'attenzione alle atmosfere dei luoghi, al fascino dei paesaggi mutevoli, ai silenzi degli attraversamenti più che alle mete raggiunte, come nella migliore tradizione dei lenti viaggi in carrozza.
Ascolta "In Calabria nel 1908 di Mary Berenson" su Spreaker.
Mercoledì 27 maggio 1908
Viaggio in auto
Bellissimo
Palazzo del Marchese di Santa Caterina, Diego di Francia, Monteleone Calabria
Un giorno straordinario!
Abbiamo lasciato Messina col traghetto delle 7:20 e siamo arrivati a San Giovanni per prendere il treno per Reggio, nel cui museo abbiamo visto un piccolo Antonello da Messina.
Da Reggio abbiamo viaggiato intorno all'alluce d'Italia, fino a Gerace, attraversando numerosissime fiumare prive di ponti.
Qualche volta siamo stati costretti ad attraversare l'acqua a dorso d'asino mentre l'auto correva a tutto gas.
Una volta la strada era ridotta così male che Pierre dovette ripararla prima che la macchina potesse passarli.
Ma lo spettacolo era superbo!
Dopo Gerace, verso Polistena e poi verso Monteleone, abbiamo attraversato immensi boschi di ulivi alti come olmi, un incantevole paesaggio come quelli immaginati da Corot e Gainsborough.
Giovedì 28 maggio 1908
Pioggia
A casa del signor Achille Fazzari
Ferdinandea, Stilo (stazione di Monasterace)
Abbiamo raggiunto Serra San Bruno, oltrepassando in auto un delizioso passo montano.
Durante il tragitto ci è venuto incontro in auto Fazzari con il figlio Spartaco.
Ha preso su Placci e, nonostante la pioggia siamo andati tutti a Stilo a visitare l’antica chiesetta greca sul fianco della montagna.
Venerdì 29 maggio 1908
Splendido
Hotel Brezia, Catanzaro
(Un albergo orribile dai prezzi esorbitanti)
Siamo partiti dopo pranzo, con grande rammarico, dopo tre ore di conversazione col vecchio Fazzari, principalmente sulle storie d'amore di Garibaldi!
Abbiamo viaggiato in auto attraverso paesaggi stupendi, grandi castagneti, poi le immense faggete in mezzo alle quali è situata per Ferdinandea, e attraversando Squillace, misero paesino, abbiamo visto le rovine di Roscelleto, e siamo arrivati qui, dove un amico di Fazzari ci è venuto incontro e ci ha mostrato il Museo e una Chiesa.
Sabato 30 maggio 1908
Caldissimo
Albergo Vetere, Cosenza
Una pessima mattinata, anche se piano piano ci siamo arrampicati sulla Sila Grande; superata la parte più alta del passo, siamo giunti nel più bello degli scenari, come il meglio della Svizzera, ma con vedute più ampie.
Domenica 31 maggio 1908
Viaggio in auto
Bello
Albergo Vetere, Cosenza
(albergo buono, anche se primitivo)
Abbiamo visto quel che c'era da vedere.
La Cattedrale e il fiume in cui fu sepolto Alarico.
Lunedì 1 giugno 1908
Bello
Albergo Sirino, Lagonegro
La nostra prima tappa è stata a Terranova, da San Francesco la vista sulla piana di Sibari, bagnata dal Coscile e dal Crati, è stata incredibilmente bella - quieta, classica, perfetta - degna dell'intero viaggio.
Ritorno in Calabria di Bernard Berenson
Molti anni dopo il viaggio effettuato con la moglie Mary, nel 1955, quando è ormai novantenne, il vecchio e celebrato storico d'arte affronta un nuovo viaggio in Calabria, pubblicandone sul "Corriere della Sera" un'ampia descrizione in tre puntate, che qui si ripropongono integralmente.
Ascolta "Ritorno in Calabria nel 1955 di Bernard Berenson" su Spreaker.
La capitale di Ruggero
Vent'anni fa, in compagnia dell'amico Alessandro d’Entreves, traghettammo da Messina, dove egli allora insegnava, a Reggio, città nella quale mai avevo avuto tempo di fermarmi.
A dire il vero, non ricevetti una buona impressione da quella mia prima visita. Reggio mi sembrò polverosa, scialba e mal mantenuta; le opere d'arte che contavo di vedervi stavano provvisoriamente ammucchiate in un capannone; e poiché lì non c'era verso di goderle, rimasi scoraggiato al punto, lo confesso, di non distinguerne alcuna che mi paresse godibile.
Questa volta (giugno 1955) sono tornato a Reggio per trattenermi una giornata intera e visitarla a dovere e ne ho avuto, mi preme dirlo subito, tutt'altra impressione.
Nobile il lungomare, con i suoi floridi giardini; larghe vie che piene di animazione salgono, per terrazze parallele, a ben gli edifici pubblici.
Ovunque, gli aspetti di una vita intensa quanto a Catania, sulla riva Sicula.
Le memorie del passato non sono molte in una città che ha sofferto, attraverso i secoli, tante distruzioni per mano degli uomini e a causa di terremoti: quelle di reale importanza si limitano al Castello Angioino e alle raccolte del Museo, composte principalmente di opere antiche ritrovate negli scavi compiuti in Calabria durante gli ultimi decenni.
Città e campagne
La strada che da Reggio volge a settentrione, seguendo la Costa, permette di godere i vari aspetti di una Riviera bella quanto la Ligure o la francese. Fortunatamente, questa di Calabria sfugge, per ora, ai guasti in edilizia con caratteri suburbani, non soffre la contaminazione delle cartacce e degli involucri della sigaretta buttati per ogni dove, né subisce l'onta di affissi pubblicitari contro l'azzurro del cielo e del mare, come avviene in molti tratti della strada litoranea da Marsiglia a Livorno.
Ma noi ci dirigiamo verso l'interno.
Ai boschi di ulivi, che trovano limite sotto le prime ardite e balze della montagna, succedono i lecci, i castagni e i faggi, fino a che, raggiunta un'altezza di circa mille metri, non si percorre un esteso pianoro privo di alberi, ma tutto vegetato da grandi felci.
Ascolta "Città e campagne da «In Calabria» (1908 e 1955) di Bernard e Mary Berenson" su Spreaker.
Fine dell'itinerario
Il sogno lungamente accarezzato di rivisitare la Calabria si è avverato, anche se luoghi ch’io desideravo molto di rivedere come Stilo o Crotone son poi rimasti fuori del mio programma e dal mio itinerario.
Sebbene povera di monumenti e opere d'arte in confronto con le altre regioni d'Italia, la Calabria è una delle più belle nella sua classica severità, nella sua vasta serie di paesaggi ancora intatti; e, a soggiornarvi, si comprende, finalmente, di quante delizie sia ricca.
GLI AUTORI
Bernard Berenson (1865-1959), celebre critico d'arte, nato presso Vilnius, in Lituania, si trasferì negli Stati Uniti quando era ancora bambino.
Laureatosi ad Harvard, si recò in Italia e nel 1889 decise di vivere a Firenze, dove rimase fino alla morte, dedicandosi soprattutto allo studio del Rinascimento, sul quale ha lasciato scritti fondamentali.
Mary Berenson (1864-1945), nata Smith, a Philadelphia, studiosa d'arte e scrittrice, nota con lo pseudonimo di Mary Logan, conobbe Bernard Berenson nel 1890 e, separatasi dal primo marito nel 1892, lo sposò nel 1900, nella piccola cappella di Villa I Tatti, a Settignano, presso Firenze, dove vissero assieme fino alla morte.
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